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Autore: sese87    21/05/2015    4 recensioni
AU che traccia le vite dei protagonisti di Dragon Ball alle prese con il nostro mondo, dalla loro adolescenza all'età adulta.
*il cognome Arensay è un anagramma di mia invenzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '1998'
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turn bad

The life I had can make a good man bad

 

 

 

«Vegeta!»

Non riesco a credere che l’abbia fatto sul serio. Che razza di stronza si comporterebbe così? È stata indubbiamente colpa sua se Vegeta ha subito la peggiore delle sconfitte: quella che sfiora la vittoria per pochi centesimi di secondo. L’ha distratto, chiamando il suo nome, un istante prima che si tuffasse in acqua ed è andato tutto perduto: Vegeta ha dovuto recuperare quei pochi secondi, riuscendo a guadagnare il podio di bronzo ma non la borsa di studio messa in palio dall’organizzazione.
Adesso è furente, lo vedo dalla rigidità dei suoi movimenti mentre esce dall’acqua che fluidamente gli scorre di dosso.
«Vegeta!», ha urlato. Lui non si è girato, ma si è distratto per quell’essenziale manciata di tempo da dover recuperare la distanza che è stata fatale. Distanza che, invece, ha portato Cell alla vittoria.
«Accidenti, non ci voleva proprio!» Lamenta Chichi. «Cinquemila yen avrebbero fatto davvero comodo…» Lascia la scia delle sue parole ricadere nel chiacchiericcio circostante, mentre scende i gradoni degli spalti per andare da un imbarazzatissimo Goku arrivato secondo.
Del canto mio, continuo a seguire con lo sguardo Vegeta dirigersi agli spogliatoi. Non posso capire come si senta, tuttavia la rabbia che mi monta dentro ha note diverse dall’empatia, più simile, invece, ad una morsa al cuore, che dico? È il cancro della gelosia! Perché mi accorgo, adesso, in un lampo di lucida comprensione, di quanto Vegeta sia succube di C18. Un istante e ha perso la concentrazione al sentire il suo nome gridato da lei. Da lei che gli ha morso il collo, da lei che lo tormenta senza motivo, da lei che lui stesso disprezza!
Che razza di rapporto hanno, cos’è che li unisce in un legame così totalizzante, così fuori dalle linee che disegnano il carattere di Vegeta? Gli piace davvero così tanto?
Ed io? Tutto ciò su cui punta la mia di concentrazione è il contorno, piuttosto del suo stato d’animo a proposito del quale ho poche parole di conforto da scambiare.
Poi immagino bene lui non vorrebbe vedere nessuno adesso. Eccetto C18, forse? Dov’è andata?
«Crilin, dov’è C18?» Chiedo al mio amico intento a raccogliere da terra le cartacce delle brioche mangiate durante la gara.
«Credo negli spogliatoi, indossava ancora il costume, dovrà cambiarsi prima o poi. L’ho vista parecchio scocciata dall’esito delle gare femminili.»
«Sapessi cosa me ne importa, ben le sta!»
«Allora perché accidenti mi hai chiesto di lei?»
Ovviamente perché, immaginando l’avesse seguita come un lupetto in calore, mi premeva sapere che non fosse sparita insieme a Vegeta. A Crilin questo non posso dirlo. Ancora, però, se così fosse stato, avrei avuto ben miseri motivi per andare da lui e scacciare lei.
«Ma fatti gli affaracci tuoi qualche volta, no?» Sbotto, incollerita con la mia inutilità, piuttosto che con il mio compagno. «Andiamo dagli altri coraggio!»
«Certo che hai proprio uno strano carattere tu…»
«Che cosa?»
«Nulla, nulla.» Biascica sulla difensiva, raggiungendo Chichi che litiga con Goku.

