Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Super_Wolf    20/05/2015    0 recensioni
Avverto che sarà a più capitoli. :D All'inizio sarà un casino da capire . . . le mie idee sono complesse :')
"Quel giorno parlarono di molte cose e risero insieme.
Ma come si sa, niente dura per sempre.
E i due l'avrebbero imparato con le cattive.
Perchè questo . . .
. . . è un mondo freddo e crudele."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dawn




"Bene, se loro non vogliono il mio amore . . . al suo posto darò  loro odio" cit. X ( my OC )





In quei giorni bui, il piccolo villaggio soffriva della morsa agghiacciante dell'inverno. Piccoli fiocchi di neve cadevano dal cielo per poi posarsi delicatamente sul terreno cosparso di quel soffice manto.
Un coro era in sottofondo, i mostri di quel posto dovevano pur sempre tenere il morale alto. Beh, nessuno voleva finire fuori dalle grandi recinzioni che cingevano la città, con quel freddo significava morte certa.
Dall'acqua guizzante del fiumiciattolo vicino uscì un cucciolo, aveva già compiuto i due anni. In quel periodo era raro che un cucciolo arrivava a quell'età.
In bocca teneva stretto un pesce ancora vivo. Denti sporgenti da serpente entravano nelle carni soffici dell'animale. La salivazione del giovane aumentò sentendo il tipico odore ferroso di sangue, con la scarsità di cibo che c'era non aveva messo niente sotto i denti da due giorni.
Sollevò la testa e osservò il sole fare leggermente capolino da dietro delle nuvole. Scosse il pelo biondo sporco, mentre con gli occhi verdi si osservava intorno.
Si alzò sulle zampe posteriori e con quelle anteriori iniziò a lisciarsi il mantello nero bagnato fradicio per poi osservare la gemma verde chiaro che serviva come bottone, attaccata al colletto.
Fece un balzo in avanti e bilanciando il beso del pesce fra le sue mandibole iniziò a correre verso casa, per poi cadere rovinosamente per terra facendo sì che la sua preda ormai morta gli scappò in avanti.
Senza pensarci due volte sì alzò camminando verso il suo pasto. Era nell'intento di prenderlo di nuovo fra le sue mascelle quando qualcuno lo colpì al fianco facendo crollare al suolo.
I sassoli sulla stradina gli entrarono nelle ferite aperte e sgorganti di sangue che si era fatto prima. Soffiando si alzò e osservò il sangue verde scendere lentamente dalle ferite.
Una faccia famigliare gli si parò davanti e lui riconobbe subito lo sguardo preoccupato e gentile della vecchietta che abitava appena fuori dalla fattoria dei suoi.
Riprese il pesce fra le zampe anteriori per poi appoggiare il peso su quelle posteriori, davanti a lui la vecchia fece lo stesso bilanciando il cesto pieno di pane fra le sue tozze zampe e artigli rovinati e logori.



"Stai bene piccolo . . . ehm . . . Timoty?" Chiese prima di soffermarsi a pensare, la lingua blu pendente dal muso.
Il cucciolo la osservò bene per la prima volta. I suoi gli avevano sempre detto di starle lontanto.
La sua lunga pelliccia grigia le copriva gli occhi. Le zampe anteriori avevano una tonalità leggermente più chiara e i lunghi artigli blu spuntavano dal pelo delle zampe.
La coda era lunga e folta. Ma quello che lo attrasse di più erano le due piccole corna nere che le uscivano dalla testa.
Dopo pochi secondi si riscosse.



"Timoty è mio fratello, io sono Ian" Rispose lui tenendo la testa alta mentre con un zampa si lisciò il pelo più chiaro sul petto.


"Ah è vero! Mi dispiace per il pesce tesoro . . . non volevo venirti addosso.
Facciamo così, vai a casa e prendi tuo fratello. Così mangieremo insieme questo pane fresco e appena sfornato." disse la vecchia con una vocina leggermente acuta mostrando poi i denti ingialliti e cadenti.


"Non si preoccupi. Ai miei non piace quando le persone provano pena per noi."


