Fumetti/Cartoni americani > Ed, Edd & Eddy
Segui la storia  |       
Autore: YuuyaSpicer    20/05/2015    2 recensioni
[Ed, Edd & Eddy][ Ed Edd'n Eddy _ Kevedd ]
- Raiting progressivo -
So di dovermi trattenere dinanzi a lui, ma se questo sentimento cresce ancora non sarò in grado di farlo. Devo contenermi. Non posso mandare tutto al diavolo.
--- Sospesa ---
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mio nome è Keith Samuel, ma chiamatemi pure Kevin.
Ho da poco iniziato a lavorare in una delle case editrici della capitale, dopo aver litigato con mio padre, ed essere stato buttato fuori di casa.
Ora vivo da solo, il che non mi dispiace affatto.
Purtroppo la carriera da calciatore non era fatta per me a quanto sembra.
È buffo che io sia finito qui, alla Tavo Emperor Book, visto che da ragazzo scappavo dai libri come se fossero portatori di chissà quale malanno.
Eppure ora non vorrei mai andarmene da questo piccolo ufficio, da questa scrivania lucida, da questo mio nuovo mondo, da questa mia nuova realtà.
I motivi teoricamente potrebbero essere infiniti, ma il principale ha un nome, un volto, e stranamente, un cappello, che stona col suo incredibile abbigliamento elegante.
Ricordo la prima volta che ci siam incontrati, la prima volta che ho nuotato in quelle iridi azzurre senza saper più tornare a galla. Giusto quattro mesi fa.
Il primo giorno mi accompagnò in giro per la compagnia un mio superiore, per spiegarmi velocemente le basi del mestiere, insieme al suo assistente.
Il nome del primo era Eddward Marion, uno degli editori di punta dell'ufficio.
Mi si presentò così, questa creaturina curata nei minimi dettagli, con una buffa cuffia dalla quale uscivano delle ciocche corvine.
Aveva un completo nero che andava in contrasto con la pelle bianca e delicata come la ceramica. Gli occhi azzurri e le lunghe ciglia nere percorsero il mio corpo dalla punta dei capelli fino alle scarpe, per poi sorridermi e avanzare leggermente salutando chiunque gli passasse davanti.
-:” Ma quel cappello … ? “- provai a chiedere al suo assistente.
-:” Il signor. Marion lo porta sempre. Non credo d'averlo mai visto senza. “- rispose sorridendomi.
Non posso negare che l'ho trovato estremamente sospetto.
« Che sia pelato? Eppure posso giurare di aver scorto dei capelli prima! »
-:” Signor Keith? Le devo chiedere di ...-”- si girò verso di me il nuovo oggetto delle mie attenzioni.
-:” La prego. Mi chiami Kevin. “- lo bloccai prima che potesse continuare. Mi mette a disagio il mio nome.
-:” Kevin …? Va bene, signor Kevin. “- continuò presentandomi ad alcuni colleghi con i quali avrei dovuto lavorare a stretto contato successivamente.
Apparentemente un'incontro banale, ma dentro di me era in pieno atto una tempesta!
Il mio nome pronunciato da qualcuno non ha mai avuto un suono tanto bello, maledizione! Non finché non sono state quelle labbra rosee a pronunciarlo.
Oh, mi sono dimenticato di dir una cosa.
Da alcuni anni oramai ho scoperto di essere attratto dagli uomini, dopo esperimenti e prove andate a monte, con solo i cuori delle povere vittime spezzati come risultato, non son più riuscito a scappare dinanzi a questa parte di me.
E una delle prime cose che ho pensato quando ho incontrato Eddward è che era davvero il mio tipo.
Un uomo curato, gentile, elegante e molto intelligente. Come direbbe Nazz, il mio contrario insomma.
Fino ad ora è andato tutto bene, e posso dire d'aver appreso abbastanza facilmente il mestiere in questo breve lasso di tempo, tanto da essere addirittura lodato a volte.