 

A seguito delle dovute lamentele sul chi avrebbe potuto e su chi non avrebbe dovuto vincere, siamo già fuori verso la macchina, lasciata in parcheggio, per tornarcene tutti a casa. Chichi è talmente giù di morale che ha anche smesso di accusare (ingiustamente) Goku del poco impegno secondo lei dimostrato.
Il cielo volge all’imbrunire e c’è un’arietta calda e profumata di fiori che mi rincuora, per quel poco in cui non noto C18 che ascolta musica a tutto volume dalla sua vettura. Le gambe, fasciate da collant bianchi, le sbucano dalla portiera aperta, un piede si agita a ritmo, roteando una ballerina nera sulla punta delle dita. La odio da morire, starà sicuramente aspettando Vegeta.
Ho tutta intenzione di ignorarla e ficcarmi in macchina, purtroppo per me, però, Crilin manca cotanta indifferenza e, con un coraggio di cui mai l’avrei creduto capace, si avvicina a salutarla. Si avvicinano dunque tutti a salutarla, perché condividono tutti gli stessi placidi sentimenti nei confronti della povera ragazza maltrattate durante il ballo.
«È andata male anche a te, eh?» Domanda Crilin.
«Sai che me ne importa!» Mi arriva solo la sua voce, giacché mi trattengo in disparte e la vedo poco bene.
«Non dirmi che non ti interessava il premio?» Chiede Chichi, molto sorpresa.
«Sono venuta perché non avevo nient’altro di meglio da fare.»
È difficile non credere quanto possa essere indisponente. Tuttavia sarà lei a tornarsene con Vegeta, lo sta addirittura aspettando! Ne capisco sempre meno.
«Perché non andiamo tutti a prenderci un frappè?» Propone Crilin, ma C18 sbiadisce il suo entusiasmo con un colpo. «Sto aspettando… il mio ragazzo.»
L’ha detto, alla fine, l’ha detto: per la prima volta accenna a Vegeta con un simile appellativo e sono sicura sia stato solo per indispettirmi. Ora, essendomi avvicinata, riesco anche a vederla meglio seduta sempre sul sedile, rivolta ai miei amici.
Lui ha sempre negato la loro relazione. Di nuovo, che razza di relazione sarebbe poi? Soprattutto, perché non è arrabbiato con lei?
Rivolge a tutti un sorriso maligno. «Eccolo, sta arrivando.» Ci dividiamo, nel tempo in cui l’oggetto del malanimo di Crilin cammina altezzoso fino a C18.
«Togliti quel cazzo sorriso dalla faccia.» Le bercia con tono asciutto, aprendo la portiera posteriore per ficcarci dentro il borsone. «Insoddisfatto per l’esito della gara?»
La osserva un attimo, prima di sbatterle in faccia la portiera del suo lato, talmente forte che avrebbe potuto romperla. Lei allora riapre subito e scende fuori. «Che ti salta in mente? Potevi prendermi le gambe, deficiente
«Falla finita e risali in macchina. Ce ne andiamo.»
«Per niente, stavamo parlando. Il piccoletto qui mi invitava a bere un frappè.»
«Ecco, io veramente dicevo che potevamo andare tutti non solo lei in particolare!» Si appresta a specificare Crilin, timoroso che Vegeta, già nervoso, possa avere una reazione di gelosia e spaccargli la faccia. Invece, non accade nulla di tutto ciò. Arensay, infatti, gli sorride con sarcasmo, tenendo a fargli i complimenti per l’ottima scelta.
«Comunque, potremmo andare davvero a prenderci un frappè; per calmarci tutti quanti.» Ripropongo. L’idea di passare ancora del tempo con C18, o anche peggio con C18 insieme a Vegeta, mi ripugna, però sentivo di dover palesare la mia presenza, visto e considerato che qualcuno pare non averla affatto notata. Inoltre non è escluso che a vederli insieme magari ci capisca qualcosa del loro rapporto.
«Perché ti pare abbia bisogno di calmarmi, Brief?» Stiletta Vegeta verso di me, restando al centro come un accusato il giorno della sua esecuzione.
«Direi di sì.» Azzardo.
«In fondo, perché dovrei? Ho perso contro questo…» Guarda Goku con disprezzo, «Demente per colpa di questa cretina qua.»
«L’ho fatto per amore!» Gracchia C18, scoppiando a ridere.
«A chi avresti dato del demente, scusa?» S’intromette invece Chichi.
«All’imbecille che ti porti dietro.»
