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Autore: Lexi Niger    05/01/2009    4 recensioni
Draco Malfoy, l'indiscusso principe di Serpeverde, era in difficoltà. Com'era riuscito Blaise a convincerlo? Doveva essere impazzito per aver dato retta al suo migliore amico, senza opporre eccessiva resistenza. Smettendo di rimuginare su quanto successo qualche giorno prima, sollevò gli occhi da quegli oggetti infernali che gli avevano rifilato, facendolo sentire a disagio all'istante.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
E' la mia prima dramione, sorta in un momento di ispirazione mentre ero sulle piste a Capodanno..
Fatemi sapere se vi piace, ci terrei molto.
Ale.


Galeotto fu il fiocco di neve.


Draco Malfoy, l'indiscusso principe di Serpeverde, era in difficoltà.
Com'era riuscito Blaise a convincerlo? Doveva essere impazzito per aver dato retta al suo migliore amico, senza opporre eccessiva resistenza.
Smettendo di rimuginare su quanto successo qualche giorno prima, sollevò gli occhi da quegli oggetti infernali che gli avevano rifilato, facendolo sentire a disagio all'istante.
Davanti a lui, Potter e Lenticchia si muovevano abbastanza coordinati, provocandogli un enorme fastidio nel sentirsi al contrario come vittima di un pietrificus totalus, solo molto più imbarazzante nel suo caso.
< Forza Harry > gridò poco più in basso Hermione, che sembrava esserci nata con quei due pezzi di legno ai piedi.
Malfoy osservò discretamente Blaise mentre seguiva i consigli della mora e decise di imitarlo, cercando tuttavia di non darlo a vedere.
Piegò gli sci a spazzaneve, dandosi una leggera spinta con le racchette, e cominciò a scendere, così lentamente da essere superato da alcuni bambini, senza fatica.
Il biondo li squadrò, un diavolo per capello, cercando inutilmente la sua bacchetta per riparare a quell'offesa con uno stupeficium ben assestato.
Impotente in termini di magia, decise che li avrebbe battuti onestamente, cercando di aumentare la velocità con spinte vigorose.
Il Serpeverde nemmeno si accorse di quanto era successo in un secondo perchè si ritrovo per terra, con gli sci incrociati tra loro, impossibilitato ad alzarsi senza un aiuto.
Blaise rise mentre gli sfilava accanto, senza tuttavia fermarsi, conscio dello smisurato orgoglio dell'amico.
Hermione, nel frattempo, scivolava leggiadra a fianco di Ron che lentamente migliorava la propria stabilità quando Luna la avvisò che Malfoy era caduto. Trattenne una risata che le era salita spontanea alle labbra e si voltò, individuandolo quasi subito.
Senza troppe difficoltà risalì i pochi metri che la separavano dal Serpeverde, evitando gli sciatori che si muovevano in direzione opposta.
< Ti servono ripetizioni? > suggerì divertita a Malfoy.
Il biondo, che testardamente si puntellava ora sulle mani ora sulle gambe tentando di rialzarsi, la guardò scocciato.
< Vattene Mezzosangue >.
Incredibile come non avesse rinunciato a quel nomignolo, nemmeno dopo la guerra che avevano combattuto insieme, schierati dalla stessa parte, quando Draco si era sottratto alle assurde idee del padre.
La purezza del sangue era sicuramente tra queste, ma il giovane non aveva ancora superato completamente il senso di superiorità che la sua discendenza nobile gli aveva conferito.
Hermione scrollò le spalle, del tutto indifferente alle presunte offese del Serpeverde, e si voltò per raggiungere i suoi amici.
< Granger >.
Un'unica parola, piuttosto breve, che a Malfoy era costata una terribile fatica pronunciare.
La Grifondoro si girò sentendo il suo cognome, ma rimase immobile, sollevando lievemente un sopracciglio in un'espressione interrogativa.
