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Autore: _PiccolaGuerriera    25/05/2015    2 recensioni
Ah, maledetti uomini! Che vadano tutti al diavolo!
Perchè dobbiamo sempre andarci di mezzo noi donne?
Perchè ci considerano il loro giocattolo preferito?
Credono che noi, al contrario di loro, non abbiamo sentimenti e siamo delle bambole indistruttibili?
Dove sta scritto che la donna, dopo essere stata infelice per tutta la vita, al fianco di un uomo che poteva pure tradirla, debba continuare a subire così?!
Per una volta sono dalla parte di Sissi.
! ... Wow ... ! Oggi è proprio un giorno raro.
Ah, maledetti uomini!
One shot dal punto di vista di Yumi.
E' la prima storia che scrivo. Accetto critiche e consigli per migliorare ;).
Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth 'Sissi', Odd, Ulrich, Yumi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Maledetti Uomini.
- Fantastico! - Esclamo, cercando disperatamente nella mia borsa un ombrello, facendo spazio alle mie mani tra quaderni e cianfrusaglie.
Sbuffo. 
Come ho potuto dimenticarmi l' ombrello a casa?! Proprio oggi, che dopo interminabili e stancanti giornate di sole, ha deciso finalmente (e per mia sfortuna) di piovere.
Adesso dovrò farmela a piedi fino a casa!
Mi si rovineranno i capelli, mi si bagneranno i vestiti, mi si sporcheranno le scarpe ... Argh! 
Credo che la fortuna non sia proprio dalla mia parte ... Che fastidio!

Mentre, tra uno sbuffare e l' altro, maledico più volte la pioggia, me e la mia stupida idea di tornare qui, al Kadic, a tarda sera, solo per parlare con Aelita, (cosa che potevo benissimamente fare ieri), non mi accorgo che sotto i portici della scuola, dove mi ero rifugiata per cercare l' ombrello, una misteriosa figura è seduta sotto la pioggia, al freddo, con le ginocchia al petto e il viso coperto dalle mani bagnate. 
" Chi diavolo può essere?! " Mi domando, fra me e me.
Di sicuro una persona che deve stare davvero male per restare sotto la pioggia, invece di ripararsi qui, dove mi trovo io ora, e lasciarsi inzuppare da questa fastidiosa pioggia, che fra tanti giorni ha scelto proprio oggi per venire giù.

Mi avvicino al ragazzo o alla ragazza misterioso/a, cercando di bagnarmi il meno possibile.
Noto con piacere che è una ragazza. 
Indossa una T- shirt color verde acqua, abbinata a un pantalone beige davvero carino e alla moda, con delle scarpe da ginnastica alquanto familiari.
Come se avessi già visto da qualche altra parte una persona indossare quelle scarpe, identiche. Anzi, praticamente le stesse.
Faccio qualche passo in più rispetto a quelli precedenti, dove comincio a notare che è una ragazza dai capelli neri, come i miei, leggermenti più chiari, con una treccia laterale e un neo dietro il collo.
Pare che stia piangendo, tutta tremante e sconsolata.
Accidenti! 
Capisco subito chi è e decido di indietreggiare, ma mi blocco non appena la ragazza alza il capo, si asciuga le lacrime che le bagnano il viso (come se non fosse già abbastanza bagnata) e si accorge della mia presenza.

E' Sissi, cavolo!
Avrei dovuto fare il più piano, così lei non si sarebbe accorta di me ed io non sarei stata costretta a spiegare che cosa ci facessi lì, con chi e sopratutto perchè mi ero avvicinata alla parte sua.
Capirete come me che vedere una ragazza piangere sotto la pioggia ti incuriosisce a tal punto da voler capire chi è, ma quando scopri che colei è Sissi allora devi trovare il modo e il momento giusto per scappare, perchè altrimenti sei spacciato e chi incomincia a piangere, questa volta, sei tu.
- Scusami, davvero, scusami! - Dico, tutto d' un fiato, agitando le mani.
" Ti prego fa che non mi insulti, fa che mi lasci stare, ma sopratutto fa che non mi chieda di consolarla, perchè davvero non saprei come fare" 
Mentre nella mia testa continuo a supplicarla in silenzio con questo fastidioso mantra che mi impedisce di capire come stia Sissi davvero, la vedo scuotere il capo e rispondere: - Tranquilla, non fa niente. Non mi hai interrotto.

