È così...dolce infondo.

Non sono molte le persone che hanno la possibilità di scegliere come morire, anche se non mi è stata data possibilità di scelta sul quando.

Se dovessi scegliere tra il vivere e il morire cosa sceglierei?

Vivere. Vivere ad ogni costo ovviamente, aggrappandomi all'ultima speranza egoistica e spregevole, terribile e dolorosa che mi permetterebbe di vivere ancora un po'.

Ma, perché in questa dannata  e infinita/finita vita ci sono sempre troppe variabili e precisazioni che non permettono a nessuna frase o espressione di essere chiara o senza alternative, ho la mia piccola consolazione.

So che l'ultima cosa che i miei occhi vedranno sarà il viso di Stefan e saranno pieni di lui.

L'ultima mia richiesta è stata la solitudine.

Me e Stefan soltanto in quella stanza, così che potessi morire abbracciando lui, la mia pace.

Ma essendo sinceri...ho mai trovato la pace nella mia vita?

L'amore mi ha solo portato al dolore e a perdere più di quello che ero disposta a concedere.

«Sei pronta?»

Stefan mi guardava ma non c'era rabbia nei suoi occhi, nemmeno pietà...forse solo incertezza.

Dopo tutto quello che avevo fatto ancora esitava nel porre fine alla mia vita?

Ma forse era solo la mia fantasia, forse solo una dolce illusione.

«Stringimi»

Sussurrai, avvicinandomi a lui a passi piccoli.

Un vampiro può tremare?

«Ti prego, Stefan»

Un vampiro può sentire freddo?

Lui mi avvolse le braccia alla vita e sembrava quasi bruciassero a contatto con la mia pelle coperta da vestiti che non mi appartenevano e che infondo ero stanca di portare.

«Forte»

E poggiai la testa sulla sua spalla, lo strinsi più forte che potevo.

Perché lui sembrava bruciare? Perché io continuavo a sentire solo tanto freddo?

Nascosi la testa nell'incavo del suo collo e poi lo baciai, lì, in quel punto così pieno del suo odore.

«Sarebbe potuto essere tutto diverso»

La voce di Stefan continuava ad essere dannatamente dolce.

Eccola lì, Katherine Pierce, una donna così forte e apparentemente immune al dolore adesso pronta a diventare un ramoscello nato per spezzarsi.

«Vorresti che ti dicessi che se tornassi indietro non farei tutte le cose terribili che ho fatto? Stefan, mi conosci, rifarei tutto»

Lui rise, alleggerendo la presa sui miei fianchi, forse per pochi secondi sorrisi anche io.

«Volevo solo darti un po' di pace»

Mi allontanai giusto il necessario per poterlo guardare negli occhi e prendere il suo viso fra le mani.

«Io non sono capace di raggiungerla, averti adesso, toccarti, è la cosa più vicina alla pace che la vita mi ha concesso e comunque, fa spaventosamente male»

«E da quando Katherine Pierce è così sentimentale e aperta? Mhm?»

Avvicinai il viso al suo tanto da sentire qualcosa nel centro dello stomaco smuoversi.

È davvero possibile tutto questo?

«Da quando le rimangono solo pochi minuti da vivere»

Stefan mi guardò, con le labbra schiuse appena e gli occhi attenti.

Non mi guardava così da centinaia di anni ormai.

«Baciami, poi posso anche morire e non vedrai mai più la mia faccia. Ma prima baciami»

E riuscii a stento a finire di pronunciare quelle parole che sentii le sue labbra sulle mie.

Calde come il fuoco.

Voleva quel bacio quanto me, voleva darmi quella piccola gioia che in verità non era nemmeno piccola.

Era immensa.

E poi ancora solo tanto freddo, anche dolore. La lama che le oltrepassava la carne e poi l'oblio raggiunto quando le sue labbra ancora si mischiavano con quelle di Stefan.

E forse, solo forse, Stefan sentì il cuore un po' più vuoto, un po' più freddo.

Forse sentì un dolore che non si aspettava di provare e pregò che lei trovasse la pace che non aveva mai raggiunto in vita, almeno dopo la morte.

«Mi mancherai Katherine Pierce»