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Autore: Goran Zukic    22/05/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Occasione di Twilight

“Twilight, lo sai che non mi piace origliare” le disse Octavia con voce sussurrata e leggermente nervosa.
“Dai, Octavia, cosa ci può capitare?”
“Lo so che tu sei una spiona diplomata, ma non mi sento a mio agio” rispose Octavia che con gli occhi cercava di dissuadere l’amica che aveva già l’orecchio appoggiato alla porta di legno.
Erano appostate dietro la porta secondaria della casa di Locke, l’abitazione più grande e bella del paese, in legno di cipresso e con incisioni e decorazioni sugli architravi e sulle finestre.
Quella porta era quella che dava sul retro dell’edificio, dove c’era l’orto personale di Locke e da dove si poteva sentire, nel silenzio più assoluto, la conversazione in corso nella saletta da pranzo all’interno.
“Convoco il consiglio degli anziani” aveva detto Locke mezz’ora prima e subito dopo, lui, insieme ad altri tre pony, era entrato nella sua dimora, per fare una riunione riguardo quel misterioso Whisper Crowd.
Twilight non sapeva il motivo di tale mobilitazione, la gente del villaggio era diventata nervosa ed impaurita e persino Locke sembrava spaventato, chiunque fosse questo Whisper Crowd, la notizia di un suo ritorno, aveva fatto cadere Porto Criniera nel panico.
Twilight aveva l’orecchio appoggiato alla porta e stava ascoltando, con espressione concentrata e attenta, la stessa che assumeva quando studiava, cercando di capire e di ricevere la maggior parte di informazioni possibile.
Octavia invece era in ansia, si continuava a guardare intorno, nervosa e stava pestando insistentemente lo zoccolo a terra, abitudine che aveva spesso quando era nervosa.
“La smetti con quello zoccolo, non riesco a sentire” disse Twilight irritata.
“Andiamo via, ti prego, se Locke ci scopre…io…non si può ascoltare la riunione degli anziani” replicò Octavia, ma venne fermata da Twilight che le fece segno di fare silenzio.
Si sentivano delle voci che provenivano dall’interno, ma Twilight non riusciva a sentire pienamente quello che stavano dicendo perché Octavia respirava affannosamente.
“La vuoi finire?!” sbuffò Twilight e Octavia questa volta smise di mostrare la sua ansia così apertamente.
Ora Twilight era circondata dal silenzio, elemento a lei molto caro durante gli anni passati a studiare all’accademia di Canterlot e rimase in ascolto, pronta a cogliere le informazioni che cercava.
Riconobbe la voce di Locke, la più forte delle quattro, che discuteva animatamente con gli altri.
“Non può essere tornato, proprio nel giorno del benvenuto all’autunno”
Era la voce di Locke, particolarmente nervosa, ma mai così seria.
“Potrebbe benissimo…ricordo l’ultima volta che tornò e quello che accadde non fu una bella cosa” replicò la pony più anziana dei quattro, con voce molto roca.
“Ma si parla di secoli fa!” esclamò un altro.
“Grazie” replicò allora la pony anziana.
“Non intendevo offenderti, Old Truth, ma qui si parla di eventi lontani…Non si è fatto più vivo da allora”
“Mesh Woody ha ragione, Locke, non vedo perché dobbiamo allarmarci così e spaventare la comunità. La solitudine avrà sicuramente giocato un brutto scherzo a Mortimer, niente di preoccupante” l’ultimo dei quattro intervenne, dando ragione al suo compagno.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui le orecchie di Twilight si drizzarono sempre più, poi Locke iniziò a parlare, ma lei non riuscì a sentire, perché qualcuno alle sue spalle stava facendo chiasso.
“Che ci fate lì dietro?” chiese una voce alle loro spalle, era forte, con un tono grave e potente.
Twilight si girò e vide davanti a sé Ivan, nel suo manto bianco luminoso e la sua criniera bionda tagliata corta.
Twilight e Octavia gli fecero subito segno di fare silenzio e di abbassare la voce.
