Plic,
plic, plic… gocce.
Semplici gocce di pioggia. Perché facevano così
male? non dovrebbero, non ad
una come me…
???: ti amo…
Plic, plic, plic…
ricordi. Ricordi fitti come
gocce di pioggia, ma l’acqua non fa così male.
L’acqua dovrebbe lavare via le mie
paure, le mie preoccupazioni, tutto. Purtroppo, ha cancellato solo la
vecchia
Isabella Swan.
???: tu sei tutta la
mia vita adesso.
Bugie.
Quante ne avevo
sentite da te? Quante menzogne mi avevi detto tu, tu che mi avevi
promesso di
non lasciarmi mai, tu che volevi proteggermi e asciugare le mie
lacrime. Ma
cosa dovevo fare se eri tu a farmi piangere?
???: e così
il leone s’innamorò
dell’agnello…
Bill:
Bella!!! Svegliaaa!!!
Spalancai
gli occhi,
soffiando irritata come un gatto. Sotto di me si estendeva la
gigantesca Parigi
notturna. Solo grazie alla mia vista acutissima potevo distinguere
perfettamente le poche persone che a quell’ora della notte
camminavano
silenziose per le strade illuminate dai lampioni.
Noi
eravamo i guardiani. I
guardiani di quell’immensa città…ma in
prima persona, di quella gigantesca
quanto famosa cattedrale, Notre Dame.
Scesi
con un balzo dal mio
piedistallo e scossi il capo stordita. Nonostante fossero passati
cinque anni
dal mio “cambiamento” non mi ero ancora abituata
alla sveglia notturna.
B:
Bill, parla piano che ci
sento…
Bill
sorrise e saltellò sul
posto contento. Ma dove la trovava tutta quella forza? Bah!
Horus:
non dire niente, io
per poco non cadevo dal piedistallo quando mi ha urlato
nell’orecchio…spero di
mantenere l’udito dopo quell’acuto.
Horus
aveva ancora gli occhi
assonnati. Si lasciò cadere in ginocchio sul cornicione del
suo piedistallo,
esattamente affianco al mio proprio mentre anche Shara si svegliava.
Bill:
ben svegliati!
Bella:
Bill, o la pianti o ti
butto di sotto…
Non
avevo nemmeno la forza di
alzare la voce, troppo faticoso.
Bi:
siete dei nonnini!!!
Alzatevi!
Le
mie catene tintinnarono
quando alzai una mano per fargli un gesto non molto signorile.
Horus:
io ti ammazzo…giuro
che ti ammazzo…
Shara:
e dai, siate
comprensivi.
Maledetta
Shara e il suo
carattere zucchero e miele! E tra parentesi a me il miele non piace
nemmeno!
Bill:
ehi ragazzi…abbiamo
visite.
Mi
voltai lentamente,
guardando negli occhi l’uomo biondo occhi verdi che mi
fissava con un sorriso
gelido.
???:
ben svegliati, piccoli
miei.
Bill
ringhiò irritato.
Bill:
ti ammazzo, cosa vuoi?
???:
ammazzi il tuo creatore?
Horus:
non sarebbe una
cattiva idea…
Bella:
silenzio! Cosa vuoi,
Efel?
Usai
un tono gelido, ma
sapevo di non potermi ribellare a quell’uomo. Nessuno di noi
poteva.
Efel:
sono venuto a portarvi
una notizia.
Bill:
stai per crepare?
Gli
lanciai un’occhiata
ammonitrice.
Efel:
no, ho un compito per
voi.
Questo
sì che mi lasciò di
sasso. Un compito? Per noi??? Erano anni che non ci allontanavamo da
Notre
Dame…lui per primo si rifiutava di lasciarci liberi.
Efel:
beh…
Ed
eccoci qui. Le nostre
grosse ali sbattevano all’unisono come un cuor solo, i nostri
sguardi erano
fissi avanti, ma i nostri pensieri altrove.
Per
quanto mi riguardava,
pensavo a Forks, esattamente il luogo dove ci stavamo dirigendo. Forks,
la
piccola, piovosa cittadina dove era cominciata e finita la mia vita. La
vita di
una sciocca ragazza dedita all’amore che poi
l’aveva svuotata. Dopotutto,
l’amore è come un radioso giardino bello come il
sole che poi sbiadisce,
scompare e ti lascia al buio.
