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Autore: Tomi Dark angel    04/01/2009    25 recensioni
Edward è andato via. E Bella? Bella è scomparsa da Forks. La polizia indaga ma non troverà nulla...cosa le sarà successo veramente? ha subito un cambiamento...ora è qualcosa di non-umano... qualcosa che tutti (anche i vampiri stessi) credevano leggenda...ma che presto potrebbe trasformarsi in un incubo terrificante.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Plic, plic, plic… gocce. Semplici gocce di pioggia. Perché facevano così male? non dovrebbero, non ad una come me…

 

???: ti amo…

 

 Plic, plic, plic… ricordi. Ricordi fitti come gocce di pioggia, ma l’acqua non fa così male. L’acqua dovrebbe lavare via le mie paure, le mie preoccupazioni, tutto. Purtroppo, ha cancellato solo la vecchia Isabella Swan.

 

???: tu sei tutta la mia vita adesso.

 

Bugie. Quante ne avevo sentite da te? Quante menzogne mi avevi detto tu, tu che mi avevi promesso di non lasciarmi mai, tu che volevi proteggermi e asciugare le mie lacrime. Ma cosa dovevo fare se eri tu a farmi piangere?

 

???: e così il leone s’innamorò dell’agnello…

 

Bill: Bella!!! Svegliaaa!!!

Spalancai gli occhi, soffiando irritata come un gatto. Sotto di me si estendeva la gigantesca Parigi notturna. Solo grazie alla mia vista acutissima potevo distinguere perfettamente le poche persone che a quell’ora della notte camminavano silenziose per le strade illuminate dai lampioni.

Noi eravamo i guardiani. I guardiani di quell’immensa città…ma in prima persona, di quella gigantesca quanto famosa cattedrale, Notre Dame.

Scesi con un balzo dal mio piedistallo e scossi il capo stordita. Nonostante fossero passati cinque anni dal mio “cambiamento” non mi ero ancora abituata alla sveglia notturna.

B: Bill, parla piano che ci sento…

Bill sorrise e saltellò sul posto contento. Ma dove la trovava tutta quella forza? Bah!

Horus: non dire niente, io per poco non cadevo dal piedistallo quando mi ha urlato nell’orecchio…spero di mantenere l’udito dopo quell’acuto.

Horus aveva ancora gli occhi assonnati. Si lasciò cadere in ginocchio sul cornicione del suo piedistallo, esattamente affianco al mio proprio mentre anche Shara si svegliava.

Bill: ben svegliati!

Bella: Bill, o la pianti o ti butto di sotto…

Non avevo nemmeno la forza di alzare la voce, troppo faticoso.

Bi: siete dei nonnini!!! Alzatevi!

Le mie catene tintinnarono quando alzai una mano per fargli un gesto non molto signorile.

Horus: io ti ammazzo…giuro che ti ammazzo…

Shara: e dai, siate comprensivi.

Maledetta Shara e il suo carattere zucchero e miele! E tra parentesi a me il miele non piace nemmeno!

Bill: ehi ragazzi…abbiamo visite.

Mi voltai lentamente, guardando negli occhi l’uomo biondo occhi verdi che mi fissava con un sorriso gelido.

???: ben svegliati, piccoli miei.

Bill ringhiò irritato.

Bill: ti ammazzo, cosa vuoi?

???: ammazzi il tuo creatore?

Horus: non sarebbe una cattiva idea…

Bella: silenzio! Cosa vuoi, Efel?

Usai un tono gelido, ma sapevo di non potermi ribellare a quell’uomo. Nessuno di noi poteva.

Efel: sono venuto a portarvi una notizia.

Bill: stai per crepare?

Gli lanciai un’occhiata ammonitrice.

Efel: no, ho un compito per voi.

Questo sì che mi lasciò di sasso. Un compito? Per noi??? Erano anni che non ci allontanavamo da Notre Dame…lui per primo si rifiutava di lasciarci liberi.

Efel: beh…

 

Ed eccoci qui. Le nostre grosse ali sbattevano all’unisono come un cuor solo, i nostri sguardi erano fissi avanti, ma i nostri pensieri altrove.