Questo lavoro non è eccessivamente faticoso, l'unica cosa alla quale devo prestare attenzione, è non fissare troppo quel muro cristallino e guardare la sua figura.
Ho notato che molti stanno cominciando a guardarmi male quando mi perdo nei miei pensieri ammirando la sua sagoma piegata sulla scrivania, impegnato a correggere manoscritti.
-:” Anche tu Kev sei attratto dal Boss, eh? “- una vocina sottile e delicata attrasse la mia attenzione.
Era una delle mie colleghe.
Il suo nome era Sarah.
Una ragazza sempre ben vestita, forse che voleva farsi notare un pochino. I capelli ramati quasi sempre portati in una coda di cavallo. Abbastanza simpatica.
Avevo scambiato con lei qualche parola i primi giorni, e da allora parliamo del più e del meno quando abbiamo un attimo di respiro.
-:” C-cosa? “-
« Non sai quanto hai ragione, cazzo! Vorrei entrare in quello studio e sbatterlo al muro per poi … aspetta … ha detto 'anche'? »
-:” Su su, stavo scherzando! “
-:” Sarah, avresti un minuto? Devo parlarti di una cosa molto importante. “- quella voce fece girare entrambi.
-:” C-certo capo! A-arrivo subito. “- disse lei alzandosi, seguendo poco dopo l'uomo, che era già tornato nel suo ufficio, senza neanche degnarmi di un saluto.
« Pff! Allora è così eh? Piace anche a te? Ed è reciproco a quanto vedo, visto che son diventato invisibile. »
Guardai per un attimo la vetrata che mostrava la stanza dov'erano i due. Sorridevano entrambi, parlando di chissà cosa.
« Un appuntamento magari. Ha! Sarebbe divertente. Davvero divertente. »
Senza pensarci due volte mi alzai, dirigendomi alla fotocopiatrice.
Non badando a dove mettevo i piedi sbattei contro qualcosa, o meglio dire qualcuno.
-:” Amico, bada a dove metti i piedi. Sbaglio o sei più distratto di quando viaggi con la mente? Sembri Nanna quando parlava con zio Erment al cellulare per la prima volta. Non vedeva più dove metteva i piedi! “- Rolf, un mio collega più grande col quale uscivo a volte, mi si piegò dinanzi, a prendere dei fogli caduti durante lo '' scontro ''.
-:" M-mi dispiace Rolf! "-
-:" Oh figurati. Cosa tormenta quella tua testolina rossa? "-
-:" Non so ... "-
-:" Sembri triste. Perché? "-
« Perché la sua voce non ha pronunciato il mio nome, ma il suo. »
-:" Nulla tranquillo. Ora devo andare a incontrare Johnnino per la rivista sui supereroi. A dopo. "- mormorai andandomene.
« Non sono una persona gelosa, solitamente, solo che questa situazione sta scappando dal mio controllo. »
Non andava pe niente bene.
Dovevo trovare una soluzione.
Inutile dire che passai la seduta, e i giorni successivi col broncio, mentre le persone passavano davanti alla mia scrivania e mi guardavano leggermente preoccupati.
Ero insolito.
Non osavo alzare lo sguardo e posarlo su di lui, perché quella strana sensazione dentro me cominciava a darmi fastidio.
Non era una semplice cotta come mi succedeva al college. Ero più che attratto. Ero geloso.
E non potevo permettermi di perdere il posto per via di una possibile scenata, per via di un impossibile amore.
-:" ... in? Kevin ? Mi senti? "- quella maledettissima voce mi riportò alla realtà.
-:" Ho letto l'articolo del supereroe del quartiere. Scritto benissimo, come sempre. "- disse l'uomo dinanzi a me, mentre faceva vibrare quelle labbra sottili.
« Datti una controllata, cazzo! Non osservarle così, altrimenti ne rimani ipnotizzato! »
-:" La ringrazio. "- mormorai abbassando lo sguardo, continuando a scrivere.