"E cosa c'è di male a provare pena per una persona? E' un sentimento come tutti gli altri.
Se nessuno provasse pietà questo sarebbe un mondo freddo e senza cuore, perchè solo quando qualcuno prova pietà per te, puoi capire quanto le persone ti vogliono bene e ci tengono in un certo senso.
Secondo me, è una delle poche cose essenziali in questo mondo. Siamo noi che le abbiamo dato un significato così orribile." lo bloccò la vecchia abbassando per la frustazione le orecchie e battendo la coda sul terreno sollevando una nuvola di polvere.


"Mi dispiace . . . non volevo offenderla" rispose lui abbassando le orecchie e la testa fissando il pesce che teneva ancora stretto fra le zampe.


"Non ti preoccupare e vai a chiamare tuo fratello. Il pane vi aspetterà" borbottò lei alzandosi sulle zampe posteriori e andandosene verso casa sua.



Il piccolo scosse la testa e iniziò a trottare per i lunghi vialetti di ciottoli. Le ferite gli bruciavano terribilmente, ma continuò a camminare in avanti.
Ben presto arrivò davanti a un cancello di legno. Lo spinse leggermente con il muso per poi richiuderlo un un colpo delle zampe posteriori appena entrato.
Camminò in mezzo ai campi verdi per poi fermarsi davanti ad una casa a due piani.
Entrò dai due portoni e posò il pesce sul tavolino della cucina. Saltellando verso il bagno vide che il catino dove si lavava di solito era pieno di acqua fumante.
Si spogliò dal mantello e si infilò nel caldo abbraccio dell'acqua. Dopo cinque minuti prese una spugna e iniziò a grattarsi via lo sporco e il sangue secco.
Poi uscì, non prima di essersi scrollato via l'acqua in eccesso e essersi rimesso il mantello nero, riabottonandosi la gemma verde sul colletto.
Scese nel soggiorno vedendo una figura acucciata in un angolino. 
Ian si avvicinò riconoscendo il mantello grigio e i colori della pelliccia alternati ai suoi. Infatti, era di un biondo molto più chiaro con la punta delle orecchie e il muso di una tonalità più scura.
Appoggiò una zampa artigliata sulla testa della figura scompigliandone i ciuffetti del pelo già spettinati e annodati.


"Ian . . . smettila . . . " si lamentò il piccolino spostandosi mostrando così due occhi offuscati da un velo bianco.


"Va bene Tim . . . perchè piangi?"


"I miei compagni dicono che sono troppo buono e debole" sussurrò il fratellino di un anno più piccolo splaccicandosi di più sul muro.


"Ehy, non serve piangere fratellino" provò di nuovo il fratello maggiore "Tu non sei debole"


"Non riesco a fare  niente . . . perchè proprio io sono dovuto nascere cieco?" pianse l'altro, mentre lacrime verdi cadevano sul suolo.

Ian si avvicinò di più e sistemò la gemma verde uguale alla sua sul mantello grigio di Timoty.
Si abbassò e mise il fratellino sulle sue spalle ignorando le proteste che uscivano dal muso del più piccolo per poi correre fuori dalla fattoria dei suoi genitori.
Dopo pochi minuti arrivarono davanti ad una baracca mezza distrutta. 


"Ian . . . perchè siamo qui?"


"E' una sorpesa Tim"


Il più grande bussò alla porta della casa e appoggiò il fratellino per terra. Si sentirono rumori di passi e oggetti che cadevano.
In un istante la porta si aprì, mostrando la vecchia con sotto il braccio un vaso, dall'aspetto antico, con qualche crepa qua e là.
I due fratelli entrarono dopo un saluto veloce e vennero subito condotti al piccolo salotto.
Ian si guardò intorno, notando le decorazioni complesse e intricate dei muri di legno decadenti, arricciando il naso all'odore di erbe mediche e muffa.
La casa era molto diversa dalla sua, sul tappeto erano distesi tappeti di stoffa morbida e le finestre erano spalancate e coperte solo da delle tende viola sfumanti al blu. Il soffitto era pieno di ragnatele e lo stile della stanza era molto antico.
Mentre il suo sguardo si spostava nella stanza si fermò ad una gemma bluastra gettata in un angolino. 
Dopo pochi secondi la vecchia riapparse, fra le zampe due pagnotte. Si avvicinò a Tim e gli offrì il pane caldo.
Tim iniziò a piangere lacrime verdi.



