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Autore: charlotteohlin    22/05/2015    1 recensioni
La giovane donna aprì gli occhi, certa di aver sentito il suo nome echeggiare nell’aria fredda e buia della sua stanza. Si guardò intorno, coprendosi premurosamente il petto con il lenzuolo, ma a prima vista le parve di non notare niente di anomalo; soffermò per lungo tempo la sua attenzione sulle lunghe tende davanti alla finestra, che danzavano sinuosamente a causa del venticello notturno.
Che fosse stato davvero lui a chiamarla? [..]
Una notte d'amore tra una coppia di personaggi della mitologia greca.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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«Kora*.» 

La giovane donna aprì gli occhi, certa di aver sentito il suo nome echeggiare nell’aria fredda e buia della sua stanza. Si guardò intorno, coprendosi premurosamente il petto con il lenzuolo, ma a prima vista le parve di non notare niente di anomalo; soffermò per lungo tempo la sua attenzione sulle lunghe tende davanti alla finestra, che danzavano sinuosamente a causa del venticello notturno. 
Che fosse stato davvero lui a chiamarla? 
Mmh, improbabile. In fondo, era solo Agosto.. Certo, ormai il tempo era quasi giunto al termine, ma gli accordi tra suo marito e sua madre erano stati severi e precisi: Kora sarebbe tornata negli Inferi solo con l’arrivo dell’autunno, e lì sarebbe rimasta per tutto l’inverno, fino alla primavera seguente.
Era un ciclo continuo, il suo, e lo sapeva bene. Aveva accettato lei per prima quella vita, e ne era tutto sommato felice.

«Kora.» 

