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Autore: thugswearuggs    21/05/2015    2 recensioni
Mickey, all’età di otto anni, decise di odiare il colore rosso.
kid!fic per la prima metà.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Il "nuovo personaggio" è Mary Milkovich, perché non sapevo che nome dare alla madre di Mickey e a quanto pare Mary va alla grande nel fandom americano u.u
Non so di preciso a cosa voglia andare a parare con questa ma... dopo un blocco abbastanza significativo, il risultato di una giornata passata a grattuggiarmi il cervello è questo. Spero possa essere relativamente interessante. 

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Le labbra di sua madre erano rosso carminio. È un ricordo vivido, uno di quei ricordi impressi a fiamma viva nella sua mente. Possiede poche memorie di sua madre, e la maggior parte di esse non sono affatto positive.
Le sue labbra rosse rappresentavano quasi una sfida per Mickey.

Non avevano molti soldi neanche allora, ma lei si era permessa un vizio: un rossetto rosso sangue. Aveva denti bianchi e labbra carnose, Mary Milkovich. Quel giorno era andata a prendere Mickey e Mandy a scuola, e li aveva accolti con un sorriso esteso sulle labbra sorprendentemente rosse e Mickey ricorda di averla abbracciata più stretta del solito. Gli piaceva il sorriso di sua madre, il modo in cui le si illuminavano gli occhi azzurri sotto il pallido sole di Ottobre. Gli piaceva vedere sua madre rilassata, quasi felice.

Terry era in gattabuia – più dentro che fuori, come sempre – e Mary aveva deciso che Mickey, Mandy, Iggy e Colin dovevano condividere una serata tra fratelli, perché “Non vi vedo mai insieme, vorrei vedere i miei bellissimi bambini tutti in una stanza per una volta!” e poi aveva sorriso, enorme ed ogni protesta era morta lì, su due piedi.
Mary Milkovich sorrideva sempre di più, ogni giorno la gioia cresceva ed il rosso sulle sue labbra brillava. Al mattino, si svegliava presto e preparava i sacchetti per il pranzo per ognuno di loro mettendo sempre gelatina extra in quello di Mickey.
Quando arrivava il momento del pranzo e vedeva la sorpresa che gli aveva fatto sua madre, lui sorrideva fino a sentire male alle guance e mangiava la sua gelatina alla ciliegia gelosamente, come avesse paura che qualcuno potesse rubargliela da sotto il naso.
Mickey associava la felicità di sua madre a quel rossetto rosso e forse in parte era così. Ma la realtà l’avrebbe scoperta pochi anni dopo. Certo, il rossetto era un oggetto che la faceva stare meglio, faceva in modo che non rigettasse tutti i contenuti del suo stomaco quando si guardava allo specchio e si odiava, la aiutava un po’, in quel senso. Quel che l’aiutava maggiormente, però, era un ago ed una soluzione in una siringa – il Mickey bambino era troppo ingenuo per capire cos’era, mentre il Mickey adolescente fingeva di essere cieco quando vedeva i piccoli punti rossi all’interno del braccio di sua madre e le profonde occhiaie che le segnavano il volto.

Terry, eventualmente, tornò a casa senza annunciarsi e si gettò a peso morto sul divano, come se non fosse scomparso per mesi e mesi. Come se appartenesse davvero a quel luogo.
Quando Mary tornò a casa tenendo Mickey e Mandy per mano, improvvisamente si fece piccola, come volesse diventare invisibile. Suo padre era ubriaco marcio, come sempre. Si poteva sentire il forte odore della Vodka ristagnare nel soggiorno, assieme a quello delle troppe sigarette fumate.
“Non puoi andare in giro con quella merda in faccia, lurida puttana drogata”, aveva detto suo padre, fissando la magra figura di sua madre con uno sguardo pieno di disgusto. Mickey non capiva cosa significassero tutte quelle parole, ma sapeva che sua madre era triste. Le labbra rosse le si curvarono all’ingiù e la luce sparì dai suoi occhi.
Mary Milkovich non mise mai più alcun tipo di trucco sul viso.