«Ehi Vegeta, ora non esagerare per favore!» Si difende Goku. «Non è colpa mia se sei arrivato terzo.»
«Infatti.» E l’ha detto in un modo così brusco da dimostrare il contrario.
«Di certo avresti potuto non distrarti. Chi l’avrebbe mai detto mi avresti dato tanto credito!» Continua a prenderlo in giro C18.
«Te l’ho già detto che devi stare zitta?» Tuona Vegeta di rimando. «Ringrazia solo che non hai vinto il primo premio, Kakaroth, o te li avrei fatti ingoiare quei soldi, uno dopo l’altro.»
Chichi ritorna all’attacco. «Dì un po’, con chi credi di avere a che fare, eh? Noi ce li saremmo meritati molto più di te.»
In un attimo la discussione si accende, aizzata da toni sempre più bruschi, in un teatrino che coinvolge anche gli altri presenti nel parcheggio. Continuano fino a che la risata roca di Cell li interrompe. «Ah ah, state davvero litigando per i quattro spiccioli del premio? Vegeta, mi deludi. In fondo, sapevi benissimo che avresti perso. Avresti dovuto immaginarlo.»
All’apparizione funesta C18 smette finalmente di fare l’imbecille per richiudersi in macchina. Vegeta dal canto suo si irrigidisce, senza tuttavia perdere la consueta arroganza. «Sappiamo tutti e due che non avresti vinto se fossi rimasto concentrato!»
«Ma certo, lo so; lungi da me un parere contrario.» Lo schernisce ancora Cell. «Di fatto, però, ti sei distratto per una bella biondina.» Poi apostrofa Goku. «Tu invece mi hai sorpreso, sei stato molto veloce.»
«Solo perché io sono stato troppo lento, per cause di forza maggiore.» Risponde allora Vegeta.
«Ti piace stare sempre al centro dell’attenzione, non è così Vegeta?» Rimbrotta Chichi, in difesa dei complimenti rivolti al proprio ragazzo.
«Su coraggio, ho avuto solo fortuna!»
«Fortuna, un cazzo. Perché non me l’hai detto che nuotavi?»
«Perché non è vero, ho vinto perché sei partito in ritardo e poi perché, beh, insomma, sono più alto di te e quindi arrivo prima!»
«Che cosa, che c’entra?»  
A questo punto non posso che ridacchiare dell’osservazione, quanto mai giusta, di Goku, guadagnandomi una tenebrosa occhiataccia da parte di Vegeta.
«Brief, si può sapere che hai da ridere?» Decisamente non è affatto in vena. E come potrebbe esserlo dopo aver perso cinquemila yen per una sciocchezza? Maledico il mio solito essere inopportuna.
«Calma, calma ragazzi.» Ci riporta alla pace Cell. «Essere alle cinghia ti rende proprio nervoso, bello mio. Credimi, non c’è motivo.»
Vegeta borbotta di essersi rotto, deciso a rientrare in macchina e a sfrecciare via. Cell pare però risoluto a non lasciarlo andare così, non ancora. «Non vuoi ascoltare la mia idea?»
«Me ne frego.»
«Guarda che è una buona idea.»
«So bene come finiscono le tue idee del cazzo.» È costretto rivangare la rissa dei giorni scorsi, a seguito della quale si è guadagnato gli spergiuri dei gemelli Gero e una scarica di mazzate da chi adesso gli parla in maniera tanto melliflua, da grande amico che non è.
«Questa è una buona, mi è appena venuta.»
«E rificcatela da dove ti è venuta, allora.» Lo minaccia, stringendo un pugno.
«Pensi sempre a menar le mani! Presta attenzione alla mia proposta, invece. Pensavo che, se siete ancora interessati al premio di oggi, potrei metterlo nuovamente in palio.»
«Hai una piscina per caso?» Chiede Goku.
«Affatto.»
La risposta soddisfa poco Goku, lasciandolo confuso. «Non capisco.»
«Se siete tutti d’accordo, vorrei invitarvi a un torneo di poker. Questa sera da me.»
C18 abbassa il finestrino della macchina e si sporge fuori con metà busto. «Io direi che non siamo d’accordo.»
«Invece sì che lo siamo.»
«Vegeta, l’ultima volta non ti sei fatto molto onore o hai dimenticato com’è finita? Torniamo a casa.»
«Questa volta sarà diverso.»
Cell scoppia a ridere. «Hai qualche asso nella manica forse?»
A tutto questo assisto basita; stiamo davvero mercanteggiando una partita di poker con un ragazzo pieno di boria che nel tempo libero vende droga?
