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Autore: KiarettaScrittrice92    21/05/2015    3 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Purtroppo, per il dispiacere di qualche mio lettore, il viaggio a Torino sta per finire. In questo capitolo ci sarà il ritorno in Giappone, oltre a un'altra piccola rivelazione, della vipera incontrata dai nostri eroi al ristorante. Vi ricordo che è sempre tutto collegato, anche alla prima saga (pure se è passata un'eternità da quando abbiamo cominciato), quindi non vi dimenticate quei dettagli in cui vi dicevo di stare attenti, sia per la trama principale, sia per quella romantica.
Come al solito apprezzo le vostre recensioni e i vostri commenti, grazie mille.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Bionda in vista

«Beh signorina mi ha fatto piacere averla conosciuta.» disse il professore, non appena uscirono dalla Mole, stringendo la mano alla ragazza.
«Anche a me professore. A proposito, quale sarà la vostra prossima tappa?»
«Per oggi non abbiamo altro in programma, lasceremo il pomeriggio libero ai ragazzi. Domani andremo al museo egizio e al museo di scienze naturali.» rispose nuovamente il professore.
«Capito, arrivederci. – disse, poi si avvicinò a Shinichi e Ran che erano più avanti – Quando siete liberi raggiungetemi dove ci siamo incontrati la prima volta, devo parlarvi.» dopodiché si allontanò.

 

Pochi minuti dopo, Ran e Shinichi raggiunsero Chiara, che però era al telefono.
«Che cosa? Ma non è possibile... l’hai avvertito? L’importante è quello, fallo tornare in Giappone... Ok ciao.» e chiuse la chiamata.
«Tutto apposto?» chiese Shinichi che aveva sentito la conversazione.
«Per niente. Hakuba è stato aggiunto alla lista di fiori, non riusciamo proprio a capire cosa abbiano in mente.»
«Ma scusa Hakuba non è in Inghilterra?» chiese Ran dubbiosa.
«Già... ormai quelli lì sono dappertutto, anche qui a Torino ce ne sono due o tre, per questo Kaito mi ha detto di tenervi d’occhio.»
«Non ci credo, Shinichi!» disse una voce alle loro spalle, nel sentire quella voce, Shinichi si girò di scattò, mentre Ran e Chiara s’irrigidirono e si voltarono lentamente.
La ragazza sorrise in modo molto seducente come aveva fatto la prima volta. Indossava un cappotto nero che faceva risaltare i suoi capelli biondi.
«G-Giada... che ci fai qui?»
«Sono appena uscita da lezione. Te?»
«Beh ecco io...»
«Lui ti stava per salutare!» disse Ran mettendosi tra i due, mentre Chiara era ancora ferma immobile con gli occhi sgranati.
«E tu saresti?» domandò lei, come se l’avesse vista per la prima volta.
«Non fare la finta tonta mia cara, – disse Ran sempre più furente – c’ero anche io a tavola l’altro ieri quando facevi la gatta morta col mio ragazzo!»
«Il tuo ragazzo? – disse scoppiando a ridere – Vuoi dirmi che Shinichi si sarebbe messo con una come te?»
Shinichi stava per rispondere, ma Chiara parlò prima di lui.
«Sparisci Giada, non sei la benvenuta qui!»
La bionda, più alta di lei la guardò con aria di superiorità.
«Mi spiace contraddirti Kiaretta, ma via Po è di tutti.»
«Hai capito benissimo cosa intendo, le persone come te non le vogliamo!» rispose lei furiosa.
«Senti, senti... eppure una volta mi venivi dietro come un cagnolino.» la punzecchiò lei, compiaciuta, incrociando le braccia.
«Già, quando pensavo fossi un’amica!»
«Guarda che lo sono sempre stata. Sei tu che ti sei allontanata da me.»
«E ti sembra un comportamento d’amica quello che hai avuto? Io ti...»
Shinichi ebbe la prontezza di bloccarla, perché Chiara era scattata in avanti, come se avesse voluto prendere a pugni la bionda.
«Scusa Giada, ma come vedi ho la ragazza e Kiaretta è una mia amica. Quindi se non ti dispiace vorrei che te ne andassi.» disse calmo il ragazzo.
Lei alzo le spalle e si allontanò. Solo a quel punto Shinichi lasciò andare Chiara, che appena libera si girò verso la figura della bionda che si allontanava.
«Puttana!» urlò e tutti i passanti di via Po si girarono.
Shinichi e Ran, pur non avendo capito cos’avesse detto, capirono che era un insulto e la portarono via di lì.
«Si può sapere che ti è preso?» domandò Shinichi, quando furono abbastanza lontani.
«Non vi dovete fidare di quella ragazza. Eravamo amiche per la pelle fino a due anni e mezzo fa. Avevamo deciso di partire assieme per il Giappone il quarto anno delle superiori, era dalle medie che lo programmavamo. Il giorno prima della partenza però l’altra persona che doveva partire con noi dovette rinunciare per un imprevisto. Io le chiesi di aspettare l’anno successivo, ma lei decise di partire comunque, senza sentir ragioni. Alla fine dell’anno quando tornò era diversa. L’anno dopo partii io e quando tornai, scoprii che lei stava col ragazzo che mi piaceva. Lo sapeva benissimo che gli facevo il filo da anni, eppure lei si era messa con lui. Le chiesi una spiegazione e lei ebbe il fegato di rispondermi: “Beh sei andata in Giappone, potevi trovarti un ragazzo e rimanere là”. A quel punto non ci vidi più dalla rabbia e chiusi i rapporti con lei definitivamente.
Inoltre qualche mese fa, mi ha chiamato Kaito dicendomi che l’organizzazione aveva aggiunto un’altro fiore alla sua collezione e che la prescelta aveva accettato subito. Non so perché ma ho il forte presentimento che sia lei.»

