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Autore: Selenite    21/05/2015    9 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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*dedicato a due persone stupende:
Summer38, perché la tua chilometrica recensione è motivo di tante mie risate e tante lacrime di commozione. E' stato un bellissimo regalo, e te ne sarò grata per sempre...e questo capitolo è stato pensato apposta per te, lo devo ammettere. Leggendolo spero che capirai il perché.
Elisa, che ha una splendida pagina artista su facebook, perché è una delle persone più carine e gentili che io conosca. Ho desiderato diventare sua amica sin dalle prime volte che ci ho parlato...e spero davvero che lei possa ricambiare questo desiderio.
Grazie di aver reso le mie giornate un pò meno grigie e tristi*


CAPITOLO 36

Nato per proteggerla


Di nuovo, la notte.
Stavolta però non era una bella notte. Non per lei.
Il Lago, lo doveva ammettere, era bellissimo. Alla luce delle tre lune si illuminava di riflessi particolari, che si perdevano nei riflussi languidi delle acque.
Il suo gruppetto lontano, insieme alle tre Ninfe, che parlottavano di cose che a lei non interessavano. Aveva i brividi.
Dal poco che aveva capito, Vahael sarebbe stata la sua insegnante di tiro con l'arco. Ed era sicura che fosse, fra le tre, la Ninfa che la odiava di più.
Sospirò tenendosi la testa con le mani, ricordando a malincuore la sua reazione ai baci delle Ninfe, al dolore che aveva provato e al disgusto successivo, che l'aveva portata ad umiliarsi pubblicamente.
Non era stato così tragico, eppure aveva reagito esageratamente.
Perchè?
Mentre si passava la lingua sulle labbra, ancora secche dopo l'episodio di qualche ora prima, sentì una mano sulla sua spalla e si voltò di scatto, presa dallo spavento -Oh, Alvexia...sei tu-
-Tranquilla, non permetteremo più a quelle tre...cose, di avvicinarsi a te- le rispose la Lilith calma, ma con lo sguardo acido, mettendosi a sedere accanto a lei -Prendi questo-
Mahel afferrò un bicchiere con dentro uno strano liquido viscoso e puzzolente -Che roba è?-
Alvexia sputò una risata cattiva, trattenendo dentro si sé improperi che non era il caso di espletare -Un antidoto. Il tuo malore non era dato dai baci, quanto dagli effluvi velenosi delle Ninfe- le spiegò lei, esortandola con un cenno del capo a bere -I loro tre corpi ravvicinati esalano un veleno inodore e insapore, che si trasmette solo per via aerea. Ti hanno avvelenato senza volerlo quando hai detto il tuo nome-
-Oh- concluse Mahel, avvicinandosi il bicchiere alla bocca -Non...non l'hanno fatto loro questo, vero?-
Alvexia sorrise, a malincuore, per quella domanda legittima -Tranquilla, l'ho lavorato io. Lagharta lo ha bevuto per dimostrarmi che non è tossico-
Mahel, al sentire il nome di Lagharta, si rabbuiò -Non voglio essere allenata da quelle Ninfe. Mi uccideranno e lo faranno passare per un incidente-
Alvexia toccò il bicchiere perché toccasse le sue labbra. Di nuovo la esortò a bere -Non glielo permetteremo-
E Mahel bevve, sentendo il sapore orribile di quell'antidoto risalire subito in gola aspro e pungente.

-Come mai il signore del Tempio di Roccia si è unito a questo gruppo?- chiese Nahael a Pixel, guardando però Velleda -Perché non si è unita solo la somma Velleda?-
-Io non vado da nessuna parte, senza Pixel- esordì Velleda, guardando verso il suo sposo con riverenza ed amore -E in realtà sono io che mi sono unita a loro, non il contrario-
-Una scelta...inusuale- disse Nahael guardando verso Lagharta, che non incrociava però il suo sguardo -Non ti abbiamo allevato bene, se hai preferito un insulso uomo ad una Semidea-
Pixel fece finta di non sentire la frecciata razzista che la Ninfa gli aveva appena lanciato, coperta dalle risate delle sue sorelle. Per lui quelle offese non avevano valore.
-Maestra Nahael, siete molto scortese con i miei amici. Dovreste sapere che potete fidarvi delle mie scelte, dopo tutti questi anni-
-No, invece, e lo hai dimostrato portando con te quell'umana inutile- disse Vahael alzandosi in piedi e tirando i capelli di Lagharta perché lui incrociasse il suo sguardo -Avresti dovuto ucciderla. Non fartela amica-
-Mahel non...- si affrettò a dire Lagharta, ma le dita della Ninfa lo bloccarono dal dire alcunchè -Fammi il piacere, Lag. Lei è già innamorata di te e tu...-
-No- la fermò lui, afferrandole il polso con forza -Io non amo nessuno-
Vahael guardò i suoi occhi e arrossì.

