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Autore: Cara_Sconosciuta    05/01/2009    8 recensioni
Joe lasciò ricadere la forchetta nel piattino di ceramica bianca e oro con aria profondamente soddisfatta e si appoggiò allo schienale della sedia e si lasciò sfuggire un sospiro di puro piacere. “Incredibile. Sto a Parigi da non so quanto e non avevo ancora mangiato uno straccio di crêpe . Debra mi ha sempre detto di no...”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altra shottina per la socia (coro: eccheppalle!!!), e primo missing moment dalla sua Gabrielle. Solo un’uscita allo zucchero tra coco e joe...enjoy it!

I jonas non mi appartengono.

Temperance

Yum!

Lots of chocolates for me to eat

Lots of coal makin’lots of eat!

(My Fair Lady, Wouldn’t it be loverly?)

 

Joe lasciò ricadere la forchetta nel piattino di ceramica bianca e oro con aria profondamente soddisfatta e si appoggiò allo schienale della sedia e si lasciò sfuggire un sospiro di puro piacere.

“Incredibile. Sto a Parigi da non so quanto e non avevo ancora mangiato uno straccio di  crêpe . Debra mi ha sempre detto di no...”

Nessuna risposta.

Senza mutare di mezzo millimetro la propria posizione, il giovane alzò gli occhi su Gabrielle che, seduta di fronte a lui, era concentrata nell’apparentemente immane sforzo di non scoppiare a ridere.

“C’è...qualcosa che non va?” Domandò, perplesso, raddrizzandosi e portandosi automaticamente una mano a sistemarsi i capelli già perfetti, mentre lei scuoteva appena il capo.

“Coco...”

“No, è che hai...sei...” Biascicò lei, indicandosi con movimenti piuttosto meccanici ed interrotti da continui fremiti dovuti alle risate, l’angolo sinistro della bocca.

Joe, perplesso, si sfiorò il viso nello stesso punto, ritraendolo poi coperto da un non troppo sottile strato di cioccolato fondente.

“A posto, ora?” Chiese, con un sorriso a dir poco smagliante, ma gli rispose soltanto, questa volta, un vero e proprio scoppio di risa. “Direi di no... Coco, forse se tu mi facessi vedere...”

Senza dire una parola, Gabrielle si alzò, cercando di fare respiri profondi per smettere di ridere e, armata di tovagliolo, si avvicinò al suo ragazzo.

“Che...vuoi fare?”

“Ti aiuto, altrimenti...” Risolino. “Altrimenti staremmo qui le ore, se dovessi indicarti ogni punto in cui sei sporco. Capisco perché Debra ti dice di no... me li vedo i titoli sul giornale....”

“Oh...” Sorrise Joe, un lampo di maliziosa malvagità negli occhi scuri, ignorando deliberatamente l’ultima parte della frase. “Allora questo non ti serve.” Mormorò, strappando il fazzoletto dalla mano di Coco e lasciandolo cadere nel posacenere al centro del tavolo, per poi passare un braccio intorno alla vita della ragazza e stringerla un poco a sé.

“Certo...e io come faccio a pulirti così?”

“Io un’idea ce l’avrei...”

Coco sgranò gli occhi, mentre il braccio di Joe l’avvicinava ancora di più a lui.

“Joe, ma non ti è servita a niente la lezione dei giornali? Siamo in un bar, ci possono vedere tutti. E non fare quella faccia, perché non cambio idea.”

“Non vorrai lasciarmi andare in giro tutto sporco....” Mormorò Joe con tono suadente, sbattendo le ciglia un paio di volte.

“Se... se mi dai il tovagliolo ti do una sistemata...” Balbettò lei.

Inutile, a quel visino da finto angelo proprio non ci sapeva resistere.

“Io preferirei che usassi qualcos’altro....” Insisté lui, posandole un bacio a stampo sulle labbra, che lei si affrettò a ripulire con l’orlo della manica, arrossendo violentemente.

“Joe...” Tentò un’ultima volta, flebilmente, prima di lasciarsi sfuggire un sospiro che avrebbe voluto essere sconsolato, ma che proprio non ci riuscì. “E va bene...”

Con un gesto rapido e delicato, gli scostò dal viso un paio di ciocche perfettamente stirate, per poi accomodarsi sulle sue ginocchia, trovandosi subito stretta in un abbraccio decisamente possessivo.  Il viso più rosso del fuoco e con una temperatura pari a quella del sole, la ragazza accostò il viso a quello di lui e gli diede un minuscolo bacio all’angolo della bocca, soffermandosi a raccogliere con la lingua i residui di crema al cioccolato.

“Se devo mangiare tutto quello che hai sulla faccia, va a finire che metto su tre chili per gamba.” Mormorò, ripetendo l’operazione pochi millimetri più a destra e bloccando, così, ogni tentativo di risposta ironica.

“Sai...” Sussurrò lui, tra un bacio e l’altro. “Credo che verrò in questo locale molto più spesso. E ordinerò sempre crêpe al cioccolato.”

“Sì...” Replicò lei, interrompendosi per raccogliere una goccia scura appena sotto al labbro inferiore di Joe. “Ma con una scorta formato famiglia di fazzoletti di carta.”

“Spiritosa...”

Con un sorriso divertito, Coco gli allacciò le braccia intorno al collo, concedendosi un bacio vero che, però, fu interrotto prima ancora di riuscire a diventarlo da una mano che le picchiettava con fare insistente sulla spalla destra.

“Ragazzi, devo chiedervi di lasciare il locale, per favore, o di rimandare le effusioni ad un altro momento."

Tornando ad assumere un’allegra tonalità tendente al pomodoro maturo, Gabrielle nascose per un paio di istanti il capo nell’incavo tra collo e spalla di Joe e poi si voltò verso il proprietario del café con l’aria più angelica del suo repertorio, ma non riuscì, purtroppo, a prendere la parola per prima.

“Ci perdoni, monsieur,” Iniziò Joe con uno dei suoi soliti sorrisi. “Ma la mia fidanzata mi stava solo aiutando a pulirmi il viso dai residui dei vostri dolci. Che sono eccellenti.” Si affrettò ad aggiungere, notando lo sguardo tendente all’arrabbiato dell’uomo.

“Benissimo. Signorina, le consiglio di usare i tovaglioli, la prossima volta.”

“Sì, signore, assolutamente sì. Ora ce ne andiamo. Muoviti.” Concluse quasi sibilando, rivolta a Joe, che si alzò in fretta e furia, rischiando di farla cadere.

“Sì, amico, ce ne andiamo. Ecco a lei.”

E in un lampo furono fuori dal bar, con Coco che inveiva come una disperata e lui che rideva a crepapelle.

Il proprietario del locale si rigirò tra le mani, stupito e soddisfatto, la banconota da cento euro che quello strafottente gli aveva lasciato, per poi stringersi nelle spalle e sorridere, infilandosela nella tasca del grembiule.

I ragazzi sono pur sempre ragazzi... no?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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