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Autore: CatWhiskers    20/05/2015    1 recensioni
"Non è bello essere invisibili. Finisci col dimenticarti di essere un essere umano; vivi solo perché sei al mondo".
E se nella vita di Mei entrasse un ragazzo, Koichi Sakakibara, cosa accadrebbe?
/ Mei Misaki POV /
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kouichi Sakakibara, Mei Misaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LASCIA CHE IO GUARDI

Lascia che guardi.
Lascia che guardi di che colore è la tua anima.
Purtroppo vedo solo gente morta, le loro anime sono così tristi e straziate che spesso vorrei strapparmi questo occhio di bambola.
Non è bello essere invisibili. Finisci col dimenticarti di essere un essere umano; vivi solo perché sei al mondo.
Ma sono davvero al mondo? O tutto questo non è altro che il frutto della mia immaginazione?
Non ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che mi sono sentita “viva”. Perdere una parte di sé stessi è come una farfalla che vola solo con un’ala: precipiterà di sicuro, e andrà incontro a morte certa.
Il sangue del mio sangue, la mia gemella, morta. Cosa dovrei fare in questo mondo freddo e popolato di persone morte?
Vedo solo tristezza e disperazione. Non ho mai visto il colore dell’amore.
Anzi, cos’è esattamente l’amore?
Amare significa donare parte di sé stessi a qualcun altro? Amare significa fingere di essere morti per far sopravvivere altre persone?

Tutto iniziò quando quel ragazzo entrò nella nostra classe. Sakakibara, perché ti sei accorto di me?
Dovevi fingere di non vedermi, come tutti gli altri. No guardarmi così, ti prego, ci ucciderai tutti.
La maledizione non perdona la classe 3-3, nemmeno tu.

“Hey, come stai?”

Perché hai quel sorriso sulle labbra? Tu… mi vedi?

“Mi chiamo Koichi Sakakibara, sei tu la ragazza che ho incontrato in ospedale?”

I fantasmi non parlano, dovresti lasciarmi da sola.
Che strano, sento una strana sensazione standogli vicino. Sento come se ci fosse qualcun altro con noi.
La cosa bella di essere un fantasma è poter andarmene quando voglio da questo posto così triste, non mi piace stare a scuola.
Di sicuro mia madre sarà impegnata con le sue bambole.
Piove. Mi piace la pioggia.
Torno a casa camminando lentamente. Voglio che le gocce d’acqua penetrino attraverso il mio corpo e mi solletichino l’animo. 
Arrivo a casa, ma mia madre non c’è.
Lei non si prende quasi mai cura di me. Forse è questa la punizione per essere lo studente di meno?
A volte penso che ami di più le bambole che me. Almeno loro sono davvero morte. O forse no?
Mi piacerebbe esserlo però. Una bambola intendo. Non dovrei più preoccuparmi di niente e nessuno, tutti mi guarderebbero attraverso la mia teca di vetro, fissando incantati i miei vestiti e i miei occhi vitrei.
Cosa ne sarà del mio occhio se diventassi davvero una bambola? Continuerebbe a mostrarmi la gente sul punto di morire?

“Tling tling”.

È arrivato qualcuno.
Sta scendendo le scale. Chi sarà mai?
Si è fermato ad osservare dei manichini. Forse si è spaventato?
Sta venendo verso di me. Non voglio che mi veda.
Ecco. Ora sta guardando la bambola che mi somiglia.

“Mei? Sei qui?”

Non ho altra scelta, devo uscire allo scoperto. Una volta per tutte.
°°°
 
Lascia che guardi. Il colore della tua anima.

-Mei, che cosa stai guardando?

-Niente.

-Mh, è tardi, forse dovresti andare. L’ospedale chiuderà tra poco. Stai tranquilla, sto bene!

Mi sorride. Sento come se un pugnale infuocato mi attraversasse il petto.
Che strana sensazione.

-Dormi bene, Koichi.

-Anche tu Mei. Ci vediamo domani allora eh?

-Sì...

Lascio la stanza di Sakakibara e mi rimetto la benda sull’occhio.
Non voglio che nessuno veda i miei occhi diversi.
Lascio l’ospedale e si mette a piovere.
Alzo lo sguardo al cielo, e sento qualcosa bagnarmi il volto.
Non sembrano gocce di pioggia: sono calde e salate.
Sto piangendo? Perché?
Mi incammino verso casa con il cuore gonfio di tristezza.
Può una ragazza morta come me provare dei sentimenti?
Può una ragazza come me piangere?
Svolto l’angolo e vedo la casa di Koichi.
Come sarà vuota e silenziosa quella casa….
Torno a casa e mi chiudo nella stanza sotterranea dove mia madre tiene le bambole.
Mi siedo davanti a quella dalle mie fattezze.
Non so perché, ma attorno ad essa aleggia un alone grigiastro.
Eppure è solo una bambola, non dovrebbe avere un’anima.
Il grigio è il colore dei morti.
Sento ancora le lacrime rigarmi il volto.
Perché attorno a Sakakibara aleggiava uno strano colore grigio?
Perché proprio lui?
Tra tutti, lui era l’unico ad essermi stato amico, ad accorgersi che io esisto, che io sono una persona vera, che non sono un fantasma, che io non voglio essere l’alunno in meno.
Quando domani non ci sarà più, io mi ricorderò.

Mi ricorderò che lui è l’unica persona che mi ha fatto capire cos’è l’amore.

 
   
 
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