*PRESO SPUNTO DA UNA DELLE ONE DI 100
motivi o più... perché Choji sa. di eleanor89*
*PREMETTO CHE NON SI CAPIRA’ NIENTE ALL’INIZIO, PER CUI SE
QUALCOSA NON VI SARA CHIARA DITEMELO PURE MA
PROBABILMENTE TUTTO VERRA CHIARITO CON IL PROSEGUIMENTO DELLA FIC*
*BUONA LETTURA*
ALTERNATIVE LOVE
Tutto il mondo era diverso…
La musica lo era…
Il sole, il cielo…l’aria stessa era diversa.
Perché intorno alla loro chitarra non c’era solo una
canzone, ma una vera e propria filosofia…
Un ideologia diversa…
Diversa per loro e per tutti gli altri
Diversa. punto.
***
“io non lo capisco, è così strano da quando è tornato”
“gia è vero, non parla quasi
più con nessuno”
Una ciocca bionda si spostò d’un lato, aiutando la vista
a scorgere una figura che velocemente si dirigeva verso di loro
“ciao Shika” un giovane
paffutello parlò sornione guardandolo sedersi al suo fianco
“ ciao” rumorosamente il Nara posò una sacca per terra.
Alzò un braccio e disse ad alta voce guardando il vecchio signore al bancone
“una birra prego”
La giovane di fronte a lui notò, forse per sbaglio, la
stanchezza dipinta su quella carnagione scura.
“ehi Shika sei di fretta?!”
domandò la ragazza
“si un pochino, voglio andare sulla collina quando c’è
ancora il sole”
Akimichi e
Yamanaka si guardarono negli occhi per qualche secondo, comunemente perplessi.
“a fare…?” chiese Ino astiosa
“a suonare l’acustica” rispose come se fosse del tutto
ovvio
“aaah…chiaro…” Choji lo fissò con un sorrisetto maligno sotto i baffi. Il
moro si voltò lentamente verso l’amico.
“ ti fa ridere?!” domandò con sguardo severo non molto
amichevole
Ino rimase paralizzata da quel tono di voce mai sentito
pronunciare dal Nara
“no..stavo solo…” cominciò uno “ sentite io vado” si alzò
l’altro afferrando la sacca da terra con una mano
“Shika…” sussurrò la bionda
osservando l’altro prendere le proprie cose con scatti d’ira.
Non voleva che lui sparisse, non di nuovo…
Erano rari i momenti che potevano passare insieme, poiché
il Nara era sempre meno propenso alle uscite di gruppo.
Avevano atteso tanto il suo ritorno a Konoha,
LEI lo aveva atteso tanto,
ma quello che aveva fatto ritorno non era il loro amico.
Se ne accorgevano ogni giorno di più.
Choji non
disse niente, con gli occhi spalancati e stupiti “ Shika
aspetta…” continuò lei protendendo una mano
Il moro mise una mano in tasca e ne estrasse qualche
moneta che lanciò scocciato sul tavolo per poi voltarsi ed andare via lasciando
dietro di se solo freddo.
I due superstiti si guardarono cupi
“che è successo?” domandò lei respirando dopo quei secondi di stasi
“non lo so…” sbuffò l’altro ancora shockato “Suna deve
avergli fatto qualcosa”
***
Non capiva, proprio non sapeva da che parte voltarsi.
Era così cambiato…
Nel modo di fare, di parlare, di vestirsi…
Nel modo di guardare la gente…di guardare LEI…
Era stato solo pochi mesi nel villaggio della sabbia, ed
era tornato così…
Uno sguardo più intenso, quasi da essere seducente,
sebbene malinconico…
Lo vedeva triste, infelice… eppure era tornato finalmente
a casa.
Non capiva.
“e quei vestiti poi!” cinguettò Kiba
poco distante da lei “ma come diavolo si veste?”
“gia, a Suna andrà di moda
l’alternativo…” la risposta di Sakura al suo fianco, che sorseggiava un the
freddo
La Yamanaka li guardava perplessa: evidentemente non era
l’unica.
“e poi parla appena” iniziò Choji
“come se…” il ragazzo s’interruppe, pensando a cosa dire.
La compagnia al tavolo del bar lo guardò in attesa
“come se non fossimo più suoi amici…”
Calò il gelo. Un aria triste rimbombava tra gli sguardi
interrogativi.
Nessuno riusciva a capire cosa fosse successo a Suna,
cosa Shikamaru avesse…
O più che altro… cosa ormai fosse diventato
“ non trovate che ci guardi…non so… con occhio diverso?”
fece notare l’Haruno cercando il sostegno degli altri
“Gia, come se fossimo stupidi!!” strillò Naruto, seduto vicino ad Ino.
“ma Naruto, tu sei stupido!!”
disse Kiba in risposta lasciando esplodere clamorose
risate da parte di tutti
Tra le risa dei suoi amici la bionda divenne sorda per un
istante, si isolò totalmente.
Shikamaru
pensava questo…
Guardò le persone che sedevano al tavolo: Naruto, Choji,Sakura, Kiba e Sasuke, zitto in un angolo.
Shikamaru
li vedeva stupidi…
Forse loro erano
stupidi…
Si guardò intorno nel panico, ma vide solo gente che
urlava e rideva per le solite battute scontate.
