Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Laix    22/05/2015    7 recensioni
Lo scopo di questa raccolta di one-shot è di sperimentare varie coppie (non solo love couples) sia tra le più conosciute che tra le più impensabili. Alcune delle presenti sono già state suggerite da voi: con diversi personaggi e couple sperimentate, si vede cosa ne esce e si cerca di accontentare tutti! Non siete vincolati alla lettura dell'ultima shot pubblicata... Ogni shot è una storia a sé, quindi liberi di aprire la tendina dei capitoli e scegliere i duetti favoriti! ;) I contesti possono essere dei più svariati, anche passando per l'assurdo :D
***
35. Mary Sera e Shuichi Akai ~ [Sei dura, donna. Dura come la pietra, il ghiaccio, sei cemento. Io con te divento calce ma tu non ti rompi mai, una corrente salata che viaggia al contrario e apre le onde. Eppure guarda cosa hai nascosto lì sotto. Dietro le botte, gli insulti, lo sguardo, l'odio, ti stai solo preoccupando per me e per il destino avverso che inseguo. Hai già visto tutto coi tuoi occhi e su un altro uomo.]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1.  Conan e Ran ~

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Carta colorata


- Mi potrai mai perdonare, Ran? -
- No -
La figlia del detective dormiente si lasciò sfuggire a bassa voce quell'unico monosillabo, accompagnato dalla mano sinistra tremante che si portò alla fronte per nascondere gli occhi.
- No – ripeté, forse più a se stessa che a lui. No, Ran, no che non lo perdoni. Non ti azzardare. Adesso basta.
Conan la guardò affranto, immobile nella sua posizione, senza fiatare. La fissò ancora e ancora, come se potesse pungerle la pelle del viso col solo ausilio del proprio sguardo insistente. Iniziavano a fargli male le gambe, visto che era seduto a terra a gambe incrociate da una buona mezz'ora, ma ignorò il malessere. Anche lei aveva assunto la stessa posizione, di fronte a lui. Il bello è che non ricordava come fossero finiti così: avevano iniziato a parlare di quella questione, e ad un tratto si erano ritrovati seduti a terra. Non si erano nemmeno alzati per accendere la luce, nel momento in cui l'oscurità della sera aveva iniziato ad inondare la stanza: erano troppo presi dal discorso, troppo impegnati a ritenere irrilevante qualsiasi cosa esistesse al di fuori di quella chiacchierata. La stessa chiacchierata che aveva condotto lui, una volta per tutte, a dirle la verità su ogni cosa, nonostante vestisse ancora i panni di un ragazzino. Sui motivi per cui aveva nascosto la verità, sulla situazione da cui si era sentito minacciato a lungo e che ora era stata debellata... e sulla sua vera identità.
Ma niente era andato come aveva sperato.
Forse intimamente lei ne era felice, ma c'era un imponente - e giustificato - muro di risentimento che le impediva di dimostrarlo.
- Io l'ho fatto solo per proteggerti... - riprovò lui con un filo di voce.
Ran, per tutta risposta, si alzò da terra bruscamente ed uscì da quella camera, sbattendo la porta.
Il detective sospirò. Era più difficile del previsto. Molto, molto più difficile, ma doveva resistere, e doveva capirla. Come reagirei io al suo posto? Probabilmente allo stesso modo, o quasi.
Certo era frustrante, non era abituato a gestire situazioni di quel genere. Guardò fuori dalla finestra, senza avere molto altro da fare: inseguire Ran al piano di sotto sarebbe stato inutile, lei si sarebbe semplicemente spostata in un'altra stanza per stare lontano da lui. Quando le sarà passata un po' la rabbia magari tornerà qui. Rimango qui ad aspettarla... anche per tutta la notte. Ora credo voglia stare da sola.