Ma
dopotutto, anche un altro
pensiero mi occupava il cervello. Libertà! Anche se
momentaneamente, eravamo
liberi! Non ci potevo credere.
Shara:
Bella, tesoro, sei
sicura di voler venire a Forks?
La
dolcezza di Shara mi
ricordava fin troppo una vampira che conoscevo. Mi sforzai di sorridere.
Bella:
se mi sarete vicini,
andrà tutto bene.
Horus:
e noi ti saremo sempre
vicini.
Shara
e Bill annuirono
convinti. Sorrisi. Erano grandi, le creature migliori che potessi
conoscere.
Shara:
quanto ci mettiamo?
Assunsi
un’aria pensosa. Ero
io la cervellona del gruppo, modestamente avrei stupito anche il
più abile dei
geni.
Bella:
mmm…ad occhio e croce
e se i miei calcoli sono esatti… sei ore.
Horus:
e io che speravo di
farcela prima dell’alba! Dovremmo fermarci a dormire e queste
non saranno sei
ore!!!
Bella:
senza interruzioni
sarebbero sei.
Horus:
ma dubito che ce la
faremo…a meno che non acceleriamo.
Tutti
si voltarono a
guardarmi.
Bella:
che c’è??? Guardate
che le ali sono le nostre, se poi ci cadono per lo sforzo non
è colpa mia!
Sbuffarono.
Bella:
oh, e va bene!!! Ma se
dopo succede qualche casino vi prendo a calci in c**o finché
non implorate
pietà!!!
Appiattimmo
le ali lungo il
corpo e ci lanciammo verso Forks, spezzando nettamente la
velocità della luce e
quella del suono.
Quanto
tempo passò? Chi lo
sa, forse proprio le ore che avevo previsto, anzi forse anche di meno.
Spalancai
le ali
d’improvviso, con uno schiocco sordo. Pioveva, ma era ancora
notte.
Horus:
fantastico! piove
anche!
Shara:
ha detto Efel che ci
ha comprato una casa…dove sarà?
Annusai
l’aria. Le mie
facoltà erano molto più sviluppate
dall’ultima volta che ero stata lì. Sentivo
ogni odore, a partire dagli animali che abitavano il bosco a…
Bill:
vampiri!!! Cielo, non
si erano trasferiti?
Tutti
mi guardarono.
Shara:
Bella, cara…?
Ero
sbiancata e vacillavo.
Vampiri…?
Quei vampiri? Oddio…non
potevano essere
loro, avevano detto che non sarebbero più tornati…
Horus:
Bella?! Ehi, mi
senti???
Non
li ascoltavo quasi. Mi
sentivo svuotata di ogni emozione. Questo non l’avevo
previsto. Non era in
programma un eventuale incontro con Loro.
Mi
sentii mancare. Il
contatto dei muscoli alari svanì all’improvviso,
il mio cervello si scollegò
come una lampada a cui avevano staccato la spina.
Vuoto,
solo vuoto. Urla
sempre più lontane e il vento sul mio corpo. Precipitavo?
Non lo sapevo, ma era
irrilevante. Più nulla mi importava.
???: non ti voglio
più.
Bella: non dirlo!!!
???: mi dispiace.
Bugiardo!
Avevi promesso di
non lasciarmi mai! Bugiardo!!!
Una ragazza dagli occhi
vuoti e lacrimanti
camminava nel bosco a testa bassa. Ormai vivere o morire per lei era
irrilevante. La sua luce si era spenta, e il suo cielo le era caduto
addosso,
non più sorretto da ciò in cui lei credeva.
Perché…?
Perché mi hai fatto
questo? Non volevi strapparmi l’anima, ma l’hai
fatto! Anche se
involontariamente, l’hai fatto, e nel modo più
doloroso!
Pioggia, sole.
Irrilevante. Tutto era
irrilevante, vuoto e stupido. Che significato aveva vivere se la tua
ragione di
vita ti aveva abbandonato?
Horus:
Bella! Bella,
accidenti! Svegliati!!!
Shara:
non urlare così,
Horus.
H:
e come la svegliamo???
Shara:
lasciatemi sola con
lei.