Nessuno di loro avrebbe mai aiutato il Nara, tranne Choji.
Forse aveva un problema, forse era malato.
E chiaramente nessuno, da perfetto idiota, se ne sarebbe
mai accorto.
Ma Lei non sarebbe stata stupida.
Shikamaru
non doveva vederla così…
In verità non capiva nemmeno perché le importasse tanto.
“ma poi con quell’aria da superiore! ma chi si crede di
essere!?” diceva maligno Inuzuka con voce roca.
“si, sembra un emarginato. un povero sfigato che crede di
potersi permettere di snobbare la gente!” intervenne d’un tratto l’Uchiha dal
suo angolo.
Il petto le doleva, forte… rimbombavano le parole nella
sua testa.
Critiche, continue critiche.
Ogni insulto le faceva male, come una lama tagliente.
Lui era loro amico, loro erano sempre stati amici…
Ma cosa era successo?
Come era diventato un tantino diverso…a nessuno fregava più niente di lui?
Perché dicevano quelle cose? Perché quelle cattiverie?
“lui non ci snobba…ha solo un po’ di cose per la testa
tutto qua…” disse infine Choji a calmare le acque.
la ragazza dai capelli caramella andò avanti “però non
puoi negare che si comporti in modo strano”
Diede un ultimo sorso al the freddo “no, questo non lo
nego…”
La bionda pensò e ripensò.
Solo lei era preoccupata? Solo lei cercava di capire che
stesse succedendo?
“scusatemi” la ragazza si alzò mettendosi a posto la
gonna a pieghe “ora devo andare” fece un
mezzo sorriso ai presenti
“ma di gia? È presto!” esordì
l’Akimichi dubbioso “lo so ma devo aiutare mia madre
in negozio, ciao ragazzi”
Quelli risposero in coro ricominciando a parlare subito
dopo.
La Yamanaka non era stupida, e gliel’avrebbe dimostrato!
Non passò nemmeno vicino al negozio di fiori della sua
famiglia, ma tirò dritto, verso la collina illuminata di Konoha.
Li sapeva avrebbe
trovato ogni risposta.
C’era ancora il sole all’orizzonte, e poteva vedere una
figura accovacciata in cima. L’erba era scossa da una leggera brezza estiva. La
gonna a pieghe le svolazzava da ogni direzione.
Ma lei correva, salendo la collina.
Avvicinandosi udì una leggera melodia.
Calma. Calda.
Quasi in cima riuscì a sentirla bene, osservando quel
giovane seduto sul terreno con in braccio una chitarra ed in bocca una
sigaretta.
S’immobilizzò.
Chi era quel tipo?
Non sembrava Shikamaru, non sembrava nessuno che lei
avesse mai visto.
Guardò i suoi capelli castano, legati in alto sulla nuca.
E gli occhi socchiusi, quelle ciglia lunghe e scure. La
bocca sottile rilassata, contornata da una leggera barba, a tenere la
sigaretta. La chitarra di legno chiaro, lucida,
le corde tirate e una goccia nera disegnata d’un lato. Incisa da una
parte v’era una scritta: freedom
Una mano a delineare le note, l’altra a far vibrare le
corde.
Guardò quell’uomo e sentì caldo.
Era estate si, ma faceva più caldo del solito. Non
riusciva a respirare.
Quella musica era così forte, così intensa, da farle
scordare di prendere aria.
Era troppo concentrata a sentirla, a viverla in quel
momento.
Doveva, voleva vedere quell’uomo di fronte a lei,
incrociare i suoi occhi, guardare il suo viso.
Sentire la sua voce.
Secondo il suo desiderio la destra si fermò, facendo
cessare la canzone.
Si schiusero le palpebre come fossero perle.
“ciao Ino” non si mosse “che ci fai qui?” chiese quello
posando a terra la chitarra.
Guardò il suo viso. Non era lo stesso. Era
definitivamente diverso.
Sentì un brivido attraversarle la spina dorsale. Le venne
la pelle d’oca.
Erano cresciuti insieme.
Ed ora non lo riconosceva più. Ora il ragazzo che credeva
di conoscere era sparito, per sempre.
“che cosa è successo Shika?”
domandò lei gelida.
Era immobile, con i pugni chiusi e lo sguardo deciso, in
piedi a guardarlo dall’alto.
Lui, che in primo momento non si mosse, strizzò entrambi
gli occhi in un leggero sorriso malinconico.
In quelle iridi nocciola la Yamanaka sembrò annegare.
Un espressione di infelicità mascherata a farle da
specchio.
Come se stesse parlando con un fantasma, con qualcuno che
vive in un mondo differente
E la sua voce, fortunatamente sempre la stessa, rispose
“sono cresciuto”
NOTES:
Allora ditemi ditemi…che ne pensate?!?!
Allora è stata una faticaccia perché sono tutte cose che ho per la testa e non ci sto capendo più niente!
Spero solo di aver impostato bene le cose, anche perché non sono riuscito a far meglio di cosi…
Sono troppo contorto PERDONATEMI!!!! >___<°°
Quindi ora recensite please! Cosi potrò migliorare ed essere magari più chiaro nei prossimi capitoli, merci
Bacio
Ale-kun