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Autore: Vyrress    25/05/2015    5 recensioni
Storia scritta a quattro mani con fenice cremisi.
-Il Terzo ha fatto ciò che doveva. Non c’era scelta- lo interruppe Itachi con voce lontana.
-C’è sempre una scelta, sempre… il mio sogno è diventare Hokage, e quando lo farò cose del genere non ci saranno più- si sfregò gli occhi rabbiosamente.
-il mio è un caso particolare-
Il biondo fissò il suo interlocutore per la prima volta dalla verità, le spalle erano abbassate, come gravate di un peso eccessivo, il viso era spostato di lato e i capelli lo coprivano alla vista.
-Tu odi te stesso- realizzò il ragazzo, e le parole gli volarono fuori di bocca quasi con volontà propria –tu ti disprezzi-
-Ho fatto ciò che andava fatto-
-Ma ciò non vuol dire che sia stato facile o che tu abbia voluto- e comprendendo l’altro aveva questa voglia irrazionale di consolarlo.
(Prologo)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Autori: fenice cremisi, Vyrress

 

Prologo

 


Oscurità.

Era tutto quello che vedeva Naruto.

Oscurità.

I suoi ultimi ricordi risalivano al suo combattimento con Sasuke nella Valle della Fine.

Oscurità.
Sasuke era sotto la statua di Madara col segno maledetto al secondo livello con due grandi mani a fargli da ali e il suo mille falchi nero… dall'altra parte lui con il manto della volpe e il rasengan  pronto.

Faceva male.

 Entrambi si lanciarono addosso al'altro le due tecniche si scontrano, la potenza che si generò era  immensa, un enorme sfera nera si formò per poi diventare bianca.

Faceva male.

 Sasuke era in piedi e lui a terra, svenuto.

Faceva male.

 Sasuke attivò un ultima volta il mille falchi e trafisse Naruto al cuore dopo di che lasciò il cadavere cadere nelle profondità delle acque e senza la minima traccia di rimorso si avviò verso il suo destino.

Orochimaru.

Orochimaru, il Sannin, il potente, per colpa del quale aveva ucciso il suo migliore amico.

Ma non gli importava… per lui solo il potere contava, potere che gli avrebbe dato ciò che voleva.

Vendetta. 
Nelle profondità delle acque Naruto scomparve e quando Kakashi arrivò non riuscì a trovarlo da nessuna parte.

Naruto si trovava in un limbo bianco, accanto a lui c’era  un uomo molto vecchio che lo fissava con degli occhi con cerchi concentrici grigi .
-Ancora una volta sarà l'incarnazione a ashura a portare avanti la mia eredità-disse con voce profonda 
Posò una mano sullo squarcio del petto di Naruto e una nuova energia iniziò a scorrere dentro di esso la ferita si rigenerò e il cuore dopo qualche tentennamento riprese a battere.
i suoi polmoni cercavano aria, ansimava per lo sforzo, i suoi occhi si aprirono di scatto fissando il nulla per poi focalizzarli sulla persona acanto a lui.
- Chi sei?- chiese con voce roca tra veloci respiri
- Io sono Agoromo, ma molti mi conoscono come l'eremita delle sei vie, della trasmigrazione e come il padre di tutte le arti ninja-
Naruto spalancò gli occhi incredulo –io… io…Sono morto?-
- Lo eri- ammise tranquillamente il vecchio- ora non più, ti ho riportato in vita per una ragione. Il mondo ha bisogno della tua forza, non è giunto ancora il tuo momento. Tu vivrai ancora molti anni…-
- Ma io non sono forte- contestò il biondo ribattendo all’unica frase su cui la sua attenzione si era incentrata.
-Lo sarai –poi sorrise –ma per diventarlo ai bisogno di un maestro adatto. C’è una persona adatta a questo compito… lui è la persona che meglio incarna il credo ninja..-

-Che credo ninja?-interruppè il ragazzo curiosamente.

-Autosacrificio- rispose una voce diversa, più giovanile, profonda e musicale –uno shinobi senza nome che protegge la pace nell’ombra. Questo è un vero shinobi-

Naruto restò immobile, attonito. Era questo il credo ninja?

L’Eremita sorrise –esattamente. E sembra che il tuo maestro ci abbia raggiunto. Penso che vi lascerò a conoscervi, Naruto devi ricordare che visto che sei ‘morto’ non potrai uscire da questo mondo. Tu, invece, lo potrai fare, ho incantato quella collana che hai addosso, così potrai continuare con la tua Missione- una pausa –Vi presenterò soltanto, lui, come sai, è Naruto Uzumaki, e sarà tuo allievo; Naruto, ti presento Itachi Uchiha-
-Cosa??- urlò il ragazzo –Itachi!?  è un assassino-

Ma l’eremita era già scomparso.

