Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: marl_vt    21/05/2015    1 recensioni
-Una piccola one shot che mi è praticamente apparsa in sogno stanotte! Mi sono subito alzata, messa al computer e l'ho buttata giù. Modificandola un pò, questo è il risultato :) Nell'attesa di finire la mia prossima long-fic categoricamente H/HR (ci vorrà tempo), spero gradirete questo mio piccolo lavoro con la stessa coppia! Recensiteeeee :)-
Un Harry e una Hermione presi in un momento di debolezza, sette anni dopo la fine della guerra e un attimo prima della fine di tutto. Almeno per loro. Ricordi di una tenda, di un amore forzatamente soffocato e di un'amicizia troppo profonda per essere vera.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CODARDO

 

 

 

 

 

Posò la bacchetta, non sapendo bene se almeno in casa sua poteva abbassare o no la guardia. Optò per il si. Andò in bagno e lavandosi le mani si guardò allo specchio: cosa vedeva? Un uomo di 25 anni, a cui era stata rubata l'adolescenza da un Mago Oscuro ormai sconfitto da anni. Un uomo che ha visto la morte in faccia troppe volte, quando ancora non aveva capito cosa volesse dire vita. Un uomo che ha rinunciato a tutto, anche alla sua felicità.

 

Si sciacquò la faccia, stanco di fare il filosofo con se stesso. Finiva sempre per piangersi addosso, che coglione. Un senza palle, ecco che cos'era. Andò a buttarsi sul divano di casa sua togliendosi la maglietta, l'estate si faceva sentire anche a Londra in quel periodo. Accese la tv, e gli venne da sorridere. Era l'unica cosa che gli ricordava i Dursley con un sorriso malinconico.

 

Sbirciò l'orologio, Ginny sarebbe tornata tardi quella sera perchè era alla Tana ad aiutare tutta la sua famiglia per il grande matrimonio del giorno dopo. Sarebbe stata sicuramente una grande festa, con tantissimi invitati, ci sarebbe sicuramente stata anche la stampa. Infondo, due eroi della Seconda Guerra Magica si sposavano, non succedeva mica tutti i giorni.

 

Sbuffando si alzò di nuovo, andando a prendere una bottiglietta d'acqua per bere e rinfrescarsi. Si fermò a guardare fuori, la gente passava spensierata, ridendo, correndo, urtando, parlando. Si, ma sempre spensierata. Era così che vedeva tutte le persone: felici e spensierate, tranne lui. Le invidiava, probabilmente da quando aveva compiuto 11 anni.

 

Decise di andare a farsi una doccia, magari avrebbe smesso di pensare. Alzò il volume della radio e si mise sotto il getto freddo dell'acqua, chiudendo gli occhi. Una canzone a lui sconosciuta cominciò a suonare gracchiante da quella vecchia radio, che si era tenuto lui. Inevitabilmente, pensò alla tenda.

 

Chiuse veloce il getto dell'acqua, e uscì. Ancora più frustrato. Erano passati ormai sette anni accidenti, e aveva imparato benissimo a provare indifferenza e a dimenticare tutto. Ma quel giorno, così vicino al grande evento, tutto sembrava di nuovo così difficile da non riuscire a respirare.

 

Appena finì di asciugarsi i capelli, qualcuno suonò alla porta. Guardò l'orologio aggrottando la fronte, sicuramente non era Ginny. Gli aveva detto che avrebbe cenato alla Tana. Mise velocemente un paio di pantaloni e una maglietta, e andò alla porta. La aprì, senza chiedere chi fosse.

 

Guardò la sua migliore amica incapace di dire niente, sinceramente sorpreso di vedersela li davanti. Si spostò per farla entrare, e lei non indugiò. Chiudendo la porta, si decise almeno a salutarla.

 

“Ciao, Herm..”

 

“Ciao Harry..” Rispose Hermione, girandosi verso di lui. Aveva lo sguardo spento, quasi deluso. Uno sguardo che non avrebbe dovuto certamente avere, viste le circostanze. Non le propose di sedersi, sapeva che non avrebbe voluto. La lasciò andare in cucina e la seguì, rimanendo in religioso silenzio. Lei si appoggiò al bancone, lui si mise dall'altra parte appoggiato al muro. Un tavolo li divideva, e entrambi si sentivano più tranquilli. Avevano imparato con il tempo che mantenere una certa distanza era vitale.

 

“Sai, domani mi sposo.” Disse inaspettatamente lei. Harry la guardò, non capendo. Lo sapeva dannatamente bene, cavolo. Era pure il loro testimone di nozze.

 

“Non capisco..” Disse lui, incrociando le braccia ma restando saldo al suo posto. Nella sua distanza di sicurezza.