“Ma cosa?”
“Ssssssshhhhhtt!”
Il sergente, confuso e colpito, non capiva quello che stava accadendo e prima che potesse parlare di nuovo, ecco che Twilight gli aveva già tappato la bocca e lo aveva tirato per il collo accanto a loro, con una forza inconsueta.
“Posso sapere, ora, cosa state facendo?” chiese lui, ora sussurrando.
“Stiamo origliando” rispose Octavia “Oh meglio, Twilight sta origliando”
“Non sto origliando, sto solo cercando informazioni” replicò la unicorno indaco.
“Nel mio paese si chiama origliare”
“Vuoi farla finita!” il tono di Twilight, nonostante fosse sussurrato era incredibilmente efficace e forte.
“Sei nervosa Twilight?” chiese allora Ivan, confuso.
“No. Guarda, vorrei ascoltare, ma due pony invadenti non vogliono stare zitti” rispose sarcastica Twilight.
“Non ti ho chiesto io di stare…” cercò di replicare Octavia, ora irritata.
“Ssssshhhhtt!”
Twilight si rimise concentrata, ma ora anche nervosa e irritata, in ascolto, con l’orecchio appoggiato alla porta, mentre Ivan alle sue spalle faceva segno a Octavia che Twilight aveva qualche rotella fuori posto.
Ormai aveva perso il filo del discorso, ma cercava comunque di capirci qualcosa: i toni si erano fatti più alti, i due pony maschi stavano ora litigando con la pony anziana, mentre Locke cercava di placare la loro disputa.
“Sei vecchia!” urlò uno di loro.
“Hai la testa da cavallo!” replicò lei.
“Io sono un cavallo!”
Ivan e Octavia si guardavano confusi, dato che ora anche loro potevano sentire quello che gli anziani stavano dicendo.
“Il tuo alito sa di pesce!”
“Tua madre è grassa!”
“Osi insultare la buon’anima di mia madre!”
“E’ finito il sidro!”
“Riempilo!”
“State calmi! Sembrate un branco di iene!” cercò di fermarli Locke.
I tre ora si guardavano tutti e tre straniti.
“E questi sarebbero i saggi anziani del villaggio?” chiese Ivan sorridendo leggermente.
Octavia, con le palpebre che sbattevano e il naso che si arricciava ogni parolaccia che le giungeva all’orecchio, annuì con gli occhi sgranati e confusi.
All’improvviso si sentì un rumore, così sordo e vicino che tutti e tre, compreso il forte Ivan, saltarono in aria dallo spavento.
Qualcosa aveva colpito la porta dietro la quale stavano ascoltando e i loro corpi erano scattati indietro di qualche metro, terrorizzati dall’improvviso colpo, simile al rumore del vetro quando si frantuma.
“Possiamo andare a casa ora?” chiese allora Octavia speranzosa, con tono stanco e supplichevole.
“No, Nadia, devo sapere” rispose Twilight, avvicinandosi alla porta.
“Ma…è così anche normalmente?” chiese allora Octavia a Ivan.
“Per come l’ho conosciuta…anche peggio” rispose lui.
“Vi sento!” replicò stizzita Twilight, ma proprio mentre aveva pronunciato quelle parole, ecco che la porta si spalancò e Twilight incrociò i suoi occhi con quelli del pony con i baffi che aveva una faccia semplicemente confusa, come scolpita nel marmo.
La situazione era di un imbarazzo incredibile, Twilight era rossa di vergogna, così come Octavia, mentre Ivan era a metà tra la preoccupazione e il divertimento.
Twilight cercò di fare un timido sorriso da innocente, con le zampe nascoste dietro la schiena e gli occhi aperti al massimo, come implorare pietà.
Il pony con i baffi bruni, che aveva il manto marrone chiaro, la criniera dello stesso colore dei baffi, gli occhi verdi e come cutie mark un boccale di sidro, si limitava ad osservarla confuso, anche lui colpito dall’inaspettata visione.
