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Autore: kamy    20/05/2015    1 recensioni
Una versione alternativa di come sarebbe potuto andare Age of Ultron.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.1 Ultron vs Tony

Clint aderì con la schiena al divano, sporse il capo oltre di esso.
“Nella stanza di fianco non c'è, ed occhio e croce nemmeno in quella dopo” disse.
Natasha aggrottò le sopracciglia storcendo il labbro.
“Saranno andati a parlare in laboratorio?”.
Bruce si passò una mano tra i capelli, sospirò.
“Allora da qui non ci sentiranno mai”.
“Vado a chiamarlo io". Propose Steve. Si alzò in piedi, passò accanto a Bruce e si allontanò. Scese le scale e si fermò davanti alla porta di vetro del laboratorio. "Jarvis apri, sono Steve". Si identificò.
La porta si aprì, FerroVecchio alzò il braccio metallico ed emise una serie di stridio ripetuti ondeggiando il braccio da cui pendeva una cassetta del pronto soccorso aperta.
“Capitano, la informo che il Colonnello Rhodey non si trova più nella Torre; ma che ho già allertato l'ospedale più vicino” disse Jarvis.
Steve prese la rincorsa e saltò, mandando in frantumi il vetro.
"Stark! Stark dove sei?! Per cosa serve l'ospedale?" domandò. Corse all'interno del laboratorio calpestando le schegge di vetro con gli stivaletti rossi.
FerroVecchio lo seguì, sbatté contro una scrivania facendo cadere in terra una serie di oggetti e si sentirono dei gemiti. Un'armatura di sollevò da oltre il tavolo, guardò il capitano e gli occhi brillarono di rosso. Si sollevò in volo e uscì, sfiorando i restanti vetri.
Steve avanzò e sgranò gli occhi. Tony era a terra, in un lago di sangue che aveva sporcato anche il suo palmare. Il sangue gli colava dalla bocca e dal petto.
"Tony!" chiamò Steve. S’inginocchiò accanto a lui e gli afferrò la mano. Sollevandogli la testa con l'altra.
Tony socchiuse gli occhi, li sgranò e indietreggiò aderendo alla scrivania. Tossì convulsamente sputando sangue, si portò la mano al petto stringendolo e si leccò le labbra. Ansimò, i vestiti erano strappati e pregni di sangue e sudore.
"Tony, guardami. Resta sveglio!" ordinò Steve. Le medagliette metalliche da soldato gli oscillavano davanti al petto.
Tony batté le palpebre, deglutì e allungò la mano verso le medagliette. Le afferrò macchiandole di sangue, le tirò fino a rompere la catenella e ricadde sdraiato.
“Cap...”.
Steve si sdraiò accanto a lui stringendolo a sé.
 "Jarvis, l'ambulanza?" domandò.
“In arrivo tra venti minuti, Capitano” rispose l'A.I.
Tony strinse la mano di Steve, deglutì e scosse il capo.
“Banner” biascicò.
Gli afferrò il braccio, si issò facendo colare ancora più sangue e tossì.
“C'è stato un... piccolo problema” sussurrò.
"Bruce è di là. Ti ci porto?" domandò Steve. Lo issò continuandolo a tenere stretto a sé. Anche la giacca che Tony indossava si era impregnata di sangue.
Tony si strinse alle sue spalle, Bruce spalancò gli occhi vedendoli entrare. Clint saltò giù dal divano, andò a prendere delle coperte e Natasha poggiò i cuscini.
“Cos'è successo?” domandò Banner.
Clint aiutò Steve ad appoggiare Tony sul divano, gli coprì le gambe e incrociò le braccia.
“Abbiamo visto delle armature uscire di gran fretta” spiegò.
"Penso lo abbia attaccato il migliore amico" spiegò Steve, sdraiandolo sopra il divano. Baciò la fronte sudata di Tony, lo lasciò andare con una mano, ma con l'altra continuò a stringere la sua.
Bruce afferrò la cassetta del pronto soccorso dalle mani di Natasha, prese il disinfettante e iniziò a pulire le ferite. Natasha si leccò le labbra, guardò Thor e si morse il labbro.
“Perché avrebbe dovuto farlo?” chiese.
Clint sistemò i cuscini dietro la testa di Tony, l'uomo gemette e Barton si accigliò.
“Ci è andato pesante. Non vuole farsi toccare”.
Steve strinse la mano di Tony al petto muscoloso con entrambe. "Non lo so" sussurrò.
Thor corrugò la fronte e si alzò in volo.
"Non credo quelle armature stiano eseguendo gli ordini dell'uomo di metallo" ringhiò. Attraversò una finestra mandandola in frantumi e volò via.
Bruce strinse la fasciatura attorno al petto di Tony, Natasha piegò la camicia di Stark poggiandola sul tavolo e sospirò.
“Forse le armature li hanno attaccati entrambi” ipotizzò.
Clint scosse il capo, passò un panno umido sulla testa dell'uomo steso.
“Se così fosse, il Colonnello dovrebbe essere ancora lì; e non c'era”.
"Se le armature fanno di testa loro... pensate che anche Jarvis?" domandò Steve. La mano di Tony era gelida nella sua e sentiva un dolore al petto.
