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Autore: Tsunade1    24/05/2015    0 recensioni
In ordine sono:Una sfidaper Kakashi,Pain,Il ricordo di Iruka,Una guerra inaspettata e Naruto e Kida diviso in 6 capitoli.Grazie sempre!Ho deciso di scrivere una sorta di storia parallela a quella originale mantenendo il più possibile l’originalità dell’opera,da un lato perché è giusto,dall’altro perché l’adoro e la rispetto.Perchè?Qualcuno mi ha chiesto,perché voglio dare un po’ più di giustizia,che secondo me manca,ai personaggi che amo di più e volendo me una gran bella storia d’amore e non “essere lasciato come una pezza vecchia”citando una mia recensista,è Kakashi,perché insomma quante ne ha passate?Se lo merita no?E poi è talmente bello…Prendetela come una storia di rivincita per chi è stato lasciato solo,o dovrei dire rovinato di più,per chi conosce gli sviluppi dellle novel di Kishimoto.L’unica libertà che mi sono presa è stata creare un personaggio che gli facesse totalmente da contrappunto e che in qualche modo però fosse uguale a lui, e le vicende legate a loro ovviamente:direte voi,per quale motivo fare ora questa premessa?In realtà perché avrei voluto spiegarlo alla fine,ma ci ho ripensato...
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Più contesti
Capitoli:
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-Perché vuole ancora affidarmela? - chiesi incredula -Certo, mica pensavi di liberartene così facilmente? Kushina quando vuole, sa mettermi molto più con le spalle al muro di te!- mi confessò grattandosi dietro il collo vergognato ”Allora è un pollo…O lo fa”? chiusi gli occhi come a dire non cambierà mai -Tornando seri, per motivi che forse hai intuito, non posso sbottonarmi più di tanto: alla periferia di Konoha c’è un antico tempio in rovina che apparteneva al clan Uzumaki del paese del vortice, lo riconosci dagli altri perché all’interno sono appese delle maschere mostruose, il tuo compito sarà sovrintendere ai lavori di ristrutturazione non facendo spostare nulla che non si trovasse già lì, e porre i sigilli che ti ho insegnato, quando tutti se ne saranno andati, alle porte e alle finestre, hai una scadenza massima di 6 mesi. Inoltre ad un mese dalla scadenza, completato o no, dovrai sorvegliarlo tutte le notti. Accetti? - lo sguardo ora ritornato limpido mi stordì, pareva che non avessimo neppure bisticciato, o come avrebbe definito lui chiarito, quindi accettai. Non potevo certo affermare che le condizioni del tempio fossero ottimali, ma poteva andarmi peggio: tetto e un muro sfondati, finestre rotte, erbacce, legno marcio e qualche topo; m’improvvisai dunque architetto e carpentiere, spostando materiali e compattando mastice e alla sera ponevo i sigilli, in capo a 5 mesi era tutto pronto, e lasciammo ad asciugare. Fortunatamente andavo a fare rapporto dopo pranzo, stando tutta la notte lì; la sera del 10 ero come sempre seduta sugli scalini del tempio, attenta e anche molto annoiata, tenendomi il mento con i gomiti sulle ginocchia(in un mese non era accaduto proprio nulla) -Acciù- starnutii rabbrividendo -Che aria strana…-. All’improvviso udii degli strilli spaventati e grida di morte provenienti dal centro di Konoha ,ed ero ormai sul punto di attivare Shado, quando mi piegai in 2 dal dolore tenendomi la testa ”Il mio