La figura snella e slanciata di Gerard era instabile in quel giorno di primavera. Erano giorni che non dormiva più di cinque ore a notte, perchè suo fratello, ritornato dalla lontana California da pochi giorni , russava decisamente troppo forte. Ad ogni modo, cercò di rendersi presentabile per entrare in classe senza essere preso in giro dai coetanei. Si ricordò dei capelli scuri da poco tinti di un rosso acceso, conseguenza di una scommessa persa, che gli donavano un aspetto da ragazzina alternativa piuttosto che ad un ragazzo; ed i suoi movimenti eccessivamente delicati e femminili contribuivano a far credere alla gente che fosse passato veramente all'altra sponda, ed a scuola non potevano farsi sfuggire prese per i fondelli e commenti scomodi. 
Fuori casa l'aria fresca primaverile soffiava forte, ma il sole splendeva in alto senza la minima intenzione di voler far strada alle poche nuvole in cielo. Il ragazzo uscì di casa con veramente poca voglia di partecipare alle lezioni , e quando scorse dal cortile dei ragazzi con altoparlanti e braccia alzate, sorrise: già aveva qualche idea su cosa fare in alternativa agli studi. Preferì andare in edicola e comprare dei fumetti, per poi leggerli in tutta calma al parcheggio comunale, dove le auto non c'erano mai.
L'aveva fatto anche altre volte, in passato, leggere tutte quelle vignette nel completo silenzio dell'enorme edificio a più piani abbandonato, lo faceva sentire al sicuro, come se fosse una seconda casa. E pensandoci bene, quel parcheggio è stato il luogo di tutta un' adolescenza per lui. Passò un bel po' di tempo lì, da solo a pensare. Per rilassarsi, prese una sigaretta dallo zaino e se l'accese, poi si affacciò al muretto del primo piano. Aspirando dalla Marlboro e ammirando il paesaggio, scorse un profilo di una persona al piano terra dell'edificio abbandonato. Era un ragazzo dai capelli scuri e dalla carnagione chiarissima, quasi cadaverica; ed era basso, molto basso. Gerard sgranò gli occhi, e guardandolo meglio, si accorse dell'incredibile somiglianza tra la persona che aveva davanti ed il suo migliore amico, morto prematuramente anni prima. E quasi scesero le lacrime al solo pensiero, e alla vana speranza che potesse essere lui.Volle provare, però, a chiamarlo; e così con un sussurro debole e spezzato riuscì a dire il suo nome : << F-F-Frank. >>. Il moro si girò, mostrando il volto di un ragazzino dagli occhi verdognoli, inconfondibili. Quello sguardo era proprio quello del migliore amico di Gerard. Lo guardò a lungo, e notando i capelli insoliti del rosso, sorrise. Per il moro era un gesto amichevole, ma Gerard notò i suoi canini troppo sporgenti e capì come potesse essere ancora 'vivo'; stava sudando freddo. La sua mente confusa formulò un solo pensiero : ''Scappa''. Ma era troppo tardi. Frank era troppo vicino, adesso lo stringeva forte e lo bloccava, la sua voce calda e roca gli intimava : ''Benvenuto nel mio mondo, Gee''. Poi per il rosso solo il buoi più totale.                                                                                                                                                                                                 




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Smilehelpnotdie's corner: 
Rieccomi a torturarvi con le mie storielle da quattro soldi u.u E pensare che era pronta da ben quattro mesi *si sente una brutta persona*, e non riuscivo a prender coraggio per pubblicarla (tra l'indecisione tra il metterlo nelle fanfiction su artisti musicali o come originale e SE metterlo su efp) . Come sempre, una piccola, minuscola recensioncina è sempre gradita (si accettano anche critiche, tanto è dagli sbagli che si impara) e nulla, spero vi sia piaciuta. With so much love, Noemi.