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Autore: udeis    25/05/2015    2 recensioni
Albus Silente è morto e così Gellert Grindelwald. Finalmente, dopo una lunga vita spesa alla ricerca del bene superiore, i due possono riallacciare la loro "amicizia" in tutta tranquillità. Almeno così credono, ma il passato è sempre in agguato. Anche se l'errore di Gandalf è stato fatto in buonissima fede….
Partecipante al contest "This is Silly - non prendiamoci sul serio!", indetto da Chappy_ sul Forum di EFP.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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La porta della camera da letto si apre con violenza mentre uno stregone in abito bianco si affaccia sulla soglia brandendo in modo aggressivo un bastone ed emanando un aura omicida.
 
“Gandalf! Non è come sembra!” Pigola un vecchio mago con una lunga barba bianca, cercando di nascondersi sotto le lenzuola di un imponente letto matrimoniale a baldacchino.
 
“Non è come sembra?” Ruggisce lo stregone. “Non è come sembra?” Continua, facendo raggiungere alla sua voce vette d’ira ancora inesplorate. “Silente non insultare la mia intelligenza: ti ho colto in flagrante! Non cercare di nasconderti è inutile!”
“Lo fa solo perché ha delle mutande imbarazzanti.” Ghigna l’altro mago nel letto. Ha un tono piuttosto rilassato per essere stato appena sorpreso nudo in un letto a baldacchino da uno stregone inferocito e armato di bastone.
“Queste con le renne qui per terra?” Chiede Gadalf caustico.
“Non sono le mie mutande migliori devo ammetterlo, ma quelle da cerimonia sono in lavanderia.” Risponde Silente che sembra aver recuperato sangue freddo e gentilezza, ora che le coperte lo ricoprono fino al mento.
“E quelle sono ancora peggio di queste credimi.” Ridacchia il mago sconosciuto, appoggiandosi comodamente alla spalliera del letto e incrociando le braccia dietro la testa.
Gadalf lo ignora, probabilmente sconvolto all’idea che possano esistere davvero delle mutande peggiori di quelle che ha davanti agli occhi.
“Vergogna Albus!” Tuona, invece, cercando di riprendere il contegno. “Da te proprio non me lo aspettavo! Sei morto da meno di un anno e già ti trovo a fare cosacce con Grindelwald.” “Tu e lui!” aggiunge tradito. “Dopo tutto quello che è successo tra voi? Ti credevo cresciuto, Albus, ma mi sbagliavo.”
“Ormai sono morto, Gandalf, a chi vuoi che importi?” Risponde mesto Silente. “Diciamo che io e il mio vecchio amico, Gellert abbiamo avuto modo di chiarire alcune delle nostre divergenze.”
“È stato un discorso molto approfondito.” Sogghigna Grindewald, appoggiando in modo provocante una mano sulla coscia di Albus.
“E così dopo aver tramato una vita intera, dopo aver visto le persone dell’ Ordine, soffrire, combattere e morire per una tua parola, ora che i tuoi piani stanno per giungere a compimento decidi di disinteressartene del tutto e di darti alla pazza gioia? Vergogna, Albus! Vergogna!” Abbaia Gandalf, apparentemente immune alle provocazioni.
“È stata solo una piccola pausa.” Gli risponde Silente con un tono piccolo piccolo.
“E ho dovuto fare appello a tutte le mie risorse per convincerlo.” Lo difende Grindelwald, senza abbandonare il suo tono malizioso, né spostando la mano di un centimetro.
“Non si direbbe.” Ribatte l’unico mago vestito, incrociando le braccia.
“Così, la tua poco opportuna visita, Gandalf, mio vecchio amico, ha come fine solo quella di prendersela con un povero mago defunto?” Ribatte Albus con tono irritato e occhi dardeggianti.
“Mio vecchio amico?” Si indigna Grindelwald all’istante. “Sbaglio o hai chiamato così anche me? Che rapporti hai con lui? Era un tuo amante?”
“Non gliel’hai detto?” Chiede Gandalf, cercando di nascondere l’espressione compiaciuta.
Gellert ritrae la mano all’istante e sputa: “che rapporto hai con i tuoi amici Albus? Te li porti tutti a letto? È stato così anche per quel Piton? Per Malocchio? E magari anche per Potter, eh?”