Vi era fierezza in quello sguardo. Determinazione e forza.
E una strana, lasciva scintilla...paura...che lei adorava, nello sguardo del guerriero.
Paura di lei.

-La allenerò solo se, per tutta la durata dell'allenamento, dormirai con me. Come in passato, avvinghiato al mio corpo, nudo. Tutto mio-
Pixel e Velleda si scambiarono uno sguardo stranito, per poi guardare verso Lagharta con diffidenza -Tu...- ebbe poi la forza di chiedere Pixel, cauto -...ti sei unito a...loro?-
Le Ninfe guardarono verso Pixel ed emisero uno strano fischio dalla bocca. Lagharta alzò la mano, come ad ammonirlo, e scosse la testa -Se la tua domanda riguarda la mia purezza, non è stata intaccata. Le mie maestre non possono corrompermi, o non potrei più usare Saluss. Il loro veleno, entrando in circolo nel mio corpo, corroderebbe la mia spada-
Pixel sospirò, sollevato, e così fece Velleda. Poi si rivolse gentile verso Nahael, con un sorriso -Immagino che per almeno stanotte, dovrete riposare nelle profondità del Lago. Così da poter accumulare abbastanza potere magico per potere rimanere fuori dalle acque più a lungo...mi sbaglio?-
Nahel sorrise, amareggiata -La somma Velleda conosce bene noi Ninfe delle acque. Dopotutto, siete una creature a noi affine...potremmo quasi accettarla, se fosse lei...-
Velleda sorrise sarcastica, di rimando -Non ho interesse nei bambini, mi dispiace...-
La risposta sembrò piacere alle tre Ninfe, che baciarono Lagharta e poi si congedarono, scomparendo nelle profondità delle acque del cielo.

-Come diavolo fai a sopportarle...?- chiese Pixel qualche minuto dopo, sicuro che le Ninfe si fossero profondamente assopite -Sono crudeli e insensate, delle pazze-
-Sono Ninfe delle acque- sembrò volerle giustificare Lagharta, sospirando -Sono egoiste e capricciose, forti e bellissime. Hanno migliaia di anni e sono assolutamente stanche di questa vita immortale che devono vivere quasi del tutto immerse in questo Lago. Come è normale che sia, sono impazzite...-
-Pensi che giustifichi ciò che fanno, o ciò che dicono?- puntualizzò Pixel, cercando di mantenere un tono calmo e abbastanza basso da non svegliarle -Hanno quasi ucciso Mahel, giustificando il tutto come un errore, non le hanno permesso di rimanere con noi durante la cena o il nostro colloquio, e quando Alvexia ha provato a chiedere un antidoto quasi hanno ucciso anche lei. E tu sei stato in silenzio!-
Lagharta voltò lo sguardo, guardando la spada da cui ancora Saluss non aveva voluto uscire fuori -Anche lei è arrabbiata con me-
-Non me ne stupisco- disse poi Velleda calma, porgendo la mano a Lagharta -Tu non puoi compiacerle a vita. Un giorno, se anche non sarà Mahel, troverai la tua sposa. Permetterai che le facciano del male? Non combatterai...?-
-Basterà non tornare qua...- disse lui, per poi interrompersi nel ricordarsi un dettaglio importante -Dannazione...-
-Che c'è?- chiese Pixel stupito, mentre Velleda sorrideva -Velleda...?-
-Ti hanno maledetto....vero?- chiese la Semidea con aria neutrale, vedendo il guerriero alzare lo sguardo...e annuire.
-Una specie. Un...maleficio, lo chiami? No, non proprio.. È solo l'ultimo allenamento, il più lungo e difficile. Il loro veleno più potente...un estratto del veleno della loro lingua-
Pixel sobbalzò, così come Velleda -Ma avevano detto che è letale, anche per uno come te-
-Lo è, infatti...penso- rispose Lagharta, stringendo le mani in pugni e voltando lo sguardo -Ma questo è solo un estratto, molto meno concentrato e...pericoloso. Ogni volta che torno continuano a iniettarmelo...tramite le labbra. Per questo mi baciano, così che io possa passare più tempo possibile lontano da questo luogo. È una maledizione, forse, è vero...se non tornassi qui in tempo non so cosa accadrebbe. Ma io ho bisogno di tornare qui: il loro estratto mi permette di diluire tutti gli altri veleni...-
-Una Panacea Notturna- sibilò Pixel, disgustato -Sai cos'è?-
Lagharta guardò verso Pixel, confuso, e scosse la testa -No, cosa?-
Velleda fu la prima a parlare, scuotendo la testa verso Pixel -Non è una maledizione, è vero, e neanche un maleficio. Ma è una sentenza di morte...di questo ne sei conscio?-
Lagharta sorrise, scuotendo la testa -Mi baciarono quando ero ancora un bambino, non riuscii ad evitarlo...mi spiegarono poi che io non sarei stato più libero-
-La Panacea Notturna- gli spiegò Pixel, furioso -È una panacea, di base, dagli effetti miracolosi. Nel tuo caso funziona solo con i veleni, e non esiste veleno che non possa curare. Di rimando, può essere creata solo da creature notturne, o legate a luoghi privi di luce, che la secernono direttamente dai loro corpi. Proprio come le tue maestre-
Lagharta annuì -Si, beh...è quello che sanno fare-
-Ma- lo interruppe Pixel, chiudendo gli occhi -Ogni volta che questa panacea viene bevuta, ad ogni effetto miracoloso se ne aggiunge uno oscuro. Nel tuo caso, Lagharta...se quello che dici è vero, se non tornassi qui in tempo, moriresti. E visto che adesso vi è Mahel- guardò verso Velleda, gli occhi scintillanti di rabbia -Probabilmente questa volta escogiteranno qualcosa per trattenerti qua. Non ti lasceranno mai più andare via...-
Lagharta rise di gusto, lasciando di stucco gli altri due, guardandoli con uno sguardo cattivo che ancora non avevano mai visto -Non permetterò a nessuno di legarmi. Neanche alle mie maestre. Io ucciderò Laherte. Solo dopo, se vorranno, rimarrò con loro. Per sempre-