chakra…è disturbato” Shado ringhiò dentro di me, percepivo un immensa potenza, spaventosa e carica d’odio. Poi udii dei rumori dietro di me, dal tempio, un tonfo e qualche gemito; ignorando il dolore poggiai una mano sulla maniglia ad anello del portone, e quella di qualcun altro, calda e dal tocco angelico si pose fra le mie scapole: Minato era lì, o meglio un suo clone -Andrà tutto bene Kida- mi allontanò la mano dalla maniglia fermo ma gentile, eppure avrei giurato di sentire una nota d’addio nella voce… Arricciai la fronte schiudendo la bocca, sentii un orribile boato e mi girai ma non vidi niente: stordita, mi ritrovai catapultata nel nero del bosco, assai lontana dal villaggio; mi toccai d’istinto in mezzo alle scapole, dove Minato mi aveva appoggiato la mano ”Hirahishin…” mi sollevai piano in piedi e comprendendo che il mio chakra non era tornato del tutto alla normalità, m’incamminai tenendomi il ventre nel buio pesto della foresta. Appena arrivai alla radura centrale, che guardava la periferia di Konoha da dietro, vidi un enorme barriera magenta: niente si muoveva, quel silenzio agghiacciante mi fece rabbrividire, e di colpo un fragore allucinante, violentissimo, simile ad un’esplosione, dovetti coprirmi le orecchie e accovacciarmi su me stessa: mi sentii sconquassata dal vento e mi volarono sopra la testa enormi pezzi di legno e calce, infine vidi rotolare una maschera, una di quelle mostruose… L’aria ancora rimbombava di quel suono che aveva fatto tremare la terra tanto fortemente, mi girai e la vidi: la Volpe a Nove Code, immensa e possente, era atterrata colpendo con un pugno il tempio e distruggendolo -NOOOOOOOOO!!!- urlai, e quella ruggì dilaniando l’aria e sentii sanguinarmi l’orecchio che non potei coprire, avendo una mano sull’altro ed una sulla pancia. Corsi e corsi, senza sosta, tralasciando tutto, respiro, dolore ”No, non può essere ragazzi…Forse si sono salvati se hanno fatto in tempo ad organizzarsi, ma se ho ragione…Maestro…” e finalmente, piansi, piansi a più non posso, quasi stessi re-imparando a piangere; l’altro lembo di foresta era più sgombro e illuminato, lo attraversai subito: la periferia era un disastro, caos ovunque, urla e strepiti, anche di bambini, corsi ancora, non mi bloccai a guardare, dovevo raggiungere il luogo dov’era comparsa la barriera. Alla fine, singhiozzante vi giunsi e credetti di morire: tutti i jonin e gli ANBU circondavano una specie di altarino -No! Lasciami! Voglio andare dal mio papà e dalla mia mamma! -vidi Iruka scalpitare in lacrime in braccio ad un jonin il doppio di lui, altri discutevano tra loro incoerenti, ad occhi sgranati ripetevano -Il quarto ci ha protetti tutti…-
-Ma quel bambino…- io non capii più nulla, mi sbracciai e spinsi come mi capitava le persone che stavano appiccicate tra loro, finché non ebbi la visuale sgombra: Minato stava riverso, già cadavere, accanto al minuscolo altare da dove proveniva un pianto di neonato, poco più in là mio padre teneva tra le braccia Kushina, morente e insanguinata mormorargli qualcosa all’orecchio -No Kida ferma, devi farti coraggio-Asuma mi arrestò in una morsa d’acciaio da dietro, dato che io stavo per gettarmi lì in mezzo, e piansi ancora, convulsamente e senza emettere un gemito -Ssh… Buona…- mi abbracciò forte, la sua bocca contro la mia nuca.