« Non voglio essere maleducato, ma se ti guardo ancora giuro che mando al diavolo tutto e ... e ... »
-:" Ma... "- continuò lui, con una voce leggermente differente dal solito.
-:" Ma? "- ripetei io fermando le dita sulla tastiera.
-:" È diverso dal solito. Tu sei diverso dal solito. "-
A quelle parole alzai lo sguardo.
I suoi occhi erano incollati ai miei, e non accennavano a staccarsi.
-:" D-diverso? "-
« Aspetta ... mi ha appena dato del ' lui ' ? Lo ha fatto, vero? »
-:" Esatto. Sei diverso nell'ultimo periodo. Sempre distratto, lontano dalle persone che ti circondano. "-
-:" Lei ... lo sa? "-
-:" Mh. Non voglio che i miei dipendenti non svolgano pienamente il loro lavoro. "-
-:" Ah ... quindi è così? "- mi alzai, deluso di quelle parole. Inizialmente il cuore mi batteva forte al pensiero di lui, preoccupato per me. Dopo invece si spense. Totalmente.
-:" Le posso assicurare che io ci ho lavorato duramente, come mio solito, concludendolo magnificamente se posso permettermi. E non ho niente, glielo posso assicurare! "-
-:" Mh? Allora perché non mi .. "-
-:" Signor Marion. La stanno chiamando al telefono. È la linea 7. "- il suo assistente si intromisse da dietro la sua scrivania.
-:" Arrivo. "- mormorò abbassando quello sguardo gelido, che mai avevo visto puntato verso il basso.
-:" Continuiamo dopo. Venga nel mio ufficio alle 19:40. La prego. "-
« Continuare cosa? E poi a quell'ora devo vedermi con Rolf per andare a bere qualcosa. »
Non dissi niente. Lo osservai andarsene, mentre si sistemava meglio quel berretto nero, con due sottili strisce bianche.
« È ... la prima volta che parliamo tanto. La prima volta che i nostri occhi si parlano così tanto, senza che gli altri se ne rendano conto. »
Aspettai che le ore passassero, che le lancette si avvicinassero alle otto meno venti, mentre pile di documenti mi passavano sulla scrivania.
-:" Sbaglio oppure oggi il Boss ci fissa sempre? "- mormorò una vicina di Sarah.
-:" Eeeh Sarah! Cos'è successo? "-
-:" C-che cosa? Nulla! N-non è successo proprio niente! "-
Alzai lo sguardo per constatare quello che stavano dicendo.
I miei occhi si ritrovarono a nuotare nuovamente in quelle iridi, come la prima volta, come qualche ora prima.
Ma questo contatto durò per poco, perché distolse subito lo sguardo, girandosi per prendere il telefono, parlando con chissà chi di chissà che cosa.
-:" La scorsa volta siete rimasti a parlare molto, no? Sicuramente è successo qualcosa! "-
-:" N-no ... a dire il vero ... "- iniziò lei, per poi bloccarsi appena mi vide.
-:" Nulla nulla. Ora devo andare. Buon fine settimana! "- disse quasi urlando prima di andarsene.
-:" Chissà cosa ci sta nascondendo! ", continuò osservandola, mentre varcava la soglia.
« Oh. Probabilmente mi vuole parlare di Sarah. Qualcosa del tipo ' fa in modo che gli altri le stiano lontano' ... Sarebbe davvero divertente! No? »
-:" Kev? Vieni? "- questa voce ... Rolf?
-:" Andiamo? "-
-:" Anh! Oggi non ... non posso venire. "-
-:" No? Hoho, capisco capisco. Il boss chiama. "-
-:" C-cosa? "-
-:" Ho capito. Divertiti. Ma cerca di reggerti in piedi domani, mi servi per un articolo. "- disse andandosene, mentre salutava con la mano.