Rimango immobile per circa cinquanta secondi. Quasi un minuto.
Al sessantacinquesimo secondo l' autocontrollo in me svanisce e la lingua comincia a formulare domande al posto mio.
- Perchè stavi piangendo? - 
Cavoli, no! 
- E poi, non ti sei accorta che sta piovendo? -
Yumi Ishyama, smettila subito o giuro che ti faccio piangere io con le cattive!
- Ti ammalerai se continui a restare qui. Domani, se non mi sbaglio, Ulrich ha una partita di calcio ed ha invitato anche te ad assisterlo, no? -
Okey ... okey ... okey!
Ora, dopo che il guaio è fatto, direi che dovrei proprio smetterla.
Ma che dico io, la mia lingua deve smetterla!
E mentre comincio a maledirmi nuovamente, Sissi diventa ancora più triste e i suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime.
Capisco così che la mia lingua (stupida, stupida, stupida!) abbia cliccato sul tasto dolente della sua vita: Ulrich.

Mi siedo accanto a lei, sebbene mi sia ripromessa, prima di farle quelle domande, che non lo avrei mai fatto per due motivi: uno perchè non ci tengo a bagnarmi e ad ammalarmi per Sissi, ma cosa più importante non so cosa dirle ne come consolarla.
Eppure eccomi lì. Sono o non sono da ricovero?!
- So che io e te non siamo molto amiche ... - Incomincio.
Amiche?! A stento ci parliamo e quando lo facciamo è solo e unicamente per litigare, credetemi.
- ... ma non c'è niente di male a confidarsi con me. Davvero. So che potrai pensare: "ma questa che cazzo vuole da me?, perchè non mi lascia piangere da sola, sotto la pioggia e si preoccupa per me, quando nella realtà siamo rivali a vita?!"... - e a quella frase giuro di averla vista sorridere un po'. - ... ma, sappi che non racconterò a tutta la scuola di averti vista piangere. Ne tanto meno il motivo per cui ti ho vista piangere. Te lo prometto. -

Wow, come sono dolce ...
...
Bla! Ma per favore!
- Posso davvero fidarmi? - Mi chiede scettica lei, guardando dritta davanti a sè.
- Certamente. -
No!, ma che mi salta in mente?! 
Nel frattempo, mentre lei si decide quando incominciare a parlare, sento le gocce, sempre più pesanti, scivolarmi addosso e bagnarmi la mia bellissima maglietta color fuoco di pizzo.
- Penso che tu sappia già per chi sto piangendo, quindi... -
- Quindi, cosa ti ha fatto di nuovo? -
- E' difficile da spiegare. Se ti dicessi quello che mi fa tutti i giorni tu non capiresti. Infondo credi che Lui non mi ferisca, quando in realtà è il contrario. Anche, se non lo dò a vedere. -
Sospiro.
In parte sono anche io, con le mie pessime battute, a scherzare su Sissi insieme a Ulrich e Odd, ma giuro che non lo faccio con cattiveria.
La vita qui a scuola, da quando abbiamo spento il Super Computer, è già noiosamente noiosa, poi, se non la prendessimo un po' in giro, il divertimento svanirebbe del tutto e nel prendere in giro un altro non ci sarebbe gusto.
Ma non è cattiveria!
- Comunque, cosa ti ha fatto? Ti ha preso nuovamente in giro? Ti ha dato un falso appuntamento per ridere alle tue spalle? -
- No, peggio. Ha detto che mi ama. - Dice e questa volta rivolta verso di me, con lo sguardo serio e una lacrima che le riga metà viso.