-Quindi in origine loro erano essere umani- chiese Mahel ad Alvexia, ancora sconvolta per via di quell'antidoto disgustoso -Come sono diventate Ninfe?-
-Non ho ben capito, ma dovrebbero essere state maledette dall'antenata di Velleda, in un certo senso. Lo sai che le Semidee Elementali sono immortali ma non “eterne”?-
-Non eterne? Che vuol dire? Se non possono morire...-
-Cioè, non muoiono, ma si riproducono...in modo particolare. Velleda, ha spiegato prima, non è una “donna” ma ha le fattezze femminee per via della femminilità attribuita a Vie. Lei non ha...ecco...gli attributi femminili- spiegò imbarazzata Velleda, facendo uno strano cenno con le mani -...capito?-
-Ma...ma ha il seno, Alvexia! Lo vedi anche tu!-
-Non intendevo quello!- rise Alvexia, nascondendo il rossore ingenuo delle sue guance -Non può avere figli...come un essere umano-
-Oh- comprese subito Mahel, indicandosi il ventre.
Alvexia annuì e sospirò -Pixel è comunque il suo sposo. Eppure per Velleda, che lui sia un uomo o una donna non fa differenza. Dice che ama Pixel incondizionatamente al suo aspetto...-
-Che...che dolce...- sorrise Mahel felice, stringendosi le mani con forza -Si accettano nonostante la loro forma corporea. È strano ma...romantico, non pensi?-
-Oh...Mahel- sussurrò Alvexia, prima che Mahel si alzasse di scatto, mentre con una mano la esortava a non dire più nulla -No, ti prego, non dirlo. Non c'è niente di cui essere tristi. Tra loro c'è amore, un amore corrisposto e rispettoso. Non è come quello che io provo per Lagharta...è diverso-
-Quindi alla fine...concepisci che è sempre stato amore?- chiese la Lilith guardandola, tenendo però da lei una rispettosa distanza.
-Penso che...si, io lo abbia sempre amato- buttò fuori Mahel in un soffio, quasi felice di poterlo dire ad alta voce -Non so quando è iniziato, né come. Però ad un certo punto c'era, e non ho più potuto farne a meno. È cresciuto...lentamente e con forza...finché non l'ho accettato. Capisco l'egoismo delle Ninfe verso Lagharta. Dopotutto l'amore...-
-Quello non è amore, Mahel- disse Alvexia scuotendo con vigore la testa -Loro lo vogliono per sfizio. Anche Lagharta lo ha detto: lui è concepito come un oggetto, di loro proprietà, null'altro. Non c'è amore in quelle tre...cose-
-Alvexia, non dire così. Sono stati esseri umani, sono diventate quel che sono probabilmente per il dolore di essere rinchiuse qui. Mi fanno...pena- sussurrò lei, pensando a ciò che l'aspettava finito quel lungo viaggio -Anche a me succederà così?-
Alvexia chiuse gli occhi e cercò in tutti i modi di fare in modo che il magone allo stomaco passasse. Mahel un giorno sarebbe...
-Andrà tutto bene. A te non succederà. Perché tu...tu hai sempre quel cuore dolce e caldo con te, ricordi?-
Mahel le sorrise tristemente.
Il suo cuore dolce e caldo, forse, non sarebbe bastato.