Tony socchiuse gli occhi.
“Jarvis?” mugolò.
Bruce gli premette la mano sulla spalla.
“Sei ancora debole, Tony. Hai bisogno di una trasfusione”.
“Signore?” chiese l'A.I.
Tony poggiò i gomiti sul tavolo, deglutì ripetutamente. Clint gli porse un bicchiere d'acqua.
“Ci pensiamo noi” promise.
Natasha si guardò intorno, sospirò.
“E come?”.
"Se Jarvis è compromesso, non ha chiamato un dottore. Natasha ne devi portare uno qui. Clint, controlla il perimetro nel caso ci facciano qualche brutto scherzo. Adopera i protocolli di quando si è in una zona in mano al nemico. Bruce, puoi fare qualcosa per il momento?" domandò con tono di comando. I suoi muscoli erano tesi e una venuzza gli pulsava sul collo irrigidito.
Natasha guardò il proprio vestito dalla gonna a nuvola, sospirò osservando Tony steso e uscì dalla stanza correndo. Clint poggiò il bicchiere d'acqua sul bracciolo del divano, corse verso la finestra, la aprì e uscì chiudendosela alle spalle. Bruce sospirò.
“Thor è partito all'attacco da solo. Forse dovremmo avvisare Fury” suggerì.
Tony gemette ripetutamente, allungò la mano aprendo e chiudendo le dita. Le strinse attorno al bicchiere, l'oggetto cadde e l'uomo sobbalzò alzandosi di scatto. Si guardò intorno, gli occhi erano vitrei e sgranati. Bruce indietreggiò.
Steve si voltò verso di lui e socchiuse gli occhi. Si girò e guardò nella sua stessa direzione.
Bruce fece un passo avanti.
“Tony?” chiamò, con tono dolce.
Tony lo guardò con occhi sbarrati, deglutì e indietreggiò. Inciampò nella gamba del tavolino, cadde in terra e si voltò verso Steve. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, si tastò il petto e deglutì. Bruce sospirò.
“Sembra sotto forte shock” sussurrò.
Steven annuì, si girò e si avvicinò a Tony.
"Resta sdraiato, perdi troppo sangue così" sussurrò. Riprendendogli la mano nella sua. < Per un attimo ho pensato ci fosse qualcosa dietro Bruce > pensò.
Tony gli strinse la mano, lo guardò e gli afferrò la spalla. Lo strattonò verso il basso, un colpo passò radente ai capi dei due e Bruce urlò. Corse dietro una colonna, si prese la testa tra le mani e si accucciò. Natasha superò l'uscio, spalancò gli occhi vedendo un robot sparare e rotolò di lato; la gonna del vestito s'impigliò nel tavolo e lei la strattonò, strappandola.
“Cos'è quello?!”.
Steve si rizzò, si mise davanti Tony e lanciò lo scudo contro il nemico.
Il robot avanzò ondeggiando, gli occhi brillavano di rosso.
“Voi siete assassini... mostri... volete salvare il mondo, ma non avete la forza di cambiarlo...” disse con voce metallica.
Natasha si guardò intorno.
“Non ci sono armi!” urlò.
Lo scudo rimbalzò cadendo a terra. Steve prese in braccio Tony indietreggiando. '' Tutti fuori! '' gridò.
La finestra si ruppe con un frastuono, Clint rotolò all'interno e afferrò un coltello dal tavolo; lo tirò centrando un secondo robot.
“Ce ne sono ovunque!” urlò.
“Calmo, calmo, calmo, calmo” sussurrò Banner, dondolandosi dietro la colonna.
Natasha afferrò un piatto dalla tavola, lo tirò contro la finestra facendola saltare, i vetri si sparpagliarono andando addosso al robot. Questi avanzò, si sporse verso Tony.
“Lui... Lui... Lui...” ripeté.
Tony si strinse con una mano alla camicia del capitano, socchiuse gli occhi.
“Ultron” biascicò.
Steve raggiunse la porta e la fece saltare con una spallata, trovandosene una ventina davanti. Indietreggiò stringendo Tony. Vide che gli occhi di tutte le creature e quelli blu di quello che aveva parlato fissare Stark. ''Vogliono lui'' sibilò.
Natasha rotolò fino alla colonna, toccò il braccio di Bruce.
“Si calmi. Vogliono Stark” sussurrò.
Bruce sgranò gli occhi rizzandosi, si guardò intorno e ringhiò. Clint afferrò una bacchetta per il sushi, si nascose sotto il tavolo.
“Pessima scelta di parole, Nath!” urlò.
Tony deglutì, spinse Steve lontano da sé e allungò il braccio. La torre ondeggiò, lui finì verso il tavolo e afferrò una forchetta da fonduta. Tutti i vetri saltarono, Natasha abbraccio Bruce tenendolo in terra e Clint si aggrappò al tavolo. Tony scivolò verso fuori, si appese per un cavo volante. Ultron si chinò su di lui, Stark alzò il braccio e infilò la forchetta tra le placche. I restanti robot emisero delle scintille, Ultron ululò con tono metallico e volò via seguito da tutti gli altri. Tony lasciò la presa cadendo nel vuoto.