« M-ma che cosa ha capito? Come ha fatto a indovinare che Eddward ... ? »
-:" Kevin? Sono le 19:42. "-
« Ed eccolo qui, più puntuale di così non si può. Eppure trovo questo suo lato maniacale estremamente dolce. No! Non va bene, non devo pensare a una cosa del genere. Tra noi non può esserci nulla! »
-:" Mi dispiace Signor Marion. "-
-:" Mh ... vogliamo andare? "- domandò dirigendosi verso il suo ufficio, lasciando intendere che quella non fosse una domanda ma un'affermazione.
-:" Cosa dovevamo continuare signor Marion? Vede, devo vedermi con un amico quindi ... "-
-:" Intende il signor Rolf ? "- domandò sedendosi sulla superficie della dua scrivania, incrociando le braccia al petto.
-:" M-mh. Esattamente. "- mormorai sentendomi leggermente a disagio per la prima volta in quel ufficio di cristallo, sotto a due occhi ancora più glaciali.
Avevo visto quelle quattro mura poche volte e di sfuggita, tra una consegna e un'altra di qualche manoscritto corretto e articoli di poco conto.
Mai avevo avuto l'occasione di scorgere particolari che decoravano quel luogo tanto sobrio all'apparenza; come la buffa statua a forma di cactus vicino al computer. Uno strano tappetino con uno scienziato che diceva ' Benvenuti nella scienza '. Un quadro in un angolino, che rappresentava una signora con un gatto.
Tante cose che dalla mia scrivania mai avevo visto.
-:" È molto importante questo appuntamento? "- chiese Eddward impedendomi di continuare la mia perlustrazione.
-:" Andiamo a bere quasi ogni sera. "-
-:" Le piace bere, Signor Kevin? "-
-:" Leggermente. "-
-:" Quindi lo regge l'alcool? "-
-:" Più o meno. "-
« Come mai tutte queste domande? Dove vuole arrivare? »
-:" Quindi ci va molto d'accordo per uscirci tutte le sere, dico bene? "- domandò girandosi, guardando la notte invernale che prendeva il controllo del cielo.
-:" Beh, sì. Abbastanza. "-
-:" È per questo che era triste? Ci ha forse litigato? "-
-:" Cosa? No, non ... "-
-:" Allora perché è cambiato? Perché ha smesso di ... guardare. "-
-:" Guardare? "- domandai incuriosito, avvicinandomi leggermente alla figura che tanto bramavo.
-:" Sa, ha due smeraldi che fan male. Fan sentire la loro presenza. E purtroppo la loro assenza è ancor più pesante. "- mormorò guardandomi con la coda dell'occhio, voltando di qualche grado il capo nella mia direzione.
-:" C-cosa? "-
-:" M-mi sono accorto dei tuoi sguardi, di quei momenti in cui mi fissavi. Sentivo la loro presenza talmente tanto che mi vergognavo ad alzare lo sguardo. Molte volte continuavo a sentirlo anche a casa, quei occhi non mi abbandonavano mai. "- disse stringendo ancor più forte le braccia attorno a sé, alzandosi dalla scrivania.
-:" Però ... quando hai smesso di farlo ero ancora più a disagio. Ero io a cercare quel contatto. Ero io che cominciai a fissarti, sperando che anche tu avresti ricambiato lo sguardo prima o poi. "- mormorò guardando in basso ora.
« Cosa ... sta dicendo? Lui ... sa cosa provo? Lui ... ricambia questo mio sentimento? »
-:" P-pensavo di piacerti, e chiesi a una ragazza di informarsi su di te, ma ... hai cominciato a evitarmi. Quindi ... la mia domanda è : hai litigato con Rolf? È per questo che non sei più tu, che sei triste? Sei innamorato di lui? "- chiese alzando finalmente lo sguardo, mostrandomi quei maledetti occhi chiari, le guance rosse e il labbro tremolante.
-:" Le chiedo scusa. "- pronunciai.
-:" E-eh? A-ah ... quindi è così? H-haha ... bene bene. Almeno a-avete fatto pace! "- mormorò agitandosi.