I fuochi si spensero. Mahel esortò Alvexia al riposo, lontano da lei, cosicché le Ninfe non potessero avere più niente, per il momento, per cui arrabbiarsi.
Rimase sola, sospirando alle Lune, e alle stelle, sorridendo come se non ci fosse più speranza...come se non avesse più scelta.
-Papà...tu cosa faresti in questo momento...?- chiese poi nel silenzio, quando fu sicura che nessuno potesse sentirla -Andresti avanti? Ti arrenderesti? Oppure, solo per ciò che questo posto rappresenta, questo mondo, accetteresti tutto?-
Una morsa dolorosa, quasi elettrica, che la fece rabbrividire -Io...non so nulla, dell'amore. Non conosco niente che non sia quel quieto sentimento della vita che scorre, normalmente. Come è stato per te e la mamma...? Voi vi siete amati sin dal principio, dal primo sguardo...ed è stato forte, incatenante e sincero. Prezioso. Per questo mi avete dato il nome Mahel, che in questo mondo significa “speranza”...?-
Ormai lei sapeva. Da quando le Ninfe lo avevano pronunciato, fosse perché esseri antichi, ormai sapeva perché il suo nome fosse così disturbante, alle loro orecchie.
Speranza.
Cosa c'era di male nella speranza? Non era qualcosa di positivo, di luminoso? Lo odiavano forse perché erano esseri oscuri? Non lo capiva.
Ma forse ciò che lei rappresentava, era il cambiamento. E quello era pericoloso.
Cambiare il mondo e le sue regole, il destino di qualsiasi individuo...avere tali capacità è come avere nelle mani il potere assoluto. E il potere assoluto, da cui non ti puoi proteggere, spaventa.
Avrebbe portato via Lagharta? Ne sarebbe diventata la sposa? Le Ninfe forse volevano averlo per sé perché quello che provavano era, in un certo senso, amore.
Un amore distorto e malato, eppure amore. Vahael era quella più presa di tutte, ben lo capiva, forse il suo era davvero quello più simile ad un amore “normale”.
Scosse la testa e se ne andò vicino al Lago, accarezzandole le acque tiepide e calme.
E, senza neanche accorgersene, iniziò a cantare.

Qualcuno osservava, nel buio.
Qualcuno i cui occhi gentili erano accecati dalle lacrime, perché quella situazione era quanto di più scomodo potesse presentarsi.
La vedeva, ferita e rassegnata, cantare alle stelle tra le quali, poco tempo prima le aveva detto, vi era anche suo padre.
Sapeva che dentro al suo cuore ella chiedeva spiegazioni, un aiuto, un segno, che quello che stava facendo fosse giusto, che la strada che aveva scelto non era la peggiore.
Pregò con tutta sé stessa che Vie sapesse quel che stava facendo e che tutto quanto si sarebbe risolto per il meglio...

-Non è ora di dormire?- la interruppe una voce tagliente e spiacevole.
Mahel rabbrividì prima di voltarsi, trovandosi Vahael a braccia conserte che la guardava sarcastica -Il tenerti lontano dalla persona che ami ti dà problemi?-
-Di che parli?- le chiese Mahel spaventata, tappandosi bocca e naso con la mano -Non...non vuoi uccidermi con i tuoi effluvi velenosi, vero?-
Vahael sorrise, alzando le mani con uno strano sorriso -Lagharta ci ha fatto promettere di non farlo più. E per quanto mi dispiaccia farlo, mantengo le promesse-
Mahel continuò a guardarla, cercando nei suoi occhi la conferma che quella appena detta fosse la verità -Va bene-
Vahael cercò di avvicinarsi, ma Mahel indietreggiò senza staccarle gli occhi di dosso -Cosa...cosa posso fare per te?-
Sorrise -Perché scappi, bambina?- chiese ridacchiando -Hai paura?-
-Si- rispose secca Mahel, cercando di non cadere sui suoi stessi piedi -Non sono molto a mio agio insieme a voi Ninfe, devo essere sincera. Non dopo lo scherzetto di prima-
-Oh...povera, povera piccola...- la schernì la Ninfa, avvicinandolesi più velocemente, non lasciandole modo di allontanarsi a sua volta -Non era uno scherzo. È stato involontario...ma divertente- continuò lei, arrivandole vicino al volto e quasi soffiandole vicino le guance il suo fiato fresco e dolciastro -Tranquilla, posso trattenere i miei effluvi se voglio. Non ti avvelenerò, se è questo che ti spaventa-
Mahel deglutì rumorosamente, guardando la bocca della ninfa aprirsi in un sorriso maligno, i canini lunghi come quelli di un vampiro.

