Autori:
fenice cremisi, Vyrress
Prologo
Oscurità.
Era
tutto quello che
vedeva Naruto.
Oscurità.
I
suoi ultimi ricordi
risalivano al suo combattimento con Sasuke nella Valle della Fine.
Oscurità.
Sasuke era sotto la statua di Madara col segno maledetto al secondo
livello con
due grandi mani a fargli da ali e il suo mille falchi nero…
dall'altra parte lui
con il manto della volpe e il rasengan pronto.
Faceva
male.
Entrambi si lanciarono
addosso al'altro le due
tecniche si scontrano, la potenza che si generò era immensa, un enorme sfera
nera si formò per poi
diventare bianca.
Faceva
male.
Sasuke era in piedi e lui a
terra, svenuto.
Faceva
male.
Sasuke attivò un
ultima volta il mille falchi
e trafisse Naruto al cuore dopo di che lasciò il cadavere
cadere nelle
profondità delle acque e senza la minima traccia di rimorso
si avviò verso il
suo destino.
Orochimaru.
Orochimaru,
il Sannin,
il potente, per colpa del quale aveva ucciso il suo migliore amico.
Ma
non gli importava…
per lui solo il potere contava, potere che gli avrebbe dato
ciò che voleva.
Vendetta.
Nelle profondità delle acque Naruto scomparve e quando
Kakashi arrivò non
riuscì a trovarlo da nessuna parte.
Naruto
si trovava in un
limbo bianco, accanto a lui c’era un
uomo molto vecchio che lo fissava con degli occhi con cerchi
concentrici grigi .
-Ancora una volta sarà l'incarnazione a ashura a portare
avanti la mia eredità-disse
con voce profonda
Posò una mano sullo squarcio del petto di Naruto e una nuova
energia iniziò a
scorrere dentro di esso la ferita si rigenerò e il cuore
dopo qualche
tentennamento riprese a battere.
i suoi polmoni cercavano aria, ansimava per lo sforzo, i suoi occhi si
aprirono
di scatto fissando il nulla per poi focalizzarli sulla persona acanto a
lui.
- Chi sei?- chiese con voce roca tra veloci respiri
- Io sono Agoromo, ma molti mi conoscono come l'eremita delle sei vie,
della
trasmigrazione e come il padre di tutte le arti ninja-
Naruto spalancò gli occhi incredulo
–io… io…Sono morto?-
- Lo eri- ammise tranquillamente il vecchio- ora non più, ti
ho riportato in
vita per una ragione. Il mondo ha bisogno della tua forza, non è giunto
ancora il tuo momento. Tu vivrai
ancora molti anni…-
- Ma io non sono forte- contestò il biondo ribattendo
all’unica frase su cui la
sua attenzione si era incentrata.
-Lo sarai –poi sorrise –ma per diventarlo ai
bisogno di un maestro adatto. C’è
una persona adatta a questo compito… lui è la
persona che meglio incarna il
credo ninja..-
-Che
credo
ninja?-interruppè il ragazzo curiosamente.
-Autosacrificio-
rispose una voce diversa, più giovanile, profonda e musicale
–uno shinobi senza
nome che protegge la pace nell’ombra. Questo è un
vero shinobi-
Naruto
restò immobile,
attonito. Era questo il credo ninja?
L’Eremita
sorrise
–esattamente. E sembra che il tuo maestro ci abbia raggiunto.
Penso che vi
lascerò a conoscervi, Naruto devi ricordare che visto che
sei ‘morto’ non
potrai uscire da questo mondo. Tu, invece, lo potrai fare, ho incantato
quella
collana che hai addosso, così potrai continuare con la tua
Missione- una pausa
–Vi presenterò soltanto, lui, come sai,
è Naruto Uzumaki, e sarà tuo allievo;
Naruto, ti presento Itachi Uchiha-
-Cosa??- urlò il ragazzo –Itachi!? è un
assassino-
Ma
l’eremita era già scomparso.
-E
tu?- chiese Itachi comparendo dal nulla davanti a lui.
Il
biondo arretrò di un passo –cosa?-
-Che
differenza c’è tra te e me? Uno shinobi
è un assassino- Naruto
deglutì –solo perché magari non
l’hai ancora fatto non vuol dire che in futuro
non ti sarà ordinato o non sarai costretto a farlo per
salvare la tua di vita-
Un
altro passo indietro mentre il moro lo scrutava con due occhi neri
impassibili.
