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Autore: Greeilinn    22/05/2015    2 recensioni
In cosa consiste questa raccolta? In una serie di flashfic e one shot in cui prendiamo in esame due personaggi per volta, in un luogo ben preciso e intenti ad un’azione specifica.
01. Alexy e Rosalya - prima parte
02. Dake e Aghata
03. Boris e la direttrice
04. Leigh e Ambra
05. Kentin e Ambra
06. Castiel e Iris
07. Dajan e Laeti
08. Alexy e Rosalya - seconda parte
09. Castiel e Aishilinn
10. Lysandre e Kim
11. Faraize e Violette
12. Boris e Greeicyel
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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LEIGH E AMBRA




Era successo di nuovo, dannazione. Rosalya avrebbe potuto essere più comprensiva, anziché mettere il muso per niente. Dopotutto, cosa le aveva fatto? Si era soltanto dimenticato che quella era la mattina del loro mesiversario. Poteva anche capitare, ogni tanto, che qualcosa gli sfuggisse di mente…
   Sospirando, Leigh si sentì uno sciocco una volta di più. Soprattutto perché aveva dovuto ingegnarsi per rincorrere Rosalya fin dentro il liceo, dove gli sarebbe stato impossibile entrare; ma non voleva incomodare di nuovo quella povera ragazza a fargli da cupido per la seconda volta. Così, aspettando la pausa pranzo e cercando di non farsi notare, nonostante il suo pittoresco stile di abbigliamento, se l’era filata lungo i corridoi e su per le scale nella speranza che nessuno dei professori, o peggio ancora la preside, potessero vederlo.
   Il vero problema, però, era che non sapeva dove cercare Rosalya. Forse avrebbe potuto chiedere a Lysandre, se solo lo avesse incontrato da qualche parte. Gli sovvenne che, magari, avrebbe potuto contattarlo con il cellulare, per chiedergli di lei. Leigh stava già per mettere mano al telefonino quando, sospirando, accantonò l’idea: suo fratello dimenticava spesso il proprio a casa. Tutto sommato, però, poteva anche essersi ricordato di portarselo appresso, quel giorno… Che gli costava provare a mandargli un messaggio?
   La porta dell’aula si aprì di scatto e il giovane sobbalzò, dandosi dell’idiota per non essersi curato di trovare un nascondiglio in quello che, con tutti quei banconi da lavoro, lavandini, provette e becco Bunsen, pareva essere un vero e proprio laboratorio di chimica.
   «E tu chi sei?» esordì la ragazza ferma sulla soglia, che lo fissava con occhi smarriti. Leigh esitò: che scusa avrebbe dovuto inventarsi? Lei lo squadrò dalla testa ai piedi con aria critica. «Come diavolo ti sei vestito?» gli domandò, più con curiosità che con reale disgusto. Poteva capirla, dopotutto non erano in molti ad amare quel genere di abbigliamento…
   Lo sguardo della ragazza tornò a piantarglisi dritto negli occhi con impazienza. «Insomma, si può sapere chi sei?» Leigh provò ad aprire la bocca per replicare, ma si rese conto di non sapere cosa accidenti dire. La vide scuotere i lunghi capelli biondi con fare spazientito. «Se non parli, giuro che vado dritta da mio fratello a denunciare la tua presenza qui!» lo avvertì con voce minacciosa. «È il delegato degli studenti, sai?»
   In realtà non è che gliene potesse importare granché, di chi fosse suo fratello, ma Leigh si rendeva conto che la faccenda poteva diventare fastidiosa. «Aspetta», le disse con calma, sperando che la ragazza potesse in qualche modo essergli d’aiuto. Ma non ricordava che fosse un’amica di Rosalya, quindi forse neanche la conosceva. Avrebbe dovuto arrendersi a spiegarle la situazione? Diamine, che seccatura non essere un bravo oratore…