Mickey, all’età di otto anni, decise di odiare il colore rosso.


___



La prima volta che Mickey vide Ian Gallagher, un’ondata di odio lo pervase dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Che diritto aveva di starsene lì, con quell’enorme sorriso e quei capelli rossi? Non era adatto a vivere nel Southside, perché chi viveva lì non sorrideva e non amava ricevere attenzioni. Perché questo ragazzino tutto arti lunghi e scoordinati e un sorriso da mille watt credeva di essere diverso?
Mickey sorrise sarcastico e decise di rendere un inferno la sua vita da quel momento in poi.

Così, poco tempo dopo, iniziò a rubare al Kash n’ Grab.
Così cercò con tutto sé stesso un pretesto per fargli del male.
Così, derubò quell’uomo senza palle che era il proprietario e portò a casa la sua pistola.
Ed è così che finì nella merda fino al collo.


Nessuno era abbastanza stupido da voler entrare di sua spontanea volontà in casa Milkovich, ma apparentemente Ian Gallagher lo era.
E da quel momento la vita di Mickey venne rivoltata. Tutte le sue credenze, tutte le sue certezze volarono via e vennero rimpiazzate da dubbi e paure e incertezze. E, se c’era una cosa che un Milkovich non poteva fare, era proprio mostrarsi debole. Quindi, Mickey fece la cosa giusta da fare: seppellì tutto più a fondo possibile. Era allenato nel seppellire oggetti che potevano incastrare suo padre in questa o in quell’altra attività criminale. Cazzo, aveva addirittura seppellito qualche cadavere per conto del suo vecchio. Non sarebbe stato difficile seppellire una cosa stupida come i sentimenti che sapeva di provare per quel ragazzo dalle gambe troppo lunghe, i sorrisi troppo accesi ed i capelli rosso fuoco. O, almeno, questo era quello che si ripeteva. Credeva che se continuava a mentire a sé stesso, eventualmente la bugia potesse trasformarsi in realtà. Ovviamente, come tutte le cose, non andò così.

Si ritrovò a sentire, sempre di più. Il bisogno del corpo di Ian pressato contro il suo divenne il semplice bisogno di sentire la sua voce. Improvvisamente, non inseguiva più un orgasmo che gli avrebbe reso le gambe tremanti, ma seguiva la risata gutturale che il ragazzo rilasciava quando erano vicini e fumavano erba e respiravano la stessa aria.
Ed era tutto sbagliato e non doveva succedere.
Ma andando avanti col tempo, peggiorò. Ian si incastrò nella sua vita perfettamente e Mickey si rese conto che era come un prolungamento di un arto. Era semplicemente lì. Il rosso dei suoi capelli era sempre così acceso da accecarlo se esposto al sole e Mickey voleva strapparlo, voleva un mondo in bianco e nero così da evitare di sentire perché non gli era permesso. I Milkovich non possono amare e soprattutto non possono essere amati. L’amore era temporaneo, l’amore finiva prima o poi e ti rendeva debole. Nel momento in cui poni la vita di un’altra persona davanti alla tua, sei debole. Questo era il messaggio di suo padre, detto in parole meno aggressive. Ciò che confondeva Mickey, però, era che non si sentiva debole accanto ad Ian. Si sentiva libero, felice, forte.

Si sentì forte quando vide i suoi capelli rossi dall’altra parte della stanza venirgli incontro. Si sentì forte quando un paio di mani grandi e pallide gli tolsero il peso di suo padre di dosso. Si sentì invincibile quando le sue labbra carnose gli diedero un lieve bacio sulla tempia insanguinata.

Quando si ritrovarono tra le lenzuola con le gambe intrecciate, Mickey intricò le dita tra i capelli rossi e, all’età di venti anni, decise di non odiare poi così tanto quel colore. 
   
 
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