Silenzio.
Shara:
per favore, andate.
Dei
passi felpati, poi il
leggero tonfo della porta che si chiudeva.
Una
mano gentile e delicata
mi accarezzò la testa. Aprii gli occhi.
S:
ben svegliata, tesoro.
Shara
mi sorrise come solo
lei sapeva fare. Mi accorsi di trovarmi in un morbido letto dalle
lenzuola
candide.
Be:
d…dove sono?
Shara:
siamo riusciti a
rintracciare casa nostra, ci troviamo al limitare del bosco,
così gli esseri
umani non ci osserveranno.
Ha
detto bene: gli umani!
Be:
co…che è successo?
Shara:
hai smesso di sbattere
le ali, sei precipitata. Fortunatamente però, Bill ti ha
afferrata appena in
tempo.
Sospirai,
appoggiando la
testa al cuscino e rivolgendo gli occhi al soffitto bianco.
Be:
Shara, io non uscirò da
questa casa. Solo in caso di necessità.
Shara
sorrise dolcemente.
S:
ti vuoi nascondere?
Scossi
il capo.
Be:
no, ma non voglio
incontrare i…i vampiri.
S:
sappiamo che è dura per
te, ma la tua iscrizione a scuola è già stata
fatta.
Be:
cancellatela.
S:
Efel si arrabbierà, lo
sai.
Mi
seppellii il volto tra le
mani.
Be:
come faccio? Se mi
riconoscono…
S:
i tuoi amici si saranno
diplomati, Isabella. E poi Efel ti ha cambiato nome. Per tutti qui, tu
sei
Kristen Stewart e noi i tuoi fratelli.
Be:
e come nascondiamo le
catene? Diciamo che sono un effetto scenico?
Shara
sospirò.
S:
non si possono
nascondere…ma se tutto va bene, non dovremmo dare
spiegazioni. Tu non parlare
con nessuno, solo con noi e lo stesso varrà anche per me,
Bill e Horus.
Be:
e se chiedono perché
abbiamo delle catene spezzate lunghe più di noi attaccate a
degli anelli di
ferro (almeno per loro) che pesano più di una tonnellata
come lo spieghiamo?
Shara
scosse il capo.
S:
non lo so…
Accidenti,
quelle catene
erano davvero un problema, ma purtroppo erano necessarie. Pendevano dai
polsi e
dal collo, ma alle caviglie erano agganciati solo gli anelli. Ogni
catena
(molto doppia) era lunga quasi due metri ed eravamo costretti ad
avvolgerle
intorno al corpo per non inciampare o ferirci. Ogni catena pesava una
tonnellata o più, ma ormai ci eravamo abituati a portarle
come se niente fosse.
Agli occhi umani sembravano di ferro, ma sicuramente ferro non
era…
S:
Bella, ti saremo vicini.
Non ti lasceremo.
Mi
poggiò una mano sulla
spalla. Io la presi, stringendola forte. Le nostre catene tintinnarono
minacciosamente.
S:
dobbiamo trovare il
Contratto prima degli Altri o sarà la fine.
Annuii
con un sospiro. Lei mi
abbracciò forte, stringendo gli occhi colmi di lacrime.
Aveva paura e lo
sentivo. Se andava male…
Be:
ce la faremo. Ricordati
di cosa siamo capaci.
Ci
separammo ed io le
asciugai le lacrime con un sorriso. Lei annuì, speranzosa.
S:
hai intenzione di
cominciare già le ricerche?
Be:
non credo che troveremo
molto su Internet o su dei semplici libri, ma se
c’è anche un solo piccolo
indizio su dove trovare ciò che cerchiamo, allora il mio
lavoro sarà
compensato.
Lei
annuì di nuovo e mi
indicò un computer portatile ultima generazione alle sue
spalle posato su una
scrivania di legno in un angolo.
S:
ti lascio da sola, ma hai
solo qualche ora. Ricordati che alle otto dobbiamo essere
già a scuola e non
ammetto ritardi.
Sorrisi.
Shara era sempre la
stessa.
Ascoltai
i suoi passi
leggeri, accompagnati dal sordo tintinnare delle maledette catene e il
tonfo
della porta che si chiudeva con delicatezza. Ora ero sola.
