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Autore: Arjanne    26/05/2015    2 recensioni
Arya e Dave erano migliori amici, di quelli che si raccontano tutto e fanno tutti insieme, finchè qualcosa non si è rotto. Dave si allontana bruscamente, litigano, urlano, stanno male. Passano le settimane finchè non si ritrovano e Arya prova a ricostruire quello che hanno perso. Si sentono, ma non più come prima. Escono, ma non più da soli.
Una sera, dopo un'altra discussione, escono comunque con gli altri, tutti insieme, provando, invano, a divertirsi.
A fine serata Dave si ritrova a dover riaccompagnare Arya, sono completamente soli. Riusciranno a superare l'imbarazzo di essere di nuovo soli e ritrovare quello che hanno perso?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Persi o Ritrovati?

Può nascere dovunque,
anche dove non ti aspetti,
dove non l'avresti detto,
dove non lo cercheresti.

Può crescere dal nulla,
e sbocciare in un secondo,
può bastare un solo sguardo,
per capirti fino in fondo.

Può invadere i pensieri,
andare dritto al cuore,
sederti sulle scale,
lasciarti senza parole.
L'amore ha mille steli,
l'amore ha un solo fiore."
- L'Amore Esiste, F. Michielin



Avevamo entrambi bevuto molto, ma almeno io ero in grado di intendere e di volere.
Non sapevo in che condizioni fosse lui. Non mi era mai capitato di vederlo bere tanto. Quando ci frequentavamo più spesso, quando era ancora il mio migliore amico, non aveva mai bevuto più di qualche birra in mia presenza.
In tutta la sera l'avevo visto con almeno cinque ragazze, poi avevo perso il conto e avevo iniziato a bere a mia volta, sotto gli occhi un po' preoccupati delle mie amiche.
Ognuna di quelle per me era una pugnalata in pieno petto. Ancora mi chiedevo quando e, soprattutto, perchè diavolo mi fossi innamorata di lui.

