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Autore: CottonCandyGlob    25/05/2015    0 recensioni
Anni di misteri, scorribande e viaggi in giro per il mondo... Finalmente anche i membri della Mystery Inc. hanno ottenuto una vita "normale": Fred e Daphne si sono sposati, e Velma e Shaggy hanno rivalutato la loro relazione, pronunciando anche loro il grande sì. Ma quando i loro figli, si trovano nei guai, i detective sono costretti a tornare in azione nell'isola degli spettri, Spooky Island, che sembra nascondere ancora molti segreti. E' solo un banale scherzo del destino che i loro primogeniti siano due coppie di gemelli?
Per scoprirlo basta seguire le avventure di Chris, Meg, Josh, Lily e l'insostituibile Scooby-Doo che tireranno fuori dal loro DNA la impareggiabile passione per i misteri e abilità di cacciarsi nei guai!
Mia prima fanfiction, un po' ingenua e adolescenziale, che mi ha tirato fuori da un brutto periodo (e rimane qui a mo' di monito personale)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Voi credete che io sia così scemo da farmi convincere che non abbiate mai messo piede in quel negozio?
-Sì, ma...
-Haha! Lo sapevo!-esclamò il poliziotto, spostando il microfono-Ditemi, ditemi, confessate cosa avete fatto.
-Siamo entrati in quel negozio il primo novembre, ma non abbiamo la minima idea di dove si trovi il generatore. Lo abbiamo solo visitato.
-Che? Mi prendi ancora per un idiota?
-Lo giuro, signore, lo giuro!
-Bene, e tu? Signorina? Hai niente da dire a tua discolpa?
-Io confermo quello che dice mio fratello...non abbiamo fatto nulla-disse Lily, scuotendo i capelli, tornati ad essere i suoi soliti spettinati.
-Allora, "se non avete fatto nulla", che cosa ci facevano le vostre impronte nei circuiti del generatore?
-Non lo sappiamo.
Ed era la verità più assurda di tutte, ma era la verità.
-D'accordo, cari bambini, adesso smettiamola di giocare: siamo in un interrogatorio, io faccio domande, voi mi dite le risposte, intanto mamma e papà assistono alla nostra "conversazione" al di là di quello specchio...non volete fare loro un dispiacere, vero?
Nessuno dei due rispose, mantenendo gli occhi bassi.
-Portatemi gli altri due, per favore. Vedrò se riusciranno a dirmi qualcosa di utile.
Velma seguiva con gli occhi i suoi due figli alzarsi ed uscire dalla stanza. Le ritornavano in mente le parole e i rimproveri di sua madre, ed iniziò a chiedersi se non fossero stati infondati. Era colpa sua? Era stata lei a lasciare che diventassero dei mezzi criminali? Solo una cosa sapeva: lei lo aveva detto che era imprudente andare a quell'asta. Non capiva perchè quel ragionamento non aveva sfiorato Daphne neanche per un secondo, proprio la Daphne che aveva avuto l'idea di "scomparire" da Coolsville e non fare parola sulle loro nuove vite. Ed eccola là, a singhiozzare fra le braccia del marito, che non ha esitato un attimo ad informarla di quanti anni di carcere potrebbero beccarsi i loro figli.
-C'è qualcosa che i vostri due amichetti vi hanno detto riguardo a questa storia?
-Assolutamente no, secondo me lei sta sprecando il suo tempo-rispose sdegnata Meg.
-Oh, avanti. Abbiamo trovato le loro impronte proprio sul generatore di elettricità...non fatemi arrabbiare!
-Se qualcuno li avesse incastrati?
-Mio caro ragazzo, una persona con un minimo di cervello può benissimo capire che delle impronte non appaiono per magia da qualsiasi parte!
Chris sbuffò, guardando la sorella.
-Se non vi sbrigate a parlare, sarete ancora più nei guai, miei cari. Fosse per me, vi avrei già sbattuto da due ore in cella...ma il mio capo dice di "darvi una possibilità" per dirmi come le prove necessarie ad incastrarvi hanno una spiegazione legale.
L'uomo sorrise antipatico, sedendosi lentamente davanti a loro.
-Le prove? Quali prove? Sono solo bugie! Non avete abbastanza prove per arrestarci.