Appoggiai
di nuovo la testa
ai cuscini, ripensando ai ricordi che da tanto tempo avevo seppellito
in un
angolo della mia mente. Erano tornati a galla improvvisamente,
prepotenti e
terribili come non avrei mai immaginato. Facevano più male
di quel che
ricordavo…
Merda.
Ero tornata da pochi
minuti e già stavo male…immaginiamoci quando
andrò a scuola…sarà un miracolo se
non scoppierò in lacrime come un idiota durante
l’ora di biologia.
Lentamente,
mi alzai. La
stanza era davvero grande e mi piaceva molto. Bianca, tre pareti su
quattro
erano completamente ricoperte di scaffali pieni di libri che arrivavano
al
soffitto. Infatti appoggiata ad ogni scaffale c’era una
scala, di quelle da
biblioteca che scorrevano con una sola leggera spinta (avete
presente?). In un
angolino dell’unica parete libera c’era il letto e
in quello opposto, la
scrivania su cui era poggiato il pc.
Era
ora di mettersi al
lavoro, e anche in fretta, Shara non avrebbe accettato ritardi.
Bill:
BELLAAAAAAA!!!!!!!!!
VIENI A VEDERE CHE BELLOOOOOO!!!!!!!!!!!
Per
poco non caddi dalla
sedia. Bill si catapultò nella stanza, strillando come un
pollo in agonia. Alle
sue spalle, Horus si tappava le orecchie con aria assassina.
Bella:
ACCUCCIA!!!!!!!!!!!!!!!! CHE C***O SUCCEDE ADESSO???????????
Bill
mi strattonò violentemente,
senza smettere di urlare come un idiota. Lo seguii, trattenendomi dal
prenderlo
a calci.
Scendemmo
le scale che
portavano al salotto ed uscimmo in giardino. Lì
c’erano una macchina e una moto
nuove fiammanti. La macchina doveva essere una BMW ultimo modello, nera
e
tirata a lucido. La moto da corsa, nera con fiamme rosse.
Spalancai
la bocca.
Bill
si precipitò a baciare
la carrozzeria della macchina. Horus si schiaffò una mano
sugli occhi.
Shara:
Isy, ti conviene
somministrarti questa roba o andrai a dormire tra pochi minuti, sta per
sorgere
il sole.
Shara
mi lanciò una siringa
in cui si agitava del liquido argentato.
Be:
ma è sicura…?
H:
sì, l’abbiamo provata
prima noi e stiamo una bellezza…è solo un
po’ freddo ma per te non è un
problema. Ah, devi conficcare l’ago direttamente nel cuore.
Annuii,
tremando leggermente.
S:
non fa male, davvero. Ma
sbrigati, il sole sta sorgendo.
Ed
era vero. Sentivo il sole
nascere a nuovo giorno anche se non lo vedevo perché coperto
da nuvole fitte e
cariche di neve.
Be:
sta per nevicare.
M’infilai
l’ago nel petto.
Non sentii niente, solo un momento di vuoto, poi estrassi
l’ago e tutto tornò
normale. Era strano stare svegli di giorno, quasi alieno per noi.
Bill:
fico, eh?
S:
ora basta, andate a
prepararvi.
H:
ma è presto!
S:
non fa niente, non voglio
ritardi.
Sbuffai
e mi diressi in
camera mia, cercando di estraniarmi quei pensieri che includevano due
meravigliosi occhi color dell’oro.
E torno
alla
carica con una nuova storia!!! Muahahahahah!!! Ne ho già
scritta una molto
simile, ma vedrete che questa prenderà una piega moooooolto
diversa. Allora,
secondo voi adesso che succederà? Come reagirà
Bella se vedrà Edward? E lui che
farà quando vedrà le catene? Capirà
chi è in realtà Kristen Stewart?
Allora,
come
nella storia precedente la domanda è la seguente:
COSA SONO IN
REALTÀ
BELLA, SHARA, BILL E HORUS???? Vi lascio un indizio perché
questa volta la
risposta non è per niente semplice. Basatevi sul numero 4 e
su un libro molto,
molto importante e famoso.
Spero che
vi
sia piaciuto, fatemi sapere, ok? Altrimenti grazie a chi ha anche solo
letto. ^_____________^
a presto spero