Il biondo inspirò profondamente, chiedendosi come potesse risultargli così impegnativo chiedere aiuto. O forse era proprio perchè quella richiesta era rivolta alla So-tutto-io davanti a lui che gli sembrava di ingoiare un boccone particolarmente amaro.
< Dammi una mano > continuò il Serpeverde, vedendo che la ragazza non aveva nessuna intenzione di rendergli le cose più semplici.
Hermione, compiaciuta di aver ottenuto quel risultato, si portò al fianco del giovane, premendo con la racchetta sulla leva per sbloccare gli scarponi.
Uno dei due sci si staccò e la Grifondoro tese una mano a Malfoy, per farlo rialzare senza fatica.
< Faccio da solo > le rispose acido  il Serpeverde, senza nemmeno ringraziarla e ignorando completamente il suo gesto, come se lei non lo avesse mai compiuto.
< Come vuoi > replicò atona Hermione, abituata ai modi scostanti del ragazzo che aveva imparato a conoscere, si fa per dire, durante i sette anni in cui entrambi avevano frequentato la scuola di magia di Hogwarts.
< Di che cosa hai bisogno ora? > chiese la Grifondoro non appena lui si fu rimesso in piedi, pronto per riprendere la discesa.
Malfoy la guardò come se avesse appena confessato di essere la migliore amica di Pansy Parkinson, cosa che ovviamente non si sarebbe mai potuta verificare.
< Non ho bisogno di nulla, Mezzosangue > asserì spavaldo, tornando quello di sempre.
< Ma.. > provò ad aggiungere Hermione, incredula che il suo orgoglio gli impedisse anche il quel momento di lasciarsi spiegare qualcosa che non aveva capito.
< Te lo ripeto, non ho bisogno di nulla. Torna dai tuoi amici > continuò Malfoy, sottolineando in particolar modo l'aggettivo tuoi.
La Grifondoro, che mai si era lasciata mettere i piedi in testa da quell'idiota purosangue, si girò senza replicare, nonostante la lingua le fremesse tra le labbra, pronta a rispondere a quella subdola frecciatina che lui le aveva rivolto.
Lei non era inferiore a lui in nessun campo, esclusa la nascita, se poi si poteva considerare qualcosa di realmente significativo.
Malfoy nel frattempo era tornato a concentrarsi sugli sci, chiedendosi come evitare una nuova caduta, che lo sapeva, avrebbe comportato un'umiliazione insopportabile.
Un leggero rivolo di sudore, dovuto alla tensione di non commettere errori, imperlò la nobile fronte del ragazzo, scendendo fino allo zigomo, dove una brusca manata lo cancellò.
Il Serpeverde fletté leggermente le ginocchia e piegò nuovamente gli sci come aveva fatto in precedenza, stando più attento a non perdere l'equilibrio.
Con enorme soddisfazione cominciò a scivolare in avanti, lentamente, e si costrinse ad evitare di osservare i Babbani in fianco a lui e la loro scioltezza.
Si lasciò andare un sorriso, fiero di non essere venuto meno alla sua naturale impeccabilità e quell'istante di distrazione, seppur minima, gli costò caro. Quando vide quella bambina, così minuta, ad un metro da lui, non riuscì a fermarsi, né a deviare in alcun modo la sua traiettoria, dal momento che era a malapena in grado di muoversi in linea retta.
Le finì addosso ed entrambi caddero a terra, attirando l'attenzione degli sciatori lì accanto.
< Porco Merlino > sbraitò Malfoy, arrabbiato soprattutto con se stesso per quella pessima figura.
Imbranato, goffo, ecco come doveva sembrare agli occhi di tutti i presenti, e il Principe di Serpeverde, il re della classe, non riusciva a sopportarlo.
La madre della bambina accorse velocemente fino a loro, squadrandolo con odio, mentre prendeva in braccio la figlia.
< Stia più attento, e se non sa sciare, si procuri un maestro > gli suggerì, irritata, prima di andarsene.