 
 
-Hanno abbastanza prove per incastrarli-rivelò Fred, dopo che la Mystery Inc. si riunì in una stanza per discutere su cosa fare.
-E non possiamo cancellarle? Ci sarà un modo per uscire da qui! I miei figli non possono andare in prigione!-singhiozzò Daphne, passandosi il fazzoletto sotto gli occhi.
-Tranquilla Daph-la calmò Velma-loro non ci andranno. Il signor Carbell li lascerà andare, come ha fatto con il figlio di Patrick.
-Cioè, gli unici nei guai, nei guai davvero...sono Josh e Lily-sospirò Shaggy, avvolgendo le spalle della moglie.
-E Scooby?
-Hanno detto che lo metteranno in isolamento fino ad un eventuale processo-continuò Fred-Ora dovete fare solo una cosa: parlate con i vostri ragazzi, e fatevi dire come hanno fatto le loro impronte ad arrivare su quell'aggeggio del negozio. Magari come avvocato riuscirò a trovare uno svincolo. Fate in modo che vi dicano tutto e siano completamente sinceri, io vado a chiedere cosa ha deciso il distretto, fino ad ora.
-Già, vado anche io. Se ci siete solo voi, magari confesseranno-deglutì Daphne, mentre il marito le progeva la mano per aiutare ad alzarsi.
-Bene, avvertite che li aspettiamo qui-le disse l'amica.
Inutile dire che Fergus, il poliziotto di poco prima, si stupì che il suo capo lasciasse parlare i due indagati con i genitori. Chiese di mettere delle sentinelle alla porta per ascoltare che non escogitassero qualche astuto piano di fuga. Ma il capitano preferì lasciare i dialoghi privati solo all'ascolto dei diretti interessati.
-Saranno rilasciati vero?
-Non lo sappiamo. È il signor Carbell che probabilmente potrà annullare le accuse.
-Ma perchè? Cioè, siamo tutti innocenti, ma su di loro non hanno nessuna prova, mamma!
-Sì, Josh, lo abbiamo saputo. Però Megan e Christopher erano con voi al negozio, quel giorno, e tutto fa credere che foste complici...se saremo fortunati, accadrà come a Trent.
-Trent? Cosa è successo a Trent?-sobbalzò Lily.
-Il signor Carbell ha pensato che fosse vostro "complice", ma già al servizio in tv non ne aveva fatto parola, perchè pensa ancora che voi lo abbiate costretto.
-Ma adesso è ancora in centrale?
-No. Cioè, lo hanno liberato-le sorrise Shaggy-anche se lui preferiva rimanere qui...per te.
Lily capì in un istante che era stata smascherata una volta per tutte. E che le importava? Trent si era offerto di rimanerle accanto, più romantici di così!
-Ehi, ragazzi. Io vi credo, io credo che voi siate innocenti, ma c'è una logica instabile che continua a mettermi in dubbio...davvero non potete darci una spiegazione per quelle impronte?
-Accidenti...-si disperò la ragazza-siamo spacciati. Ma a noi il signor Carbell non verrà a scagionarci con una bacchetta magica!
-Eppure ci deve essere una spiegazione logica!
-Sì, certo. Cioè, sarà stato un mago ipnotizzatore che li ha stregati, li ha portati in quel negozio e ha fatto scomparire la memoria a tutti e due!
-Shaggy!-esclamò Velma-Non è il momento di scherzare!
-No, mamma! Aspetta, papà ha ragione!
-Bene, adesso esistono maghi, eh?-replicò Josh.
-No, non i maghi...-riflettè Lily-non mi ricordo di essere tornata in quel negozio, ma il fatto che manchi un pezzo della mia memoria, non può essere casuale...se solo fosse capitato qualcosa di strano...certo, aldilà degli scherzi di voi ragazzi...
Josh si alzò di scatto dalla sedia, puntando gli occhi vuoti sulla finestra.
-Ma come diavolo ho fatto a dimenticarmelo!-si battè una mano in faccia.
In contemporanea gli altri tre si misero in piedi ad aspettare ansiosi una spiegazione.
-Accidenti...ero sicuro di ricordarmi ogni singolo momento di quest'anno!