-E tu?- chiese Itachi comparendo dal nulla davanti a lui.

Il biondo arretrò di un passo –cosa?-

-Che differenza c’è tra te e me? Uno shinobi è un assassino- Naruto deglutì –solo perché magari non l’hai ancora fatto non vuol dire che in futuro non ti sarà ordinato o non sarai costretto a farlo per salvare la tua di vita-

Un altro passo indietro mentre il moro lo scrutava con due occhi neri impassibili.

-Hai traumatizzato tuo fratello! L’hai spinto sulla via della vendetta! È per la ricerca del potere, è per la vendetta, che se ne è andato! Che è andato da Orochimaru!-

-Mio fratello è uno sciocco- rispose impassibile.

-Tu hai assassinato il tuo clan! Hai ammazzato la tua famiglia! I tuoi genitori!- e gli gettava le parole addosso come se fossero coltelli –e te ne stai lì calmo, impassibile… tu, che hai il loro sangue sulle tue mani..-

-Le persone vivono la loro vita vincolati da quello che loro accettano come corretto e vero. Questo è quello che loro definiscono realtà. Ma che cosa significano corretto e vero? Sono solo dei vaghi concetti… la loro realtà potrebbe essere un illusione. Non  possiamo considerarli come persone che vivono semplicemente nel proprio mondo legati da ciò che credono?-

-Ma cosa stai dicendo??- urlò –tu… parlare così… sii più chiaro, se stai cercando di dire qualcosa! Maledizione! Tu,, che non potrai mai lavare il loro sangue dalle tue mani… tu… hai ucciso tutti quelli che ti erano accanto… senza cuore… loro di sicuro ti volevano bene, ti amavano! Non sai quanto eri fortunato ad averli accanto, tu… io.. tutta la vita sono stato un orfano.. se avessi potuto avere quello che avevi tu… se fossi stato al tuo posto mai-

-Mai avresti fatto quello che ho fatto?- lo interruppe il moro, e la voce si era fatta se possibile più gelida, gli occhi erano rossi e Naruto seppe di aver appena valicato un confine invalicabile –cosa puoi saperne tu di quello che io ho provato… di quello che ho visto… ma vuoi vedere, no?- il biondo fece un passo indietro –tu che spari giudizi su giudizi senza mai giudicarti, bene ti farò vedere. Ti mostrerò la notte del mio grande trionfo se è questo che vuoi-

E incatenato da quegli occhi rossi come il sangue attorno a lui si fece tutto nero.

 
-ma cosa..no..non è possibile- balbettava Naruto, le labbra come ghiacciate che si aprivano a forza, gli occhi luccicanti di lacrime non versate, ma aveva inconsciamente fatto passi avanti –Il vecchio non avrebbe potuto…-

-Il Terzo ha fatto ciò che doveva. Non c’era scelta- lo interruppe Itachi con voce lontana.

-C’è sempre una scelta, sempre… il mio sogno è diventare Hokage,  e quando lo farò cose del genere non ci saranno più- si sfregò gli occhi rabbiosamente.

-il mio è un caso particolare-

Il biondo fissò il suo interlocutore per la prima volta dalla verità, le spalle erano abbassate, come gravate di un peso eccessivo, il viso era spostato di lato e i capelli lo coprivano alla vista.

-Tu odi te stesso- realizzò il ragazzo, e le parole gli volarono fuori di bocca quasi con volontà propria –tu ti disprezzi-

-Ho fatto ciò che andava fatto-

-Ma ciò non vuol dire che sia stato facile o che tu abbia voluto- e comprendendo l’altro aveva questa voglia irrazionale di consolarlo.

Il moro scosse la testa.

-Che cosa ci facevi a Konoha? Volevi solo aumentare l’odio di Sasuke nei tuoi confronti?-

-Quella notte non ci dovevano essere sopravvissuti. Ho disubbidito ai miei ordini chiedendo poi all’Hokage di risparmiare la vita  a mio fratello, credevo che, una volta morto, a Danzo e ai consiglieri andasse rinfrescata la memoria. Io sono ancora vivo e se tentano di fare del male a mio fratello tutti i loro segreti saranno rivelati-

Naruto chiuse gli occhi e ispirò –che cosa fai nell’Akatsuki?-

-Sono il contatto con Jiraya, continuo a essere una spia e a fare il doppio gioco per il villaggio riportando informazioni utili sull’organizzazione, è l’unica cosa che posso fare come missing-nin-

-Perché?- chiese l’altro con tono urgente –perché continui a fare tutto questo? Dopo tutto il dolore che hai passato, dopo la solitudine…-

Per la prima volta dall’inizio di quella conversazione Itachi incontro gli occhi cerulei con uno sguardo determinato

-Io sono ancora Itachi Uchiha di Konoha-

  
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