 

“Che c'è da non capire? E' così semplice Harry.. Domani mi sposo, con Ronald Weasley.” Nella voce di Hermione c'era solo risentimento.

 

Harry serrò la mascella, arrabbiato per ciò che lei gli stava dicendo. Avrebbe voluto urlarle di tutto, poi portarla via lontano. Con se.

 

“Abbiamo deciso insieme di dimenticare, Harry, e ci siamo sempre riusciti. Siamo arrivati qui, con freddezza e indifferenza. Ma sofferenti. Non dirmi che non è così, non mentire a me. Puoi mentire a chiunque, non a me.” Hermione continuò, non perdendo mai il contatto visivo con Harry. Lui la lasciò continuare.

 

“Domani mi sposo, Harry! Domani sarò legata per sempre a un altro uomo.. E tu sei li, immobile. Non fai niente. Non ti muovi, non mi parli. Non sei mai venuto a prendermi, non hai mai lottato. Mai una volta in tutti questi anni..” La voce di Hermione cominciò a rompersi.

 

“Sei un codardo, Harry Potter.” Lo disse ferma, sincera. Delusa. Harry solo a quel punto tolse lo sguardo, incapace di continuare a guardarla mentre cominciava a piangere.

 

“Guardami, Harry, guardami. Ti sei dimenticato di ciò che mi sussurravi quelle notti nella tenda? Ti sei dimenticato l'amore che abbiamo fatto entrambi per la prima volta, insieme? E tutte le altre volte dopo?”

 

“Non dirmi così. Io non ho dimenticato niente. Come puoi.. Come puoi pensarlo.” Harry tornò a guardarla, e Hermione fece una cosa estremamente pericolosa. Ruppe la distanza che mantenevano fissa da anni, e si avvicinò a lui. Harry, inesorabilmente, s'irrigidì. Lei gli accarezzò una guancia, facendogli chiudere gli occhi a quel tocco.

 

“Come può essere per il bene di tutti, se poi alla fine soffriamo io e te?” Chiese Hermione in un sussurro, mentre calde lacrime cominciarono a rigarle il volto. Harry appoggiò la fronte sulla sua, asciugandogliele con il pollice.

 

“E' troppo tardi per tornare indietro, è sempre stato troppo tardi. Lo sai meglio di me..” Harry chiuse gli occhi, non voleva guardarla più.

 

Non importava più niente ormai, il loro piano aveva funzionato alla perfezione. Il giorno dopo lei si sarebbe sposata con Ron, e a breve lui avrebbe sposato Ginny. Oltre che migliori amici, si sarebbero addirittura imparentati. Ma ce l'avrebbero fatta, come sempre. Perchè era sempre stato così, fin dall'inizio. Quella era l'ultimo cedimento, l'ultimo momento di debolezza. Era una promessa.

 

Hermione lo baciò e Harry non si tolse. La strinse a se, baciandola con tutto l'amore del mondo. Erano al loro posto, e sapevano che ci sarebbero stati per poco. Avevano imparato che la magia non dura per sempre, così come gli attimi preziosi. La sollevò, senza smettere di baciarla, e la portò su divano, dove si sedette. Le tolse la gonnellina, le abbassò la biancheria. Le baciò la pancia, i fianchi, il suo piacere. Hermione gli slacciò i pantaloni e gli tolse le mutande, e si mise sopra di lui.

 

Erano così perfetti, che sembrava li avessero disegnati così. Insieme, uniti uno dentro l'altra. Hermione buttò la testa all'indietro, gemendo di piacere. Una sua mano torturava i capelli di Harry, mentre l'altra era intrecciata con quella di lui.

 

Harry nascose il suo viso nel suo seno, spostandole la maglietta. Con una mano tracciò tutte le linee del suo corpo, scoprendola perfetta e bellissima come era sempre stata. Si chiamarono per nome, giurandosi in quel modo tutto ciò che pensavano in quel momento. Poi vennero, insieme, stringendosi così forte da togliersi il respiro. Passarono minuti eterni, e loro ancora non intendevano lasciarsi.

 

“Io so che mi ami, Harry. Non lo dimentico.”

 

“E io so che tu ami me, Hermione. Lo terrò nel cuore sempre.”

 

Hermione si alzò e si rimise i suoi vestiti. Senza guardarlo più, andò verso la porta ed uscì. Quella volta, per sempre.

 

 

 

“Vuoi tu, Ronald Bilius Weasley, prendere Hermione Jean Granger come tua legittima sposa, per amarla e onorarla finchè morte non vi separi?”

 

“Lo voglio.” Ron guardava Hermione, come se non ci fosse nessun altro sotto a quell'immenso gazebo. Come se fosse l'unica cosa davvero importante.