Quegli occhi neri la spaventavano a morte.
Mahel sapeva che erano pieni di odio e di malignità, dopotutto erano creature dell'oscurità, maledette da una magia antica e pericolosa, come i loro stessi corpi lasciavano intendere.
Erano scuri, impenetrabili, e cattivi.
Come se cercassero di risucchiare la sua anima e torturarla, fino ad annientarla completamente -Cosa...cosa vuoi da me?-
Vahael le afferrò le ciocche laterali di capelli e le tirò forte a sé, facendola piegare dal dolore -Voglio che sparisci. Che torni al tuo mondo...che lasci i tuoi compagni ed il mio Lagharta qua. In pace. Liberi- sussurrò lei in un soffio, digrignando i denti per la rabbia -La tua presenza qua è una maledizione. Per tutto quanto il nostro mondo-
-Io...- sussurrò Mahel, un misto di dolore e terrore puro -Io non so come tornare al mio mondo. Non so come sono arrivata...e anche volessi, io sono legata a Gaia per sempre ormai- rispose lei chiudendo gli occhi, ricordando la maledizione che l'aveva legata a quel mondo sconosciuto per l'eternità.
-Legata a Gaia? Non farmi ridere. Puoi andartene come e quando vuoi, tu non appartieni a Gaia. Gaia non ti vuole, non ti desidera e non ti ha chiamata. Perché sei venuta?-
Mahel ansimò forte, cercando di contenere le lacrime di frustrazione -Irihe mi ha maledetto senza volerlo. Ha sacrificato la sua vita per avere un colloquio con Vie, bruciandosi vivo, ed io l'ho seguito. Non posso tornare a casa. Il mio posto è qua-
Vahael aprì la bocca e la richiuse, immediatamente.
Una maledizione? Che porta a colloquio con Vie e che fa bruciare?
Un...desiderio...?
-Una delle tre maledizioni antiche...- sussurrò Vahael, guardando Mahel con disprezzo -E tu...ti sei messa in mezzo? Di tua volontà...?-
Mahel annuì tenendo sempre gli occhi chiusi.
-Come hai osato, mostro?!- urlò Vahael strattonandola malamente e lasciandola cadere a terra, gli occhi ancora chiusi e le braccia attorno alla testa, come temesse di essere picchiata -Tu...hai legato per sempre la tua anima a questo mondo per lui?!-
Mahel aprì gli occhi di colpo, ricercando gli occhi della Ninfa -Io non sapevo. Volevo salvarlo...volevo che si pentisse, non che si uccidesse. L'ho fatto senza pensare...non sapevo che sarei stata maledetta. Non ho preso neanche in considerazione l'idea di morire!-
-E perché lo avresti fatto, allora? Questo mondo non è il tuo!-
-L'ho fatto perché questo è il mondo della mia mamma!-

Silenzio.
La Ninfa la guardava curiosa e indispettita, piena di domande.
Il mondo di sua madre? Mahel non era la figlia di Vie. Proveniva da un altro mondo, di questa ne era certa, bastava guardare il suo aspetto semi-divino per accorgersene.
Che stava dicendo quella bambina umana dalle forme sgraziate...?

-Il mondo...di tua madre?- chiese la Ninfa, inginocchiandosi accanto a Mahel e alzandola di peso tirandole i capelli -Spiega-
-Io...io non sono di questo mondo. Il mio mondo è però...legato, a questo. Questo mondo è conosciuto da dove vengo io...è un mondo fantastico. Dove tutti voi siete personaggi conosciuti...-
-Come?- chiese la Ninfa, avvicinando il volto di Mahel al suo, lo sguardo cattivo -Siamo eroi di una leggenda? Roba del genere...?-
-No...- rispose Mahel, sapendo che ciò che stava per dire l'avrebbe mandata su tutte le furie -Nel mio mondo...tutta Gaia, la guerra antica...Lagharta e tutti quanti sono coinvolti in questo viaggio...- sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi -...sono tutti personaggi di un libro per ragazzi-