Questa volta il suo nome giunse alle sue orecchie in modo cristallino, tanto che la donna scattò giù dal letto in men che non si dica. 
«Hades*? - domandò flebilmente - sei tu?» 
Una figura scura come la notte si materializzò dall’altro capo della stanza. 
«Precisamente.» 
Quella voce, così cupa e familiare, non potè che strappare un sorriso alla ragazza; gli si avvicinò lentamente, cercando allo stesso tempo di non farsi sentire da sua madre, che occupava la stanza proprio di fronte.
«Cosa ci fai qui?» domandò Kora, quando gli fu a meno di un soffio di distanza. Era così contenta di vederlo; lo aveva pensato tanto, in quei mesi passati sulla Terra insieme alla sua genitrice. 
La luce della Luna illuminò candidamente il volto di Hades, rivelando la sua pelle diafana e gli occhi neri e sottili. Kora notò che indossava un lunghissimo mantello, che copriva interamente il suo corpo; i capelli scuri erano poi seminascosti sotto un cappuccio, che la giovane decise prontamente di sfilare con le sue stesse mani.
«Sono venuto a trovarti. Volevo accertarmi che tu stessi bene.» rispose il Dio, allungando le braccia per sfiorare le guance rosate di sua moglie. Kora sentì le fredde dita del marito percorrerle la linea curva del viso, soffermandosi dapprima sugli zigomi, per scendere fin verso il mento senza indugio alcuno.
«Sei pazzo» mormorò la giovane donna, mentre cercava con scarso successo di resistere alle carezze così dolci e desiderate che le Hades le stava offrendo «se Demetra* viene a sapere che sei qui..»
«Non lo saprà, fidati di me.»
Kora lanciò al Dio un’occhiata interrogativa, e lui le sorrise. «Le ho messo nel pasto un potente sonnifero. Mi pento di aver agito in questo modo, ma ero davvero ansioso di vederti. Tuttavia,» si affrettò poi ad aggiungere «se ciò ti provoca dei dispiaceri, non esitare a dirmelo. Sparirò, nello stesso modo in cui sono apparso, ed annullerò l’effetto della pozione.» La donna si sentì quasi stupida per aver dubitato del marito; dunque gli si avvicinò ancora per stringerlo forte a se, sperando che non si fosse offeso lui per una tale mancanza di fiducia.
«Mi sembra un sogno poterti riabbracciare dopo tutti questi mesi.» ammise Kora, quando sentì che il suo gesto affettuoso era stato ricambiato. Sapeva benissimo che Hades stava provando i suoi stessi sentimenti, ma sapeva anche che il Dio degli Inferi non era molto avvezzo a questo genere di dialoghi: era già tanto che avesse ammesso, qualche attimo prima, che era stato “ansioso di vederla”.
La giovane avvertì le forti mani del marito salire fino alle sue spalle e fermarsi proprio lì, dove la pelle della fanciulla era scoperta.
«La tua pelle continua a rimanere la più morbida, mia signora
Kora sorrise. «Spero che in tutto questo tempo tu non abbia avuto modo di assaggiarne altre, mio signore.» cantilenò  e si voltò di schiena, portandosi i capelli tutti al lato sinistro del collo. Hades non aspettava altro, lo sapeva bene lei; il Dio era a conoscenza di tutti i suoi punti deboli, e la pelle adiacente al collo era uno di questi. Di conseguenza, cominciò a baciarle ogni singolo centimetro della nuca e della scapola nuda, lasciando di tanto in tanto qualche piccolo morso.
«Per tutte le Pieridi*, Hades» mormorò Kora con un gemito, chiudendo gli occhi «che stai facendo?»
Le dita del Dio si intrecciarono alle sottili spalline della finissima camicia da notte della giovane, per poi farle scivolare via verso il pavimento.
«Sei bellissima.» disse lui, osservando la moglie alla luce della Luna. Era esattamente come se la ricordava: un corpo snello e curvilineo, i fianchi larghi. Una bellezza tanto genuina quanto complessa, insomma.
«Non sai quanto ti desidero.»
«E’ per questo che sei qui, Hades?» chiese Kora, mentre si voltava nuovamente verso di lui, questa volta però senza nessun indumento a proteggerla. «Sei qui perchè desideri passare una notte con me?» 
Il Dio non rispose, probabilmente perchè la risposta era anche troppo scontata.
Non era una situazione semplice, la loro; stare sei mesi senza il proprio coniuge era una tortura vera e propria, anche sotto l’aspetto affettivo. La giovane sorrise timidamente, portando entrambe le mani sulle gote pallide del Dio degli Inferi. Lui la stava fissando serio, forse impaurito dall’imminente reazione della donna, ma quel che accadde non fu niente di più di un bacio.
Kora appoggiò le sue labbra a quelle del marito, il quale ricambiò il gesto non appena sentì il contatto. La abbracciò forte, la strinse a se più che poteva, per farle capire che non l’avrebbe mai abbandonata e che le sarebbe sempre stato fedele. 
I baci si fecero via via più intesi e passionali, tanto che Hades prese la giovane in braccio e si mosse verso il letto dove, poco prima, sua moglie aveva dormito; fece stendere quindi Kora sul materasso il più delicatamente possibile, poi la raggiunse a gattoni. La luce della Luna abbagliava interamente quella zona della stanza, così finalmente il Dio riuscì a vedere il viso della giovane in tutto il suo splendore: aveva i capelli mossi e fulvi come il sole estivo, e gli occhi verdi come le frasche degli alberi, che lo osservavano con immenso desiderio. 
Senza dire mezza parola, Kora gli sciolse il nodo che teneva il mantello legato al collo del Dio, provocando un dolce fruscìo che si disperse nell’aria. Hades si tolse a sua volta gli ultimi indumenti che gli restavano, quindi chinò il viso verso il ventre roseo della donna; ne annusò e baciò piano la pelle, provocando in lei qualche brivido a causa dei capelli lunghi e delle gote sporche di barba.
«Profumi di buono» mormorò il Dio degli Inferi, sfiorandole le cosce. Kora chiuse gli occhi ma trattenne un gemito, sempre per la paura di svegliare Demetra.
«Non limitarti.» la incoraggiò il marito. «Nessuno può sentirci. Nessuno.»
E così dicendo, insinuò il viso tra le sue carni con delicatezza, riuscendo infine a farla gemere. 
Era così bella quando lo faceva, ed erano quelli i momenti in cui Kora dava la prova di essere in qualche modo collegata alla fertilità della Terra. Hades amava portarla a godere fin quasi al punto di non ritorno, anche perchè gli riusciva molto bene; amava vederla ansante sotto di se, intenta a chiedere ogni volta sempre di più, talvolta intrecciando le dita ai suoi capelli neri. 
«Mio signore, ti prego» pigolò lei. «Fa qualcosa.»
Non c’era cosa più soddisfacente che vederla totalmente al suo cospetto; quelle parole riecheggiavano in modo talmente insistente nella sua testa, che dovette accontentarla: si sistemò quindi davanti a lei e la fece sua ancora una volta. 
Kora gli cinse da subito la schiena, quasi come se avesse avuto paura di perderlo o, più semplicemente, per dichiararne la sua appartenenza; era così felice in quel momento, era così felice di fare l’amore insieme a lui. Sarebbe tutto finito molto presto, ma per la giovane era comunque una soddisfazione immensa averlo visto ed essere riuscita a passare una notte in sua presenza.
In quella occasione, i due amanti si concessero l’uno all’altra più e  più volte; Hades rimase poi a dormire insieme alla sua sposa fino alle prime luci dell’alba; quando il Sole fece però capolino dalla finestra, capì che ormai sarebbe dovuto tornare nell’Ade. Malvolentieri, il Dio si alzò da quel comodo giaciglio e si vestì; rimase a lungo a fissare la sua sposa, che in quel momento era dolcemente caduta in un sonno profondo e conciliante. Hades le sfiorò i capelli e la coprì con premura, quindi si avvicinò alla finestra. 
Infine, si dissolse. 


*Kora = E' uno dei nomi "alternativi" con i quali viene identificata Persefone, la Regina dell'Oltretomba greco.
*Hades = Alternativa di Ade, Dio greco dell'Oltretomba, coniuge di Persefone.
*Demetra = Dea delle Messi, madre di Persefone.
*Pieridi = Con questo aggettivo vengono identificate le Muse, ossia le prottrettrici greche delle arti e dei mestieri. Sono chiamate così perchè Teocrito identificava la loro nascita nella Pieria, una regione della Macedonia.

Angolo dell'autrice:

Buonasera! Era una vita che non pubblicavo un lavoro. Ma finalmente ho superato il blocco e sono tornata! 
Spero di non aver deluso i miei lettori con una OS originale.. Ma avevo voglia di scrivere una scena che rispecchiasse un po' i miei studi universitari, perciò.. :D

Prima di lasciarvi, tuttavia, devo dirvi una cosa importante: i personaggi, anche se sono degli Dei antichi, li ho immaginati in un contesto contemporaneo. Quindi è ovvio che non godano delle caratteristiche fisiche con cui il popolo greco li riconosceva :)
Detto ciò, spero vi sia piaciuta! Aspetto i vostri commenti!
Un bacio. 


  
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