-Hai
traumatizzato tuo fratello! L’hai spinto sulla via della
vendetta! È per la ricerca del potere, è per la
vendetta, che se ne è andato!
Che è andato da Orochimaru!-
-Mio
fratello è uno sciocco- rispose impassibile.
-Tu
hai assassinato il tuo clan! Hai ammazzato la tua famiglia! I tuoi
genitori!- e gli gettava le parole addosso come se fossero coltelli
–e te ne
stai lì calmo, impassibile… tu, che hai il loro
sangue sulle tue mani..-
-Le
persone vivono la loro vita vincolati da quello che loro accettano
come corretto e vero. Questo è quello che loro definiscono
realtà. Ma che cosa
significano corretto e vero? Sono solo dei vaghi concetti…
la loro realtà
potrebbe essere un illusione. Non
possiamo considerarli come persone che vivono
semplicemente nel proprio
mondo legati da ciò che credono?-
-Ma
cosa stai dicendo??- urlò –tu… parlare
così… sii più chiaro, se
stai cercando di dire qualcosa! Maledizione! Tu,, che non potrai mai
lavare il loro
sangue dalle tue mani… tu… hai ucciso tutti
quelli che ti erano accanto… senza
cuore… loro di sicuro ti volevano bene, ti amavano! Non sai
quanto eri
fortunato ad averli accanto, tu… io.. tutta la vita sono
stato un orfano.. se
avessi potuto avere quello che avevi tu… se fossi stato al
tuo posto mai-
-Mai
avresti fatto quello che ho fatto?- lo interruppe il moro, e la
voce si era fatta se possibile più gelida, gli occhi erano
rossi e Naruto seppe
di aver appena valicato un confine invalicabile –cosa puoi
saperne tu di quello
che io ho provato… di quello che ho visto… ma
vuoi vedere, no?- il biondo fece
un passo indietro –tu che spari giudizi su giudizi senza mai
giudicarti, bene
ti farò vedere. Ti mostrerò la notte del mio
grande trionfo se è questo che
vuoi-
E
incatenato da quegli occhi rossi come il sangue attorno a lui si
fece tutto nero.
-ma cosa..no..non è possibile- balbettava Naruto, le labbra
come ghiacciate che
si aprivano a forza, gli occhi luccicanti di lacrime non versate, ma
aveva
inconsciamente fatto passi avanti –Il vecchio non avrebbe
potuto…-
-Il
Terzo ha fatto ciò
che doveva. Non c’era scelta- lo interruppe Itachi con voce
lontana.
-C’è
sempre una scelta,
sempre… il mio sogno è diventare Hokage,
e quando lo farò cose del genere non ci saranno
più- si sfregò gli occhi
rabbiosamente.
-il
mio è un caso
particolare-
Il
biondo fissò il suo
interlocutore per la prima volta dalla verità, le spalle
erano abbassate, come
gravate di un peso eccessivo, il viso era spostato di lato e i capelli
lo coprivano
alla vista.
-Tu
odi te stesso-
realizzò il ragazzo, e le parole gli volarono fuori di bocca
quasi con volontà
propria –tu ti disprezzi-
-Ho
fatto ciò che
andava fatto-
-Ma
ciò non vuol dire
che sia stato facile o che tu abbia voluto- e comprendendo
l’altro aveva questa
voglia irrazionale di consolarlo.
Il
moro scosse la
testa.
-Che
cosa ci facevi a
Konoha? Volevi solo aumentare l’odio di Sasuke nei tuoi
confronti?-
-Quella
notte non ci
dovevano essere sopravvissuti. Ho disubbidito ai miei ordini chiedendo
poi
all’Hokage di risparmiare la vita
a mio
fratello, credevo che, una volta morto, a Danzo e ai consiglieri
andasse
rinfrescata la memoria. Io sono ancora vivo e se tentano di fare del
male a mio
fratello tutti i loro segreti saranno rivelati-
Naruto
chiuse gli occhi
e ispirò –che cosa fai nell’Akatsuki?-
-Sono
il contatto con
Jiraya, continuo a essere una spia e a fare il doppio gioco per il
villaggio
riportando informazioni utili sull’organizzazione,
è l’unica cosa che posso
fare come missing-nin-
-Perché?-
chiese
l’altro con tono urgente –perché
continui a fare tutto questo? Dopo tutto il
dolore che hai passato, dopo la solitudine…-
Per
la prima volta
dall’inizio di quella conversazione Itachi incontro gli occhi
cerulei con uno
sguardo determinato
-Io
sono ancora Itachi
Uchiha di Konoha-