-Non riesco a capire come facciamo a non ricordarci una cosa simile, cioè, andare in un negozio e manomettere il sistema per poi dargli fuoco più tardi...delle cose così non si dimenticano neanche dopo secoli.
-E se non ce le fossimo ricordati neanche dopo poche ore?
-Non riesco a capire...mi stai dicendo che credevamo fosse un sogno e invece era la realtà, oppure che siamo sonnambuli? Cosa diavolo cerchi di dire!
-Il compleanno di Trent, Lily! Il compleanno di Trent!
I tre lo guardarono sorridere trionfante. Lily sentì un tuffo al cuore, come se improvvisamente avesse avvertito un vuoto di memoria temporanea.
-Il Faux Ghost, certo-balbettò lei-non abbiamo mai capito come siamo arrivati a casa a piedi...
-Ne mai a che ora siamo arrivati. Ma siamo passati dal locale alla nostra stanza in pochi attimi...allora è lì che siamo andati al negozio!
I volti dei genitori si erano illuminati davanti all'acceso dialogo in cui i ragazzi si davano ragione a vicenda, spiegando ogni incognita su quella strana notte, quel teletrasporto impossibile, e l'impossibile ipotesi che avessero fatto tutto da soli. Eh no, ci doveva essere stato qualcuno ad indurli a fare una cosa del genere.
Di colpo, scoppiò come dinamite nella testa di Lily la storia del principe azzurro, lungamente archiviata in favore della storia con Trent. C'era ovviamente anche Duncan Seagle e sua madre. Si rese conto di avere qualche dote chiromantica, perchè quel giorno, alla partita di Nelson, pensando al povero Duncan e ai suoi disastri in internet, aveva visto se stessa in manette. Accidenti, ora sembrava essersi avverato.
Beh, non del tutto. Quelle voci che ogni tanto vi faccio apparire, così ignote e oscure, in mezzo alle vicende invece chiare e limpide, ebbero ragione.
Con il buon cuore che sotto sotto stava ancora nascosto nella camicia a quadri di Malcom Carbell, la storia del compleanno di Trent fu accettata con poche insicurezze, e i ragazzi furono rilasciati.
Si sarebbe continuato ad indagare su chi avesse voluto quella strage.
Certo, i fan della Mystery Inc. fecero la loro parte protestando davanti alla centrale di polizia, quindi ci fu poca possibilità di scelta.
L'arresto era scampato, ma Fergus non rinunciò così facilmente ad un indagine, mettendo in gioco qualsiasi mezzo per rimettere in campo l'accusa, nonostante Malcom Carbell rifiutò qualunque processo.
Il poliziotto, che, udite udite, non aveva altro cognome se non Vallentine(quindi l'arroganza era marchio di famiglia), si arrese solo dopo una promessa dei genitori: un suo amico lo aveva informato che il campo estivo della vecchia miniera di Coolsville era aperto anche nelle vacanze di primavera.
"Perchè non mandare quei mocciosi a divertirsi fra picconi e mucchi di sabbia?"
Il primo giorno di vacanza, venne annunciata la meta ai ragazzi, che senza dubbio spalancarono gli occhi ad una simile follia.
-Io non ci voglio andare!-gridava Chris, lanciando fuori dalla finestra i vestiti che sua madre gli metteva a forza in valigia. I passanti rimanevano colpiti dalle strane decorazioni del giardino dei Jones, specialmente una felpa blu che si sbracciava appesa al ramo dell'albero di fronte.
-Io non ci voglio andare!-strillava Meg, facendosi rincorrere per tutta casa da Fred e Gloria, che rideva della sorella maggiore.
-Ho detto che non io non ci voglio andare! Lasciatemi in pace!
Anche Suzanne, Alice e Toad cercavano di aprire la porta della stanza per fare uscire Josh.
-No, per favore, io non ci voglio andare! Preferisco il carcere! Non voglio finire in un posto di ragazzi delinquenti!
-Pensa che in carcere sono tutti mezzi delinquenti, cioè magari fai nuove amicizie con dei ragazzi normali.
Niente da fare, Lily continuava a rimanere aggrappata alla gamba di Shaggy, tentando di non farlo arrivare alla macchina per posare la sua valigia.
-Potete fare silenzio, dannazione! Qui si cerca di riposare!-urlò la signora Hatfield, a due case accanto.
