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Autore: BettyLovegood    24/05/2015    2 recensioni
Haymitch/Effie. -Mi fai paura con quella parrucca.-
#Prompt suggerito per il drabble weekend sulla pagina facebook 'We are out for prompt'.
Haymitch stava iniziando ad odiare quella nuova vita, tanto quanto quella precedente.
I giochi erano finiti, Snow e la Coin erano morti, i ribelli avevano vinto e la pace era tornata a regnare nei distretti.
Insomma nessuno psicopatico più mandava a morire la gente in un arena.
Andava tutto bene in pratica, ma non per Haymitch.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note di B.
Questo prompt mi è stato suggerito dalla cara Kary91 sulla pagina facebook 'We are out for prompt'.
Kary91 ti ringrazio per avermi fatto scrivere la mia prima Haymitch/Effie ;D 
Ambientazione post-Mockingjai quindi spoiler (riuscirò mai a scriverlo giusto? Chilosà! >.<) per chi non ha letto l'ultimo libro!
Spero vi piaccia :33




#MI FAI PAURA CON QUELLA PARRUCCA.



Haymitch stava iniziando ad odiare quella nuova vita, tanto quanto quella precedente.
I giochi erano finiti, Snow e la Coin erano morti, i ribelli avevano vinto e la pace era tornata a regnare nei distretti.
Insomma nessuno psicopatico più mandava a morire la gente in un arena.
Andava tutto bene in pratica, ma non per Haymitch.
Con la pace ristabilita aveva finito il suo ruolo da mentore.
Katniss e Peeta si stavano riprendendo bene dalle ferite psicologiche, i ribelli del distretto tredici si erano trasferiti a Capitol City e lui era ritornato nella sua vecchia e puzzolente casa al Villaggio dei Vincitori.
E aveva ricominciato a bere e ad affogare i suoi dolori nei liquori. Dio quanto gli era mancato l’alcool.
Ma a quanto pare il suo dottore –un capitolino di cui non ricordava mai il nome- non la pensava così.
Doveva ripulirsi, rimanere sobrio e allevare oche.
Che schifo di vita. Allevare oche.
Haymitch odiava farlo, forse perché gli ricordava così tanto il suo vecchio lavoro di mentore.
Allevare bestie per poi mandarle a morire. Per lui non era cambiato chissà che.
 
-Haymitch vieni dentro a cambiarti o faremo tardi!- la voce squillante di Effie Trinket arrivò dalla finestra sul retro della casa.
L’uomo sbuffò. Non bastavano le oche, si ritrovava anche a convivere con quella donna.
Dopo la vittoria i ribelli hanno condannato a morte tutti i sostenitori degli Hunger Games.
Strateghi, stilisti, sponsor e accompagnatori. Tutti morti.
Beh, tutti tranne Effie.
Quando aveva ricevuto la notizia che l’avevano trovata, sottoposta ad un processo e condannata a morte si era subito precipitato a Capitol City.
Non poteva permettere ai ribelli di ucciderla, lei non faceva niente di male, solo il suo lavoro.
E si, durante l’ultimo viaggio insieme verso l’arena avevano stabilito un buon rapporto con quello stupido fatto della Squadra Oro.
Effie non voleva la morte dei tributi, lei voleva bene a Katniss e Peeta, voleva bene a tutti quei ragazzi che accudiva, curava e istruiva.
Haymitch non dimenticherà mai la gioia sul suo volto quando la voce di Seneca Crane annunciò Katniss e Peeta vincitori.
Infondo il lavoro di Effie non era tanto diverso dal suo. Effie sperava sempre di veder tornare i tributi del 12 vincitori, proprio come lui.
Così quando Plutarch gli aveva comunicato la data del processo lui era andato lì e l’aveva tirata fuori viva.
L’aveva portata al 12 e le aveva dato una delle sue stanze mai usate.
Quando Plutarch gli disse che si stava ammorbidendo lui rispose che lo faceva solo per il bene di Katniss e Peeta. Loro due avevano già sofferto abbastanza con tutte quelle morti, non potevano sopportarne un’altra.
Già, lo faceva solo per i ragazzi.
Lui odiava avere in giro per casa quella donna. Con lei era tutto più pulito, più colorato, più chiassoso e –anche se odiava ammetterlo- più confortante.
Effie aveva bisogno di qualcuno al suo fianco e lui si era offerto volontario per aiutarla.
Solo per il bene dei ragazzi.
 