«Non mi pare male come idea, è sempre piacevole passare una serata a carte.» Commenta Goku.
Porto avanti le mie preoccupazioni. «Goku, ma che stai dicendo? Siete tutti impazziti? Non dovremmo avere niente a fare con questo qui!»
«Questo qui come, bellezza?»
Spunto i gomiti ai fianchi e lo guardo dritto negli occhi. «Mi ricordo bene di te. Hai rovinato la mia festa di San Valentino con i tuoi traffici. E tu Chichi, l’hai forse dimenticato?»
«Non l’ho dimenticato; infatti, Goku non andrà da nessuna parte questa sera.»
«Chi se ne frega di lui. Io vengo, invece.»
«Bene, sarà divertente. In quanto a voi, che posso dirvi? Ho molti interessi. E se cambiate idea siete invitati a far baldoria; ovviamente, più siamo più ci divertiamo.»
«Dimentica quello che ha detto Vegeta. Noi non veniamo!» Sentenzia C18; non ha però il coraggio di guardare Cell in faccia, spaventata a morte da quello presumo sia stato il loro ultimo incontro.
«Parla per te. Ho già detto che vado.»
«Vai?»
«Sì.»
«E vai allora. Vattene proprio a fanculo Vegeta!» Rientra in macchina, passa al posto di guida e mette in moto. Con una manovra veloce si trova adesso davanti a noi e dal finestrino domanda a Crilin: «Me lo offri questo frappè o no?» Di certo non è un’offerta, quanto piuttosto una sfida al proprio ragazzo.
Crilin, invece, resta stordito a metà nello spazio tra i due. Credo di capire come si senta; vorrebbe andare ma teme la reazione di Vegeta, la quale tuttavia non si fa attendere; con una manata dà una spinta a Crilin, che incede barcollando verso la macchina di C18. «Non vorrai mica farla aspettare?»
«Ecco io…»
«Allora ti decidi o no?» Incalza la biondina con aria da rimprovero, la musica di nuovo a tutto volume, le mani sullo sterzo, la figura confusa di Crilin specchiata sugli occhiali da sole (che stranamente ha voluto indossare a quest'ora) e, nello sfondo, tutti noi attoniti.
Il mio amico si passa una mano sulla fronte, lancia un’occhiata a Goku e allora si decide finalmente a salire in macchina. Sgommano via, presumibilmente verso il Namecc.
«Tu sì che sai come tenere a bada le donne, Vegeta!» Commenta Cell, ma il suo sarcasmo viene ignorato.
«Allora per stasera è deciso.»
«Non vedo l’ora! Rinnovo l’invito anche a voi altri, per le nove e mezza. Abito nei pressi di Ginger Town, numero uno. Una casa grande sul ciglio del bosco. Portate anche gli amici dei vostri amici.» Detto ciò, nemmeno ci saluta e prende il tragitto per la sua macchina.
«Sul serio hai intenzione di andare Vegeta?» Chiedo, con una voce che suona molto più dolce di quanto non avrei voluto.
La sua invece non ammette repliche. «Perché non dovrei?»
Goku gli offre un passaggio fino a casa, che viene rifiutato con molta arroganza. Alcuni istanti dopo, quando siamo già in macchina per strada, notiamo Vegeta che chiama un taxi dal marciapiede.
Dal finestrino sul retro, continuo ad osservarlo fino a che non svoltiamo l’angolo. «Non pensate che dovremmo andare anche noi, stasera?» Propongo, tornando composta sul sedile posteriore.
«Non lo pensiamo affatto, vero Goku?» È la perentoria risposta di Chichi, ancora più infastidita adesso che sa che il premio è stato vinto da un ragazzino viziato, per giunta bocciato, per giunta un teppista, che si gioca i soldi ad azzardo!
Quando io e Goku restiamo soli però, dopo averla lasciata a casa, ritorno sulla mia proposta. «Hai mai giocato a poker?»
«Bulma, ma perché insisti così tanto? Credevo non ti piacesse quel Cell!»
«Infatti è così. Però, non vorrei Vegeta si mettesse in qualche guaio! È molto nervoso in questo periodo, e se dovesse scoppiare un’altra rissa non avrebbe nessuno dalla sua parte. Ti prego, accompagnami tu questa sera!»
«Ma Bulma non posso, cosa direbbe Chichi se lo scoprisse?»
«E tu non dirglielo, no? Poi scusa, se dovessi vincere tutti quei soldi, non credi che la faresti davvero contenta? A quel punto, se lo scoprisse, scommetto che non le importerebbe!»

