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Autore: sasusakusara7    20/05/2015    1 recensioni
Il mondo è vasto, l'eternità è infinita, ma lui affronterà tutto e tutti per ritrovarla ed infine salvarla, anche se il prezzo fosse doverla riconquistare ogni volta...
Sasusaku con accenni Naruhina, Shikatema, Saiino e Nejiten.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 NdA: buona giornata a tutti! Qui di seguito troverete il secondo capitolo della mia prima fanfiction: non è lunghissimo e sembra quasi di transizione, ma credo sia necessario per gettare le basi della storia... Vi posso assicurare che già dal prossimo capitolo le acque cominceranno a smuoversi e, a partire dal quarto,  ci sarà la vera e propria azione ed anche i capitoli diventeranno decisamente più lunghi (ne sono sicura dal momento che li ho praticamente scritti XP)... Parlando da un punto di vista organizzativo, stavo pensando di rendere gli aggiornamenti il più regolari possibile, con una scadenza settimanale... Credo sia il modo migliore per garantire a me il tempo per costruire capitoli solidi e soddisfacenti e a voi per non dovervi chiedere se e quando aggiornerò (se ve lo chiederete ;])... Avete un giorno in particolare della settimana in cui vorreste vedere l'aggiornamento?
Bene, mi sono dilungata anche troppo, vi auguro una buona lettura ;)
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto (stupendo e talentuoso Kishimoto-sensei!); questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
Capitolo 2