Il silenzio era imbarazzante, ma all’improvviso l’atmosfera di tensione venne rotta dalla voce della pony anziana che chiamava il suo collega da dentro.
“Dov’è il mio sidro?”
Il pony con i baffi scoppiò in un colpo di tosse e rispose con voce aspra: “Arriva!”
I suoi occhi poi si spostarono su quelli dei tre giovani stesi a terra che lo guardavano speranzosi.
“Io non ho visto voi, voi non avete visto me, ma ora via di qua, se vi becca Locke…” disse loro facendo tirare un enorme sospiro di sollievo alla nervosissima Twilight, prima di prendere una bottiglia da una cassa accanto a loro e portarla dentro.
I tre si guardarono scioccati e poi scoppiarono a ridere di gusto, rotolando come dei maggiolini per terra, non riuscivano a respirare tanto stavano ridendo.
“Ho detto via!”
La voce del pony con i baffi li fece scattare in piedi e correre via dal vicolo, tornando in fretta e furia nella piazza principale.
La gente era ancora, in parte, riversata in piazza, in attesa di informazioni e indicazioni da parte del consiglio degli anziani.
Un gruppo di piccoli puledri stava giocando a carte, mentre le madri spaventate discutevano tra loro, nei loro visi si leggeva una forte dose di ansia e preoccupazione.
Anche Twilight era confusa, non era né spaventata né nervosa, ma confusa perché per la prima volta non sapeva di cosa la gente era preoccupata, non sapeva come risolvere il problema e si sentiva fuori luogo, isolata nella sua “ignoranza”.
Stanca di brancolare nella curiosità e la confusione si avvicinò ad una giovane pony dal manto fuxia e la criniera azzurro acqua.
“Scusami, sai dirmi chi è Whisper Crowd?” chiese Twilight alla pony, ma capì che non aveva usato l’approccio corretto dato che la pony l’aveva guardata con occhi terrorizzati ed era scappata via velocemente.
“Ho detto qualcosa di male?” chiese Twilight a Ivan e Octavia che la seguivano, leggermente annoiati, ma anche divertiti dal fatto che Twilight cercasse di impegnarsi così tanto senza successo.
I due le risposero facendo spallucce, mentre Octavia scoppiò a ridere.
“Grazie mille…amica”
“Se vuoi ti dico io chi è Whisper Crowd, frangetta violetta” le disse una voce alla sua sinistra.
Twilight si voltò, ma davanti a sé vide solo la fontana e il bisonte John che trasportava un barile, nonostante avesse capito di chi fosse la voce.
“In alto” le disse di nuovo la voce e Twilight alzò lo sguardo, vedendo Idrozoa seduto sulla testa dell’unicorno raffigurato nella statua, intento a mangiare una mela verde.
“Idriota, che piacere” esclamò Twilight, sorridendo con una velata cattiveria.
“Sempre simpatica come un chiodo sotto la lingua, Twilight Splash” replicò lui ricambiando il sorriso e facendole l’occhiolino.
Twilight arricciò il naso e gli disse: “Senti, non ti chiederei mai un favore, ma se me lo offri tu, potrei anche accettare”
“Vuoi sapere o no chi è Whisper Crowd?” chiese allora Idrozoa, irritato.
Non voleva chiedere un favore a Idrozoa, non voleva proprio, lo odiava, odiava il suo atteggiamento, odiava tutti i lati del suo carattere e non voleva averci niente a che fare, ma in questa situazione sembrava che fosse l’unica soluzione.
“Sì” sussurrò Twilight.
“Come?” chiese Idrozoa con lo zoccolo attaccato all’orecchio e un sorriso a trentadue denti.
“Sì!”
“Oh mio Dio! Stalloni e puledre, unicorni e pegasi, assistete alla principessina di Canterlot che scende dal suo trono fatato!” gli occhi di Twilight fecero un giro completo e sembrava poter esplodere di rabbia da un momento all’altro. “Mia signora, che onore per un umile unicorno di mare come me, potervi aiutare”
Idrozoa scese dalla statua con un salto e i due unicorni arrivarono faccia a faccia, con espressioni totalmente diverse: entrambi avevano le sopracciglia inclinate, ma, mentre uno aveva il viso scolpito in un sorriso beffardo, l’altra aveva la bocca inclinata in un ghigno di rabbia.