Per quanto mi riguardava, pensavo a Forks, esattamente il luogo dove ci stavamo dirigendo. Forks, la piccola, piovosa cittadina dove era cominciata e finita la mia vita. La vita di una sciocca ragazza dedita all’amore che poi l’aveva svuotata. Dopotutto, l’amore è come un radioso giardino bello come il sole che poi sbiadisce, scompare e ti lascia al buio.

Ma dopotutto, anche un altro pensiero mi occupava il cervello. Libertà! Anche se momentaneamente, eravamo liberi! Non ci potevo credere.

Shara: Bella, tesoro, sei sicura di voler venire a Forks?

La dolcezza di Shara mi ricordava fin troppo una vampira che conoscevo. Mi sforzai di sorridere.

Bella: se mi sarete vicini, andrà tutto bene.

Horus: e noi ti saremo sempre vicini.

Shara e Bill annuirono convinti. Sorrisi. Erano grandi, le creature migliori che potessi conoscere.

Shara: quanto ci mettiamo?

Assunsi un’aria pensosa. Ero io la cervellona del gruppo, modestamente avrei stupito anche il più abile dei geni.

Bella: mmm…ad occhio e croce e se i miei calcoli sono esatti… sei ore.

Horus: e io che speravo di farcela prima dell’alba! Dovremmo fermarci a dormire e queste non saranno sei ore!!!

Bella: senza interruzioni sarebbero sei.

Horus: ma dubito che ce la faremo…a meno che non acceleriamo.

Tutti si voltarono a guardarmi.

Bella: che c’è??? Guardate che le ali sono le nostre, se poi ci cadono per lo sforzo non è colpa mia!

Sbuffarono.

Bella: oh, e va bene!!! Ma se dopo succede qualche casino vi prendo a calci in c**o finché non implorate pietà!!!

Appiattimmo le ali lungo il corpo e ci lanciammo verso Forks, spezzando nettamente la velocità della luce e quella del suono.

Quanto tempo passò? Chi lo sa, forse proprio le ore che avevo previsto, anzi forse anche di meno.

Spalancai le ali d’improvviso, con uno schiocco sordo. Pioveva, ma era ancora notte.

Horus: fantastico! piove anche!

Shara: ha detto Efel che ci ha comprato una casa…dove sarà?

Annusai l’aria. Le mie facoltà erano molto più sviluppate dall’ultima volta che ero stata lì. Sentivo ogni odore, a partire dagli animali che abitavano il bosco a…

Bill: vampiri!!! Cielo, non si erano trasferiti?

Tutti mi guardarono.

Shara: Bella, cara…?

Ero sbiancata e vacillavo.

Vampiri…? Quei vampiri? Oddio…non potevano essere loro, avevano detto che non sarebbero più tornati…

Horus: Bella?! Ehi, mi senti???

Non li ascoltavo quasi. Mi sentivo svuotata di ogni emozione. Questo non l’avevo previsto. Non era in programma un eventuale incontro con Loro.

Mi sentii mancare. Il contatto dei muscoli alari svanì all’improvviso, il mio cervello si scollegò come una lampada a cui avevano staccato la spina.

Vuoto, solo vuoto. Urla sempre più lontane e il vento sul mio corpo. Precipitavo? Non lo sapevo, ma era irrilevante. Più nulla mi importava.

 

???: non ti voglio più.

Bella: non dirlo!!!

???: mi dispiace.

 

Bugiardo! Avevi promesso di non lasciarmi mai! Bugiardo!!!

 

Una ragazza dagli occhi vuoti e lacrimanti camminava nel bosco a testa bassa. Ormai vivere o morire per lei era irrilevante. La sua luce si era spenta, e il suo cielo le era caduto addosso, non più sorretto da ciò in cui lei credeva.

 

Perché…? Perché mi hai fatto questo? Non volevi strapparmi l’anima, ma l’hai fatto! Anche se involontariamente, l’hai fatto, e nel modo più doloroso!

 

Pioggia, sole. Irrilevante. Tutto era irrilevante, vuoto e stupido. Che significato aveva vivere se la tua ragione di vita ti aveva abbandonato?

