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Autore: _Trixie_    25/05/2015    6 recensioni
[Spoiler S4 finale]
Emma, pochi istanti prima di salvare Regina e sacrificarsi per lei, ripensa a ciò che quella donna rappresenta, davvero, per lei.
Regina, dopo il gesto di Emma, non può che non sentire la mancanza di Emma, la sua Emma.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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So darkness I became
 
 
- Emma -
 
 
And in the dark, I can hear your heartbeat
I tried to find the sound
But then it stopped, and I was in the darkness,
So darkness I became.
 
Non era come se ne avessi il diritto, giusto?
Voglio dire… Lei aveva scelto lui.
Beh, no; a dirla tutta il destino o la polvere di fata o quello che era aveva scelto per lei.
E per me non avrebbe dovuto fare alcuna differenza, per svariati motivi.
Prima di tutto, io ero…  io. E lei era… Regina.
E poi stavo con Killian.
Stavo con un uomo. Lei stava con un uomo.
Eppure… il modo in cui lui la toccava.
Mi dicevo in continuazione che dovevo smetterla. Dovevo smetterla di… infastidirmi per il modo in cui lui le stava sempre vicino.
Ma avevo quelle immagini, nella mente.
La mano di Robin che stringeva quella di Regina e le loro dita che si intrecciavano.
La mano di Robin attorno ai fianchi di Regina, sul suo collo, tra  i suoi capelli, ad accarezzarle una gamba.
Le labbra di Robin su quelle di Regina, sulla sua fronte, sul suo collo.
E una parte di me sapeva che Robin aveva il permesso di baciare e accarezzare e stringere e toccare Regina, perché era quello che Regina voleva.
Ma, nonostante questo, qualcosa, dentro di me, si agitava e ribolliva, denso e pesante nel mio petto ogni volta che lui le era vicino.  
Era difficile ignorarlo, ma dovevo. Perché io ero Emma e lei Regina.
Perché io avevo Killian. E lei aveva Robin.
Ma Robin doveva togliere quelle sue dannate mani da Regina.
Probabilmente lui non si rendeva nemmeno conto della fortuna che aveva.
Essere desiderati da una donna come Regina Mills… Dio, mi girava la testa, al solo pensiero.
Patetico, vero?
Robin Hood poteva avere tutto, da Regina, in ogni momento e senza nemmeno esserselo guadagnato, solo perché della stupidissima polvere di fata lo aveva designato come Vero Amore di Regina.
Io invece conservavo nella memoria ogni istante in cui Regina mi aveva sfiorata, spesso accidentalmente, e avevo combattuto per guadagnarmi anche solo il diritto di posare il mio sguardo su di lei.
Conservavo quella sensazione, quel tenue sfrigolio di elettricità che le mani di Regina producevano sul mio corpo, come uno dei ricordi più belli.
E si trattava solo di strette di mano o di una carezza sul braccio, nulla più. 
A parte quella volta in cui le avevo puntato un coltello alla gola.
Non le avrei mai, mai fatto davvero del male. Stavo solo cercando di fermare Cora.
E per poco non avevo finito con il lasciare cadere il coltello a terra, quando avevo sentito il corpo di Regina contro il mio.
Cora sicuramente capì che non avrei mai ferito sua figlia di proposito. Me lo lesse dritto nell’anima.  
E tutti quegli abbracci, quegli abbracci veri, che avevamo sprecato?