La signora Dunhee sporse come sempre il naso dritto oltre le tende di pizzo del salotto, inforcando gli occhiali per spiare meglio cosa accadeva di nuovo nel Crownfield Boulevard.
Vide solo il signor Jones pigiare nella macchina dei Rogers i suoi due figli, mentre la signora Rogers tirava per un orecchio il figlio fuori da casa.
-Campo "primaverile" della Vecchia Miniera, stiamo arrivando!-esclamò Velma.
I quattro ragazzi avevano saputo di dover partire solo quella mattina. Decisione saggia, perchè così si sarebbe ridotto il tempo che avevano per lamentarsi, ma per loro significava non discutere affatto su quel piano segreto che andava distrutto completamente. In più(e questo pesò moltissimo sulla coscienza di tutti)i genitori non lasciarono loro vedere Scooby neanche un'ora dal ritorno a casa, perchè dicevano che avesse una cattiva influenza su di loro.
Povero Scooby, non avevano ancora capito, a distanza di anni, che semmai erano loro ad avere cattiva influenza su di lui!
Fatto sta che con queste due complicazioni, il povero signor Mondavarious non poteva proprio più sperare in nessun aiuto.
Per adesso però, ad essere sinceri, un aiuto serviva solo ai nostri poveri quattro eroi, che si scontrarono per la prima volta nell'altissimo portone metallico di quel sinistro campo estivo, e il giocoso e colorato luna park di marzo era, a questo punto, un autentico miraggio.
Che consolazione! C'era una specie di ruota panoramica almeno! Se proprio ci si disperava bastava osservare quello. L'uomo all'entrata, in divisa come in un vero penitenziario, non dimenticò di ricordare subito a tutti che l'attività principale di quel campo era sicuramente scavare, scavare, scavare. Quindi cosa serviva la ruota panoramica? Pressapoco a nulla, se non illudere tutti i poveri ragazzi che ci entravano.
-Il dormitorio non è poi un granchè, ma credo che si adatteranno. Voglio dire, non sono molto versatili questi ragazzi? Si adatteranno in fretta e passeranno due ottime settimane. Ma la prego, signora, non parliamo di denaro.
-Staranno qui due settimane, dovrò pure...
-Si figuri, questi ragazzi dovevano finire in carcere, giusto? Beh, se la meritano una villeggiatura gratuita! Il signor Rollins sarà estremamente felice di averli qui!
Velma lo guardò interrogativa, come faceva sempre quando avvertiva un velo di menzogna.
-D'accordo, giusto-sorrise, portando le mani avanti-ma rimarremo comunque in debito con voi.
-Per piacere, per piacere, siamo noi che vi ringraziamo! Ora sbrighiamoci, così prima di pranzo vi sistemiamo nelle stanze.
-E comportatevi bene!
-Sì, mamma-mugolò Josh a testa bassa, varcando la soglia con la valigia che strisciava a terra.
Accidenti, se avessi saputo prima che essere figli di persone famose vuol dire vacanze gratis, allora mi sarei fatta avanti prima, sfoderando le mie eccelse doti da diva di Hollywood. Ovviamente offrire soggiorni gratis a destra e manca ha sempre un vantaggio: convincere. Giocare la carta mancante, perdere dei soldi, ma guadagnare in altro. Non era forse questo ciò che interessava a Mondavarious? Con quella vacanza prepagata non aveva forse alzato la leva di diffidenza nella testa di tutti e quattro?
Ma allora il signor Rollins cosa voleva? Pubblicità probabilmente.
Però i ragazzi avrebbero pagato un prezzo molto peggiore, e lo si capì subito dalla polvere che correva a terra nel cortile "del Tempo Libero".
-Qui ci si riposa nella pausa fra il pranzo e il lavoro pomeridiano.
-E quanto dura, complessivamente, il lavoro, se posso chiedere?-fece Meg.
-Diciotto ore al giorno nei casi estremi. Cerchiamo sempre di arrivare ai casi estremi, in generale.
Lei deglutì-Dovremmo scavare per diciotto ore al giorno per due settimane?
-Ma sono più di cento ore in tutto!-esclamò il fratello.
-Duecentocinquantadue per l'esattezza.