Richiuse il cancello del recinto delle oche e rientrò in casa.
-Avanti, i ragazzi ci aspettano per cena. Vatti a dare una ripulita.-
Haymitch sbuffò e si diresse verso la cucina alla ricerca di un po’ di sano alcool, senza però trovarne traccia.
-Dov’è il mio liquore?- sbraitò.
Effie lo raggiunse in cucina trotterellando su dei vertiginosi tacchi dorati.
-Sai che devi rimanere pulito, l’ha detto il dottore.- lo sgridò lei. –Ora sbrigati, Peeta ha cucinato per noi.- ordinò, uscendo dalla stanza.
Haymitch alzò gli occhi al cielo, afferrando una tazza di caffè nero.
Aveva bisogno di qualcosa di forte per sopportare quegli orribili ragazzini e Effie Trinket messi insieme.
In mancanza di alcool c’era sempre il caffè.
Si diede una veloce ripulita e ritornò in salotto dove Effie si stava sistemando un’altissima parrucca dorata in testa.
-Allora, come sto?- chiese la donna, voltandosi verso di lui.
Haymitch bevve un altro sorso di caffè. Si aveva decisamente bisogno di qualcosa di forte.
-Mi fai paura con quella parrucca.- commentò.
Effie assunse un’aria decisamente offesa, si voltò dall’altro lato e rientrò in camera.
-Dai scherzavo!- le urlò dietro, ricevendo come risposta il suono di una porta che sbatteva.
Haymitch si lasciò sfuggire un lamento. Perché era tutto così complicato nella sua vita?
Il vecchio Haymitch se ne sarebbe fregato di tutta quella situazione, avrebbe afferrato una bottiglia di liquore e avrebbe dimenticato l’accaduto.
Ma quello era il nuovo Haymitch, quello costretto a rimanere sobrio, allevare oche e a cui dispiaceva vedere quella stupida donna eccentrica offesa.
Dio, si stava davvero ammorbidendo.
Bussò alla porta senza ricevere risposta, poi entrò.
Effie se ne stava seduta su una poltrona rossa –che si era portata da Capitol City- davanti ad uno specchio e si asciugava le lacrime.
-Dai Effie scherzavo, andiamo i ragazzi ci aspettano.-
Si sentiva tanto un adolescente che si scusa con la propria ragazza.
La donna non diede segno di aver sentito, continuò a starsene lì a piagnucolare.
Dio quanto odiava vederla così.
-E va bene, ti chiedo scusa.- disse, avvicinandosi a lei. –E’ solo che ti trovo molto più carina senza quella roba in testa. Tutto qui.-
Effie lo guardò attraverso lo specchio con un aria sorpresa.
Già si era scusato e le aveva fatto un complimento nel giro di pochi secondi.
Si stava decisamente ammorbidendo troppo.
-Sul-sul serio?- chiese lei, asciugandosi le ultime tracce di lacrime.
Haymitch sbuffò. –Si certo. Ora andiamo?-
Effie sorrise finalmente, si tolse la parrucca lasciando cadere sulle spalle dei corti capelli biondi.
Haymitch si ritrovò a pensare che si, era decisamente più carina così, con il sorriso e senza quelle stupide parrucche.
Si diede un ultima sistemata davanti allo specchio, poi afferrò il braccio dell’uomo e lo trascinò verso casa di Katniss e Peeta.
 
Haymitch odiava la sua nuova vita.
Allevare oche, cercare di non ubriacarsi e battibeccare con Effie in continuazione, ecco quello che faceva ogni giorno.
Ma almeno adesso lei non indossava più quelle sue stupide eccentriche parrucche.

 




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