 
La residenza dell’hokage era in piedi per miracolo; arrivarono al punto che il grado non interessò più a nessuno, chi poteva scendeva al villaggio ad aiutare: si, quello che ne restava, inclusa la popolazione… Io, Gai e Kurenai stavamo fuori dalla porta aperta di Hiruzen, al quale ci rimettevamo essendo stato il precedente capo villaggio, di fronte Asuma, tornato da qualche mese dai monaci guardiani, che era alla decima sigaretta in mezz’ora. Portavo la maschera di traverso, e lo stesso non avrei notato nessuno; a braccia conserte e mascella serrata aspettavamo che la stanza fosse drenata al fine di ricevere disposizioni, ciascuno nervoso allo stesso modo; Gai prese a fare davanti e indietro-Piantala Gai, non serve a nessuno questo atteggiamento-sentenziò Asuma tirando una boccata-Sono preoccupato per Kakashi…Eravamo insieme e poi è sparito- si grattò il mento febbrile -Ora arriva Gai, è sicuro- s’intromise Kurenai neutra, emulando la mia posa. Finalmente potemmo entrare -Per prima cosa dobbiamo decidere un luogo sicuro dove nascondere Naruto, così l’hanno voluto chiamare- chiarì Hiruzen in assetto ancora da battaglia -Non avrà un cognome?- azzardò timidamente Kurenai, quello la fissò torvo -Uzumaki, non dovrà sapere chi è suo padre- rispose secco, e quasi non saltavo -Scusa come?- sgranai gli occhi come avesse detto una blasfemia, e lui naturalmente non ci fece caso -Ci ha salvato tutti e sarà ricordato come un eroe il tuo maestro, ma il neonato…-
-Si chiama Naruto- sibilai terrea -Naruto- si corresse assecondandomi - È una forza portante, Minato ha sigillato metà del chakra della volpe in lui col sigillo del diavolo, e l’altra in Naruto. Non sappiamo ancora come si comporterà, conviene prevenire ora e…-
-Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? - mormorai esterrefatta -Stai parlando di suo figlio! Posso comprendere la sua scelta di rinchiudere la volpe, non è un pericolo, non ancora, sarà sufficiente tra qualche anno dargli una guida e…-
-Non possiamo esserne sicuri Kida, devo custodire quel che resta di Konoha e occuparmi di rimettere tutto in piedi- m’interruppe grave -Dove andrà a stare allora? Qualcuno lo deve pur nutrire, insegnargli a camminare…- mi appoggiò Asuma volenteroso -Ho già in mente un tutore, quando poi avrà l’età per entrare in accademia gli procurerò un appartamento- s’intromise uno dei segretari nella spiegazione di Hiruzen, e che fece dietro front temendo di essere di troppo -No dimmi pure, novità?- lo richiamò Hiruzen, quello poco convinto s’accostò -Sono dolente signore, ma sua moglie…- bisbigliò al suo orecchio, io e Asuma ci scambiammo un’occhiata eloquente…Mio padre non fece una piega, chiuse per un secondo gli occhi -Grazie, puoi andare-quello filò via, Hiruzen sospirò -Padre mi…- mi fulminò con uno sguardo -Perdonatemi, signore- mi corressi mortificata -Se abbiamo finito con le polemiche, vorrei indicarvi le zone da sovrintendere-disse perentorio -Signore mi perdoni ma…ho perso di vista Kakashi nella confusione- s’interessò Gai educatamente, Hiruzen annuì -L’ho inviato insieme ad altri ANBU a scortare il bambino nella periferia ancora in piedi- spiegò, ed ebbi un altro sussulto, dimenticandomi di condividere il dolore per mia madre, dacché ero con la testa ancora lì -Padre!- stavolta me ne fregai -Non puoi farlo! Così lo condannerai! - esclamai indignata -Guarda che è stato il quarto non io a sigillare la volpe dentro di lui- replicò -E questo non ti suggerisce che forse aveva in mente qualcosa e non rischiamo nulla? -domandai come se per me fosse tutto ovvio -Kida hai visto cos’è successo…- tremò la voce a Kurenai -Ti ci metti anche tu ora? - alzai la voce delusa -Kida, nostro padre ha ragione e poi ha detto che gli troverà un tutore e poi una casa…-
