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Autore: cin75    23/05/2015    13 recensioni
L'Oscurità arriva. Sam grida. Dean è al suo fianco. L'Impala svanisce nell'immenso fumo nero.
Che cosa accade dopo?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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N.d.A.: Ok! So che ho appena aggiornato la shot sulla season finale. Che molti/e di noi stanno ancora metabolizzando.
Quel “Sammy, close your eyes!” sembra aver fatto quasi gli stessi danni che fece solo un anno fa l’altrettanto sofferto “I’m proud of us!” e non è che le lacrime di Sam ci abbiamo aiutato, ora come allora!!!

So che ci stiamo chiedendo come arriveremo ad Ottobre.
 O forse, so, che devo farmi perdonare l’ultimo capitolo dell’Incubo!!
Così la mia mente pazza ( vi prego lasciatemi essere pazza!!) ha messo insieme questa cosa assurda e cioè quello che vorrei fossero i primi undici minuti della prossima première. ( undici solo in onore dell’undicesima stagione e del tempo che più o meno vi ci vorrà per leggere questo sclero!) 
Anche se quel “Dean!” gridato da Sam, con la telecamera che non li inquadra, ma che lo fa subito dopo, mi fa pensare ad altro. Che il caro Dean sia uscito dall’Impala per tentare qualche mossa assurda alla Winchester? ( messo il dubbio?)
Comunque, dopo questo inutile sproloquio, eccovi i famosi undici minuti.
Stay foolish!
Cin.
 
 

“Come sta, dottore?”
“Onestamente non so come, lei e suo fratello, siate riusciti e venire fuori vivi da quell’incidente!” rispose il medico.
Sam guardò suo fratello, ancora privo di conoscenza, nel letto dell’ospedale in cui, anche lui, si era risvegliato solo un giorno prima.
“Perché è ancora privo di conoscenza?!” domandò perplesso, mentre si massaggiava la spalla dolorante.
Sul viso, i segni del parabrezza dell’Impala, andato in frantumi. Sulle nocche delle mani, quelli, dei pugni sferrati contro Dean. Senza contare i vari dolori che sentiva per tutto il corpo.

“Non si preoccupi, Sam. Suo fratello si riprenderà presto. Ha una brutta commozione celebrale, dovuta ad un colpo, presumibilmente preso contro il vetro del finestrino. Vogliamo farlo stare tranquillo e quindi lo teniamo sedato. Ma non appena avremo gli ultimi risultati radiologici, diminuiremo le dosi del sedativo e vedrà che prima di sera, Dean, sarà sveglio.” Sembrò rassicurarlo.
“Quindi non è in pericolo di vita?!” volle accertarsi. Anche perché sarebbe stato paradossale perdere Dean in quel modo dopo averlo appena salvato dalla maledizione del marchio.
“No. Assolutamente. Si riprenderà del tutto, magari all’inizio sarà scontroso per l’inevitabile dolor di testa dovuta alla botta presa, ma niente altro. Sembra quasi che quella macchina invece di uccidervi, vi abbia salvato la vita!” esclamò senza sapere quanta verità ci fosse nelle sue parole e Sam annuì, sorridendo appena. Lui lo sapeva che quell’ “impressione” del medico era incredibilmente vera.

L’Oscurità li aveva investiti in pieno. L’Impala aveva preso a fare capriole, avvolta da quel fumo nero, ma, loro, oltre a girare vorticosamente al suo interno, niente di quello che di malvagio c’era al di fuori, li aveva toccati o solo sfiorati.
L’Impala davvero li aveva protetti.
E ora, come accadde, anni addietro, era un cumulo di rottami ammaccati. Dean, però, l’avrebbe rimessa su strada appena si fosse rimesso. Si sarebbe incazzato per ogni segno, o ammaccatura, o graffio, o vetro rotto che avrebbe visto, ma l’avrebbe ricostruita pezzo dopo pezzo.

“Ora perché non torna a letto a riposare? Sembra stanco?!” lo riprese il medico, ma Sam sorridendo gentilmente, fece capire che non avrebbe lasciato la stanza di suo fratello. Non fin quando non si fosse assicurato che stava bene.
“Se non le dispiace, dottore, vorrei rimanere con mio fratello. Sto bene. Mi basterà quella sedia!” fece prendendo già posto.
“Non credo che la convincerò ad uscire da qui, vero?!” provò ancora l’altro.
“No, dottore. Non mi convincerà!” convenne deciso, Sam.
Il medico sospirò pesantemente, arrendendosi a quella presa di posizione. “Ok!, le farò portare una poltrona più comoda. Ma deve promettermi di riposare almeno un po’!”
“Promesso!” giurò il giovane, portandosi la mano sul cuore.
 