Steve scattò in avanti correndo sulla superfice in pendenza del pavimento, raccolse lo scudo che stava scivolando via e saltò oltre il bordo. Abbracciò Tony stringendolo a sé, mise lo scudo sotto di lui e atterrò. Si rimise in piedi, scese dallo scuso, se lo mise sul braccio continuando a tenere Stark e si mise a correre nella città. Fece lo slalom tra le macchine, schivandole, raggiunse il marciapiede e continuò a correre. Il petto gli si alzava irregolare, si fermò davanti ad un ospedale ed entrò.
"Aiuto! Mi serve un dottore!" gridò, dirigendosi verso l'infermeria.
L'infermiera sgranò gli occhi e alzò il telefono.
“Signore? Il signor Stark è gravemente ferito... Sì, sì, subito” disse, con tono concitato.
Tony ridacchiò, il sangue gli colava lungo la bocca e il volto era pallido.
“Anche per me è un piacere, signori”. Scherzò con tono basso.
L'infermiera fece strada a Steve fino ad una sezione deserta. Le porte automatiche si aprirono e due infermieri caricarono Tony su una barella. Il dottore si voltò verso Steve.
“Faremo immediatamente il possibile. Abbiamo già saputo che uno dei suoi esperimenti è impazzito, ci aspettavamo fosse ferito” spiegò.
Steve cercò di seguire Tony fino a dentro la sala operatoria, ma due infermiere lo bloccarono.
La prima si tolse una ciocca mora da davanti al viso, socchiuse gli occhi a mandorla.
“Mi dispiace, non può passare. È zona riservata”.
La seconda incrociò le braccia, sbuffò.
“Inoltre il signor Stark ha appena causato la distruzione di mezza città. Abbiamo l'obbligo di allertare la polizia, e lei è un complice”.
"Non è stato lui" sibilò Steve. Afferrò per i fianchi una delle infermiere, spostandola e si divincolò liberandosi dall'altra. Corse dentro, tenendo una mano sulla pistola al suo fianco.
Il dottore uscì da una porta sulla sinistra, guardò Steve e sbuffò.
“Aveva già avuto le prime cure, e con i suoi tempi di recupero è stato facile. Probabilmente era più lo shock del dolore. Dovrebbe riposare qualche anno, ma mi ignorerà come al solito; quindi può anche entrare” disse, duro.
Gli si avvicinò, lo guardò e socchiuse gli occhi.
“Sappia però che tutti, lui compreso, dicono che l'incidente è stato scatenato da Tony Stark”.
Steve entrò dentro la stanza e si avvicinò al letto di Tony. Prese una sedia di plastica appoggiata al muro, la avvicinò al letto e vi si sedette.
"Stark?" chiamò.
Tony si leccò le labbra, voltò il capo e accennò un sorriso.
“Ehi. Possibile che io debba salvare la Terra anche mentre dissanguo?” sussurrò.
"Cosa sta succedendo?" domandò secco il soldato. Corrugò la fronte e aggrottò le sopracciglia, socchiudendo gli occhi.
Tony fece leva con i gomiti sedendosi, tirando alcuni dei fili.
“Io e Rhodey siamo andati a fare quattro chiacchiere e io mi sono messo ad armeggiare un po'. Evidentemente ero distratto e ho fatto qualche errore di calcolo, perché il robot si è rivoltato e ci ha attaccati” disse.
Si leccò le labbra, la fronte era sudata e il volto pallido.
“È stata colpa mia. Dobbiamo fermare Ultron e ritrovare Rhodey”.
Steve lo guardò intensamente negli occhi, Tony li vide diventare liquidi e arrossati. Il soldato si irrigidì ancor di più, piegò il capo e abbassò le spalle. "Agli ordini, Mr. Stark" rispose atono. Si rizzò in piedi e strinse i pugni. "Quali sono gli ordini nel dettaglio?" domandò.
Tony inarcò un sopracciglio aggrottando la fronte, sentiva varie fitte in tutto il corpo e la testa gli girava.
“Capitano?” chiese, perplesso.
"Se vuoi essere arrestato, dimmi che altro devo permettere succeda alla squadra" sibilò Steve ringhiando e si affiancò alla sedia.
Tony aprì la bocca, la richiuse e crollò sul lettino. Sospirò.
“La squadra non c'entra. Dobbiamo salvare il mondo dalla mia arroganza. La cosa dovrebbe renderti felice” disse.
Strinse i pugni, deglutì.
“Non si abbandonano gli amici, giusto?” sussurrò.
"Già lo so che me ne pentirò" borbottò Steve. Lo staccò dai macchinari, lo prese in braccio e si diresse verso la finestra. La sfondò con un calcio e saltò fuori.
Tony sgranò gli occhi, si strinse a lui e gli poggiò il capo sul mento.
“Ti devo un favore, mio Capitano” sussurrò.
Si sentirono alcune esplosioni miste a sirene della polizia e urla.
Steve atterrò in piedi e si mise a correre.
"Spero che un giorno mi dirai la verità" bisbigliò.

  
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