Questa volta il giovane riuscì ad alzarsi da solo, appena la folla si disperse intorno a lui, mugugnando silenziosi rimproveri.
 < Vogliamo continuare ancora per molto questa farsa? >.
La voce di Hermione Granger non gli era mai parsa fuori luogo come in quel momento e per un attimo Malfoy pensò di sfogare la sua frustrazione su di lei, come faceva anche ai tempi della scuola.
Mentre si voltava vide Blaise passare poco distante, stabile sugli sci e sicuro, per quanto lo potesse essere un figlio di maghi catapultato all'improvviso nell'universo degli sport babbani.
Bastò quell'immagine per fargli cambiare completamente idea.
No, non era volubilità, non in quel caso almeno.
Un Malfoy non poteva risultare secondo a nessuno, tanto meno al suo migliore amico, con il quale era sempre stato in competizione, fin da piccolo.
< Insegnami a sciare >.
Lo disse così velocemente che Hermione pensò di aver interpretato male.
Vedendola perplessa il Serpeverde si spazientì, pensando che lei volesse fargli ripetere volontariamente una frase che doveva saper costargli cara.
< Ti ho detto di insegnarmi a sciare > ripetè fin troppo brusco.
< Va' al diavolo > replicò la Grifondoro, la cui pazienza aveva già superato la riserva di un intero anno in qualche minuto.
Malfoy dovette stringere i pugni fino a che le nocche non sbiancarono per impedirsi di rispondere a tono.
< Mezzosangue, fermati > la invitò, con il tono più accondiscendente che riuscì a trovare.
Hermione si bloccò, dandosi della stupida per aver dato retta ancora una volta alle parole del giovane.
Il Serpeverde la raggiunse, ponendosi di fronte a lei, guardandola negli occhi, per dimostrarle la sincerità di quanto stava per dirle.
< Sarò un allievo ubbidiente, lo prometto > continuò, sentendosi come un cucciolo di cane che prometteva al padrone di riportare l'osso, se solo quest'ultimo si fosse fidato a lanciarlo.
La Grifondoro lo fissò a lungo, perdendosi in quelle iridi color del ghiaccio che avevano affascinato così tante ragazze e cercando di capire quanto delle parole appena pronunciate corrispondesse a verità.
Per una volta, la strega più puntigliosa e precisa di tutte le sue coetanee, mandò all'aria i calcoli di probabilità che in ogni altra occasione avrebbe seguito per dare retta a quello che le suggeriva l'inconscio.
< E va bene > disse, sperando di non pentirsi della sua scelta.


Tre ore dopo Draco Malfoy aveva un'invidiabile padronanza degli sci, persino in confronto di buona parte dei non maghi presenti su quella pista, riservata ai principianti.
In più, la sfrontatezza che lo aveva sempre caratterizzato, giocava a suo favore, rendendolo meno insicuro di come avrebbe dovuto essere.
< Facciamo una gara > propose il Serpeverde mentre erano fermi sul tapirulant che li conduceva alla sommità della pista.
Hermione si voltò lentamente per non perdere l'aderenza degli sci e lo guardò incredulo.
Sapeva stare in piedi senza cadere da due ore e già lanciava sfide, era incredibile.
< Non se ne parla > rispose, escludendo ogni possibilità differente.
Malfoy sbuffò sonoramente, come un bambino, strappando un sorriso alla ragazza, che si guardò bene dal farglielo notare.
< Su Mezzosangue, hai paura che ti batta? > continuò il giovane, testardo come era ogni volta che si poneva un obiettivo, deciso a raggiungerlo.
< Nemmeno se fossi bendata > lo schernì Hermione, che pur essendo modesta, sapeva di essergli di gran lunga superiore, dal momento che sciava fin da bambina.
Malfoy rise e la Grifondoro si accorse di quanto fosse piacevole quel suono quando non era intriso della consueta arroganza.