Qualche ora dopo, Dean, lentamente iniziò ad aprire gli occhi. La luce che lo investì, lo infastidì e dovette provare un altro paio di volte prima di poter iniziare a mettere a fuoco la stanza che lo circondava.
Lentamente si guardò intorno e quando girò la testa dal lato opposto, lo vide. Sorridente. Ammaccato, ma sorridente. Sammy!
“Ehi! ben svegliato!” fece il giovane sorridendogli appena e felice di vederlo sveglio.
“Come stai?” si chiesero all’unisono.
“Bene!” si risposero allo stesso modo.
Poi l’espressione di Dean cambiò all’improvviso.
Girò di scatto lo sguardo verso il suo avambraccio destro. Ci passò una mano sopra. Lo osservò. Una , due, tre volte. Doveva essere sicuro di quello che vedeva. O meglio di quello che non vedeva più. La pelle era libera da ogni segno, simbolo o dannato marchio.
“Tranquillo! Non hai sognato. Non c’è più. Il marchio non c’è più!” lo rassicurò Sam, intuendo i pensieri del maggiore.
 
“Che è successo, Sam?!” fece poi, confuso, Dean. “Cioè, so che cosa è successo. Lo ricordo. Ma come …come siamo arrivati qui?!”
“Non lo so, Dean. Anche io, come te, mi sono svegliato in un letto di questo ospedale. Ricordo che quella nuvola nera…”
“L’Oscurità!” ricordò preoccupato. Rendendosi conto del nuovo male che avrebbero dovuto affrontare.
“Credo di sì. Ricordo che ci ha investiti e poi l’Impala ha iniziato a volarci letteralmente dentro.” spiegò aiutandosi anche con qualche gesto e da questo Dean capì l’agitazione del giovane fratello.
Perché Sam Winchester diventava un bravissimo mimo, quando era agitato o nervoso.

“Hai sentito Cas?!” chiese Dean.
“No. Non riesco a contattarlo ancora. Ma qualcosa deve aver fatto insieme a Crowley e Rowena. Il marchio doveva essere portato via da un incantesimo, ciò significa che se il marchio è andato, l’incantesimo ha funzionato.” convenne.
“Hai lasciato Cas con Crowley e Rowena?!” chiese perplesso nonché impensierito.
“Dean, in modo diverso, ognuno dei tre ti voleva senza quel marchio, quindi non si azzanneranno, fin quando non si accerteranno che sei di nuovo….tu!” sembrò volerlo rassicurare della sorte dell’amico angelo.
Anche se lui non sapeva. No! Sam non poteva sapere di ciò che era successo a Cas.
“Non fa una piega!” concordò Dean, ironico.

Poi, sembrò adombrarsi, quando per un attimo i suoi occhi guardarono fuori dalla finestra. “Che c’è lì fuori, Sam?”
“Il male, Dean. Il solito male che combattiamo da tutta una vita!”
“Ma questo, mi sa, che è un attimino più incazzato di tutto quello che abbiamo fatto fuori fin ora!” rispose, cercando di essere il Dean di una volta. Il Dean pronto alla “Facciamo il culo a tutto e tutti!!”
“Beh!, vuol dire che ci incazzeremo anche noi!” lo sorprese Sam, mentre nella stanza entrò un infermiere.

“Scusate. Mi dispiace, ma dovrebbe uscire.” Fece rivolto a Sam. “Il dottore deve visitare suo fratello e non è permesso stare nella stanza al momento della visita.”
“Sì. Esco subito.” fece Sam, alzandosi dalla poltrona. “Ci vediamo dopo!” disse al fratello.

Fece per uscire quando Dean lo richiamò.“Sam? Sammy?” sembrò correggersi.
“Sì?...ti serve qualcosa?” chiese premuroso, il più giovane.
“So che avresti tutto il diritto di non credermi, ma…insomma…io…non lo avrei fatto, Sam. Non lo avrei mai…” confessò colpevole e in imbarazzo.
“Dean…” fece, invece, Sam, con tono compiacente. “So che avresti tutto il diritto di non credermi, ma fallo. Credimi. Lo so. Lo so che non mi avresti mai ucciso!”
“Sul…sul serio?!”
“Fratello, mi hai salvato la vita la prima volta quando avevi solo 4 anni, portandomi, in braccio,  via, da una casa in fiamme. Da allora ho perso il conto di quante altre volte tu mi abbia salvato. Hai letteralmente venduto la tua anima al diavolo per salvare la mia. Hai patito l’Inferno per me. Solo per me e non per il mondo. Hai sopportato l’insopportabile quando ero senz’anima e quando un angelo psicopatico mi usava come taxi e Dio solo sa quanto altro ancora. Hai dato tutto per me. Hai sempre dato tutto.” Disse, comprensivo ed emozionato dai ricordi di quel fratello coraggioso, mentre si riavvicinava al letto di Dean, che ormai lo guardava con gli occhi lucidi.
“Quindi, sì. Lo so che non mi avresti mai ucciso.”
“No, non lo avrei fatto. Io…ti proteggerò sempre, Sammy!!”
“Lo hai sempre fatto!” disse fortemente convinto. “ E io farò sempre del mio meglio per proteggere te!” ci tenne a confermare in quel loro momento. “Ora , riposa!”

“Ehi, Sammy?” lo richiamò un ultima volta, Dean. “Vedrai, risolveremo anche questa, fratellino!” disse sorridendo. Con quel suo solito sorriso da impertinente incallito.
“Certo, che lo faremo. Siamo i Winchester.” concordò sorridente. “Siamo i buoni, ricordi?”
“Siamo i fottutissimi buoni!” convenne il maggiore, sorridendo con lui.
   
 
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