-Asuma! Allora siete tutti d’accordo? - m’indignai ancora
-Esatto Kida, ascolta tuo fratello se non ascolti me- mi fece notare Hiruzen flemmatico, comportamento che detestai in quel momento -È così che pensi di farlo crescere? Col contentino? Già me lo immagino tu ogni mese che gli porti dei soldi, senza dire una parola! -
-Kida- Gai mi tenne per una spalla, anche più forte di Asuma, giacché mi stavo surriscaldando, Hiruzen non batté ciglio -Hai idea di quanto lo farai soffrire? Chiederà in continuazione dei suoi genitori, e non capirà l’indifferenza che riceverà come risposta? Alla periferia? Sarà a tutti chiaro di evitarlo, non gli parlerà nessuno, lo odieranno, non farlo papà! Ti scongiuro è suo figlio! - non fosse stato per Gai, possibilmente gli avrei schiantato quella cavolo di scrivania sui cui teneva ostinatamente gli occhi girando le carte -Credi che sarà facile per me? - reagì infine benchè senza tante scene -A quanto pare! Papà se lo lasci solo così… Lo condannerai alla disperazione più nera, e se scoprirà della volpe sarà ancora più confuso, s’incattivirà! Di questo devi avere paura- la voce m s’incrinò
-Non sono tenuto a giustificarmi, tanto meno con te- concluse lapidario -È un bambino!- mormorai furente, nuovamente con le lacrime agli occhi -Tu sei la bambina Kida, ingenua come sempre-obiettò freddo -Padre…- Asuma si mise tra me e lui, una mano alzata ad arrestare un altro ammonimento -Lo ucciderai…di solitudine- le ginocchia mi cedettero, e Gai mi prese a 2 braccia -Kida…- mio fratello ripeté il gesto con me -È una forza portante anzitutto, ed io ho la priorità su Konoha. Fine della discussione- concluse piano, ma con un’occhiata fiammeggiante -No, prima viene il fatto che è una forza portante…Che Konoha ha da sempre avuto come arma- bisbigliai tra me e me, ma Gai s’irrigidì sentendomi, probabilmente cosciente che avremmo attaccato briga ancora -Non è un’arma! E si chiama Naruto! - dichiarai tremando di rabbia, gli occhi inondati. Gai iniziò a preoccuparsi, diventavo calda in crescendo, circa bollente, e per un attimo si disperò -Ah non ci voleva! Solo lei riusciva a calmarti! Com’è possibile che Kakashi per sbaglio l’ha…-
-NO GAI!- urlarono all’unisono mio fratello e Kurenai: io mi pietrificai, smisi di pensare, di respirare, persino mio padre alzò gli occhi angosciato su di noi ancora muti; Asuma e l’altra erano pronti a fermarmi, Gai divenne smorto -A rapporto signore…ma che succede?-quel tono…Misto di uggia e flemma…Non si scorda mai il primo ”odio”: ci voltammo, uno più livido dell’altro, eccetto me, Kakashi stava sulla porta, girando il capo confuso; si levò la maschera -Kakashi, ti conviene andartene- intimò Asuma serrando la mascella -Mmh?- ma non ebbe tempo di domandare, col chakra ormai del tutto ripreso, spinsi via muovendo l’aria Gai e gli altri e gli fui addosso -COS’HAI FATTO?- sbraitai fuori di me sbattendolo al muro -TU LA DOVEVI PROTEGGERE!NON VALI NIENTE!INVECE L’HAI UCCISA!-cominciai a tempestarlo di pugni che per la sorpresa non fu in grado di parare, strabuzzava l’occhio realizzando ciò che gli stavo sputando contro -No Kida io non vol…- un mio calcio lo buttò a terra -Presto chiamate Hayate e Genma, immediatamente!- udii distratta urlare a mio padre -CREDI CHE M’IMPORTI SE LA COLPA È TUA O NO?NON DOVEVA MORIRE!GLIEL’AVEVI PROMESSO!