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Autore: lovingemmaswan    21/05/2015    3 recensioni
Una storia Captain Swan basata sulla gravidanza di Emma, dal test di gravidanza positivo alla nascita del bambino.
Tradotta da una fanfiction inglese , è ambientata alla fine della seconda stagione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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5 settimane

"2 linee rosa, positivo, 1 linea rosa negativo, abbastanza semplice... Dai, Emma. Smettila di essere così fifona, l'hai già fatto prima... sì, e adesso hai un figlio di undici anni... La tecnologia non dovrebbe essere migliore di così adesso? Non si rendono conto che tre semplici minuti ti cambieranno la vita per sempre? "

I dubbi continuavano nella sua mente, i secondi ticchettavano piano. Guardò il timer sul suo telefono.

1.30

Emma iniziò a raggiungere lo stick che aveva posato sull'angolo della mensola del bagno. Non era ancora il momento, ma comunque, il bianco le avrebbe calmato almeno un pochino i nervi. Le dita si chiusero attorno al test, e esitò solo un momento prima di girarlo e guardare la risposta.

2 linee rosa.­­

La seconda linea era lì, chiara come il sole, e scura come la linea di controllo accanto. Era incinta.

Emma fissò le linee per quella che le sembrò un'eternità, guardandole scurirsi ulteriormente fino a che il cellulare squillò vibrando. Il suono la spaventò, e il test le cadde di mano finendo sul pavimento. Si affrettò a spegnere la suoneria fastidiosa. Il cuore le stava martellando nel petto, e poteva sentire le lacrime che iniziavano a cercare di uscire. Lottò per farle tornare dentro, e prendere un bel respiro, ma prima una scivolò oltre le palpebre ben chiuse .

"Non posso farlo di nuovo, non posso farlo da sola. Non quando sto appena inziando a conoscere Henry."

Era madre da solo un anno, e per la maggior parte di quel tempo Henry aveva vissuto con Regina. Odiava ammetterlo, ma non sapeva sempre realizzava completamente di essere una madre. Le era divenuto incredibilmente chiaro quando Henry non le aveva parlato per un po', dopo aver scoperto chi era suo padre.

Suo padre.

Avrebbe mentito al bambino o alla bambina su chi era suo padre? Come avrebbe potuto iniziare a dire a un bambino una cosa del genere? "Hey, ragazzino, vedi quel libro di fiabe? Vedi l'uomo spaventoso con l'uncino che perseguita i bambini? Quello è tuo padre."

"Emma?" un secco colpo sulla porta accompagnò quella voce. "Tutto bene, tesoro?"

Emma si sfregò velocemente gli occhi , e afferrò il test dal pavimento , stringendolo vicino al proprio corpo, nel caso in cui lui lo avesse potuto vedere attraverso la porta. "Sto bene, dammi solo un minuto."

Mise il test in fondo al cestino, coprendolo con il resto della spazzatura in modo che non potesse essere visto, poi prese un bel respiro, si alzò e si avvicinò alla porta. Si aprì cigolando, e lei uscì , andando nella sua stanza. Uncino si stava mettendo un paio di jeans, con qualche difficoltà. Anche se per anni si era vestito perfettamente da solo con una mano, aveva ancora qualche problema con i vestiti moderni. Era un dettaglio che Emma trovava divertente, anche perchè il suo abito da pirata, sexy da morire, era molto più complicato di un semplice paio di jeans e una t-shirt.

Killian si girò, guardando oltre la sua spalla, sentendo il rumore della porta del bagno. "Buongiorno, raggio di sole."

"Non sapevo che fossi già sveglio." disse, forzando un mezzo sorriso.

"Sono sempre stato un tipo mattiniero, tesoro." sorrise raggiante, con quel sorrisetto diabolico che le aveva fatto girare la testa la prima volta.

"Non lo sapevo, non hai mai passato la notte qui prima d'ora."

"Cosa posso dire, amore? Hai esaurito le mie forze. E comunque, non volevo andarmene senza un adeguato saluto dopo... tutte quelle cose la scorsa notte. Non sarei stato proprio un galantuomo, giusto?" continuò scherzosamente, lottando con una camicia con i bottoni a maniche lunghe nera.