Rimango impressionata da quello che mi ha appena svelato Sissi, come la prima volta che ho visto un film horror a 13 anni.
Ulrich le ha detto che l' ama?
Ma ... ma ... ma stiamo parlando della stessa persona o qui a scuola c'è un nuovo ragazzo di nome Ulrich che sta facendo impazzire Sissi?!
"No, Dio mio, fa che non sia vero! Ti prego, non può essere!" 
- Sei sorpresa, non è così? Scommetto che adesso penserai che mi stia inventando tutto, ma non è così. L' ho sentito io, con queste stesse orecchie dire che mi ama e giuro, per un attimo ho pensato "cazzo no!, adesso la sveglia suona e scopro che è stato solo un bellissimo sogno!", ma no. Non lo era. -
Sento una lacrima scivolarmi sul viso, che subito elimino con la mano per non far capire che il mio cuore è in frantumi.
- Quan ... quand ... quando te l' ha detto? - Balbetto, confusa.
- Qualche giorno fa, mentre tu eri in gita a Marsiglia. La nostra classe aveva tranquillamente organizzato un pic-nic e lui mi aveva invitato a sedermi con lui. Odd, Aelita e Jeremy ci guardavano in modo strano. Ci avrei scommesso, perchè la situazione era più anormale di quanto tu possa pensare. -
- E poi, cos' è successo? -
- Quello che sapevo sarebbe accaduto: era tutta una farsa. Si era inventato tutto. La sua era solo una scommessa fatta con Odd. Avevano scommesso un pallone firmato dai giocatori del Real Madrid che io ci avrei creduto senza obbiettare e che avrei fatto per lui qualunque cosa, compresa ballare come una pazza, di prima mattina, nel bagno dei ragazzi. -
Scommetto che in molti di voi, al mio posto, riderebbero e penserebbero che Sissi sia una stupida senza cervello, che si lascia ingannare da tutti (cosa che pensavo pure io, la prima volta che l' ho conosciuta), ma adesso ...
adesso mi verrebbe voglia di strangolarlo!
Odd no, perchè tanto è inutile, non capisce un cazzo, ma lui no. Da lui proprio non me l' aspettavo. Non avrebbe dovuto. Che infame!

Come posso essere innamorata di un mostro? 
Come posso amarlo più della mia stessa vita, desiderare di averlo accanto in ogni momento se poi scopro che è solo un mostro?
Un bellissimo e affascinante mostro, che se non provasse qualcosa per me (o almeno credo), sarei io la sua prossima vittima.
Perchè? Perchè ha fatto questo?
Lui prima non era così: era timido, dolce, aveva una coscienza e sopratutto non era così sporco nei confronti degli altri.
Cioè, per un pallone! Idioti!

Ah, maledetti uomini! Che vadano tutti al diavolo!
Perchè dobbiamo sempre andarci di mezzo noi donne? 
Perchè ci considerano il loro giocattolo preferito?
Credono che noi, al contrario di loro, non abbiamo sentimenti e siamo delle bambole indistruttibili?
Dove sta scritto che la donna, dopo essere stata infelice per tutta la vita, al fianco di un uomo che poteva pure tradirla, debba continuare a subire così?! 
Per una volta sono dalla parte di Sissi. 
! ... Wow ... ! Oggi è proprio un giorno raro.
Ah, maledetti uomini!

E mentre la guardo tremare e non mi accorgo che anche io ho cominciato a farlo, perdo nuovamente il mio fottutissimo autocontrollo e le stringo la mano. 
(Oggi è un giorno da ricordare sul calendario!)
- Non pensarci più. Non meriti di soffrire per un ... per un ... - Non riesco a chiamarlo nel modo in cui l' ho fatto prima.
Lo amo troppo e mi pesa dire ad alta voce che è ...
- Un mostro. - Dice lei, come se avesse letto i miei pensieri.
- Sì, brava. Un mostro, che è sinonimo di uomo, che a sua volta è sinonimo di disgrazia e sfortuna. -
- E poi dicono che il guaio siamo noi donne. -
- Sì, se prendiamo una scopa e gliela spacchiamo in testa. - Dico, ironica ed entrambe scoppiamo a ridere, anche se i nostri visi sono più bagnati dei nostri indumenti.
- Ti andrebbe una ... una cioccolata calda, nell'ufficio di mio padre? - Mi chiede poi Sissi, dopo un minuto di silenzio.
- Mi sembra ovvio. Ho così freddo che me ne berrei 10 in un solo colpo. Peccato che dopo debba correre in bagno. - Rispondo.
Altra battutina squallida, altra risatina da parte di entrambe.
Non pensavo che Sissi potesse essere così gentile, così onesta, così fragile, ma sopratutto che potesse avere un lato umano.
Quello ce l' abbiamo tutti, anche quel mostro se mi sforzo di pensarci, ma adesso ho capito realmente cosa voglia significare la frase "L' apparenza inganna" oppure "Non è tutto oro quello che luccica".
Oppure, frase inventata da me: "Se un uomo riesce ad ingannarti con il sorriso, si tradirà con le parole".