 

Villa Gero. Un rigurgito moderno sulla strada per Ginger Town, numero uno, al ciglio del bosco.
Non sapevo nemmeno che lui e i gemelli fossero in relazione.
Il cancello è già aperto per gli eventuali ospiti. Motorini e macchine costellano il viale di ciottoli fino all’ingresso. La musica arriva all’esterno dai finestroni aperti. Una volta dentro, nell’arredamento stile anni settanta predomina un bianco assoluto con sprazzi di colore delle lampade moderne. Mi pare di essere finita in un set di Kubrick! Dall’ingresso non è difficile orientarsi; la casa, dalla forma ovale, non ha porte al piano inferiore e possiamo facilmente scorgere il grande salone in cui sono stati predisposti dei tavoli da gioco. I mobili consueti sono stati ammucchiati agli angoli della stanza. Ci sono davvero molti ragazzi, alcuni de quali ballano o chiacchierano. C’è persino un cartellone con i nomi dei partecipanti. Cell ha fatto proprio le cose in grande!
Noto subito che siamo solo giovani, al massimo di diciotto o diciannove anni. Nessun genitore; una loro vacanza ha probabilmente reso possibile tutto ciò.
Goku fa la mia stessa osservazione. «Ha fatto proprio le cose in grande questo Cell!»
«Già, lo stavo pensando anch’io!»
«Credi che Vegeta sia già arrivato?»
Mi guardo intorno, senza scorgerlo da nessuna parte. «Non saprei.»
Cammino stando attaccata a Goku. All’apparenza sembra una serata come tante altre, con ragazzi e ragazze del tutto anonimi. Tuttavia, lo stare a contatto con Vegeta mi ha mostrato come la società sia invece frastagliata da mille sfumature. Ho sempre scioccamente creduto che tipi come Cell o, certo, come Vegeta stesso, fossero facilmente classificabili. Invece, non è così. Il primo, a vederlo per strada, è una ragazzo di buona famiglia come tanti, annoiato come tanti, ma la cui personalità va ben oltre la semplice apparenza. Anche Vegeta è impossibile da decifrare! Ed è forse questo che lo rende tanto affascinante.
«Ehi, io vado a dare un occhiata per vedere se trovo qualcosa da mangiare, ti va?»
«Non ho molta fame, adesso. Vado a prendere una boccata d’aria, mi trovi in veranda.» E gli indico il punto della casa verso cui sto per andare con una spuntata di mento.
Prendo una sigaretta dalla borsa e l’accendo prima di uscire. La veranda è di legno grigio, e si apre con una fila di gradini verso il bosco. Sbuffo mentre mi siedo, appoggiandomi alla ringhiera. L’odore dei pini si confonde nella nicotina e sento il fresco della sera sulle gambe nude.
«Così ci sei anche tu, avrei dovuto immaginarlo. E a chi faresti da balia stasera?» Domanda Vegeta venendo dal salotto. Dalla mia prospettiva è una figura scura stagliata contro le luci del patio; si siede accanto a me.
«A te ovviamente. Goku è qui per fare rissa al tuo fianco, nel caso si mettesse male.»
Ride della mia risposta. «Grazie tante ma non ce ne sarà bisogno.»