Octavia stava sorridendo di gusto e Twilight la gelò con lo sguardo.
I due rimasero in silenzio a guardarsi per qualche secondo, poi Twilight gli disse: “Se dobbiamo farlo, prima iniziamo e prima finiamo”
“Mi sembra coerente” replicò lui.
“Chi è Whisper Crowd?” chiese allora la unicorno viola, senza cambiare di una virgola il suo atteggiamento ostile.
“Era, ma probabilmente è, un pegaso, ma non un pegaso qualsiasi…è un pirata, il più terribile corsaro dei nostri mari. La leggenda narrava che da secoli tormentava i villaggi a bordo del suo veliero, “Il Sussurro Glaciale”, rubando viveri, ricchezze e tutto quello che i poveri abitanti di quest’isola avessero in possesso. In realtà il suo obiettivo era quello di rubare il nostro tesoro più prezioso, “Il Globo delle maree”, una sfera azzurra che conteneva il potere di controllare il mare. Era con quell’artefatto che noi controllavamo il mare e le stagioni, vista la scarsità di pegasi nel nostro villaggio ed era l’eredità degli antichi unicorni di mare, la mia stirpe, e del suo ultimo possessore, mio padre. Ma un giorno, Whisper Crowd giunse, dopo anni di inattività e trovò il globo, uccidendo in duello mio padre…” la sua voce si era fatta più rabbiosa e determinata, come se da un momento all’altro potesse esplodere d’ira. “Ero solo un cucciolo allora, ma è da quel giorno che aspetto il suo ritorno per poterlo finalmente sconfiggere e vendicare mio padre”
Il suo racconto l’aveva lasciata senza parole, non che fosse particolarmente commuovente o dettagliato, ma vedere Idrozoa emotivamente coinvolto in un problema la faceva sentire a disagio, come se sentisse che il suo giudizio nei suoi confronti stesse cambiando.
“Capito, Frangetta? O la mia parlata da popolano ti disgusta?” esclamò allora lui, facendole cambiare immediatamente sensazione.
“Ho capito, grazie, rimani comunque un cretino” rispose lei e gli voltò le spalle tornando da Ivan e Octavia che si erano sdraiati poco più in là sull’erba.
Twilight raggiunse gli amici, ma proprio mentre stava per sdraiarsi anche lei, ecco che le porte della casa di Locke si spalancarono e gli anziani uscirono in piazza, salendo sul palco eretto poco prima per la festa di benvenuto all’autunno.
La gente iniziò a riaffollarsi davanti al palco e Locke iniziò subito a parlare.
“Abbiamo deciso che non possiamo permetterci di non fidarci di Mortimer, altrimenti potrebbe succedere come l’ultima volta. Ho bisogno di alcuni volontari che mi accompagnino in una perlustrazione in mare, per provare il ritorno di Whisper Crowd” disse Locke con tono forte e risoluto.
Idrozoa alzò subito la zampa e Locke annuì compiaciuto della sua velocità.
Twilight stava pensando, rifletteva riguardo la missione, se si fosse offerta probabilmente sarebbe stata integrata definitivamente nella società e l’idea cominciava a portarle una certa curiosità.
“Se ci va lui, vengo anche io” esclamò lei alzando la zampa e scatenando qualche tono di sorpresa dalla folla.
“Se ci va lei, vengo anche io” esclamò allora Ivan alzando anch’egli la zampa.
“Se ci va lui, vengo anche io” questa invece era la voce di Octavia.
“Se ci va lei, vengo anche io” Twilight riconobbe la voce elegante e teatrale di Kenneth che era al centro del gruppo con la zampa alzata.
In meno di dieci secondi Locke aveva già cinque volontari.
   
 
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