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Autore: LadyElizabeth93    20/05/2015    0 recensioni
«Sono io».
Si girò di scatto a quelle parole, fievoli come un sussurro.
Una figura poco nitida era davanti a lei.
Aveva gli occhi spalancati. Credeva di essere pazza.
«Non avere paura, ti prego».
E lei, nonostante tutto, non ce l’aveva. Sì, forse subito all'inizio, ma quella figura le infondeva una strana calma. Una tranquillità che ricordava di aver provato solo con una persona, prima di allora.
Realizzò in poco tempo cosa fosse ciò che aveva davanti. O meglio, chi fosse.
«Sei tu». La sua voce era debole tanto quanto quella del fantasma.
Egli annuì.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tic, tic, tic.
La pioggia scendeva a catinelle.
Il forte rumore delle gocce contro gli alberi le rimbombava nella testa. Le lacrime scendevano rigandole il viso, confondendosi con essa.
“Ho freddo”, pensava. 
Non aveva bisogno di una coperta o una giacca: sapeva che l’unica cosa in grado di scaldarla sarebbero state quelle braccia. Le sue braccia.
“Perché sono venuta qui?”
Continuava a chiederselo, ma non trovava una risposta.
Seduta sotto una quercia dove si erano scambiati il loro primo bacio, stringeva a sé le gambe rannicchiate. Si guardava le Converse sporche e piene di fango, regalo che le aveva fatto per il suo compleanno.
Loro c’erano ancora; ma lui no.
Se n’era andato, stroncato a causa di una malattia. Sparito, come la sua vitalità, i loro sogni riguardanti il futuro, la sua felicità.
Continuò a piangere. Non riusciva a smettere.
Ad un tratto, una sensazione alla schiena la fece rabbrividire.
Si alzò.
«Chi è là?», chiese, un po’ spaventata, avendo creduto fino a pochi secondi prima di essere sola.
Non ricevette alcuna risposta.
Sospirò. “Me lo sarò sognato”.
«Sono io».
Si girò di scatto a quelle parole, fievoli come un sussurro.
Una figura poco nitida era davanti a lei. 
Aveva gli occhi spalancati. Credeva di essere pazza.
«Non avere paura, ti prego».
E lei, nonostante tutto, non ce l’aveva. Sì, forse subito all'inizio, ma quella figura le infondeva una strana calma. Una tranquillità che ricordava di aver provato solo con una persona, prima di allora.
Realizzò in poco tempo cosa fosse ciò che aveva davanti. O meglio, chi fosse.
«Sei tu». La sua voce era debole tanto quanto quella del fantasma.
Egli annuì. 
«Ma com'è possibile? Sei morto…»
«Sono tornato per te. Non riuscivo a vederti piangere a causa mia».
Si avvicinò piano, scrutandolo. «Non è colpa tua», aggiunse poi.
La figura si fece più nitida, come se cominciasse ad avere dei bordi attorno a sé. «Vorrei abbracciarti, ma non so se posso».
Lei lo guardò, pensierosa. Alzò piano la mano, e lui poco dopo fece lo stesso.
Le avvicinarono e, nel momento in cui si sfiorarono, il fantasma divenne ancora più nitido, quasi tangibile.
Lei sorrise. «Riesco quasi a sentirti. E’ come un formicolio, ma è piacevole».
Si avvicinarono ancora di più, le loro dita ormai intrecciate. Poi lui provò a stringerla a sé.
La ragazza ricominciò a piangere. La sensazione del formicolio si faceva sempre più forte.
La strinse ancora di più. «Non piangere. Sono qui, ora. Non ti lascerò più».
Ridacchiò. «Non sono triste. Piango di gioia perché sei tornato da me».
Quell'abbraccio durò a lungo, forse un’eternità. Come la pioggia che stava cadendo, ancora e ancora, in quel bosco.

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Un'altra piccola fanfiction, questa volta sul drammatico. Anche questa l'ho pubblicata per una domansa su ask.fm e mi è piaciuta, così ho pensato di condividerla.
Aspetto commenti positivi o negativi, accetto tutto, tranne ovviamente gli insulti.
Spero possa essere apprezzata.
Buona serata!
Elizabeth
  
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