< Allora dimostramelo >.
Era in un angolo, il Serpeverde ne era ben consapevole.
Se la ragazza era ancora la So-tutto-io che aveva sempre amato primeggiare, non avrebbe rifiutato quella gara, quando i pronostici era tutti a suo favore.
Hermione tentò l'ultima carta, sapendo che non sarebbe servita a nulla ugualmente.
< Ti potresti fare male >.
Malfoy la fissò per un istante, prima di rispondere con un tono strano, quasi amareggiato, molto diverso da quello divertito di poco prima.
< Non te n'è mai importato nulla. Non cominciare ora >.
La Grifondoro si voltò, a disagio, preparandosi a scendere dal nastro per portarsi a lato.
Perchè quelle parole le sembravano un velato rimprovero? Oppure si stava immaginando ogni cosa?
Il Serpeverde si portò al suo fianco, sistemando gli sci per partire.
< Pronta? > domandò.
Hermione annuì distrattamente, con la testa ancora rivolta alle domande che si era fatta.
< Via > disse il Serpeverde, scattando avanti.
La Grifondoro tornò a concentrarsi sulla pista davanti a sè, vedendo che Malfoy aveva già percorso qualche metro, senza nessuna difficoltà.
Doveva ammettere che aveva talento, anche se lo farciva con una dose eccessiva di orgoglio e vanità che lei non aveva mai sopportato.
Si puntellò a terra con le racchette per darsi una lieve spinta e partire.
I suoi sci, che i genitori le avevano regalato un paio di inverni prima, erano stati tagliati per la velocità, nonostante le proteste di sua madre che insisteva nel definirli pericolosi.
Arrivò facilmente al fianco di Malfoy, superandolo di poco, giusto per tenersi in vantaggio.
Con la coda dell'occhio lo vide aggrottare la fronte, infastidito, e tentare di acquistare maggiore velocità con le racchette.
Quando ormai mancavano all'incirca cinque metri alla fine della discesa, si spostò velocemente sulla sua sinistra, aprendo improvvisamente gli sci, rallentando quel tanto che bastava per lasciarsi superare dal Serpeverde.
Malfoy lanciò lontano le racchette, furioso, rischiando di colpire un gruppo di bambini.
< Mi prendi per il culo, Mezzosangue? > le gridò, avvicinandosi a lei dopo aver slacciato gli sci.
Hermione distolse gli occhi, fissando un punto oltre le spalle di lui, non sapendo come rispondere senza far aumentare la rabbia del giovane.
Il Serpeverde le afferrò il viso con una mano, riportando i loro sguardi ad incrociarsi.
L'argento dei suoi occhi sembrava liquido e si scontrava con l'oro puro di quello di lei.
< Cosa volevi dimostrarmi? > continuò, con un tono di voce che fece voltare una signora anziana che accompagnava la nipotina verso il bar.
< Hai vinto, non era questo che volevi? > replicò Hermione, ritrovando la sua fierezza di sempre, quella che l'aveva fatta smistare tra i Grifondoro.
< Non volevo che tu mi lasciassi vincere, Mezzosangue. Non ho due anni, non sono un bambino viziato > precisò il giovane, sempre più irritato.
< Ah no? > domandò Hermione con un sorriso, fingendosi ingenua.
Per un secondo, un solo secondo, lesse negli occhi di lui il desiderio di schiaffeggiarla, ma il velo di indifferenza che mostrava in ogni situazione tornò ad impadronirsi del suo viso, privandolo di ogni traccia di ira.
< Peccato > aggiunse la giovane quando lui fece per allontanarsi, < stavo per ottenere una vittoria molto più appagante >.
Malfoy la fissò per un lunghissimo minuto, spiazzato dalla sua sincerità.
Lei aveva mirato a fargli perdere il controllo, a fargli cadere la maschera di imperturbabilità che aveva indossato fin da piccolo, e stava per vincere, grazie alla sua stupidità.