Coyness is nice, and
Coyness can stop you
From saying all the things in
Life you'd
like to

 

Faccio un lungo tiro, e finalmente mi decido a iniziare il discorso che mi preme più di tutti. «Di’ un po’, ma non ti scoccia che Diciotto sia uscita con Crilin?»
«L’ha fatto solo per indispettirmi. Comunque, per quel che mi riguarda poteva portarsela pure a quel paese.» Ammette alla fine, massaggiandosi il collo ancora livido dal suo passaggio sul suo corpo. Non vedo l’ora che quell’odioso livido si ritiri del tutto. «Scommetto che lo pensi solo perché oggi ti ha fatto perdere.»
«Uh, quella è stata l’unica cosa con cui ha dimostrato di tenere a me in qualche modo!»
Resto meravigliata dalle sue parole. «Ma in che senso, scusa?»
«Se te lo spiegassi, non ti piacerei più e non avrei più nessuno a difendermi stasera.» Ci scherza su, nascondendo le sue vere ragioni.

Ask me, ask me, ask me
Because if it's not Love
Then it's the Bomb, the Bomb, the Bomb,
That will bring us together

 

«Sul serio, come accidenti stanno le cose tra di voi?»
Vegeta torna in piedi e con molta insolenza dice: «Stanno iniziando. Mi raccomando resta nei paraggi, non vorrei qualcuno mi picchiasse quando tu non sei pronta a difendermi. Poi chissà, in un certo senso potrei preferire te a lei.»

 Nature is a language, can’t you read?

Nature is a language, can’t you read?

 