Aspettate che dò un'occhiata alla calcolatrice, che non ho voglia di contare. Oh, sì, Josh aveva ragione.
-E il pranzo quanto dura, scusi?-chiese Lily, preoccupata.
-Sì e no una mezz'oretta.
-Accidenti, che strazio.
-Bene, bene, in questo momento sono tutti al lavoro, quindi vi posso tranquillamente portare nei dormitori che vi sono stati assegnati...venite con me.
Svoltato l'angolo di un blocco di edifici in spessa lamiera, aggiustata visivamente da interessanti cartelli, quali"L'umanità è schiava del sapere", "Impara l'arte della libertà" e "Vivi nel modo in cui spereresti di non vivere"(penso che neanche un filosofo le avrebbe capite), la visuale sbucò su un gruppo di casette aggrappate ad una collina, con la scritta a neon spenta, di un grigio scuro, che scriveva Old Time Mining Town.
Era una specie di alveare formato da piccole cellette. Il che era tutto estremamente in sintonia con l'ambiente, dove le "piccole apette laboriose" estraevano, o meglio, cercavano senza motivo di estrarre qualcosa dalla vecchia miniera abbandonata lì vicino.
La scalinata interna, poi, era ripida che ci sarebbe voluta perlomeno una corda da scalata, ma ci si poteva accontentare anche di quel corrimano blu che era attaccato alle pareti, così basso che i ragazzi tenevano la mano circa all'altezza delle ginocchia.
Arrivati sul pianerottolo, il custode, di cui non saprei dirvi il nome, semplicemente perchè non importerebbe a nessuno, svoltò nel corridoio sulla sinistra.
A due passi però si bloccò e fissò Chris e Josh con un'espressione compassionevole.
-Voi dovete rimanere qui, questa è l'ala femminile...per carità, vi farei anche passare se non ci fosse nessuno...ma se mi sorprendessero sarebbe...doloroso...avanti signorine, avanti.
Da lì a poche ore si sarebbero rivisti, anche se nessuno aveva la pallida idea di come la situazione potesse stravolgersi in così poco tempo.
Per ora, però, non affrettiamoci. C'è un po' da parlare del bellissimo dormitorio maschile, splendente e pulito come un ospedale! Ok, no, era sporco come una cantina del dopoguerra, e ahimè era probabilmente era poco meno di un carcere.
Tredici letti a castello erano disposti in modo del tutto casuale tra le pareti, alcuni quasi incollati, altri con una distanza non minore di due metri. Quel che preoccupava, seppur ci fosse un tale trambusto, era il disordine a dir poco spaventevole: vestiti a terra, zaini in bilico su alcuni tavolini di legno tutti graffiati e disgustosi materassi sfasciati e squarciati da fare uscire l'imbottitura.
-Alla fine hanno fatto bene a non farci pagare nulla-sussurrò Josh, mentre lo strano tipo di prima valutava tutti i letti disponibili. E non fu facile. Un sacco di genitori avevano deciso di mollare i figli lì per toglierseli di torno nelle vacanze.
-Mia madre impazzirebbe per questo casino...sembra quasi peggio di camera mia...
-Già.
-Caspita, si sono dovuti davvero impegnare per battermi-sorrise Chris.
-Avrete i letti 786 e 788. Ho fatto in modo che stiate vicini, ma vi consiglio di non rivolgervi molto alla vostra sinistra...
-E perchè scusi? Cioè, chi dorme nel 790?
-Diciamo che desidereremo tutti avervi interi fino alla prossima mattina-deglutì ingenuamente il custode-ma non preoccupatevi! Qui starete benissimo! Oh, che disdetta, è tardissimo! Devo andare a richiamare i ragazzi per il pranzo!
Appena l'uomo schizzò fuori dalla porta, i ragazzi si guardarono preoccupati e d'istinto si voltarono verso quel letto vagamente proibito. L'unica cosa che lo differenziava dagli altri era uno strano pezzo nero che sbucava da quello che rimaneva di un cuscino. Una maglietta, tutto qui.
-Perchè devo andarci io?
-Perchè sei tu quello che vuole darci un'occhiata!
-Ho solo detto che sono curioso!
