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Autore: Jules_Kennedy    22/05/2015    1 recensioni
"Doveva essere forte per entrambi in quei momenti, quando Law faceva cadere le sue maschere e restava solo con i suoi demoni e lui era l'unico che li avrebbe combattuti.
Gli alzò il viso, piantando i suoi occhi dorati in quelli piombo del suo ragazzo, pronunciando delle parole che mai avrebbe detto in condizioni normali, ma che in quell'istante erano necessarie come l'ossigeno."
A volte gli incubi riescono a portare via anche quello che si è riacquistato con fatica.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nightmare
 
Nothing stops the madness turning,
haunting, yearning, pull the trigger.
("Nightmare, Avenged Sevenfold)
 
 

Movimento.
 
C'era movimento nel letto, e sebbene avesse cercato di ignorarlo, quel fruscio insistente rischiava di mandarlo al manicomio.
 
Kidd voltò appena lo sguardo, aggrottando le sopracciglia inesistenti alla vista del suo coinquilino avvolto nelle coperte aggrovigliate che si agitava, girandosi e rigirandosi senza tregua.
 
Ora, non è che Law solitamente di notte fosse la persona più tranquilla del mondo, ed era anche vero che la giornata che avevano affrontato non era stata delle migliori, ma quello era decisamente troppo.
 
Del resto il tranquillo pomeriggio che avrebbero dovuto passare in compagnia di Killer e di quell'invasato di Penguin si era infatti trasformato in una corsa folle contro il tempo, materiale e meteorologico.
 
Gliel'aveva detto Law  a Kidd di non cercare di aggiustare la macchina di Penguin, che se proprio quel vecchio catorcio non si muoveva  li avrebbe potuti riaccompagnare lui a casa considerando la pioggia incessante che si stava abbattendo su Sabaody, ma no! In quella testa rossa le parole "Macchina Rotta" avevano un'unica conclusione: "Aggiustarla A Tutti i Costi".
E ci stavano riuscendo Il rosso ed il biondo, stipati in garage ed  infilati sotto la carrozzeria ormai logora della Opel del pinguino a smanettare tra chiavi e bulloni, cavi e brugole.
Tuttavia, se si fossero accorti in tempo del parafango che si stava lentamente schiodando dal retro dell'automobile, pendendo pericolosamente sulla spalla di Eustass, probabilmente Killer non sarebbe dovuto scappare a chiamare Law, sbraitando qualcosa sul braccio di Kidd che era rimasto pericolosamente incastrato tra le lamiere della carrozzeria.
E quasi sicuramente non avrebbero dovuto affrontare la peggiore tempesta degli  ultimi dieci anni per portare il rosso all'ospedale, dove fortunatamente se l'era cavata con una grossa incazzatura ed una serie di suture ad opera del migliore chirurgo del plesso, nonchè fidanzato dello stesso infortunato.
 
Okay, ripensandoci  era stata una giornata di merda. In più Law aveva anche dovuto accompagnare i due piccioncini lasciando Kidd a casa da solo, ancora infortunato e stordito dall'anestesia locale. Era tornato a casa che già il rosso dormiva, e si era lasciato cadere al suo fianco senza avere nemmeno la voglia di svegliarlo e chiedergli come andassero le suture.
 
Che comunque,  giudicare dal russare beato, andavano una meraviglia.
 
***
 
Ora Kidd fissava la schiena dell'uomo rannicchiato accanto a se tremare impercettibilmente, mentre le tatuate  mani stringevano spasmodicamente le spalle in una morsa violenta e disperata. Il rosso aveva imparato ad accettare gli incubi che turbavano spesso il sonno del suo amante, cercando semplicemente di ignorarli e aspettare che passassero. Ma in quel momento Law sembrava completamente indifeso, tremante e solo, e Kidd , per quanto odiasse quel genere di cose, sapeva che il moro aveva bisogno di lui.
 
Si avvicinò piano, tirandosi verso il corpo semicoperto dell'uomo con il braccio buono, e passandogli una mano sulla schiena, cercò in qualche modo di confortarlo, accarezzandolo piano e con gentilezza. Ringraziò il buio che nascondeva il suo viso, che in quel momento si era tinto di un leggero rosso perfettamente visibile alla luce del sole, che gli colorava le guance e gli addolciva gli occhi.
 
Perchè Kidd era fatto così.
 
Odiava mostrarsi sentimentale, non aveva una particolare abilità a capire gli stati emotivi delle persone e aveva la delicatezza di un Panzer in una cristalleria di Boemia, eppure per Law avrebbe fatto qualunque cosa, sebbene non l'avesse mai dichiarato apertamente.
 
Intravide le mani del moro stringersi ancora più forte sulle spalle, scavando con le unghia e lasciando solchi rossi che Kidd non avrebbe voluto vedere.
Era da tempo che ormai Law non praticava più autolesionismo e per Kidd era stato un lungo calvario che gli aveva lasciato più di una cicatrice sul cuore. Odiava vedere l'uomo che amava farsi del male, era una cosa stupida ed insensata, e se anche Law non aveva più questo genere di tendenze durante il giorno, con l'arrivo delle tenebre ogni inibizione che il moro poneva al suo inconscio spariva, lasciando uscire la parte più tormentata e sconosciuta di se.
Una parte che Kidd, in fondo al cuore, temeva e odiava.
 