 «Allora Zarbon, ti piace come idea?»
Dalla cornetta si sentì il ronzio di una risata nel silenzio della stanza semi buia. «Ah ah, amico, la tua ingenuità mi commuove. Secondo te sono così babbeo da darti retta? Avanti, spara, qual è il tuo vero piano?»
«Scommetto che nemmeno voi volete che la polizia inizi a ficcanasare tra i vostri affari, o sbaglio? Sarebbe quindi meglio per tutti se, ad esempio, ti venisse voglia di passeggiare fin qui a prendere l’ultimo contratto. Ve lo cedo, in cambio di un milione.» Ma sì, che venisse pure a prenderlo, pensò Vegeta. Poteva anche dire la verità, di certo non avrebbero rischiato di andare fin là per costringerlo a parlare: la casa di Bulma era piena di telecamere, e sarebbe stato piuttosto difficile, per Freezer e i suoi scagnozzi, cercare di spiegare alla giuria il motivo di tanto disturbo. Tuttavia, avrebbero volentieri messo le loro manacce su quei documenti su invito.
«E chi mi assicura che tu ce l’abbia sul serio e che non sia per uccidermi?»
«Nessuno in verità, ma varrebbe la pena correre il rischio, no?» Zarbon iniziò a pensarci sul serio, scontento com’era della piega che stava prendendo la situazione: la polizia aveva già iniziato ad indagare sulla Freezer Corporation, alla luce delle ultime notizie ricevute. L’impero economico, che lui stesso aveva contribuito a costruire in anni di abnegazione, rischiava ora di sciogliersi come neve al sole e la sabbia, con cui avrebbero voluto ricoprire i loro loschi affari, sfuggiva loro di mano nella tempesta sollevata da Vegeta. «In fondo, non siete meno colpevoli di me. Dico bene…amico?»
Con la mano libera aggiunse altri cubetti di ghiaccio al liquore che stava bevendo per calmare i nervi. «Occorrerebbe la firma di Bulma Brief per renderlo legale.» Arguì, senza sapere di aver appena abboccato all’amo. Con quella frase, infatti, Zarbon aveva implicato l’illegalità della manovra e per giunta in una conversazione telefonica che, Vegeta ne era sicuro, Freezer avrebbe potuto usare contro di lui in tribunale.
Adesso, questa possibilità si era esaurita nell’inettitudine del suo sottoposto: la Ginew avrebbe potuto richiedere i tabulati alla questura, ma quale idiota avrebbe contato su una conversazione telefonica in cui entrambe le parti si professavano colpevoli? Di certo non chi avrebbe voluto uscirne pulito come un lenzuolo fresco di bucato!
Vegeta sorrise malignamente alla prospettiva di poter farla franca, ancora una volta. «Vedrai, Zarbon, lo troverai già firmato, non c’è nulla che quella sciocca non farebbe per me.»
Zarbon però non era stupido fino a quel punto, e per un attimo, sì, per un attimo, lo attraversò l’idea che Vegeta lo stesse fregando. Prima di parlare, mandò giù un sorso amaro di liquore che sapeva di dubbio. «Quindi tradiresti così la donna che ti ha salvato la vita?» Trovava sospettoso che Bulma Brief avesse deciso di accogliere in casa un delinquente come Vegeta, raccattandolo per strada, e che Vegeta stesso si fosse ribellato proprio quando la Freezer Corp. puntava di attaccare le finanze della Capsule Corp. La Ginew aveva quindi investigato sulla relazione che legava i due scoprendo che si conoscevano già da moltissimi anni. Che poi i due non fossero mai stati visti ufficialmente insieme non tratteggiava che la discrezione di lui: Vegeta aveva sempre svolto incarichi molto delicati per Freezer e mantenere un profilo basso era essenziale; una relazione con una donna ricca e famosa come la Brief avrebbe reso impossibile agire indisturbato, era dunque stato bravo a nasconderla. Odiosamente bravo in tutto quello che faceva.
«Quindi tradiresti la donna che ti ha salvato la vita?»
«Non è colpa mia se ha una cotta per me dai tempi del liceo!» Rise di gusto alle proprie parole e continuò, dando il colpo di grazia. «La Ginew ha avuto un po’ troppa fantasia nel ricostruire la mia relazione con la Brief che, davvero, non ho visto per anni. Inoltre, dimentichi che, se mi trovo qui in casa sua, è per ordine delle autorità, non perché lo voglia.»
«Un milione hai detto?»