 

Horus: Bella! Bella, accidenti! Svegliati!!!

Shara: non urlare così, Horus.

H: e come la svegliamo???

Shara: lasciatemi sola con lei.

Silenzio.

Shara: per favore, andate.

Dei passi felpati, poi il leggero tonfo della porta che si chiudeva.

Una mano gentile e delicata mi accarezzò la testa. Aprii gli occhi.

S: ben svegliata, tesoro.

Shara mi sorrise come solo lei sapeva fare. Mi accorsi di trovarmi in un morbido letto dalle lenzuola candide.

Be: d…dove sono?

Shara: siamo riusciti a rintracciare casa nostra, ci troviamo al limitare del bosco, così gli esseri umani non ci osserveranno.

Ha detto bene: gli umani!

Be: co…che è successo?

Shara: hai smesso di sbattere le ali, sei precipitata. Fortunatamente però, Bill ti ha afferrata appena in tempo.

Sospirai, appoggiando la testa al cuscino e rivolgendo gli occhi al soffitto bianco.

Be: Shara, io non uscirò da questa casa. Solo in caso di necessità.

Shara sorrise dolcemente.

S: ti vuoi nascondere?

Scossi il capo.

Be: no, ma non voglio incontrare i…i vampiri.

S: sappiamo che è dura per te, ma la tua iscrizione a scuola è già stata fatta.

Be: cancellatela.

S: Efel si arrabbierà, lo sai.

Mi seppellii il volto tra le mani.

Be: come faccio? Se mi riconoscono…

S: i tuoi amici si saranno diplomati, Isabella. E poi Efel ti ha cambiato nome. Per tutti qui, tu sei Kristen Stewart e noi i tuoi fratelli.

Be: e come nascondiamo le catene? Diciamo che sono un effetto scenico?

Shara sospirò.

S: non si possono nascondere…ma se tutto va bene, non dovremmo dare spiegazioni. Tu non parlare con nessuno, solo con noi e lo stesso varrà anche per me, Bill e Horus.

Be: e se chiedono perché abbiamo delle catene spezzate lunghe più di noi attaccate a degli anelli di ferro (almeno per loro) che pesano più di una tonnellata come lo spieghiamo?

Shara scosse il capo.

S: non lo so…

Accidenti, quelle catene erano davvero un problema, ma purtroppo erano necessarie. Pendevano dai polsi e dal collo, ma alle caviglie erano agganciati solo gli anelli. Ogni catena (molto doppia) era lunga quasi due metri ed eravamo costretti ad avvolgerle intorno al corpo per non inciampare o ferirci. Ogni catena pesava una tonnellata o più, ma ormai ci eravamo abituati a portarle come se niente fosse. Agli occhi umani sembravano di ferro, ma sicuramente ferro non era…

S: Bella, ti saremo vicini. Non ti lasceremo.

Mi poggiò una mano sulla spalla. Io la presi, stringendola forte. Le nostre catene tintinnarono minacciosamente.

S: dobbiamo trovare il Contratto prima degli Altri o sarà la fine.

Annuii con un sospiro. Lei mi abbracciò forte, stringendo gli occhi colmi di lacrime. Aveva paura e lo sentivo. Se andava male…

Be: ce la faremo. Ricordati di cosa siamo capaci.

Ci separammo ed io le asciugai le lacrime con un sorriso. Lei annuì, speranzosa.

S: hai intenzione di cominciare già le ricerche?

Be: non credo che troveremo molto su Internet o su dei semplici libri, ma se c’è anche un solo piccolo indizio su dove trovare ciò che cerchiamo, allora il mio lavoro sarà compensato.

Lei annuì di nuovo e mi indicò un computer portatile ultima generazione alle sue spalle posato su una scrivania di legno in un angolo.

S: ti lascio da sola, ma hai solo qualche ora. Ricordati che alle otto dobbiamo essere già a scuola e non ammetto ritardi.

Sorrisi. Shara era sempre la stessa.