-Dai, forza, giuro che oggi non mangierò pranzo se lo fai!-gli disse Josh.
-Se lo giuri, mi sta bene. Vai a vedere se arriva qualcuno nel corridoio, io guardo chi dorme in quella casa del demonio.
Con la sfortuna che avevano, potevano benissimo essere beccati. Ma le procedure per richiamare i ragazzi al pranzo erano state piuttosto lunghe, per ragioni che a breve vi saranno più chiare. Qualcosa si può già intuire dalla lista delle regole nella stanza a cui le ragazze furono assegnate.
-È vietato urlare o fare schiamazzi che possono disturbare il personale durante il giorno, mentre il rumore di notte è proibito dopo le tre, ma gentilmente evitato dopo la mezzanotte, se possibile.
-È vietato usare qualsiasi sostanza altamente infiammabile, così come si bandisce l'uso di accendini e l'appiccare fuoco al pavimento.
-È vietato alzare le mani sulle compagne di stanza per qualsiasi ragione, altrimenti il soggetto identificato dovrà sottoporsi al doppio delle sedute psicologiche ordinarie.
-È assolutamente vietato introdurre lame, coltelli e oggetti taglienti, compresi vetri eventualmente rotti. In aggiunta si proibisce l'uso di armi da fuoco artigianali e materiale esplosivo anche per puro svago.
-Caspita, guarda continuano fino al pavimento!-esclamò Meg.
-L'importante è che sia permesso mangiare nelle camere-sbuffò Lily.
-Secondo me è l'ultimo problema che si sono posti. Ma non credo sia in lista, hanno lasciato un hamburger su quel cuscino.
-Dove?!
-Lily! Piantala, non penserai di mangiarlo?
-È dalle otto di questa mattina che non tocco nulla!-si lamentò lei.
-Dalle otto? Intendi dire che sono-poi contò velocemente sulle dita-quattro ore che non mangi?
-Boh, significa che i cerotti funzionano...
-Metti i cerotti per la fame? Da quando?-chiese la bionda, fermandosi qualche secondo davanti all'unico specchio che c'era.
-Dal trenta febbraio scorso...non te l'avevo detto?
-No-disse Meg distratta, fissando il riflesso dei suoi occhi azzurri-ma allora funzionano davvero?
-Forse lo saprei...se solo esistesse il trenta di febbraio-alzò gli occhi al cielo l'amica, sbattendo la valigia sul suo precario letto( precario non perchè ci avrebbe dormito per poco, ma perchè era un miracolo che stesse in piedi)-solo che stamattina mia madre è stata tanto generosa con noi a colazione. Sapevo che ci stava nascondendo qualcosa per fare una cosa del genere.
Ma l'altra sembrava non averla neanche sentita.
-Guarda che la tua immagine riflessa non sistemerà la valigia al posto tuo...
-Hai sentito?-sussurrò Meg, ignorandola, puntando con il dito il corridoio.
Giunse un fruscìo di voci dal corridoio, il tipico insieme di urletti infantili che le ragazze sono impareggiabili nel fare. Le scarpe si stampavano al pavimento con rumori sordi, neanche avessero avuto le pinne di un esercito di pinguini.
-Arriva qualcuno.
"Ma dai?"pensò Lily nel breve secondo che passò, prima dell'entrata in scena di un chiassoso gruppo di adolescenti, circa della loro stessa altezza, frettolose di aggiustare al meglio le loro cose.
O almeno, da come si buttarono a infilare roba negli zaini sembravano maniache dell’ordine...ma ci voleva ben altro che olio di gomito per pulire quel posto!
Lilian riconobbe in quell'affanno la stessa voglia matta che Josh aveva di scappare via dalla Presidenza. Quella era paura. Non stavano ritirando, stavano nascondendo. Si trattenne dall'immaginare quale fosse il motivo, giusto per non angosciarsi.
Un incrocio tra un latrato e un assolo di batteria sbatteva avanti e indietro fra i muri, ad un ritmo incessante, che aumentava pian piano in un assordante fracasso.
-Presto, presto!-gridò la ragazza che era appena riuscita a fare entrare due sacchi di vestiti in uno zainetto minuscolo.
-Laura!
-Cosa?-balbettò una moretta vestita di azzurro.