La sentì fischiare, una delle sue due mani stringersi attorno al collo, togliendole il respiro.
Lo sapeva, dire la verità con le Ninfe non avrebbe risolto nulla.
Adesso l'avrebbe uccisa e sarebbe passato come un incidente.
-Le mie sorelle ed io...siamo in queste condizioni da centinaia di anni. Oserei dire, millenni. Tutto perché quella misera di Vie ha deciso che rubare dai suoi templi per disperazione fosse un peccato punibile con una maledizione infinita- le sue dita si strinsero ancora di più, i fischi dalla bocca erano lunghi e crudeli -Abbiamo scoperto che allontanarci da queste acque equivale per noi a morire, perché è come un veleno, una droga, di cui non possiamo fare a meno. Non possiamo morire in modo naturale...non possiamo unirci a nessuno né amare nessuno, perché nel nostro cuore c'è solo la disperazione e il buio, infinito. E tu mi vieni a dire che nel tuo mondo...tutti i nostri sacrifici, i nostri trascorsi...sono stati scritti per diletto di tua madre?!-
La Ninfa sibilò le ultime parole, stringendo anche l'altra mano attorno al collo di Mahel e sbattendola a terra, così che non potesse alzarsi.
-La nostra vita è stata rovinata per un gioco? E Lagharta, pur sapendolo, vuole proteggere la tua insulsa vita?! Dovrà rendermene conto domani mattina, dopo che mi sarò occupata di te!!!-

Sentì una strana botta alla testa.
Il respiro le morì in gola, incapace di arrivare ai polmoni e donarle sollievo.
Si sentì la testa pesante, sempre più pesante finché non si oscurò del tutto.
Mahel era sicura che, prima di perdere i sensi, la Ninfa stesse piangendo chiamandola “mostro”.

Aveva chiuso gli occhi. Ancora respirava, ma aveva perso i sensi.
No...non sarebbe morta così. Doveva soffrire.
L'afferrò per i capelli e avvicinò il corpo inerme di Mahel al Lago, guardando la riva con occhi lucidi. Scosse la testa cercando di allontanare dalla sua mente ciò che quella piccola stupida le aveva detto poco prima.
La sua vita non era un gioco.
Aveva mentito.
I suoi piedi nudi toccarono l'acqua, e improvvisamente si sentì meglio.
Più forte. Più viva.
Trascinò con sé il corpo di Mahel, sempre più al largo, sempre più al largo, lasciando che galleggiasse sopra le acque gentili del Lago.
Aspettò di essere in un punto in cui le acque erano molto profonde, sorrise maligna e poi...la spinse sott'acqua.

Aveva aperto gli occhi, sentendo l'acqua bagnarle la testa ed entrarle nel naso.
Non vedeva niente, sentiva solo l'acqua entrarle in bocca e bruciarle la gola, impedendole di respirare.
La voleva uccidere. Sarebbe morta...?
Non voleva morire.
Cercò di dimenarsi più che poteva, ma i suoi movimenti erano impastati in quelle acque lugubri. E più si dimenava, più affogava velocemente, perciò cercò di trattenersi dal fare qualsiasi movimento.
Sapeva che in quel modo avrebbe solo allungato l'agonia, ma non voleva morire.
Aveva paura.
Quando sentì le mani della Ninfa lasciarle i capelli, automaticamente aprì gli occhi e la vide. Luminosa e bellissima, non lo avrebbe mai creduto.
Le Ninfe dentro le acque risplendevano di una strana, e bellissima luce giallognola.
Sentì le lacrime arrivarle agli occhi, ma sapeva che ormai era troppo tardi.
Rimase a guardare la Ninfa finché non aprì di nuovo la bocca istintivamente per respirare e non sentì le forze abbandonarla e l'acqua bruciarle i polmoni.
L'ultima cosa che vide...fu il volto della Ninfa contorto dalla paura.

-Mahel...-
Una voce maschile. Dolce e calma, che ben conosceva.
Una voce che amava.
-Mahel...Mahel sono qua-
Quanto era bella...quanto le piaceva quella voce.
L'avvolgeva e coccolava come una cara presenza, come un ricordo.
Aprì gli occhi pian piano, guardò la persona che la chiamava e sorrise, piangendo.
-Ciao papà...-