 

L’autista stava caricando i bagagli dei ragazzi sul pulman.
«Non ci posso credere che sono già passati cinque giorni.» disse Sonoko scocciata.
«Già è stato bellissimo.» confermò Ran dando la sua valigia all’autista per poi allontanarsi e Sonoko dopo di lei, dopodiché si avvicinarono ai due ragazzi che erano stati tra i primi a consegnare i loro bagagli.
Proprio in quel momento Kiaretta arrivò trafelata e si fermò col fiatone, davanti a loro.
«Questo... non... mi... fa... bene...» disse ansimando.
«Perché?» chiese Kikuito.
Lei alzò il dito come per chiedere ancora un attimo, poi prese fiato e parlò normalmente.
«Niente, problemi di salute... non dovrei fare sforzi. Comunque volevo salutarvi prima che ve ne andaste.»
«Mi ha fatto piacere conoscerti Chiara, sei una ragazza fantastica!» disse Sonoko stringendole la mano.
Negli ultimi due giorni la ragazza aveva passato molto tempo col gruppo di quattro compagni e aveva stretto amicizia anche con Sonoko e Kikuito.
«Anche a me mi ha fatto piacere conoscerti e mi raccomando tieni d’occhio i due piccioncini.» disse facendole l'occhiolino.
«Ci puoi contare!» disse lei con un sorriso sornione, mentre Ran e Shinichi arrossivano leggermente.
«Ciao Kikuito.» disse poi la ragazza stringendogli la mano.
«Ciao.»
«Vi dispiace se...»
«No no, fa pure – disse Sonoko, poi si rivolse all’amica – Noi andiamo a prendere i posti in fondo prima che ce li rubano.» dopodiché si allontanò con Kikuito, mentre Ran abbracciò Chiara.
«Grazie mille Kiaretta!»
«E di cosa?» rispose lei staccandosi con un sorriso.
«Per esserci stata vicino.»
«Era il mio dovere... a proposito Kaito mi ha detto di dirvi, che domenica alle quattro vi dovete ritrovare dove vi siete visti l’ultima volta per fare il punto della situazione.»
«Capito, – rispose Shinichi – beh, felicissimo di averti rincontrato Kiaretta.» disse, stringendole la mano.
«Vale anche per me Ku... cioè Shinichi.»
I due si presero per mano e si stavano per allontanare, quando la ragazza afferrò il detective per la manica. Lui si girò interrogativo, notando poi gli occhi che le tremavano, sembrava stesse per piangere.
«Hai... hai i suoi occhi...» fece in un sussurro, strappandogli un sorriso.
«Te lo saluterò Kiaretta, so che anche tu manchi a lui...»
Lei gli lasciò la manica e fece un cenno di assenso poi scappò via.
«Di chi parlava?» chiese Ran mentre si avvicinavano al pullman.
«Di un amico che abbiamo in comune.» rispose lui con un sorriso, per poi salire dietro Ran sul veicolo.
Il viaggio fu ancora più rilassante dell’andata. Arrivati all’aeroporto di Tokyo, Ran e Shinichi trovarono il detective Kogoro che li aspettava in una macchina noleggiata.
«Allora com’era Torino?» chiese Kogoro ai ragazzi.
«Bellissima! – rispose Ran, ma nello stesso momento Shinichi aveva esclamato qualcosa –ß Che succede Shinichi?»
«Ho dimenticato di dire a Kiaretta che aveva vinto la scommessa!»
«Quale scommessa?» chiese Ran.
«Quella del fatto che Torino mi sarebbe piaciuta.»
«Beh, ora hai il suo numero, spenderai un po’ di soldi in più, ma puoi sempre mandarle un messaggio.»
Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui il ragazzo sembrava stesse pensando, poi:
«No, ho un modo migliore per dirglielo.» e rimise il cellulare in tasca senza scrivere nessun messaggio.

  
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