- a cavalcioni su di lui, seguitai a menargliele senza neppure usare i poteri, e Kakashi se le fece dare, così come io mi feci ferire alla nocche dalla mia stessa ira. Certo che non era stato lui, potevamo non sopportarci ma non l’avrei mai ritenuto capace di uccidere gratuitamente, non lei perlomeno…Però ero furibonda, nelle ultime ore mi era passata davanti tutta la vita, coi miei, coi miei amici, con Minato… Dopo mi ero ricordato di come l’avevo trattato l’ultima volta che avevamo parlato, e lui non si era neppure arrabbiato… Anzi prima di morire, mi aveva per giunta detto che sarebbe andato tutto bene… Lui moriva, insieme a mezzo villaggio ed io a girarmi i pollici al tempio, ovvio, doveva proteggere la più piccola della cucciolata (prima di suo figlio). Avrei potuto cominciare ad avere un dialogo con mia madre, che mi amava ed io l’avevo sottovalutato… E poi il discorso di Hiruzen, considerando tutto ciò, mi aveva fatto imbestialire, insieme a tutta la rabbia e la sofferenza provata negli ultimi anni, ed ora questo… Mi aveva sconvolto. Perché? Perché lui? E Minato… Non me l’aveva  detto, di nuovo per proteggermi… Lo sapevano tutti, eccetto me. Due braccia enormi mi sollevarono ed io scalpitai: Kakashi si rialzò piano, la maschera imbevuta di sangue, si teneva il naso e non proferì parola -Chiudetela nella sua stanza finché non si sarà calmata! -comandò mio padre, ora davvero preoccupato -Avresti il coraggio di rinchiudere la tua stessa figlia? - avevo perso metà voce e mi uscì uno strillo rauco -È proprio perché sono tuo padre e devo proteggerti, specialmente da te stessa che lo faccio! - mi gridò di rimando. Mi sentivo in un incubo, quasi non stesse accadendo realmente: tutti mi fissavano esangui e impauriti, quella sera pure loro ne avevano passate tante ed era consequenziale quello sguardo, eppure mi indispose e Kakashi, che immaginavo si sarebbe infuriato con me, anzi non aspettavo altro per sfogarmi ancora, invece aveva un’espressione talmente addolorata mentre si ripuliva piano piano dal sangue, che mi bloccai di colpo e i 2 jonin mi misero a terra -Sei emotivamente coinvolta e non puoi svolgere alcun compito, non sei in grado di controllarti. Per stanotte hai finito, sei congedata. Non voglio vederti fino a domattina- ordinò tassativo -Sta’ sereno, non mi rivedrai mai più-dissi emulando il tono, girai sui tacchi ignorando che mi chiamassero, e spingendo via i 2 che mi avevano presa, percorsi il corridoio ansante e via via sparpagliando tutta la mia tenuta ANBU, lasciandomi solo l’occorrente, mi si ruppe perfino l’elastico nella foga di svestirmi, la maschera in vece la fracassai io in mille pezzi, fuori invocai Shado e ci balzai in groppa che era già in volo ”Scusami mamma, Asuma… Perdonami Iruka, Gai… Maestro, Naruto… mi dispiace” fissai il villaggio semi distrutto con la vista appannata dal pianto, intanto che Shado sbatteva le possenti ali,uno,2,a tempo col mio cuore.
 
Kida era alla finestra in piedi, e a braccia conserte; Naruto si era rimesso a sedere e la fissava -Mi dispiace. Devi aver sofferto molto- si scusò lui -La verità è Naruto che io ero solo una ragazzina… viziata. All’inizio, non mi mancava niente ma come tutti i figli con genitori intransigenti, avrei voluto solo detto un po’ più spesso ti voglio bene e così ne facevo di tutti i colori (anche se a volte era proprio d’indole). Per un po’ ho compensato con Asuma o i miei amici, Shado,Minato ma dopo… Non desiderai più sentirmelo dire, neanche me lo dimostrassero, anzi non volevo proprio sentire nessuno,non cercai più il dialogo coi miei genitori. A me invece dispiace aver lasciato tuo padre con l’amaro in bocca, deluso. Se fossi rimasta cinica potrei dirti che al contrario di altri, essendo orfano in fondo, intendo in maniera mentale ecco che non si percepisce come altri pensieri, tu non hai mai sentito il desiderio di superare tuo padre e sei cresciuto in maniera molto indipendente e autosufficiente, ti viene ora spontaneo far tutto da te, c’è chi lo impara per tutta la vita e questo per