Ascoltai i suoi passi leggeri, accompagnati dal sordo tintinnare delle maledette catene e il tonfo della porta che si chiudeva con delicatezza. Ora ero sola.

Appoggiai di nuovo la testa ai cuscini, ripensando ai ricordi che da tanto tempo avevo seppellito in un angolo della mia mente. Erano tornati a galla improvvisamente, prepotenti e terribili come non avrei mai immaginato. Facevano più male di quel che ricordavo…

Merda. Ero tornata da pochi minuti e già stavo male…immaginiamoci quando andrò a scuola…sarà un miracolo se non scoppierò in lacrime come un idiota durante l’ora di biologia.

Lentamente, mi alzai. La stanza era davvero grande e mi piaceva molto. Bianca, tre pareti su quattro erano completamente ricoperte di scaffali pieni di libri che arrivavano al soffitto. Infatti appoggiata ad ogni scaffale c’era una scala, di quelle da biblioteca che scorrevano con una sola leggera spinta (avete presente?). In un angolino dell’unica parete libera c’era il letto e in quello opposto, la scrivania su cui era poggiato il pc.

Era ora di mettersi al lavoro, e anche in fretta, Shara non avrebbe accettato ritardi.

 

Bill: BELLAAAAAAA!!!!!!!!! VIENI A VEDERE CHE BELLOOOOOO!!!!!!!!!!!

Per poco non caddi dalla sedia. Bill si catapultò nella stanza, strillando come un pollo in agonia. Alle sue spalle, Horus si tappava le orecchie con aria assassina.

Bella: ACCUCCIA!!!!!!!!!!!!!!!! CHE C***O SUCCEDE ADESSO???????????

Bill mi strattonò violentemente, senza smettere di urlare come un idiota. Lo seguii, trattenendomi dal prenderlo a calci.

Scendemmo le scale che portavano al salotto ed uscimmo in giardino. Lì c’erano una macchina e una moto nuove fiammanti. La macchina doveva essere una BMW ultimo modello, nera e tirata a lucido. La moto da corsa, nera con fiamme rosse.

Spalancai la bocca.

Bill si precipitò a baciare la carrozzeria della macchina. Horus si schiaffò una mano sugli occhi.

Shara: Isy, ti conviene somministrarti questa roba o andrai a dormire tra pochi minuti, sta per sorgere il sole.

Shara mi lanciò una siringa in cui si agitava del liquido argentato.

Be: ma è sicura…?

H: sì, l’abbiamo provata prima noi e stiamo una bellezza…è solo un po’ freddo ma per te non è un problema. Ah, devi conficcare l’ago direttamente nel cuore.

Annuii, tremando leggermente.

S: non fa male, davvero. Ma sbrigati, il sole sta sorgendo.

Ed era vero. Sentivo il sole nascere a nuovo giorno anche se non lo vedevo perché coperto da nuvole fitte e cariche di neve.

Be: sta per nevicare.

M’infilai l’ago nel petto. Non sentii niente, solo un momento di vuoto, poi estrassi l’ago e tutto tornò normale. Era strano stare svegli di giorno, quasi alieno per noi.

Bill: fico, eh?

S: ora basta, andate a prepararvi.

H: ma è presto!

S: non fa niente, non voglio ritardi.

Sbuffai e mi diressi in camera mia, cercando di estraniarmi quei pensieri che includevano due meravigliosi occhi color dell’oro.

 

E torno alla carica con una nuova storia!!! Muahahahahah!!! Ne ho già scritta una molto simile, ma vedrete che questa prenderà una piega moooooolto diversa. Allora, secondo voi adesso che succederà? Come reagirà Bella se vedrà Edward? E lui che farà quando vedrà le catene? Capirà chi è in realtà Kristen Stewart?

Allora, come nella storia precedente la domanda è la seguente:

 

COSA SONO IN REALTÀ BELLA, SHARA, BILL E HORUS???? Vi lascio un indizio perché questa volta la risposta non è per niente semplice. Basatevi sul numero 4 e su un libro molto, molto importante e famoso.

 

Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere, ok? Altrimenti grazie a chi ha anche solo letto. ^_____________^ a presto spero

  
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