< Muoviamoci Mezzosangue, o perderemo la navetta > disse secco, mentre raccoglieva gli sci e le racchette da terra.
Hermione si complimentò con se stessa: non solo non aveva ottenuto nulla, ma aveva perso anche quella cordialità che era regnata tra loro nelle ore precedenti e che stranamente l'aveva fatta sentire bene, persino accanto a lui.
Si slacciò gli sci, poggiandoli a lato, e allargò gli scarponi, allentandone le chiusure che battevano insistentemente sulla tibia, provocandole un lieve dolore.
< Datti una mossa > ripetè il Serpeverde già alla fine del sentiero che immetteva sulla strada.
Hermione tentò di camminare il più velocemente possibile, ma gli sci in spalla erano davvero più pesanti di come si ricordava, forse perchè quando veniva con i suoi genitori, ci pensava suo padre a portarglieli.
Mise un piede su una lastra di ghiaccio senza accorgersene e sentì l'equilibrio venir meno, nonostante avesse tentato di sostenersi al muretto li vicino.
Malfoy si voltò, attirato da quel rumore sordo e imprecò, perdendo la pazienza.
La Grifondoro, a terra, si teneva la caviglia, che pulsava dolorosamente.
Non si dovevano mai allentare gli scarponi, era una delle prime regole che ripetevano in continuazione i maestri ai principianti e lei lo aveva fatto, senza pensarci.
Idiota.
Se lo disse un paio di volte, mentre tentava inutilmente di rialzarsi senza pesare sulla gamba sinistra.
Il Serpeverde le arrivò vicino, strappandole gli sci che ancora stringeva nella mano destra, convinta di potercela fare anche da sola.
Senza che lei avesse il tempo di protestare la sollevò di peso, poggiandola contro il suo petto.
Un gentile signore raccolse la loro attrezzatura e la sistemò sul retro del mezzo, nell'apposito spazio.
< Sei proprio una stupida, Mezzosangue > affermò Malfoy, chinandosi leggermente verso di lei.
< Io non.. > iniziò Hermione, ma quando incontrò i suoi occhi, divertiti, si interruppe, sorpresa.
Il Serpeverde sorrise, fiero di averla lasciata senza parole e continuò.
< Tutta questa tragedia per sottrarmi alla concorrenza. Giochi sporco, Mezzosangue >.
La giovane Grifondoro si guardò intorno, incontrando le occhiate astiose di un gruppo di ragazze, di qualche anno più piccole, che sembravano mangiarsi con gli occhi il corpo statuario del ragazzo.
< Non ci sarebbe stata gara > replicò sorridendo, prima di pensare a chi lo diceva.
Arrossì lievemente e nascose il viso il più possibile allo sguardo di Malfoy, imbarazzata da quell'uscita così poco appropriata.
Il Serpeverde prese posto sulla navetta, tenendola sulle sue ginocchia, senza aggiungere nient'altro.
Hermione rimase spiazzata per l'ennesima volta, incerta su come comportarsi, ma alla fine decise che tanto valeva rischiare e si appoggiò meglio al petto del giovane.
Malfoy fissò quella chioma di capelli ribelli che gli solleticava il mento e per un istante fu tentato di accarezzarla, vedendola così fragile.
Scosse la testa, allontanando quell'ipotesi assurda.
Tra le sue braccia c'era Hermione Granger, la Grifondoro che lui aveva sempre odiato e torturato negli anni di scuola, la So-Tutto-Io che lo infastidiva continuamente con la sua smisurata saccenza, eppure era la stessa che quel pomeriggio aveva messo da parte il passato, rimanendo al suo fianco, regalandogli anche dei momenti divertenti, che avevano condiviso, inaspettatamente.
Forse aveva ragione lei.
Non ci sarebbe stata gara con quelle oche dietro di lui.
Ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno a se stesso, nemmeno sotto tortura.
  
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