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Autore: JorgitoJortini    20/05/2015    0 recensioni
Martina Stoessel, tra qualche mese diciottenne un giorno come gli altri incontró Jorge Blanco. Fu amore a prima vista, i loro sguardi erano forti e sinceri e già i due sognavano il loro primo bacio. Il problema è che i due avranno complicazioni nella loro storia ma il loro amore non si placherà neanche per un secondo. I loro abbracci sono i più affettuosi del mondo.
"Due mesi prima della maggiore età il giorno più normale della mia vita diventò il più bello, li incontrai il mio unico e vero amore"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Sorpresa, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non capivo se ci eravamo rappacificati, dato il silenzio in macchina, l'unica cosa che avevo detto era "Grazie" quando mi aprì la porta della macchina per uscire. Non rispose. Avevo capito che dovevo essere io a rompere il ghiaccio. "Jorge vorrei parlare con te, di noi due. Io non ti tradirei mai" con uno sguardo impenetrabile se ne andò: mi lasciò sola. Una sensazione di tristezza pervase il mio corpo provocando un cenno di frustrazione nelle mie labbra; gli occhi tremavano,come le mie mani, senza forze tornai nella mia stanza. Trovai tutte che parlavano con la nuova,Alba. Mi rinchiusi nella stanza di musica e scoppiai a piangere
 
Passavano le settimane ed io dovevo avverare che lui non era più mio. Un giorno mi arrivò un chiamata da Lodo. "Come stai?""Lodo?""Si Tini come stai?"non capivo che genere di scherzo era così accettai la sfida"Male si sta allagando casa!""Martina parlo sul serio,come l'hai presa?"la voce di Lodo era preoccupata e ansiosa, capii che non era un scherzo anche perché mi aveva chiamata con il mio nome completo. "Martina non hai saputo che Jorge sta partendo per Londra, andrà in un'accademia lì. Ha già lasciato la sua camera e si sta dirigendo verso l'aeroporto". Stavo malissimo all'udire di quelle parole e senza pensarci due volte dissi"Vado a fermarlo". Di corsa uscii dalla stanza e mi catapultai al parcheggio, presi il primo taxi e andai verso la direzione dell'aeroporto. Le lacrime non cessavano di pervadere i miei occhi e mi girava la testa, non capivo più nulla, nella mia vita non c'era cosa peggiore di perdere l'unica persone di cui mi ero veramente innamorata.
 
"Tini""Allora come l'ha presa? Bene immagino""No Cande no, sta andando all'aeroporto""Ma sa che non può uscire senza permesso, la dobbiamo riportare qui""Io so già come fare, Alba resterà a guardare la camera e inventerà scuse se sarà necessario con lei ci starà anche Mercedes, tu vai prendere un permesso di uscita. Anche noi dobbiamo andare all'aeroporto""Si ma chi ci accompagna, non vedo taxi""Non lo so". "Vi accompagno io".
 
Eravamo quasi arrivati, già iniziai a pagare e, mentre la macchina stava giungendo all'ingresso,scesi. Comincia a correre velocemente fino alla schermata degli aerei in partenza, vidi quello per Londra e mi feci dare indicazioni su come giungere nella zona dell'imbarco. Non vidi neanche l'ora in cui partiva dato che non mi restava tempo. Le mie gambe tremavano di paura ma non potevano cessare di correre, il cuore mi batteva sia per lo sforzo fisico ma anche per la sensazione di vuoto che mi avrebbe lasciato Jorge se se ne fosse andato. Avevo paura. L'aeroporto era gigantesco principalmente bianco e grigio, con delle vetrate da cui si potevano vedere gli aerei che decollavano, lasciando la terra e giungendo in un mondo diverso. Anch'io me ne sarei voluta andare da questa tragica realtà. Nella mia testa si sovrapponevano troppi pensieri e non c'era modo di giungere ad una conclusione per sistemare questo casino. Girai a sinistra, questo era l'ultimo corridoio che bisognava percorrere prima della zona dell'imbarco. Ce l'avevo fatta. Ancora più velocemente percorsi quel corto, ma per me interminabile, corridoio marrone. Si apriva una grande sala, i miei occhi guardavano in tutte le direzioni, seduto su una panchina c'era una ragazzo; lo riconobbi. Era lui. Appoggia una mano sulla sua spalla, sapevo riconoscere la maglietta che gli avevo regalato. Si girò e non era Jorge. I miei occhi si persero nel vuoto, non sapevo più cosa pensare. "Il volo per Londra?" chiesi ad una ragazza bionda con i capelli legati in una coda, alla reception. "Eccolo" e mi indicò l'aereo che era appena decollato.
 
Eccola lì l'Accademia, tornando dal taxi con Lodo e Cande sentivo un vuoto nello stomaco. La testa continuava a girarmi e non stavo per niente bene. Pagammo e uscimmo, nessuna di noi parlava. Mentre stavamo per entrare vidimo una persona, che io riconobbi subito. Ebbi un flashback e velocemente ricordai la caduta di quando ero uscita dalla camera di Jorge e stavo scavalcando, ricordai tutto, improvvisamente mi ricordai di quella felpa che mi aveva buttata giù. Una felpa blu con una manica strappata. "Ehi fermati" gridai. "Che succede?" mi disse con voce allarmata Lodo. "La persona che indossa quella felpa, è la stessa che mi ha fatto cadere nel vuoto"
   
 
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