quanto triste, è un vantaggio -Kida si girò abbattuta- Sì lo so, di sicuro mi capiva e non era arrabbiato ma gliel’avrei voluto dire io, di perdonarmi -Naruto comprendeva la sua malinconia, mancava anche lui, sebbene l’avesse visto almeno una volta:-Così te ne sei andata- confermò il ragazzo incerto -Non che mi faccia onore, so anche questo, col senno di poi non potevo pronunciarmi sulle decisioni del terzo, non essendo hokage e non avendo mai avuto il desiderio di diventarlo (senza offesa, lo rispetto se è questo che vuoi) quella notte d’emergenza forse tutti pensavano come me in fondo che non era tra le scelte più sagge,ma era l’unica che trovarono e non avrei dovuto dargliene la colpa né dirgli che non mi avrebbe visto mai più… Perché è sempre stato un moderato e tutti lo stimavano per questo, compresa io e quando si cerca di accontentare tutti e a parole, pur essendo giusto, s’incappa in qualche errore di giudizio e conoscendolo, ne era consapevole, magari persino mentre dava ordini. Ecco perché scelse tuo padre Naruto, in modo che Konoha avesse un periodo di pace stabile, periodo che poi ha continuato il mio… Io avrei dovuto fermarmi, fermarmi e pensare. E forse un giorno avrei compreso… Comunque sì, non mi feci né vedere né sentire per 3 anni, fortunatamente in questi casi un ninja è dichiarato traditore dopo 5, anni in cui ho messo da parte la divisa e ho fatto la studiosa, sino a che non nacque Konohamaru, e da allora, piano piano, mi riavvicinai e collaborai all’estero per Konoha, in veste sia di shinobi che di scienziata. Il terzo neppure ci provò a chiedermi di tornare…- disse cupa -Allora hai conosciuto anche il maestro Jyraia- considerò Naruto:-Sì,ma di vista: conoscevo come tutti più la sua leggenda che lui in persona- rispose lei. Naruto incalzò:-Leggevi molto? - Kida trasalì, lui era perfettamente calmo:-Sì tantissimo, adoro leggere. Ricordo che quando divenni jonin Hiruzen mi regalò un atlante sulle creature di tutto il mondo e geografico, senza troppe cerimonie, e un’altra volta Iruka mi diede un album di foto ben dettagliato sulle piante e… Che fai? - Naruto infilò una mano sotto la giacca e ne estrasse un libricino che le porse :-“Storia dei ninja leggendari”? - Kida se lo rigirò curiosa tra le mani:-Oh! Di Jiraya! - esclamò sorpresa;
-Ne ho una sola copia e non posso regalartela, ma te la presto volentieri, io lo so a memoria -il ragazzo sorrise e Kida palpitò -Ne sei sicuro? Perché me lo dai? -
-Certo, me lo ridarai una volta finito! Beh perché l’hai conosciuto anche tu, benché solo di vista, e così sentirai pure mio padre un po’ più vicino a te- spiegò solenne, Kida non afferrò:-Alla fine del libro capirai- la rassicurò;
-Indubbiamente tutti ti avranno detto le stesse cose su Minato, io però dal mio modesto punto di vista, vorrei che tu lo vedessi come un uomo innanzitutto, che può sbagliare ma che credeva sempre in tutti, impavido e ottimista, in particolare se loro non credevano in sé stessi. Io… Gli devo tutto (lui direbbe di no, ma è così) sono fiera di essere stata sua allieva e ti ringrazio di avermi dato la scusa per parlarne- rise per smorzare la solennità del suo monologo; il ragazzo arrossì:-Di niente. Grazie a te… Tu mi hai appoggiato e capito anche prima di conoscermi e… Non so che altro dire!- rise imbarazzatissimo, Kida fece una smorfietta allegra:-Scommetto che un giorno dovrai narrare tu la storia di un padre ad un figlio curioso e allora mi capirai meglio- lui la osservò come l’aveva osservata per tutto il tempo: sognante e immaginandola accanto a suo padre, Kakashi o gli altri maestri, a tratti si era rabbuiato o eccitato per l’azione, ora provava tanto affetto per lei, anche più di prima, no non se l’era proprio immaginato che avesse fatto tutte queste cose con lui! E vedendo Asuma o il terzo, nemmeno che fosse così formidabile! O che gli volesse tanto bene… E stampò quelle sue ultime parole in testa. Sorrise tra se e se, guardando ancora Kida e il libro per un po’:-Avevo ragione sei speciale - sussurrò, Kida si morse un labbro lusingata:-Sarà meglio andare!