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Autore: Horrorealumna    21/05/2015    1 recensioni
"Noi Le aprimmo e l’accogliemmo...
E con dolcezza Le narrammo di storie
Non ancora compiute,
Di amori non ancora sbocciati, di fili rossi
Legati ai mignoli delle nostre mani e di sogni."
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Piccola poesia nata durante l'ora di scienza riguardo Corpse Party. Sì. Come se non fosse abbastanza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayumi Shinozaki, Mayu Suzumoto, Sakutaro Morishige, Seiko Shinohara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 || La Morte Bussò, e Noi Le Aprimmo ||

 
La Morte bussò, e noi Le aprimmo,
Scambiato quello per un solo tocco
Di pioggia, di vento o di tempesta,
Noi Le aprimmo e l’accogliemmo...
E con dolcezza Le narrammo di storie
Non ancora compiute,
Di amori non ancora sbocciati, di fili rossi
Legati ai mignoli delle nostre mani e di sogni.


La Morte non udì parola, lo sguardo era rivolto
A quel passerotto che zampettava timido
Al suo fianco. E senza preavviso Ella
Gli afferrò l’ala bianca, il braccio,
Stringendola in una morsa di puro gelo;
Non si mosse, e il passero cominciò a lacrimare
E ad invocare uno dei presenti, un ragazzo,
Che mai sorridendo, l’afferrò per l’altro braccio.
 
La Morte poi accennò ad una delle più belle,
Una ragazza che sembrava non smettesse
Di ridere. Aveva tre anelli al dito e occhi fissi
Su una dei presenti, una figura singhiozzante che strinse,
Prima di posarle sulle labbra un breve bacio --
Poi lesta e scattante, scelse Lei e Le dette la mano
Con una risatina, un ghigno beffardo,
Ma guance e labbra rosse e bagnate.
 
La Morte fece per voltarsi, ma la più anziana,
Una donna avvolta da perenne malinconia, L’afferrò
Con un urlo, supplicante, si mise in ginocchio

PregandoLe di non andare, di poterLa seguire
E badare a quei ragazzi che sembravano andarsene.
Quella le afferrò le vesti, strattonandole con violenza;
Nessuno, tra i presenti, sembrò in grado di aiutarla,
Lei stessa fece di tutto pur di non essere risparmiata.

 
Con quelle quattro vittime, la Morte sembrò in pace.
                   Prima di andarsene si avvicinò,
                   A noi cinque restanti...

 
La Morte si fece ancora vicina, lentamente ci lisciò
I capelli, sussurrandoci dolci parole dal futuro
E mostrandoci occhi ardenti, di una cieca bramosia.
A me Lei, afferrò dolcemente le spalle e mi baciò
La guancia. Con voce debole mormorò
Che io sarei stata presto la prossima,
Che ogni mia generazione sarebbe stata maledetta,
Che avrei sentito il mio cuore bruciare
                                                                         di dolore.

 
La Morte bussò, e Loro non Le aprirono,
Spiavano dalla finestra, sperando che fosse solo vento,
E disperati pregavano di non esserne rapiti.
Solo io, La osservavo, lenta, muoversi sul selciato...
Le sfiorai il braccio, chiedendoLe di condurmi
Dove tutti i miei compagni aveva già portato.
L’unica cosa che vidi fu un teschio leccare le mie lacrime,
Poi, insieme, ancora una volta... bussammo.




 
   
 
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