-Il tuo mp3! È là dalla porta!-strillò.
Tutte si voltarono su quel piccolo aggeggino grigio metallico che veniva schiacciato brutalmente da un paio di anfibi neri come la poltiglia dell'asfalto.
-Che è sto coso?-sbottò la ragazza, staccando i resti di metallo dalla suola.
-È mio, Twyla. Il mio lettore mp3...-sussurrò la proprietaria.
-Lo rivuoi, eh?
-Beh sì.
-Oh, te lo ha dato la mamma?-disse in un ghigno.
-È un regalo dei miei nonni...per i miei quindici anni.
-Hai quindici anni, Lauretta? Pensavo ne avessi solo tredici...
-Mi ridai il mio lettore, ora?-balbettò la poverina.
-Ma a cosa lo vuoi a fare? Non vedi che non funziona?
-Funzionava prima...
-Prima? Prima quando?-rise una delle ragazze vicino a Twyla.
-Prima che una prepotente lo pestasse, forse. Chi diavolo ti credi di essere?
Twyla si guardò in giro per cercare la voce che le aveva infierito, e notò solo allora due visi che le erano sconosciuti.
-Ehi, biondina, da dove salti fuori?
-Te l'ho chiesto prima io, e sto ancora aspettando una risposta.
-Tu-sorrise la ragazza, avvicinandosi a Meg-stai giocando con la mia pazienza...
-Tu, invece, non mi stai di nuovo rispondendo.
-Mi chiamo Twyla e non mi piacciono le teppistelle insolenti.
-Caspita, allora sarà tremendo per te guardarti allo specchio!
Le ragazze dietro di lei risero silenziosamente, senza sapere cosa dire a difesa della compagna.
-Sei nuova di qua, vero?
-Sì, arrivata stamattina. Ma stai tranquilla, ti ho già inquadrata ben bene.
-Anche io-ghignò Twyla-tu sei una di quelle piccole dive della tv. Eri al telegiornale qualche giorno fa.
-Ottima memoria.
-Uh, tu vuoi farmi credere di essere una dura, solo perchè io so che sei stata messa in carcere.
-Beh, forse sì, forse no.
-Peccato che sei stata quasi messa in carcere. Io e le mie Darkdolly ci siamo state almeno per tre mesi ciascuna.
-Le Darkdolly?-rise Lily.
-Ti fa ridere, frangetta?-muggì quella che sembrava la classica vice della banda, con nome Ilana.
-Ora ho capito...voi siete le due figliolette di quegli scapestrati della Mystery Inc.!
-Sì-affermò fiera la Jones.
-Hanno mandato dentro mio padre, credo-sbuffò Twyla.
-Oups-deglutì Lilian.
Meno male che tutte quante improvvisamente furono assordate da un fischio: era semplicemente l'altoparlante che annunciava il pranzo.
-Tutti i ragazzi sono pregati di lasciare le stanze per il pranzo e, per chi lo vuole, si consiglia di indossare le uniformi per il pomeriggio. Oggi, per necessità, camere separate.
Dalle ultime parole, le Darkdolly saltarono di gioia. Altre grida provenivano dal corridoio.
-Siete fortunate, bamboline, che oggi ci hanno accontentate tutte...ma state attente d'ora in poi!
La faccia feroce di Twyla fu trascinata via (non si sa come) in braccio alle compagne in mezzo alla turba, lasciando muto tutto il gruppo delle poverine.
Laura si abbassò tremante ad afferrare i pezzetti di metallo che ricordavano vagamente un lettore mp3.
Meg allora si chinò con lei a raccoglierli, rivolgendole uno sguardo dolce come suo solito.
-Voi siete davvero le ragazze della Mystery Inc.? Non sapete quanto mi dispiace che siate capitate in questo posto.
-Sì, beh, non deve dispiacerti...è colpa nostra, in fondo, se siamo venute qui.
-No-sorrise Laura-intendo, in questa stanza...una delle più vicine a Twyla.
-Ah, quella...vi mette i piedi in faccia così spesso?
-Dalla scorsa estate.-avanzò Ruby, una delle altre piccole vittime.