Avevo perso il conto delle volte in cui l’avevo guardata negli occhi e lei aveva guardato nei miei e…
Lo volevamo.
Avrei tanto voluto abbracciare Regina Mills, ogni volta in cui i suoi occhi mi dicevano che sì, avevo il permesso di farlo e sì, anche lei voleva abbracciarmi.
Ma era solo un gioco di sguardi.
Nessuna faceva mai quell’ultimo, piccolo passo verso l’altra.
Perché Regina non l’avesse mai fatto, rimarrà sempre un mistero.
Io avevo paura.
Abbracciare Regina?
D’accordo, e poi?
Poi l’avrei guardata e avrei desiderato… Un suo bacio, forse?
No, non potevo.
Io ero Emma. E lei Regina.
Lei aveva già il suo Vero Amore e io…
Io avevo Killian.
Killian era ok.
Mi piaceva, Killian. Volevo bene, a Killian.
Ma sapevo che quello che provavo per Killian non era abbastanza.
Non per me, almeno.
Ma lui sembrava così felice.
Ogni bacio che gli davo, ogni volta che gli stringevo la mano, semplicemente standogli intorno…
Lo rendevo felice.
E allora perché non farlo? Io, in ogni caso, non avrei mai avuto l’occasione di esserlo fino in fondo.
E allora tanto valeva rendere almeno Killian felice, no?
Perché essere miserabili in due?
E poi avevo Henry. Henry sarebbe stato abbastanza, sempre.
Sarebbe sempre stato una ragione per sorridere, per amare, per andare avanti. Avevo mio figlio e non avevo bisogno di altro.
Desideravo altro, ma Henry bastava.
E Henry sarebbe sempre bastato. O quasi.
Sarebbe sempre bastato, tranne nel caso in cui… in cui avessi dovuto scegliere tre me e lei.
E quello… quello era il caso.
L’oscurità la circondava.
Tra le mani avevo il pugnale dell’Oscuro Signore.
Sapevo cosa dovevo fare.
Sapevo cosa volevo fare.
E lo feci.
Guardai Killian, poi i miei genitori.
Pensai a Henry. Henry avrebbe capito, perché gli eroi si capiscono l’un l’altro, no?
Amavo ciascuno di loro in modo diverso. E per ciascuno di loro avrei dato la mia vita.
E poi guardai Regina.
E amavo anche lei.
E per lei avrei dato tutto.
Morire per qualcuno non è il più grande sacrificio che una persona possa fare per voi, sapete?
Provate a dare via ogni cosa, di voi, tranne la vita.
Rinunciate alla vostra famiglia, rinunciate alla vostra capacità di amare, di sorridere, di essere felici. Rinunciate al vostro libero arbitrio e rinunciate al vostro lieto fine. Rinunciate a vostro figlio, rinunciate a vederlo crescere.
Rinunciate a voi stessi per l’eternità, diventate qualcuno che detestate con ogni fibra del vostro essere.
E tenetevi la vostra vita fatta di odio e rancore e distruzione, di infelicità e di disprezzo, senza speranza, senza un domani che sia diverso dall’oggi.
Scegliete questa vita, sceglietela per salvare quella della donna che amate.
Rivolsi il mio ultimo sguardo a Regina.
Era Robin a stringerla.
Io stavo diventando tenebra.
E avrei voluto uccidere Robin Hood.
Ma ormai che importanza aveva?
Stavo diventando tenebra.
E volevo esserlo, perché Regina potesse essere felice.
Le avevo promesso un lieto fine.
Guardai ancora Regina, un’ultima volta, perché potesse ricordarmi come Emma, solo Emma, la Emma che era stata sua anche se non se ne era mai resa conto.
E poi fui tenebra.
Avrei tanto voluto abbracciare Regina.
Ma non era come se ne avessi il diritto, giusto?
 