Non lo lasciai fare più di così e con un sol scatto gli saltai addosso, costringendolo a sedersi nuovamente sulla superficie legnosa. Baciai con impeto quelle labbra che tanto avevo bramato, quasi divorandole, mentre sentivo sotto di me la sua insicurezza, o forse la sua paura.
-:" Avevo deciso di trattenermi, perché so come sono. Ma, se ti mostri così dinanzi a me, dicendomi quelle parole dolci, non posso far a meno di ... esplodere. Dovrai prendertene le conseguenze. Edd. "- gli sussurrai a fior di labbra.
-:" E-edd ? "- fu l'unica parola che riuscì a pronunciare.
-:" A-andiamo! Ti sto facendo una dichiarazione! "-
-:" I-io ... t-tu ... "-
Lo ribaciai ancora, questa volta delicatamente, in modo da dargli il permesso di contraccambiare.
-:" Mi piace tanto signor Eddward. Mi piaci alla follia Edd. E se ricambi, sappi che non mi tratterò più. Quindi dovrai prenderti le tue responsabilitá. "-
-:" L-le mie r-responsabilitá? Q-quello era il mio p-primo bacio! "- urlò dandomi dei pugnetti contro il petto.
-:" P-primo bacio? "-
-:" Non .. non ho mai avuto una fidanzata ... o un fidanzato. "-
-:" M-mi dispiace, c-cioè non pensavo ... non volevo. Chiedo scusa. "-
-:" Quindi non ti prenderai le tue responsabilità? "-
-:" Cosa? "-
-:" Quel bacio di prima m-mi è p-piaciuto molto. P-però io sono negato quindi ... "-
Non lo lasciai finire e gli presi il capo con entrambe le mani, in modo da spostarlo a dovere per incastonare bene le nostre labbra. Non era troppo passionale, troppo eccessivo. Doveva essere calmo, leggero, almeno inizialmente.
Sentì le sue mani sfiorarmi i capelli.
« Dio! G-gli sta piacendo? »
Aprì leggermente gli occhi scrutando la sua espressione. Potevo morire in quel momento e non pentirmene.
Avanzai con la mano afferrando la stoffa del cappello. Lo tirai, o almeno ci provai.
-:" N-n-no! "-
-:" Ssssh, va tutto bene. "-
Ignorando le sue lamentele, e strozzandole con le mie labbra, lo liberai delle cuffia.
-:" N-non mi guardare! "- mormorò nascondendo il volto nelle mani.
-:" Che cos'è? "- sussurrai sfiorando una cicatrice sulla sua fronte.
-:" Me la son procurata da bambino, giocando nel laboratorio di mio padre. È ... disgustosa, vero? "- singhiozzò con le lacrime agli occhi.
« Quindi da bambino era dispettoso anche lui? »
Non riuscì a non sorridere dinanzi alla figura di un piccolo lui, che correva felice e spensierato.
-:" La trovo davvero bellissima! Così come qualsiasi cosa ti riguardi! "- dissi baciando quella ferita infantile.
-:" Davvero? "-
-:" Certo! "-
-:" K-kevin? "-
-:" Mh? "-
-:" P-penso che tu mi piaccia! "- mormorò arrossendo.
-:" Hehe, davvero? Io non lo penso. Io lo so per certo. "- risposi dandogli un ultimo bacio.
Meglio prendere le cose con calma, il tempo non ci manca di certo.
« Aspetta ... ma quindi è vergine? O-oh ... Calma, Kev, mantieni la calma. »
Ma questa è un'altra storia.

Lo so, dovrei continuare l'altra storia ma quest'idea vagava nella mia mente supplicando di essere scritta e pubblicata.
Spero che piaccia. ( forse " l'altra storia " la scriverò come continuò. )
Yuuya ~
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Ed, Edd & Eddy / Vai alla pagina dell'autore: YuuyaSpicer