-Vedete-iniziò Laura-di solito qui di anno in anno riassegnano gli stessi letti e Twyla è arrivata l'anno scorso in estate. Quando siamo ritornate qui per la primavera, speravamo che lei non ci avrebbe rimesso piede e invece...è di nuovo qui, purtroppo.
-Deve essere duro, allora, stare con  lei nelle camere accanto-commentò Meg.
-E con quelle odiose delle Darkdolly...
Lily ebbe un'altra risatina-E che cose dovrebbero fare queste"Darkdolly"?
-Fanno le prepotenti insieme a quasi tutte le ragazze del dormitorio, e rendono la vita impossibile a noi-e Laura ripiegò il lettore mp3(se si poteva ancora chiamarlo così) in uno dei suoi zaini.
-Oh, perfetto. Paese che vai, una nuova Janet Chasez che incontri.
-Io adoro Janet Chasez, è il mio idolo, la sua voce è  meravigliosa!-se ne uscì una al fondo della camera, ma Lily fece finta di non aver sentito.
-Sarà meglio che vi mettiate le uniformi...sono tutte là nell'armadio a muro, ce ne sono a mucchi. Al pomeriggio sono obbligatorie...Megan, giusto?-sorrise loro Ruby.
-Sì, grazie-balbettò Meg, non appena vide lo scempio di uniforme che doveva indossare.
Era una semplice maglietta rossa con le cuciture bluastre e dei pantaloncini abbastanza corti di un turchese acceso.
-Quale nemico della moda ha fatto un abbinamento così disgustoso?
-Boh, voglio dire, tanto di pomeriggio lavoriamo in miniera...quindi che problema c'è? Secondo me, Megan, dovresti cambiarti scarpe...-consigliò Laura a testa bassa.
-D'accordo, farò uno sforzo solo perchè me lo hai detto tu-sbuffò Meg, sfilandosi gli stivali-ma dovete promettermi che nessuno fuori dal campus verrà a sapere che sono conciata in questo modo!
Le altre si sorrisero l'un l'altra, tutte soddisfatte che le due ragazze nuove fossero così comprensive.
-Venite, vi portiamo nella mensa provvisoria...
-Provvisoria? Cosa è successo alla mensa "normale"?-le guardò ad occhi sbarrati Lily, immaginandosi per un attimo, di saltare il pranzo.
-La stanno solo pulendo...lo fanno due volte alla settimana e non sapete quanto tutte noi ragazze "normali" adoriamo quei giorni...così come le Darkdolly del resto...
-Io credo che dovrebbero saperlo-fece Ruby-diglielo tu, Laura.
La ragazza prese un respiro e iniziò-Non credo che vi abbiano ancora spiegato il terzo punto debole di questo posto, oltre alle condizioni pessime e il lavoro lunghissimo: quando questo campo venne aperto, tredici anni fa, era tutto meravigliosamente nuovo e pulito, a quanto ci hanno detto. Poi nessuno sa cosa possa essere successo, ma è completamente caduto a pezzi, hanno interrotto i lavori per le costruzioni delle attrazioni ed è caduto nelle mani di un nuovo proprietario, il signor Rollins, che nessuno ha mai visto.
"Certo che neanche una calamita attrae i posti cupi e misteriosi come noi"pensò Meg.
-Già da quando la bellezza di questo posto era crollata, hanno iniziato ad essere portati qui ragazzi sempre più delinquenti, perchè hanno abbassato i prezzi a quelli di oggi. Quindi c'è sempre stata tensione fra i dormitori...poi l'anno scorso è arrivata Twyla e ha pensato bene di dichiarare guerra aperta con York, il "comandante" del dormitorio maschile.
-Quindi siamo capitati in una specie di enorme tabellone di Risiko-commentò Lily-accidenti.
-Esatto, anche se in realtà la minoranza di noi "normali" tende solo a sopportare vetri rotti, tavoli rovesciati e furti dalle camere, senza reagire. Tanto ci beccheremmo solo lividi e botte in testa.
-Mi sembra giusto-disse Megan, sistemandosi la maglia.
-Va beh, adesso è meglio non pensarci. Quel che importa è che siete fortunate e oggi siamo in quella provvisoria in cui le camere sono separate-sorrise Ruby.
-La prima fortuna di quest'oggi, a quanto pare-fece Lily in una smorfia, prima di prendere il passo con le altre.
  
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