Ancora non riusciva a credere di essere riuscito ad arrivare all'hotel dove alloggiava senza attirare l'attenzione di nessun curioso passante. D'accordo, erano le due di notte e le strade erano pressoché deserte, ma lui comunque rischiava di dare nell'occhio: un tipo alto, di bell'aspetto (i suoi cosiddetti amici non perdevano l'occasione di schernirlo per le occhiate focose e malandrine che spesso riceveva da donne di tutte le età e che lo lasciavano ogni volta non poco irritato), con un fisico che dimostrava sui venti anni ed un'aria misteriosa, con addosso un lungo mantello nero da cui trasparivano, al di sotto dell'orlo inferiore, pantaloni di velluto dello stesso colore e, se si aguzzava la vista, era possibile scorgere, sul lato destro dei suoi abiti, una larga chiazza dal colore indistinguibile (uno dei vantaggi dell'avere una predilezione per i vestiti scuri).
Decise di ringraziare il destino, per una volta suo complice, e di non ragionarci più su: aveva ben altri problemi da risolvere ed urgenze da affrontare al momento, come trovare un altro rifugio sicuro dopo essersi assicurato di aver rimosso l'odore del suo sangue: chi lo cercava aveva un fiuto potenziato e se solitamente riusciva a dileguarsi mascherando il naturale profumo della sua pelle con fragranze che cambiava piuttosto frequentemente, essere ricoperto del suo stesso sangue sarebbe stato come una condanna, quasi quanto tracciare una grande X su una mappa ed urlare: "Ecco, è qui che potete trovarmi!"
Si fermò ad una decina di metri dall'entrata dell'hotel in cui aveva passato i cinque giorni precedenti e si guardò attorno. Come previsto, scorse la sagoma di due dei suoi più vecchi (e, data la sua reale età, era un traguardo notevole) e fidati amici, il biondo Naruto Uzumaki ed il moro Shikamaru Nara: erano semi-nascosti nel vicolo più vicino, e mentre il primo si muoveva impaziente, spostando in continuazione il proprio peso da un piede all'altro e portando la mano tra i capelli perennemente scompigliati, il secondo stava seduto pigramente e svogliatamente sopra una delle tre valigie che, come da accordo, i due avevano preso dalla stanza che avevano condiviso nell'albergo prima di pagare per il pernottamento ed andarsene. Capì che i suddetti due immortali lo avevano già trovato, ma non volevano uscire allo scoperto, probabilmente perché preferivano restare in un posto isolato per pianificare il da farsi.
Li raggiunse quindi a passo svelto, la ferita ormai quasi completamente rimarginata, mentre il desiderio di cambiarsi lo rendeva ancor più nervoso ed impaziente.
Il primo a venirgli incontro fu Naruto. C'era da immaginarselo. Sasuke lo salutò con un appena abbozzato cenno del capo.
Naruto aveva la sua stessa età (sia reale sia apparente), capelli corti e ribelli di un biondo vivo ed occhi di un azzurro intenso, assoluto. Tutto in lui esprimeva purezza e forza d'animo e Sasuke non poteva che riconoscere quanto l'amico fosse stato e rimanesse tutt'oggi importante per lui. Si consideravano fratelli e spesso potevano comprendersi senza bisogno di parlare, seppur caratterialmente (e fisicamente) fossero agli antipodi. Ma senza dubbio il moro era totalmente riconoscente nei suoi confronti perché, senza di lui, davvero non immaginava come sarebbe riuscito ad affrontare per tutto questo tempo quello che era successo a Lei.
Lei. La parte più bella di lui, la creatura più splendida e preziosa dell'intero universo, l'unica che gli aveva fatto scoprire di poter provare emozioni bellissime, di riempire il suo cuore con un sentimento diverso dall'invidia e dall'odio. Quando questa storia era iniziata, Sasuke credeva fermamente di non essere in grado di superare  il tutto. Già in passato il destino si era abbattuto su di lui, cancellando la sua vita così come l'aveva sino allora conosciuta, così come l'aveva sino allora amata. Da quel momento aveva percorso una via oscura, cadendo in un abisso al cui fondo non aveva trovato altro che risentimento, rancore e sete di vendetta; e nel mezzo di tutta questa desolazione così, senza preavviso, aveva incontrato Lei, una fiamma nuova, mai conosciuta prima, una luce tanto pura, calda e rassicurante che un attimo anche lui, sempre in continuo tormento, aveva creduto di poter finalmente trovare la pace. Aveva ricominciato a vivere dal momento in cui incominciato ad amarla ed aveva incominciato ad amarla da quando l'aveva vista per la prima volta. Subito non lo aveva capito ma poi, pian piano, gradualmente ma inesorabilmente, aveva compreso il motivo per cui desiderasse sempre vederla sorridere, saperla felice, perché sentisse il bisogno di proteggerla ed incoraggiarla, perché riuscisse a trascorrere sempre più tempo in sua compagnia, maledicendo il fluire delle ore che sembravano non bastare mai. Felice. Felice ed appagato anche solo di vedere il suo sguardo incrociarsi con quello magnifico di lei, mentre ascoltava la sua voce dolce interrotta qua e là dalla sua risata sbarazzina. Sì, Lei. La sua Forza. La sua Speranza in un futuro migliore. La sua Felicità. Il suo Amore.
Sasuke Uchiha sorrise con amarezza. Fin troppo scontato che fosse tutto destinato a finire tragicamente.