Dopo circa venti minuti, Ran ritornò da lui. Si chiuse la porta alle spalle e si rimise nella posizione precedente, seduta per terra di fronte a lui, senza dire una parola. Lui si prese del tempo per analizzarla, constatando che pareva distrutta. Il suo viso era quasi inespressivo, gli occhi gonfi e le labbra strette. Guardava in basso, il pavimento, e nient'altro: non osava alzare gli occhi su di lui.
- Guardami, Ran -
- No -
- Stai dicendo quell'unica parola da quasi un'ora. Mi stai facendo impazzire -
- Tu mi hai fatto impazzire per oltre un anno. Possiamo ritenerci quasi pari, almeno? -
- Non era mia intenzione, sto tentando di spiegartelo da un po'. L'ho fatto per un bene superiore -
- Un bene che non era il mio -
- Mi guardi in faccia, per favore? -
- La tua concezione di “protezione” è stata basata sul farmi del male. Sul farmi soffrire, in modo longevo. -
Lei continuava a tenere lo sguardo basso, come se una calamita potente infilata nel pavimento le impedisse di fare altrimenti. Era davvero scoraggiante. Conan sospirò nuovamente e scosse la testa, senza sapere come comportarsi.
- Ti ho già detto tutto quel che dovevo, Ran. Mi ripeterei e basta. L'ho fatto per te, e ti ho fatto del male nel tentativo. Mi dispiace -
- Sei patetico. Ricorri sempre alle solite scuse. E soprattutto credi che io ci caschi anche questa volta, credi che tanto ti perdonerò ancora -
Due lacrime iniziarono a scorrere sulle guance della ragazza, incontrollabili. Lei si morse il labbro e poi continuò a parlare, con voce rotta e flebile.
- Perché non ti sei mai fidato di me, nemmeno una volta...? Non mi credevi in grado di sopportare il tuo segreto? Mi hai detto un sacco di bugie, continuamente. Per te ero solo la ragazza a cui mentire nei modi più stupidi e rapidi... lo sono stata per tanti, tanti mesi... senza saperlo... -
- Ran, stai sbagliando, io non... -
- Ed io ti ho sempre creduto, come una perfetta idiota... sei un bastardo... -
- Io ti amo, Ran -
- Stai zitto! -
Lei si portò le ginocchia al petto e le avvolse con le braccia, per poi affondarci dentro il viso e iniziare a piangere rumorosamente, il corpo scosso da fremiti.
- Sei un bastardo... - ripeté con voce bassa e attutita da quella posizione rannicchiata.

- Ti amo -
- Ed io ti odio! -
Lo urlò forte, provocando a lui uno squarcio di ferita invisibile all'altezza del petto. Non capiva se lo diceva così tanto per dire, in preda alla rabbia, o se era seria. La seconda prospettiva lo pietrificava dal terrore.
Lei si rialzò di scatto, furiosa e piangente, uscendo di nuovo dalla camera con lo stesso procedimento di poco prima.
- Devi andartene da questa casa, vattene! - la sentì urlare sulle scale esterne, prima di udire anche l'eco del suo pianto continuo fino al piano inferiore.
Lui appoggiò la schiena alla parete sospirando forte e afferrandosi un ciuffo di capelli, in preda ad una pesante angoscia. Ok, stava diventando davvero troppo complicato, non sapeva più a che cosa appigliarsi. Ma doveva mettercela tutta e avere una pazienza infinita, perché se l'avesse persa anche lui, come Ran, non ci sarebbe stato modo di recuperare quel rapporto.
Dal piano di sotto udiva ancora il pianto ovattato e solitario della ragazza, che aveva su di lui lo stesso effetto che avrebbe potuto avere una piccola e insidiosa lama continuamente infilzata negli stessi punti vitali. E poi udiva soltanto il silenzio. E il buio che lo circondava. Anche quello pareva avere il suo suono.
Si portò una mano sul braccio, stritolando il tessuto della maglia e la porzione di pelle sottostante. Serviva sia come movimento anti-stress, sia come distrazione su un dolore fisico più sopportabile.
Resisterò senza pause, ci dovessi impiegare un tempo incalcolabile. Forse tu vuoi davvero che io me ne vada, magari non vuoi nemmeno più vedermi, ma invece rimarrò... ti mostrerò che, come tu hai saputo aspettare me, io saprò aspettare te. Al momento mi va bene anche il tuo odio, lo accetto. Hai carta bianca.
E quando deciderai di colorarla, con un qualsiasi colore, io sarò qui.




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Angolino:
Okay, la prima scelta è ricaduta su Conan e Ran, in una vicenda post sconfitta dell'organizzazione per la quale il detective trova il coraggio di confessare a Ran tutta la verità, la quale però, contro le sue migliori aspettative, non la prende molto bene. Cosa ne pensate? Intanto grazie per aver letto, alla prossima! ^.^
P.S. Le storie saranno più o meno tutte di questa lunghezza :) Come forse sarà balzato all'occhio, i colori rappresentano il fattore che legherà ogni capitolo all'altro, il che dà una parvenza di senso al titolo della raccolta :P Ogni shot sarà simboleggiata e nominata da un colore attinente alla situazione. A dire il vero in quasi ogni storia ci sarà il riferimento ad un segreto nascosto o rivelato, a seconda dei personaggi (come in questo cap la vera identità), motivo per cui ho scelto il verbo "custodire". Bene, oltre ad essere prolissa nelle storie lo sono pure nelle note, quindi basta, a voi la parola XD ciao! ^^ 

 

  
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