 

“E vuoi tu, Hermione Jean Granger, prendere Ronald come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo finchè morte non vi separi?” Harry era proprio li, dietro a Ron. Bellissimo nel suo smoking, con quello sguardo impenetrabile che aveva costruito benissimo in tutti quegli anni. Lo guardò, lasciando che solo lei lo sapesse.

 

“Lo voglio.”

 

“Vi dichiaro, marito e moglie!” Si levò un boato, e mille flash esplosero al momento del bacio del signore e della signora Weasley. Sarebbe stata una prima pagina perfetta, nell'attesa del matrimonio di Harry Potter. Vennero travolti da tutti, per fargli le dovute congratulazioni, così Harry decise di farsi da parte. L'ennesima volta. Si avvicinò al tavolo dove si sarebbe dovuto sedere poi, quasi contento di non essere lui al centro dell'attenzione per una volta.

 

Ginny gli fu subito affianco. “Non ti spaventare amore, al nostro matrimonio se vuoi faremo venire meno gente.” Lo baciò. Non era per quello che lui aveva quella faccia, ma lei non aveva capito. Non l'aveva mai capito, in realtà. Ma cosa si aspettava? Non era di certo Hermione. Le sorrise, sicuro che le sarebbe bastata come risposta.

 

Non era ancora riuscito ad avvicinarsi ai suoi due migliori amici, per dargli almeno un abbraccio. Si sedettero tutti al proprio tavolo, Ron e Hermione erano al centro con un tavolo tutto per loro. Lei era così bella, che faceva male guardarla. George fece sbattere la forchetta sul suo calice, alzandosi.

 

“Bene, come ben sapete è tradizione che il testimone di nozze degli sposi faccia un discorso. Quindi, Harry, tocca a te!” Tutti applaudirono felici girandosi verso Harry, e lui si sentì sprofondare. George sapeva benissimo che l'avrebbe messo in difficoltà: Harry, alzandosi, gli lanciò un'occhiata di morte, facendolo divertire ancora di più.

 

Si mise una mano in tasca, cercando di fare mente locale. Tutte quelle persone lo stava fissando, cominciò ad andare nel panico. “Bene, ehm.. Non era programmato, quindi non ho pronto un discorso.. Ma..” Guardò Hermione, che lo stava guardando a sua volta. Era quello sguardo solo loro, e subito si rilassò.

 

“Quando mi hanno detto cos'era l'amore, mi sembrava solo una perdita di tempo, una favola per bambini. Solo adesso invece mi rendo conto che è la cosa più importante di tutte, è ciò che ci protegge e ci accompagna sempre. L'amore mi ha salvato la vita due volte, e adesso so che faccia abbia.” Non smise mai di guardarla. Prese il calice sollevandolo, e tutti lo imitarono. “Voglio brindare ai miei due migliori amici, senza i quali adesso non sarei qua, senza i quali noi tutti staremmo ancora combattendo una guerra infinita. A Ron e Hermione, le persone migliori che io conosca.” Tutti ripeteremo i nomi degli sposi, bevendo poi ognuno dal loro calice. Harry si avvicinò ai due amici, che si alzarono e si abbracciarono. Tutti e tre, insieme. Così era cominciata e così doveva finire. Era quella la scelta giusta.

 

I festeggiamenti andarono avanti fino a tarda ora, erano tutti così allegri e felici che riuscirono a contagiare anche Harry. A un certo punto Ron prese l'amico sotto braccio e lo portò da Hermione.

 

“Vi conoscete da ormai 15 anni e non avete mai ballato insieme! Questo è un insulto..” Come si sbagliava, Ron. Entrambi pensarono al loro ballo in tenda, che aveva scatenato tutto. “Quindi ora la fai ballare! Sei il testimone, sei obbligato..”

 

Hermione provò a dire di no, dicendo che era stanca e altre scuse che sapere che infondo non avrebbero retto. Harry si avviò al centro della pista, con le mani in tasca e la testa bassa. Tutti gli guardarono sorridendo, ammirando quell'immensa amicizia e sintonia che li univa. Già, amicizia.

 

“Se non mi fai ballare, Ron ti picchierà..” Gli disse Hermione, sorridendo. Harry la prese, con calma e dolcezza. La teneva lontana, ma lei si avvicinò. I loro calori si incontrarono di nuovo, mischiandosi perfettamente. Non si dissero neanche una parola, ma si lasciarono cullare dalle note di quella musica che quasi non sentivano.

 

“Ma allora non è vero che non sai ballare!” Gli disse Ron dandogli una forte pacca sulla spalla e obbligandolo ad allontanarsi da Hermione.

 

“No, non è vero infatti.. Sono solo un codardo.” Si guardò con Hermione, salutandola una volta per tutte. Poi si allontanò, ritornando ad essere semplicemente il suo grande e unico migliore amico.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marl_vt