-Mahel, svegliati Mahel...- la chiamò a gran voce Lagharta, avvicinando di nuovo le sue labbra a quelle di Mahel e soffiandovi dentro dell'aria perché lei cominciasse di nuovo a respirare -Ti prego, Mahel, ti prego...-
I suoi occhi blu incrociarono quelli della sua maestra e si strinsero a fessura, furiosi -Come avete potuto, maestra Vahael...? Me lo avevate promesso!-
-Tu ci hai disobbedito! Come hai potuto proteggere qualcuno che ha dato inizio a tutto questo?- rispose la Ninfa furiosa, cercando di avvicinarsi a Lagharta per strappargli dalle braccia il corpo esanime della ragazza -Lei deve morire!-
-Non è una scelta che spetta a voi!- rispose Lagharta, puntandole la spada al collo, Saluss che vibrava attorno a lui colta da una feroce e primitiva follia -Basta che me lo dici e la uccido, Lagharta. Basta solo una parola...-
-Nessuno ucciderà nessuno, stasera. Nessuno deve morire. Perché non è giusto!- urlò lui, lasciando cadere la spada a terra e continuando a fare la respirazione a Mahel nel tentativo di salvarla -Ti prego, Mahel, non morire...non adesso!-
-Perché ti prodighi per lei in questo modo? Non ti ha detto che nel suo mondo...-
-Lo so, maestra Vahael, lo so! Ma non è come credete. E ribadisco che non era vostro diritto fare questo!-
-Ma lei ti ama! Farà avverare la Leggenda e la Profezia...se diventasse la tua sposa...-
-Non è affar vostro!- urlò Lagharta disperato, guardando Vahael con gli occhi pieni di sconforto -Lei è mia amica. So dei suoi sentimenti, me li ha detti lei stessa, e ha accettato anche che io non potrò mai amarla. È incapace di fare del male e nel suo cuore c'è solo amore...e proprio per questo motivo ho accettato che lei fosse la Mahel della Leggenda. E così ha fatto Vie. Lei ha la sua essenza...lei salverà il mondo...-
-Che stupidaggini vai dicendo? Mahel della Leggenda? Quella ragazzina...?!-
-Si- rispose secco lui, stringendo il corpo dellla ragazza -Lei è la Mahel della Leggenda. Che voi ci crediate o no, lei ha riunito i nostri compagni. Una Lilith, una Semidea e il padrone del Tempio di Roccia. Lo avreste mai detto che questo era il gruppo che avrebbe salvato il mondo? Io no- guardo Mahel e sorrise amareggiato, stringendo le mani attorno alle sue spalle -Lei è capace di fare cose che io non avrei creduto. Anche accettare me...come essere umano. Nonostante l'altra mia forma...-
Vahael boccheggiò. Lei aveva visto Lagharta...e ancora stava al suo fianco...?
-Lei...ti ama al punto da continuare a provare le stesse cose anche vedendo...l'altro te stesso...?-
Lagharta guardò la sua maestra e sorrise.
Non l'aveva mai vista con quell'espressione stupita e stranita...Mahel era capace di cose che lui pensava impossibili.
-Maestra Vahael...- la chiamò lui, attirando la sua attenzione -Mahel è Mahel. Probabilmente non è il salvatore che questo mondo aspettava, ma è ciò che abbiamo avuto. E forse è il meglio che potevamo avere. Lei accetta ed ama, non respinge. Lei potrebbe essere la chiave che serve a questo mondo per cambiare...potrebbe anche liberarvi dalla maledizione, se solo voi lo chiedeste-
Un sussulto, a quelle parole che mai avrebbe aspettato.
-Datele una possibilità...-
-Perché...- sibilò lei, la sconfitta negli occhi guardando il suo pupillo -Perché non riesci a guardare me con gli stessi occhi con cui guardi lei? Con dolcezza e accettazione...? Perché vuoi salvarle la vita...?-
Lagharta si stupì di quello che gli balenò per un attimo in testa, ma sorrise ugualmente, colto alla sprovvista -Voi...siete la mia maestra. Mi avete cresciuto e istruito, ve ne sarò grato per sempre. Ma anche avessi voluto, non avrei potuto amarvi...dopotutto il mio cuore non è mai riuscito a legarsi a voi...-
-Eppure io...io ti amo- disse Vahael portandosi la mano davanti alla bocca, stupita lei stessa da quelle parole.
-Maestra...- sorrise Lagharta -Sapete che non è vero...-
Vahael cercò di replicare, ma si accorse di non avere le capacità per farlo.

Nel suo cuore ben sapeva che quella era una bugia.
Amare? Lei...? Non era capace d'amare, perché nel suo cuore ormai non vi era più amore.
Se l'era portato via una maledizione e millenni di rancore, e oscurità.
Lei era gelosa che qualcuna potesse portarle via qualcosa di sua proprietà. Il suo pupillo...il suo giocattolo.
Forse Vahael era la Ninfa più vicina ad essere veramente innamorata di Lagharta...ma era falso, e lo sapeva bene.
-Tu sei mio-
-Non più. Io sono suo, maestra...- rise Lagharta, guardando Mahel finalmente sputare l'acqua e guardarlo negli occhi, sorridendo.