 

 Money, it's a crime
Share it fairly but don't take a slice of my pie
Money, so they say
Is the root of all evil today

Sospiro di sollievo quando sento la musica provenire dal salotto, in cui c'è un'unica, piccola lampada accesa sul tavolino da tè. Nel vedere tutte le luci spente mi ero spaventata. La missione di stasera mi ha resa suscettibile a tutto. Accendo le luci e porto con me la borsa fino al salotto, in modo da consegnare subito i documenti a Vegeta. Mi chiedo cosa possa essere di così importante, cosa possano dimostrare e, ancora una volta, quale sia il ruolo di Diciotto in questa storia.
Trovo Vegeta in salotto, appoggiato all’impianto stereo dandomi le spalle; sicuramente si è accorto del mio ritorno, ma ugualmente non fa una piega, nonostante io sia uscita proprio per una sua importante commissione.
«L’hai preso?» Si degna di chiedere, sempre senza voltarsi, solo una volta che gli sono accanto. Continua a sbirciare tra i miei vecchi vinili, neanche fosse in un negozio di musica, mentre le note scemano nel sottofondo.
Yeah, absolutely in the right

I certainly was in the right

«Sì» Rispondo proprio quando la canzone finisce nel silenzio. È tutto quanto riesco a dire, confusa dalla sua accoglienza. Non che mi aspettassi chissà quali feste, però, di certo non è l’atteggiamento di chi ha finalmente ricevuto “qualcosa di molto importante.” Che avesse avuto solo intenzione di aiutare C18, facendo in modo che fosse lei ad avere quel qualcosa di importante? A dispetto di ciò, è impossibile che ci sia ancora del tenero tra i due, sarebbe assurdo ora che lei è felice con Crilin. Lo è davvero, felice con Crilin?
Si volta verso di me, con in mano un vinile degli Smiths. «Cosa ne ha fatto della busta?»
Si sta di certo riferendosi a lei. «L’ha bruciata.»
Noto che alla mia risposta le sue labbra si increspano leggermente in un ghigno che preferisce trattenere. Sistema il vinile nel lettore. Parte un altro pezzo.
«È qui l’altra?» Lascio che mi sfili la borsetta dalla spalla, ma invece di prenderla la fa cadere in terra, in un tonfo al primo accordo della canzone scelta.
Good times for a change
see, the luck I've had
can make a good man
turn bad

 
Le sue intenzioni diventano esplicite appena mi sbottona la gonna che scivola giù fino alle caviglie. Dimentico i miei interrogativi ad ogni battito accelerato del mio cuore, quando mi libera anche del top e resto in reggiseno e slip. «Sarebbe divertente, se adesso me ne andassi via.» Dice con dispetto.
«Sarebbe divertente, se adesso me ne andassi via io, Vegeta.» Rispondo con orgoglio e, invece di andare via, lo tiro a me dalla maglia, e inizio a spogliarlo a mia volta.

So please please please
let me, let me, let me
let me get what I want
this time

 
Mi bacia mentre mi slaccia il reggiseno, mi sciolgo al contatto del mio petto con la sua pelle. Un bacio tra il collo e la spalla e mi solleva da terra per portarmi al divano. Una volta nudi, diventiamo un corpo solo entrando in noi stessi ad ogni colpo di reni.
Haven't had a dream in a long time
see, the life I've had
can make a good man bad

Continua…

 

 

 

 

Salve a tutti! Ecco l’ultimo aggiornamento, come sempre, a costo di ripetermi, spero sia stato di vostro gradimento e grazie per aver seguito sin qui!
Ho letto e riletto ciò che ho scritto, e mi pare (per una volta!) di non aver lasciato errori di battitura o sviste grammaticali o ripetizioni. Nel caso, ben vengano eventuali segnalazioni, non mi offenderò di certo; purtroppo non ho più una beta e quindi mi sfugge sempre qualcosa.
Mi farebbe piacere un vostro commento, bello o brutto che sia, quindi non siate timidi! ;)
Il prossimo aggiornamento ci sarà (sempre che non cambi idea, il che è possibile) dopo il 12 giugno, perché mi sto preparando per un concorso e insomma mi tocca studiare! :D
Ciao ciao!

PS: le canzoni usate in questo capitolo sono, in ordine: "Ask" degli Smiths; "Money" dei Pink Floyd; "Please, please, please" degli Smiths.

   
 
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