Rialzò leggermente il busto, passando il braccio attorno alla vita sottile del moro e voltandolo verso di se. Inspirò profondamente quando sentì il volto umido di lacrime di Law aderire al suo petto, ed ignorando il dolore al braccio sinistro, gli passò una mano tra i capelli scuri e morbidi, discostando qualche ciocca ribelle appiccicata al suo viso. Appoggiò il mento sulla sua testa, e distogliendo lo sguardo lo strinse ancora di più a se, passando il pollice distratto sulla sua guancia ancora bagnata.
 
Sentiva dentro di se che la ragione di quel comportamento c'era, ed era anche abbastanza recente.
 
Lo aveva visto infatti Kidd lo sguardo di Law mentre gli suturava il braccio, gli occhi plumbei apparentemente freddi incendiati da un sentimento che nemmeno lui avrebbe saputo riconoscere, un misto di timore, preoccupazione e rabbia. Tirava i punti con maniacale attenzione, in silenzio e nervosamente.
 
Law era un medico, e come tale doveva essere piuttosto abituato a trattare con chi rischiava la vita. Eppure il rosso non aveva mai capito che problema avesse il suo ragazzo nel prendersi cura delle persone che gli erano vicine, almeno fino a quando non era riuscito a tirargli fuori (quasi a forza) la tragica storia della sua vita.
Il racconto di un bambino che aveva vissuto con la consapevolezza che qualsiasi cosa attorno a se fosse destinata a morire, e che nel tempo aveva sviluppato un'avversione quasi maniacale nei confronti della malattia e della morte, avversione che l'aveva spinto a diventare il migliore chirurgo dell'intera regione.
 
E lo era davvero, Law. Ma nonostante la sua bravura e l'innegabile motivazione, il chirurgo viveva nel terrore che tutto quello che aveva dovuto sopportare da bambino si potesse in qualche modo ripetere, e Kidd questo l'aveva percepito la prima volta che aveva fatto un incidente in moto dalle conseguenze quasi mortali. Aveva sentito la sua paura, il suo sconforto, la sua ansia, emozioni che mai il rosso prima di allora aveva visto dipinte sul volto solitamente apatico e sogghignante del suo uomo.
 
Aveva tratto le sue conclusioni, deducendo che si, Law era eccezionale nel trattare le malattie e le complicazioni altrui, ma quando si parlava di curare qualcuno a lui vicino (e vicino come gli era Eustass, forse non c'era nessuno) il moro ripiombava nella stessa ansia e nello stesso terrore che lo avevano attanagliato da sempre.
 
 E questo spiegava perfettamente perchè adesso Law stesse piangendo inconsciamente contro il petto del rosso, sfogando la paura e la preoccupazione accumulata durante l'intera giornata sulla sua pelle candida.  
Kidd gli baciò una tempia, in un  gesto tanto inusuale quanto necessario. Un brivido profondo lo scosse quando sentì il moro parlare attraverso la sua pelle, mentre una mano tatuata si poggiava delicatamente sul braccio fasciato del rosso.
 
-Non farti del male. Resta con me Kidd, non te ne andare.. resta con me..-
 
Lo aveva detto con una voce talmente flebile e spaventata da far tremare qualcosa nella gola di Kidd, un groppo che mandò giù con la forza.
Doveva essere forte per entrambi in quei momenti, quando Law faceva cadere le sue maschere e restava solo con i suoi demoni e lui era l'unico che li avrebbe combattuti.
Gli alzò il viso, piantando i suoi occhi dorati in quelli piombo del suo ragazzo, pronunciando delle parole che mai avrebbe detto in condizioni normali, ma che in quell'istante erano necessarie come l'ossigeno.
 
-Io ti amo. E resterò qui anche se non mi vorrai. Non ti libererai mai di me, Laurie.- sorrise trionfante, congiungendo la sua bocca con quella salata di lacrime del moro.
 
Ed era in quei momenti che Kidd sentiva che nonostante lo schifo che avevano affrontato, nonostante la fatica e la rabbia, passare la sua vita accanto a quel chirurgo da strapazzo era l'unica cosa sensata, e la follia più bella che la sua vita gli avesse mai regalato.
 
 





ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi di nuovo qui.. con i miei due piccolini. L'idea di Law che attraversa una fase depressivo-maniacale mi bazzicava in testa da parecchio, e credo che approfondirò di più questo tema magari con una raccolta di shots come queste... boh, ci devo pensare u.u
 
In ogni caso, Kidd è sempre Kidd, e sinceramente ogni volta che scrivo di lui mi innamoro sempre di più del carattere strano e di merda che ha questo personaggio.. e spero che ovviamente Oda lo caratterizzi maggiormente in futuro! ç_ç
Ad ogni modo, spero che la shot sia almeno apprezzabile, e al solito aspetto pareri, commenti o critiche! ^^
un saluto ed un grande bacio, alla prossima! <3
 
Jules
   
 
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