<< E' il primo pezzo di pane che vedo dopo mesi e mesi. >> sussurrò facendo scorrere più liberamente le lacrime.


<< Ian, grazie di tutto!! E' buonissimo!>> Sussurrò ancora affondando i denti leggermente sporgenti nel cibo caldo.



La vecchia sbuffò e si sedette sulla poltrona verde rovinata e logora dal tempo.
I due fratelli si misero sui morbidi tappeti. La folta coda che sbatteva leggermente dalla felicità mentre erano occupati a divorare il loro cibo.
Lo sguardo nascosto della vecchia si soffermò sulle loro gemme verdi, per poi sbuffare nuovamente.
Alla fine del pasto Ian scostò lo sguardo sul grande quadro che si appoggiava al muro più nascosto della stanza rettangolare.
La tela era leggermente strappate e il colore, probabilmente ad olio, aveva perso le sue tonalità originarie. Il grande dipinto rappresentava una giovane lupa con due piccole corna nere e una collana provvista di gemma blu. Il suo pelo era di un grigio splendente e gli occhi di un azzurro celeste così forte che il piccolo si sentì in soggezione solo a guardarli con la coda dell'occhio. Vicino a lei un lupo dalla pelliccia bianca come la neve troneggiava fiero. 
Aveva la punte dell'orecchie e la piccola coda blu. Sul petto c'erano molte medaglie e stemmi, probabilmente militari.
Le sue corna erano grandi e nere, si curvavano verso il basso e circondavano la base delle orecchie. Era molto più giovane della femmina forse anche di dieci anni. Tra le zampe artigliate teneva una spada, mentre lei aveva un libro semi-aperto.
Venne riscosso da delle risate. Senza accorgersene si era scollegato dalla realtà ammirando il quadro. Davanti a lui la vecchia teneva vicino alla sua pancia morbida il piccolo Tim. Insieme ridevando così sonoramente che Ian si lasciò strappare un sorriso.



<< Sapete una cosa? Chiamatemi Fanny! >> cinguettò la viecchia lanciando in aria il fratellino per poi riprenderlo subito dopo. Le  unghie logore e rovinate non graffiarono o punsero il piccolo, anzi, iniziò a ridere ancora di più.



Ian salì sulla poltrona lasciando che Fanny gli appoggiasse la zampa sulle spalle.
Quel giorno parlarono di molte cose e risero insieme.
Ma come si sa, niente dura per sempre.
E i due l'avrebbero imparato con le cattive.
Perchè questo . . .
. . . è un mondo freddo e crudele.






Angolo autrice:
V: ok, per chi non mi conosce sono Vale. Questa è una serie a cui tengo tantissimo. All'inizio, doveva essere animata e scritta in inglese, ma ho deciso di pubblicarla qui :)
I personaggi sono strani e per farli capire pubblicherò disegni. Avverto che gli aggiornamenti saranno mooooolto lenti , probabilmente anche a causa dei disegni.
Ovviamente  le razze sono stranissime, ma è il mio obbiettivo creare qualcosa di nuovo. Tim e Ian sono fennec con denti da serpente e lunghi artigli flessibili che possono afferrare tutto.
Fanny, invece, è una lupa con molto pelo e artigli ancora più lunghi che spuntano dal pelo. Ha anche delle corna.
Nel secondo capitolo parlerò più precisamente di tutte le razze. 
Avverto anche che probabilmente ci saranno più parti ;)

Adesso devo correre, ma godetevi la storia e il disegno dei due fratelli. ;)
Grazie per avere anche solo dato un'occhiata veloce ( come detto prima ci tengo tantissimo ) :')

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Super_Wolf