“Piton, Potter? Ma come ti viene in mente?” Chiede Silente genuinamente sconvolto.
“Li frequentavi parecchio quando eri vivo, mi pare.” Gli rispose lo stregone, acido.
“Gellert, mio caro,” cerca di mediare Albus, “questa crisi di gelosia è totalmente insensata: Severus era un mio fidato collaboratore, Harry uno dei miei studenti. È indubbio che gli volessi bene, ma solo come un padre può amare i propri figli o i propri nipoti. In quanto a Malocchio… Lui era sposato con il suo lavoro, ed io con il mio, all’epoca.” Poi si appella alla sua ultima risorsa: “Gandalf, andiamo, diglielo anche tu!”
“Ha ragione.” Ammette lui a malincuore, sconfitto dagli occhi imploranti di Silente. “Non c’è mai stato niente tra loro.”
“E tu come fai a dirlo?” Chiede Gellert, infastidito.
“Al contrario tuo, mago oscuro dei miei stivali, io ero vicino ad Albus, durante la guerra e so benissimo come parlava di loro e cosa ne pensava.” Risponde lui, supponente.
“Noi ci scrivevamo!” Protesta Grindelwald.
“Sì una volta ogni due anni, davvero fantastico!”
“Avresti dovuto dirmelo.” Ringhia Gellert irato e deluso al suo compagno.
“No che non avrebbe dovuto, tu e lui non avreste dovuto ricominciare a frequentarvi tutto qui!” Interviene Gandalf e sentenzia con voce tonante: ”lui ti porterà di nuovo sulla cattiva strada, Albus! Già adesso trascuri i tuoi doveri…”
“Io…ehm, dopo tanto tempo… Insomma…” Balbetta Silente, bloccato tra due fuochi.
“Diglielo anche tu Albus!” Interviene Grindelwald. “Quest’uomo,” Si infervora, indicando Silente, “ha dedicato una vita intera a un bene superiore, ora lascia che si rilassi un pochino. Conosco la sua intelligenza i suoi piani andranno a buon fine anche senza bisogno di spiare tutto il tempo l’operato dei mortali.”
“Ehm… Veramente io avrei fatto un piccolo errore che..” mormora Silente.
“Non sto parlando d’intelligenza, Grindelwald, so benissimo anch’io, quanto vale quest’uomo, io sto parlando di valori morali. Una cosa che evidentemente non sai nemmeno cosa sia.”
“Dai non esagerare lui…” Cerca di intervenire Albus.
“Ah certo, il cattivo e pericoloso mago oscuro che non sa niente della morale! Quanto puoi essere idiota per pensarla in questo modo? Ho passato gran parte dei miei ultimi anni in una cella nella più completa solitudine. Ho mentito a quel pivello di Voldermort per salvare la dignità del mio vecchio amico.” Dice lanciando a quelle parole un’intensa occhiata di sbieco a Silente. “E, ovviamente, per il qui presente santarellino, io non so niente di valori morali.”
“Se ne sapessi qualcosa non impediresti al tuo amico” risponde Gandalf, pronunciando le ultime parole con il medesimo tono usato dal mago oscuro, “di fare il suo dovere.”
“Impedire io qualcosa a lui? Forse non lo conosci bene come dici, io non sono mai riuscito a impedirgli di fare niente! Ha sempre fatto di testa sua! Dico solo che un po’ di riposo se lo merita. Dì un po’ lo sai che vita ha vissuto fino ad adesso…?”
“Insomma non è che io…” Balbetta per l’ennesima volta Silente.
“Una vita onesta e retta spesa ad aiutare il prossimo, pentendosi amaramente degli errori commessi in gioventù. Per colpa tua.”
“Per colpa mia! Ma se è lui che…” Protesta Grindelwand.
“Gellert, Gandalf, basta discutere, per favore.” Li interrompe Silente con decisa gentilezza. “Avete ragione entrambi. Avevo bisogno di una pausa, ma non posso e non devo venir meno ai miei doveri e lo farò.” Gli occhi di Silente dardeggiano per un attimo, pericolosi, oscuri e incredibilmente penetranti. “Ma prima che ne dite di una cosa a tre?”
 
 
 Una piccola storia senza preteste. Ogni offesa a maghi potenti e con lunghe barbe bianche è volutamente casuale.
Ora vado che devo togliermi dalla testa l’immagine di quei tre insieme in un letto a baldacchino. Davvero spaventoso.
  
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