 
XXX
 
Quando si riprese, Sakura si guardò intorno e la prima cosa che notò fu una signora sulla sessantina che stava di fronte a lei e che le stava tenendo sulla bocca un sacchetto marroncino, di solito usato per contenere e trasportare il pane, facendola respirare al suo interno. Ad un'occhiata più attenta si rese conto di essere ancora all'interno dell'autobus, che sembrava essersi fermato.
Era circondata da un gruppetto di cinque o sei persone, tra cui la signora del sacchetto di carta, il signore forse cinquantenne che l'aveva precedentemente soccorsa e quello che dalla divisa doveva essere il conducente del mezzo.
- Come va? Ti senti meglio? - le chiese cortesemente la donna di fronte a lei, scostando un poco la busta del pane per permetterle di rispondere. Sakura accennò un assenso ed il suo sguardo si diresse sul posto alla sua destra, dove notò che erano stati adagiati frettolosamente una decina di panini. La donna probabilmente era appena stata in panetteria ed era stata costretta a gettare via i suoi acquisti per poterle permettere di respirare nella busta di carta, un rimedio semplice ma immediato contro gli attacchi di panico.
- Io... m-mi dispiace... il suo pane... - biascicò ancora debilitata: si sentiva davvero in colpa. Igienicamente parlando, non era molto saggio appoggiare del cibo senza involucro direttamente su un sedile di un autobus, luogo notoriamente non proprio pulito.
- Shh, shh, non ti preoccupare... Cosa vuoi che sia, la salute al primo posto! - la rassicurò con un sorriso bonario la donna.
- Ci hai davvero spaventati lo sai? - commentò con voce gentile il signore del primo soccorso, mentre il conducente la avvisò che nel frattempo avevano chiamato un'ambulanza che molto probabilmente sarebbe arrivata entro pochi minuti. Del tutto vani furono i tentativi della ragazza di convincerli che non fosse necessario.
- E' una cosa che mi capita sempre più spesso, non è niente... -
- Tesoro, semmai è proprio perché ti succede spesso che dovresti farti visitare, non credi?- controbatté la donna, che ora aveva preso a guardarla davvero allarmata.
Sakura sospirò stancamente, le spalle abbassate in segno di resa. Guardò l'orologio da polso. Le otto e ventisette. Fantastico. L'ora di latino era andata e se la ricoveravano per i controlli sicuramente sarebbe "partita" anche biologia, come minimo. Ma non poteva assolutamente mancare per l'interrogazione di filosofia ed il test di letteratura inglese! Se lo avesse fatto, tutti avrebbero cominciato a pensare che lei saltava le verifiche e le interrogazioni! Era una studentessa seria, niente assenze strategiche nel suo curriculum, caspita!
"Ok, calma!" pensò inspirando. Non era certo il momento di agitarsi, considerando che era proprio a causa di un attacco di panico che si trovava in questa situazione e subirne un altro non avrebbe risolto nulla, anzi forse avrebbe addirittura peggiorato le cose. La respirazione si era regolarizzata ed il dolore al centro del petto era solo uno spiacevole ricordo.
Sentì l'ambulanza avvicinarsi inesorabilmente. L'unica cosa che le rimaneva da fare era tentare di stabilire il punto della faccenda. Era una ragazza senza gravi problemi di salute: bastava spiegare ai paramedici che, essendo all'ultimo anno di liceo ed avendo la tendenza a prendere tutto quello che faceva con la massima serietà, era solo un po' stressata. Le avrebbero controllato la pressione sanguigna, chiesto qualche domanda di routine e fatto un paio di altri rapidi esami sul posto (l'ambulanza doveva pur essere fornita di un kit d'emergenza, no?!) e forse non sarebbe neppure dovuta andare in ospedale. Il voto della relazione di biologia poteva aspettare fino a sabato, quando avrebbe avuto la lezione successiva; per quanto riguardava matematica, poteva sempre chiedere di farsi spiegare il programma perso durante l'orario di ricevimento settimanale del professore, sempre se non fosse riuscita a capire da sola il libro di testo. L'unica cosa davvero importante dunque era riuscire a rientrare prima delle delle ultime due ore, possibilmente nell'intervallo. Avendo diciotto anni non vi era più bisogno del permesso scritto dei genitori, a cui avrebbe comunque raccontato quello che le era successo una volta arrivata a casa. Aveva avuto con loro un rapporto stretto sin da piccola e solo perché ora era maggiorenne non voleva dire che avrebbe cominciato a tenere segreti.
Ecco, sì, sarebbe andata così. Con un bel programmino in testa subito passava la paura.
Se solo avesse saputo che non sarebbe riuscita a realizzarlo...





NdA2: Eccolo qui, il secondo capitolo. Ringrazio tutti coloro che si sono presi la briga di leggerlo e soprattutto coloro che hanno recensito il primo capitolo e che hanno messo la storia tra le preferite, da ricordare o seguite.
Grazie ancora ed alla prossima!
sasusakusara7
   
 
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