Emma sospirò e scosse la testa, non sapendo cosa dire ma sorridendo di nuovo. "Vieni qui, tu. Lascia che ti aiuti." disse, prendendo un'estremità della camicia, e il pirata acconesntì volentieri , avvicinandosi. "Non posso guardarti trafficare con questa ancora per molto."

"Stai dicendo che sono patetico? Che modo di trattare gli handicappati, Emma" disse, facendo il finto offeso.

"Killian, tu sei...tutto ma non handicappato." rise.

"E' il tuo complicato modo di dirmi che sono bravo a letto? " replicò, alzando un sopracciglio.

Il commento gli fece guadagnare uno schiaffo sulla spalla quando Emma finì con i bottoni. "Ora. Ora devi andartene. Devo andare al lavoro." disse, sperando che uscisse in modo da avere un po' di tempo per pensare alla novità che non aveva ancora realizzato fino in fondo.

"Su, non c'è speraza per un bis di stanotte?"

"Zitto, Uncino . Sei vestito" lo fulminò con lo sguardo, spingendolo oltre il margine della porta.

"Posso improvvisare."

"Vai e basta, Killian. Mi stai facendo fare tardi."

"Non sarebbe la prima volta." le ricordò allegramente, poi rimase in silenzio per un po'. "Sai, mi sono piaciuti tanto questi ultimi mesi, Emma."

Emma inspirò profondamente, mentre sentiva che il cuore inziava a battere più veloce. Da dove veniva tutto quello? Loro semplicemente stavano insieme, come amici, se proprio dovevano essere chiamati in qualche modo. Da quando lei voleva che lui fosse sdolcinato? E perchè sentiba il bisogno impellente di dirgli che era incinta?

"E'...semplice. Non crederesti a quante donne appiccicose ho incontrato nella mia vita. Ma tu..." ridacchiò.

Semplice? Lui pensava che la loro relazione fosse semplice - e per gli uomini semplice significa "facciamo sesso e basta". Il cuore le balzò in gola per un attimo, stretto dolorosamente. Cosa si era aspettata? Loro erano semplici. Stavano insieme da tre mesi, e questa era la prima volta che lui non la lasciava nel bel mezzo della notte... non che lei volesse di più, ovviamente. Quindi perchè le parole di Killian avevano schiacciato il suo cuore come se qualcuno glielo stesse tirando fuori dal petto?

"I-io penso che dovresti andare." disse, sentendo il viso arrossire e cercando di non farlo vedere.

L'espressione del pirata cambiò completamente al cambiamento del tono di Emma. "Che cosa ho detto di male?"

"Niente, Uncino. E' solo che devo andare."

"No, ti stai comportando stranamente." Le mise gentilmente la mano sul braccio. "E' tutto a posto, tesoro?"

"Perchè non dovrebbe?"

"Mi hai chiamato 'Uncino' due volte negli scorsi cinque minuti. Non mi chiami così quando siamo soli da settimane, Emma. Dimmi perchè."

La sincerità nella sua voce le causò un'altra dolorosa pugnalata nel petto.

"Perchè tu sei Capitan Uncino."

Il pirata sembrò veramente ferito. "Se è così come ti senti, tesoro." borbottò, uscendo dalla porta.

"Sono incinta."

Killian si irrigidì, la sua mano rimase immobile dov'era, stretta attorno alla maniglia.

"Come pensi che possa essere semplice?" chiese Emma, flebilmente.

Non si mosse per un lungo tempo. Non si girò per guardarla, non disse una parola.

"Infine non hai niente da dire?" provò di nuovo, alzando leggermente la voce. "Killian?"

"Pensavo di essere Capitan Uncino." rispose, in tono cupo, prima di allontanarsi a grandi passi dalla porta.


Note dell'autrice:  Salve :) Questo capitolo è un po' corto perchè è solo il prologo, gli altri saranno più lunghi! Questa ffc è tradotta dall'inglese, ( se volete, ecco il link dell'originale: https://www.fanfiction.net/s/9111353/1/Two-Pink-Lines ), e che altro dire, spero vi piaccia! :*

   
 
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