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Autore: Clarke_Bilson    23/05/2015    2 recensioni
dal testo:
Percy aveva imparato a leggere negli occhi grigi di lei come fossero un libro. E non aveva perso questa capacità. Le emozioni che vedeva susseguirsi erano contrastanti, vedeva sollievo, rabbia, tristezza, dolore e gioia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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~~p.s. potrebbe essere considerato uno spoiler da chi non ha letto il Marchio di Atena
è una promessa?
È GARANTITO.


Percy si preoccupava per lei, per il suo silenzio, chi in sincerità non stonava dal resto delle nave. L’ Argo II era immersa nella quiete notturna e Annabeth e Percy avevano deciso di trascorrere un po di tempo solo loro due, nelle stalle della nave. La figlia della dea della Saggezza non sapeva come rispondere al fidanzato. Da quando si erano accoccolati accanto al muro l’ unico pensiero che aveva in testa erano i mesi trascorsi senza di lui, senza la sua compagnia, senza i suoi abbracci, le sue risate, le sue battute e le sue parole dolci. Quei ricordi le provocavano un dolore fisico all’ altezza dello stomaco talmente forte che avrebbe voluto urlare; ma era stata così brava a nascondere ciò che provava nel corso dei mesi passati che ora non ci faceva più molto caso. Ma con Percy li accanto a lei e con le sue forti braccia che la cingevano, il dolore esplose nel suo petto e non riuscì a trattenere la lacrima che, solitaria, sgorgò dall’ occhio destro, che il ragazzo non poteva vedere.
cercando di controllare la voce la ragazza parlò in un sussurro. Subito sentì Percy irrigidirsi e appoggiata al suo petto sentì il cuore di lui rallentare di colpo, per poi riprendere a battere normalmente; era stato un attimo ma Annabeth se ne era accorta.
riprese la bionda.
Calò il silenzio. Un silenzio penetrante, carico di tensione, di parole non dette.
Percy si interruppe, non sapeva cosa doveva dire. L’ argomento lo faceva stare male, perché per molti mesi aveva solo visto Annabeth in sogno o in quell’ unico ricordo che aveva di lei: bellissima, al sole, che gli sorrideva. cercò di tranquillizzarla ma invano. La ragazza si voltò di scatto e lo guardò dritto negli occhi, in quei pozzi verde-mare che le erano mancati da morire, e finalmente Percy vide le lacrime scorrerle sulle guance.

Percy era immobile come una statua greca, non sapeva cosa fare o dire, aveva sbarrato gli occhi alla vista delle lacrime sul volto di lei. L’ aveva vista piangere una volta sola, e a causa del padre. Era sconvolto, così fece l’ unica cosa che sapeva sarebbe servita a lui e non a lei. L’ abbracciò. La tenne stretta mentre i singhiozzi iniziarono a scuoterle spalle, in un crescendo di intensità. Dopo qualche minuto, o qualche ora, Annabeth cessò di piangere e si staccò dall’ abbraccio quel tanto che le bastava per guardare Percy negli occhi. Il dolore che vi si leggeva era forte e incancellabile. La ragazza prese coraggio e parlò.
la voce roca e la gola era molto secca per la crisi di pianto appena terminata, ma cercò di accennare un sorriso per tranquillizzare un pochino il fidanzato. Le spalle del ragazzo iniziarono a rilassarsi dopo aver visto gli occhi grigi di lei riprendere la loro solita luce brillante, ma rimase comunque in silenzio. Annabeh intuì che non avrebbe proferito parola, l’ avrebbe lasciata finire e poi avrebbe parlato; o almeno era ciò che sperava.
  fece una pausa per prendere fiato e per osservare la reazione del moro. Percy aveva gli occhi sbarrati, ma oltre a quelli nulla trapelava dalla sua espressione, cosi la bionda riprese il racconto.
a quel punto del racconto la ragazza era talmente in imbarazzo e sconsolata che aveva rivolto lo sguardo al pavimento.
erano le prime due parole che Percy aveva detto da quando il racconto era iniziato, ed erano apatiche, inespressive, quasi fredde.

Mentre concludeva il racconto due dita le sollevarono il mento e quando ebbe il coraggio di alzare anche lo sguardo si ritrovò di fronte due oceani racchiusi in un volto bello come quello di un Dio.

Percy aveva imparato a leggere negli occhi grigi di lei come fossero un libro. E non aveva perso questa capacità. Le emozioni che vedeva susseguirsi erano contrastanti, vedeva sollievo, rabbia, tristezza, dolore e gioia.
Annabeth stava aspettando che dicesse qualcosa, qualunque cosa che spezzasse quel silenzio. ma Percy era muto, e la guardava. Una lacrima solitaria cadde nuovamente dagli occhi grigi; ma questa volta il moro non rimase impassibile, l’ asciugò con il pollice della mano con cui le sorreggeva il capo, si chinò in avanti e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue. Non fu un bacio urgente e passionale, fu solo un modo (l’ unico che aveva trovato Percy) per far capire ad Annabeth che gli dispiaceva e che non aveva intenzione di lasciarla ancora.
Quando si staccarono, fronte contro fronte, respiri sincronizzati e nasi che si sfioravano, Percy parlò

<è una promessa?> chiese lei
<è garantito> rispose lui con così tanta convinzione che la ragazza si tranquillizzò e sentì che la tempesta nel suo petto si stava placando e tutto stava tornando normale; una normalità che non sentiva più da molto tempo. 
Annabeth gli cinse il collo con le braccia e riprese a baciarlo, questa volta con più passione, per fargli capire quanto gli fosse grata.
gli sussurrò all’ orecchio.
Prima di rispondere il moro fece scivolare la mano sulla schiena di lei, accarezzandola dolcemente
E con il sorriso sulle labbra ripresero a baciarsi.






"MySpace"
Salve gente! Questa storia è nata da un sogno che ho fatto la notte scorsa. In pratica la sera prima di dormire ho aperto il Marchio di Atena e ho letto questo passaggio della Percabeth nella stalla dell’ Argo II e la notte ho sognato la scena (i volti erano quelli di Logan e Alexandra *-*) e mi ricordo lei che piangeva disperata e lui che la consolava. E oggi ho “partorito” questa storiella.
Spero davvero che vi piaccia 
Lasciatemi una recensione/critica anche piccina e vi regalo un pegaso ;)
Marti_975

   
 
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