Così, incamminata a braccetto con Sissi, zuppa fradicia di acqua, (il che mi sembra normale, dopo essere state un bel po' sotto la pioggia), entriamo nella palazzina centrale.
Ma quando ci sembra che il corridoio sia vuoto, ecco che incontriamo chi non vorremmo proprio sentir nominare.
Colui che prima era il protagonista centrale del tragico racconto di Sissi, ma che sembra essere tutt' altro che dispiaciuto o morso dai sensi di colpa (cosa che pensavo potesse essere possibile).
E' Lui, insieme a quell' altro stronzo di Odd, che ridono e scherzano felici, mentre io e Sissi li squadriamo da cima a fondo come se volessimo fulminarli con lo sguardo.
- Hey, guarda chi si vede. - Ci saluta Odd, facendo il gradasso.
Sissi lo ignora, andando avanti, mentre io mi fermo.
Ulrich ferma anche Sissi, chiedendole di rallentare.
- Non mi dirai che sei ancora arrabbiata con me per lo scherzetto di qualche settimana fa? Guarda che è grazie a te se ho vinto la scommessa. - Dice lui, senza animo nè cuore, mostrando un sorriso fiero a me e a Sissi, la quale cerca di non guardarlo negli occhi.
- Non pensavo ti piacessero così tanto le scommesse. - Gli sparo io contro, cercando di difendere Sissi.
- Certo che gli piacciono, sopratutto se c'è di mezzo un pallone autografato dal Real Madrid. - Risponde Odd al posto suo.
- Già peccato che lui abbia vinto uno stupido pallone ed abbia perso, invece, la stima e il giudizio di qualcun altro. - Dico, mantenendo Sissi per le spalle.
- Che vuoi dire? - Mi chiede Ulrich, mentre quel sorrisetto insopportabile comincia a sparire dalla sua faccia.
- Che Sissi mi ha raccontato della sporca scommessa che avete fatto per quel fottutissimo pallone. Cazzo, è più importante un oggetto di poco valore o i sentimenti di una persona? -
- Hey, c'è qualcosa che non capisco: da quando difendi Sissi? - Domanda Odd, facendomi gesto con la mano di smettere di parlare.
Già ... da quando avevo cominciato a difenderla? 
Infondo io non ero nessuno per essere dalla sua parte, anzi, avrei dovuto essere con Odd e Ulrich a scherzare felicemente della vittoria di quest' ultimo, eppure, difendevo Sissi.
Qualcosa in me stava cambiando. Al Kadic qualcosa stava cambiando. Anzi, erano loro che si stavano mostrando per quello che erano: maledetti uomini.
- Da quando so della scommessa che avete fatto, perchè me l' ha detto lei e perchè io non capisco come siate stati capaci di farle fare una cosa simile. Cioè, cantare nel bagno dei maschi facendola sembrare stupida! Dico io, ma avete i vostri 16 anni sì o no? Quando la smetterete di comportarvi da bambini e per una volta incomincerete ad usare questa? - Indico la testa con il dito e loro, perplessi, ascoltano in silenzio quello che ho da dirgli.
Anche Sissi è perplessa. Io più di loro tre messi insieme, ma ho bisogno di sfogarmi e non posso starmene zitta.
Non dopo quello che mi ha detto Sissi. Forse può essere una cosa da nulla, forse sto esagerando un po', ma ... devo sfogarmi!
- Ma infondo, voi siete uomini. Come posso pretendere che usiate la testa, quando non avete neanche un cervello che vi aiuti a pensare?! -
Ulrich mi fissa negli occhi con uno sguardo da cane bastonato.
Le mie parole gli hanno fatto più male di un bastone, questo è evidente, ma per lo meno adesso sa come ci si sente.
Ho servito a Sissi una specie di vendetta su un piatto d' argento.
E penso che questo mi faccia onore.
- Ed ora, se volete scusarci, noi andiamo a bere una cioccolata calda. Nel caso non ve ne foste accorti siamo bagnate fradice e rischiamo di beccarci un influenza. - Concludo, trascinando Sissi fino all' ufficio del preside, che si trova nella porta difronte al corridoio in cui stavamo.
Loro non ridono, non parlano, non fiatano.
Semplicemente Ulrich rimane a guardarmi, mentre Odd è troppo codardo per farlo, sapendo che ho maledettamente ragione.
E che loro sono dei maledetti uomini.
   
 
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