   Sospirando, il giovane provò a fare del suo meglio. «Vedi, sono qui per una ragazza.» La bionda inarcò le sopracciglia e l’espressione del suo viso si fece meno dura. «Io… sono perdutamente innamorato di lei.» Lo aveva davvero detto ad alta voce? Leigh, si passò una mano sul viso con fare imbarazzato, domandandosi perché mai non riuscisse ad essere così diretto anche con Rosalya. «Mi sono introdotto nel liceo con la speranza di poterla incontrare», riprese dopo qualche attimo, facendosi coraggio e tornando a guardare la sua interlocutrice. «Credevo di non riuscirci, ma poi sei arrivata tu e… hai riacceso le mie speranze», terminò, non facendo minimamente caso all’equivoco che avrebbero potuto causare quelle parole.
   Difatti, Ambra strabuzzò gli occhi. Era una dichiarazione d’amore, quella? Da parte di un così bel ragazzo, oltretutto? Certo, lei era innamorata di Castiel da una vita, ma… Cielo, com’era stato dolce, questo sconosciuto a farle quella sorpresa! Inoltre, non c’era pericolo che si trattasse di un brutto tiro come quello che le aveva giocato quel dannato ex-occhialuto, perché era strasicura di non aver mai visto quel giovanotto prima di quel momento.
   Ridendo scioccamente, si afferrò una grossa ciocca di riccioli biondi fra le mani. «Oh, beh…» cominciò, cercando di contenere l’imbarazzo. Prese un grosso respiro e lasciò stare i capelli, ributtandoli dietro le spalle diritte ed impettendosi per mettere in mostra tutto ciò che madre natura le aveva generosamente donato. «Sei stato davvero, davvero carino a venire fin qui…» proseguì poi con voce suadente, iniziando ad ancheggiare verso lo sconosciuto.
   Quest’ultimo, solitamente impassibile a molto di quello che gli capitava, anche e soprattutto perché abituato ad avere a che fare con un terremoto di fidanzata come Rosalya, si permise questa volta di aggrottare lievemente la fronte. «Quindi… mi aiuterai?»
   Ambra tornò a ridacchiare, questa volta con fare spavaldo. «Ma certamente!» gli garantì, avvicinandosi a lui più di quanto avrebbe dovuto. Si fermò a pochi passi e, sfarfallando le lunghe ciglia, domandò: «Dove vuoi che ci vediamo, al termine delle lezioni?»
   Leigh si chiese perché mai avrebbero dovuto incontrarsi dopo la scuola, ma non obiettò: forse, si disse, quella ragazza non poteva fare nulla al momento, mentre una volta conclusasi la giornata di studio, le sarebbe stato più facile aiutarlo a trovare Rosalya. «Non lo so, dove preferisci», rispose allora, pronto a tutto per l’amore della sua vita.
   «Magari potresti aspettarmi all’uscita della scuola», iniziò Ambra, allungando le dita di entrambe le mani per iniziare a giocherellare con l’eccentrica cravatta lilla che gli ricadeva a balze sul petto. Il giovane si sentì vagamente a disagio. «E poi potremmo andare al cinema…» continuò lei, lasciandolo di sasso.
   Che significava, tutto ciò? Come avrebbe potuto aiutarlo, dentro a un cinema?!
   «Un momento…» prese a balbettare, a quel punto, afferrando gentilmente la ragazza per i polsi. «Credo ci sia stato un malinteso…» Ambra lo scrutò con aria confusa. «Sto cercando Rosalya.»
   Fu come una stilettata in pieno petto. Possibile che tutti i tipi interessanti finissero per preferire le altre a lei?!
   Le sue mani si serrarono con forza attorno alla cravatta ed i suoi occhi si assottigliarono in due fessure feroci. «Tu…» ringhiò a pochi centimetri dal suo mento, data la statura non indifferente di quel dannato idiota. «Arrangiati!» gli urlò infine, strattonandolo via e fuggendo a passo di carica verso l’uscita dell’aula. Gliel’avrebbe fatta pagare… Oooh, se gliel’avrebbe fatta pagare!
   Leigh la seguì indolentemente con lo sguardo fino a che quella matta non fu sparita oltre l’uscio. Dopo di che si concesse uno sbuffo e si rassettò con cura la cravatta. Avrebbe fatto meglio ad andarsene da lì, prima che a quella tipa fosse venuto davvero in mente di allertare il suo fantomatico fratello delegato.

Leigh fa una dichiarazione d’amore ad Ambra nel laboratorio di chimica.





Shot scritta da Shainareth/Aishilinn.





   
 
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