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Autore: Niglia    21/05/2015    2 recensioni
«Guardala, Ade, gli aveva sussurrato, indicando la fanciulla che sedeva poco distante dalla madre alla mensa degli dei. Volgi pure il tuo sguardo verso di lei. Il suo nome è Persefone. Non è forse una sfida adatta al potente sovrano dell’Oltretomba? Non senti il profumo della vita su di lei? Non vedi come la sua pelle risplende di calore e gioventù? Eppure non conosce nulla della vita, la poverina. Sua madre la tiene ben stretta alle sue gonne e le impedisce di prendere il volo… Scommetto che vorresti essere tu le sue ali.»
Il mito di Ade e Persefone – raccontato a piccoli pezzi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altri, Persefone
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Persefone






Il suo rientro negli Inferi fu paragonabile alla resa di Troia: dilaniata dall’interno dalle forze nemiche, alla città stanca e provata – come pure alla giovane dea – non era rimasto che capitolare. Se avesse trovato il vigore sufficiente per farlo, Persefone si sarebbe inchinata dinnanzi all’astuto ingegno di colui che, sottovoce e alle sue spalle, tutti avevano iniziato a definire suo sposo.
Non solo l’aveva rapita, non solo l’aveva privata della sua gioventù e della sua spensieratezza e della sua libertà – no, non pago, il dio dell’Oltretomba aveva ben pensato di costringerla a trascorrere metà anno nella sua dimora, nei suoi cupi e aridi domini sotterranei, laddove le uniche luci che rischiaravano le fredde rocce erano le fiamme che bruciavano le anime dannate.
La fanciulla attraversò lentamente le lunghe e infinite gallerie che collegavano gli Inferi al mondo di superficie, alla bella e splendente e fiorita terra degli uomini, che lasciava calda e accogliente come il ventre di una madre in favore di un antro gelido e arido come solo una tomba poteva essere.
Hermes, davanti a lei, si voltava di tanto in tanto per accertarsi di essere seguito – la sua espressione era un misto di pena e compassione e tristezza, ma lei non sapeva che farsene della pietà altrui.
Le sue orecchie erano ancora colme delle grida di sua madre, gli occhi fermi sull’immagine della potente e fiera Demetra piegata in due dal dolore, stretta tra le braccia di Atena che, con una presa ferrea e salda, le aveva impedito di correre dietro alla figlia, di aggrapparsi alle sue vesti, strappandole persino se ciò fosse servito a commuovere Zeus e fargli rimangiare la parola data al fratello.
La mia bambina, la mia bambina! Maledetti, lasciatela a me, vi scongiuro! Vi supplico!
Quando la dea si era infine accorta che le sue preghiere non avrebbero smosso la pietà di nessuno dei presenti, allora era passata alle minacce; l’ultima cosa che Persefone aveva udito proferire dalla madre prima di essere condotta via fu una terribile maledizione, il cui eco ancora la faceva tremare.
La terra conoscerà l’aridità del mio animo ogni giorno che io trascorrerò senza mia figlia!





Drabble: 357 parole.



   
 
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