-Lagharta...io...sono viva...?- chiese Mahel confusa, vedendo ancora di sfuggita nei lineamenti di Lagharta quelli di suo papà -Ero in un posto...così luminoso...-
-Hai rischiato di morire. La maestra Vahael si indispone facilmente...- disse Lagharta, le mani tremanti per la rabbia, ma gli occhi gentili -Voleva scus...-
-Non ci penso nemmeno- esordì lei, guardando Mahel che le rendeva uno sguardo confuso, stanco -Ho...ho fatto arrabbiare Vahael...le ho detto della mamma, e di Gaia, e...-
-Shhh...- la interruppe Lagharta, scostandole i capelli bagnati dal viso e allontanandola perché potesse respirare meglio. Saluss le fu subito vicino a riscaldarla con la sua aura rosata perché potesse rilassarsi e perché il dolore potesse calmarsi -Ora va tutto bene, Mahel. Puoi dormire. Rimango con te...nessuno ti farà del male...-
Mahel guardò verso Vahael e arricciò le labbra, trattenendo le lacrime -Devo...devo ringraziarti...per quanto abbia avuto paura di morire, mi hai fatto vedere una cosa bella. Quindi...grazie...- sussurrò in un soffio, vedendo la Ninfa voltarsi indispettita e tornare nelle acque del Lago, senza dire più neanche una parola.
-È proprio arrabbiata eh...- disse Mahel dispiaciuta, lasciandosi cullare da Lagharta -Scusami...ti ho fatto preoccupare...-
-Tranquilla, va tutto bene- rispose lui, carezzandole la testa -Puoi dormire se vuoi. Davvero, rimango qua. Non sono arrabbiato-
-Si...grazie Saluss...immagino che sia stata tu ad avvertire Lagharta...-
Saluss le si avvicinò ai capelli ed annuì, rilassandosi a sua volta per via dell'assenza della Ninfa che tanto odiava -Eravamo entrambi in attesa che accadesse qualcosa. Ormai conosciamo bene le Ninfe...-
-Grazie comunque...- rispose lei, avvicinando le labbra alla fatina, sfiorandola con un bacio.
-Prima che tu dorma...- le chiese Lagharta curioso, vedendole sulle labbra uno strano sorriso -Qual'è la cosa bella che ti ha fatto vedere Vahael...?-
Mahel ci pensò un attimo, fece un profondo respiro e chiuse gli occhi, rispondendo mentre il sonno la portava di nuovo via in un dolce oblio -...ho sognato il mio papà...-
Lagharta rimase al suo fianco per minuti interminabili, prima di collegare ciò che aveva detto Mahel. Guardò Saluss rendergli uno sguardo triste, perché entrambi sapevano che Mahel non aveva più un padre...
Quando fu sicuro che lei fosse addormentata, mandò Saluss nell'essenza con la promessa di svegliarla se fosse successo qualcosa, e rimase immobile, Mahel stretta alle sue braccia, gli occhi verso il cielo.

Mentre nessuno guardava, nel silenzio della notte, avvicinò Mahel a sé e la strinse forte, come mai l'aveva stretta, chiedendole scusa per averle fatto vedere la morte.
E si scusò a modo suo piangendo per lei, seppur solo poche lacrime, per aver quasi lasciato che morisse, negandole la possibilità di incontrarsi con suo padre davvero, nell'aldilà del suo mondo.
Promise a sé stesso e a suo padre, guardando verso le stelle, che mai più avrebbe permesso che qualcuno facesse del male a Mahel, anche a costo della sua vita.
L'avrebbe protetta fino all'ultimo.
Si rese conto, nell'immensità dei piani di Vie, che la sua vita le apparteneva. E lui l'avrebbe, senza ombra di dubbio, data volentieri per lei.



***



Eccomi qua. In ritardissimo, perché ho avuto la bella idea di fare le ferie, poi ammalarmi, scrivere metà capitolo, andare in "depressione" per una tendinite cattiva e poi tornare fregandomene perché tanto ho dieci dita e una meno non mi cambia la vita.
Il prossimo lo scriverò al più presto, perché ho proprio la voglia di scrivere il resto...sono troppo emozionata!!! E spaventata. E felice. E triste.
Insomma, come una mamma...però ormai siamo in ballo e vogliamo ballare. Però vi dò un piccolo SPOILER: molto probabilmente "Lagharta" uscirà come e-book. Sto ancora studiando i dettagli, ma almeno in quel formato lo pubblicherò...un piccolo sogno che si avvera ^.^
Ne approfitto anche e sempre per ringraziare tutti i lettori, recensori, guardatori che hanno apprezzato e amato Lagharta fino ad ora...e che prospettano di farlo in futuro. Siete meravigliosi, ed io vi adoro dal primo all'ultimo.
Come sempre, vi abbraccio tutti, dal primo all'ultimo!!!
Con amore e devozione
Selenite
  
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