- disse brusco Naruto balzò agile in piedi scrollandosi tutte quelle belle sensazioni, e chiamando a gran voce i 2 jonin, una volta in corridoio con Kida:-Naruto, ma che ti urli?- Yamato uscì massaggiandosi un orecchio:-Ih ih scusate pensavo vi fosse addormentati!- ridacchiò lui camminando verso la porta, Kakashi tenne la testa bassa:-Hai sonno? Perdonaci se ci abbiamo messo tanto- Kida abbozzò un sorriso:-Ah no… Non ti preoccupare, solo un leggero mal di testa- disse con noncuranza Kakashi, Kida però scorse qualcos’altro che non afferrò. Alla porta, Naruto si girò a domandare timido:
-Kida? -
-Sì? -
-Posso tornare qualche volta a domandarti altro su mio padre? E sui tuoi famosi viaggi? - alzò gli occhi buoni e cristallini, cui Kida nonostante tutto doveva ancora adattarsi:-Sì certamente, mi farebbe molto piacere- asserì lei dolcemente:-Kida! Prima o poi imparerò a controllare il demone, e raggiungerò i miei sogni! E poi- si piantò il pugno al petto con aria da sbruffone:-Dobbiamo combattere! -Kida alzò gli occhi al cielo per quelle sfide, e sorrise pensando che lui non sapesse assolutamente nulla di quello che stava succedendo -Va bene Naruto, va e corri e raggiungere i tuoi sogni- si strinsero energicamente la mano, poi corse via, Yamato la salutò cordiale, l’altro fece appena un cenno allontanandosi. A letto Kida rifletté a lungo, il sonno era svanito: le aveva fatto bene quella chiacchierata, benchè lunghissima, sentiva di aver analizzato la sua vita da capo e con occhio nuovo, era un po’ più libera ma… C’era qualcosa che le sfuggiva, che non aveva chiarito al di là dell’aver parlato il meno possibile dei compagni di Kakashi e di lui stesso, poiché si era ripromessa di parlare di Minato malgrado non potesse ostacolare il flusso dei ricordi… Cos’era? Non lo sapeva, era una sensazione impalpabile, eterea che le aveva riesumato qualcosa… Ma si sentiva anche piena sì, piena a felice. Decise di non rifletterci più di tanto e spense la luce.
 
E se da un lato lei e Naruto si erano lasciati colmi e contenti, Kakashi si sentiva vuoto e spento: Kida gli aveva riportato alla mente una miriade di cose, cose che lei aveva conosciuto per sentito dire e non indovinava cos’avrebbe pensato di lui sapendone i dettagli… Sospirò spesso lungo la strada inconsciamente, le era grato per non aver rivelato episodi attinenti a lui, lui e lei, o i suoi amici, e notando dalla porta socchiusa quanto lei si sforzasse di non parlarne, era certo che se ne ricordasse bene quanto lui. Non seppe quante volte avrebbe voluto irrompere nella stanza, fregandosene dell’educazione o che era con Naruto e Gridare robe del tipo ”Ehi c’ero pure io quella volta!”, ”Ero lì in quell’altra”, ”Kida no io non  l’ho pensato!” o “Kida no io volevo che fossi mia amica e sei stata grande all’esame jonin!” tuttavia non ne fu’ in grado, era spiazzato: troppo genuina, troppo lei… E poi la parte in cui accennava a Rin l’aveva sbriciolato: in tutta Konoha, lei sola aveva fatto un viaggio di sola andata per l’inferno come lui… Lei e basta; Kakashi non era il tipo che si ripeteva o rimuginava su come potevano andare le cose, eccetto che per i suoi compagni di squadra o per Minato, quella notte però se lo chiese, rigirandosi nel letto, e se si fossero parlati prima? Dove sarebbero ora?
   
 
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