 

- Regina -
 
 
The stars, the moon, they have all been blown out
You left me in the dark
No dawn, no day, I'm always in this twilight
In the shadow of your heart.
 
Si trattava di incredulità.
Semplice incredulità.
Non ci credevo.
La mia mente si rifiutava di credere.
Era come se avesse eretto un muro.
E io non ci credevo.
Perciò continuavo a cercarla.
Mi aspettavo di vederla comparire da un momento all’altro.
Occhi verdi, capelli biondi.
Magari anche quella sua insopportabile giacca di pelle rossa.
E quel suo sorriso idiota…
Avevo bisogno di lei.
Ma lei se ne era andata.
E io ero… Sola.
Avevo Robin, il mio Vero Amore.
Ma quello non sembrava affatto un lieto fine.
Perché Emma era sparita.
E su quel pugnale, posato al centro del mio salotto, c’era il suo nome.
Piangevo. Piangevo da tre giorni, da quando lei se ne era andata.
Avevo bisogno di mio figlio.
Di nostro figlio.
Fu Henry ad afferrarmi, prima che cadessi a terra nel soggiorno.  
Mi tenne stretta, mi accarezzò i capelli.
Troveremo una soluzione, vedrai, si sistemerà tutto, diceva.
Piangevo.
Emma.
Emma si era… Sacrificata, per me.
Si era messa tra me e l’oscurità.
Era stata Emma.
Ma ora Emma se ne era andata.
E con lei buona parte della mia anima se ne era andata.
Avevo bisogno di lei.
Avevi bisogno della mia nemesi.
Avevo bisogno dell’altra metà di me.
Avevo bisogno di Emma.
Avevo bisogno di Emma per ogni cosa.
Avevo bisogno di Emma per amministrare quella città.
Avevo bisogno di Emma per crescere Henry.
Avevo bisogno di Emma per essere felice.
Avevo bisogno di Emma per essere… Regina, solo Regina.
Ma Emma se ne era andata, per salvare me.
Alzai lo sguardo su Henry. Annuii.
Sistemeremo tutto. Lo ripetevamo ogni giorno, l’una all’altro.
Non so chi ci credesse meno, tra me e Henry.
Il pugnale con il suo nome era ancora lì.
Avrei potuto chiamarla.
Aspettai che Henry andasse nella sua camera. Aspettai che si addormentasse.
Il suo sonno era diventato agitato e irregolare, proprio come il mio.
Poi afferrai il pugnale.
Volevo vedere Emma.
Anche se… Sapevo che non sarebbe stata la mia Emma, la Emma che avevo conosciuto.
Avevo paura.
Avevo sempre avuto paura di Emma, fin dal primo giorno in cui si era presentata alla mia porta.
Lei aveva sempre avuto il potere di distruggermi e non solo perché era la Salvatrice. O lo era stata, visto che ora…
No, Emma poteva distruggermi perché io glielo avrei permesso.
A Emma avrei permesso ogni singola cosa, che lo volessi o meno.
Perché lei era Emma ed era nella mia anima, sotto la mia pelle, nel mio cuore. Lei era Emma. E io Regina. E le avrei permesso qualsiasi cosa.
Il pugnale con il suo nome era davanti ai miei occhi.
Lo feci.
Emma, sussurrai.
Emma.
E Emma tornò da me.
Era diversa. Il suo aspetto era diverso.
La sua pelle, che solo tre giorni prima era madreperlacea come quella di sua madre, era giallognola e squamosa.
Ricordavo la pelle di Emma.
C’erano stati solo contatti sfuggevoli, sfioramenti accidentali delle nostre dita, ma ricordavo la pelle di Emma.
Mi piaceva, la sua pelle.
Ci guardammo.
Non c’erano bisogno di parole, per capirci.
Perché? Mi chiesero gli occhi verdi di Emma, cupi, pieni di un potere di cui ancora non conosceva i limiti.
Mi manchi. Ho bisogno di te.
Quella Emma non esiste più. Ti aveva promesso la felicità. Ha dato tutto per la tua felicità e quando non le è rimasto più nulla per nessuno, nemmeno per te, Regina, se ne è andata, sembrava sussurrarmi l’anima nera di Emma.
Era un brivido lungo la mia schiena, era il ricordo lontano di una risata cristallina scomparsa per sempre, schegge di vetro andato in frantumi e calpestato dai miei piedi nudi.
Lei era tenebra.
Emma era tenebra.
Chiusi gli occhi, non volevo vederla sparire di nuovo davanti a me, ora che era così vicina.
Era diversa, non era più Emma, ma… Era tutto quello che rimaneva di lei.
Puoi tornare dovunque fossi prima che ti chiamassi, dissi solo.
Poi lasciai cadere il pugnale.
Emma se ne era andata.
Ma non aveva importanza.
Ti troverò sempre, sussurrai a una stanza vuota. 



NdA 
Quindi... sì. Finale di stagione, Un doloroso finale di stagione. E questa piccola shot è il mio modo per esternare i sentimenti confusi e contrastanti che provo da settimane. 
Comunque. Le brevi citazioni nel testo che introduco la parte di Emma e poi quella di Regina sono tratte da Cosmic Love (Florence + The Machine). 
Grazie per aver letto, 
Trixie :)
   
 
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