Non mi accorsi delle lacrime che erano pronte a scendere dai miei occhi e probabilmente ero rimasta zitta per molto tempo, perchè, Dave inchiodò all'improvviso, in una strada secondaria, fortunatamente deserta a quell'ora.
Nonostante avesse bevuto mi stava riportando a casa, dopo essersi quasi messo a urlare che stava benissimo. Dall'incazzatura facile ci era di natura, soprattutto negli ultimi tempi; sapevo che l'alcool non centrava nulla con i suoi scatti, in particolar modo quando non veniva ascoltato.
- Cos'hai?!? -
- Niente - risposi atona.
- COS'HAI? -alzò la voce, sbattendo un pugno sul volante.
Esitai, poi sputai fuori una parte di verità:
- Dovresti smetterla di andare a puttane, sai? E riparti o non arrivo in orario - finii facendo cenno al volante, senza mai guardarlo in faccia.
I miei occhi mi avrebbero tradito, mi leggeva troppo facilmente.
Ripartendo, rispose, più calmo:
- Perchè? Mi diverto... -
Io no, affatto, pensai aspra, ferita.
- Ti senti bene facendo così? - chiesi guardando fuori dal finestrino.
Silenzio.
- Allora? - incitai.
- No... Ma la ragazza che amo non mi considera, quindi... - e mi guardò con uno sguardo quasi di sfida.
Quelle parole mi fecero...morire. Qualcuna c'era. Qualcuna c'era e non me ne aveva parlato. Qualcun'altra c'era e chissà chi era.
Cercai di mantenere la calma e di tenere il volto basso e ribattei:
- Beh, se questa ragazza ha visto come ti comporti in una discoteca e non solo, di certo le verrà difficile prenderti sul serio, magari vuole una storia seria e con te ha paura di soffrire... - mi tremò la voce alla fine e sperai vivamente che non lo notasse.
- Hai ragione, ma anche se fosse, le interessa un altro... - disse con tono..triste? Perchè mi sembrava quasi disperato? Quando era concentrato sulla strada cercavo di lanciargli qualche occhiata, stando bene attenta a non farmi vedere, e mi sembrava di vedere una persona senza speranze e basta.
Che ne era stato del Dave spaccone che conoscevo?
- Ne sei certo? Le hai parlato? - sussurrai poi.
- Sto già abbastanza male senza andare a sentirmi confermare cose che so già... Non so se reggerei e... Argomento chiuso, basta! -
- Non le hai parlato? - chiesi senza controllarmi, di getto. Dopo tutto era il mio migliore amico, la persona che amavo e volevo aiutarlo.
- Porca puttana..! - imprecò, frenando nuovamente ormai poco distante da casa mia - Vuoi che ne parli eh? Vuoi che ne parli?? Accontentata..l'hai voluto tu! -  urlò. non l'avevo mai visto così, era fuori di sè.
- Ti amo, ok? E' da quando ti ho rivolto la parola a quella fottuta festa che ho capito che per me eri diversa dalle altre, anche se l'ho realizzato pian piano. Ho sofferto come un cane, soprattutto quando abbiamo litigato e ho capito che davvero non avresti mai voluto una storia seria con me, ma è stato ancora peggio vedere che tu soffrivi per causa mia. Volevo allontanarmi da te e farmi passare questa..cosa, ma è stato peggio per entrambi. Poi ho capito che non avrei smesso mai di provare questi sentimenti per te e ho capito di aver fatto una puttanata. Nonostante non mi volessi, non sono riuscito a starti lontano.
Non ho mai provato queste sensazioni per nessuna.. Adoro tutto di te, il tuo sorriso, la tua espressione quando te la prendi per qualcosa, la tua disponibilità con tutti. Ogni volta che siamo insieme, vicini, non hai idea di quanto debba lottare con me stesso per non saltarti addosso, abbracciarti, baciarti ovunque. Mi attrai fisicamente e amo il tuo carattere, sei fantastica, sei perfetta per me e sei la ragazza che amo da due anni ormai... -
Aveva concluso con un sussurro, chiudendo gli occhi e appoggiandosi al sedile.
Ero bloccata. Non sapevo se piangere per la felicità, ridere, picchiarlo per quello che avevamo passato inutilmente, saltargli addosso e baciarlo fino a non avere più ossigeno.
Niente, cervello e corpo erano divisi, avevano deciso di non collaborare.
Sapevo che aspettava che dicessi qualcosa, dovevo dire qualcosa, ma non ci riuscivo. Ero anche arrabbiata con lui, non potevo negarlo, anche per le bellissime scenette che mi aveva propinato quella sera al locale.
Dovevo  aprirmi come aveva fatto lui. I miei occhi tornarono a bagnarsi, mentre lo fissavo lì, lasciato andare contro il sedile, con gli occhi chiusi e le mani che stringevano convulsamente il volante.
Mi ritrovai a pensare che anche di profilo era bellissimo. Il cuore, che già faceva gli straordinari, battè ancora più forte.
Ad un tratto, riaprì gli occhi e mi guardè, facendomi arrossire, colta in flagrante adorazione.
Si sedette meglio e rimettendo in moto, con lo sguardo fisso, disse:
- Ma non importa, dimentica tutto, ormai il tuo cuore è occupato... - sospirò - Non pretendo assolutamente nulla, anzi no, una cosa sola voglio: permettimi di starti vicino, voglio continuare ad essere tuo amico, riavere il bellissimo rapporto che avevamo all'inizio... Non farti problemi, davvero, passerà e lascia perdere quello che ti ho detto, ok? - disse quelle parole con una fermezza incredibile, ma non potei non notare i suoi occhi lucidi.
Ed ecco che il ragazzo di cui sei innamorata ti fa una dichiarazione coi fiocchi, ti dice che ti ama da anni, che esisti solo tu ai suoi occhi e poi che fa? Ti dice di dimenticare tutto perchè è un idiota e trae le sue conclusioni, perchè non capisce niente ed è affetto da pessimismo cronico.
Lo avrei preso a scarpate sulle gengive in quel momento.
- Buon per te, io non riesco a dimenticare una cosa del genere e non puoi chiedermi di farlo.. - risposi cercando di mantenere tutta la calma possibile.
- Quindi tagliamo qua? - concluse atono, continuando a tenere gli occhi sulla strada.
- Torna indietro - dissi veloce. Sapevo cosa fare.
- Eh? -
- Ti ricordi dove vado di solito quando voglio stare sola? -
- Sì..? - rispose voltandosi perplesso verso di me.
- Ecco, andiamo... - ordinai.
- Perchè? E poi i tuoi uccidono prima te e poi me se non.. - ma non lo feci finire.
- Tu vai e basta... -. In fondo per alcuni minuti non avrebbero detto nulla, l'importante era che non rientrassi alle 6 del mattino. Potevo sempre usare la scusa della coda al guardaroba o del controllo dei carabinieri.
Poi magari non ci avrebbero fatto troppo caso. Avevo esagerato  quando gli avevo detto che se non fossi stata puntuale mi avrebbero rinchiuso in casa per settimane. La verità era che volevo allontanarlo da me, mettermi nel mio letto e dimenticare quella serata, lui e quei vegetali che gli si erano arpionati durante la serata.
Stranamente non chiese altro e mi ascoltò: fece inversione e si diresse dove gli avevo detto.
Fortunatamente quel posto era pochi minuti in macchina da casa mia e nessuno osò parlare: io stavo pensando a che dire, lui..beh, sicuramente pensando a qualcosa, visto che per poco non centrò un palo.
Arrivammo alla chiesa, il mio posto per pensare, per stare da sola. Era in cima a una collina e di fronte vi era un parapetto da cui si aveva una stupenda vista sulla zona circostante e al tramonto era uno spettacolo stupendo.
Sempre senza proferire parola, scesi dall'auto e mi diressi al parapetto, senza mai voltarmi.
Sentii l'altra portiera sbattere e alcuni passi dietro di me. Guardai per un attimo il panorama di quella sera, illuminato fiocamente dalla luna piena, e sorrisi, soddisfatta dell'atmosfera. Tutto dipendeva da me e da quello che avrei detto.
Ero agitata, ma non vedevo l'ora di essere di nuovo tra le sue braccia e sentire nuovamente il suo profumo.
Avvertii la sua presenza alle mie spalle e un brivido mi percorse la schiena.
Fu lui a rompere il silenzio per primo:
- Una frase rapida e indolore per favore, dimmi quanto ti farei pena come fidanzato, di quanto ti dispiace per la mia situazione disperata e andiamocene... Non so ancora perchè ti ho dato retta... - concluse quasi sprezzante. Mi voltai, ritrovandomelo a pochi passi di distanza.
I nostri occhi si incrociarono, verde e castano, ma li distolse immediatamente.
Presi aria e cominciai con quello che mi ero preparata in quei pochi minuti:
- Sai, mi hai deluso.. Quello che mi hai detto mi ha delusa... - iniziai - Credevo fossi fatto diversamente, ti sei un po' rammollito... - ghignai infine. Sadica? Sì, forse un pochino, ma volevo arrivarci con calma e un po' se lo meritava. Tuttavia dentro non avevo tutta quella sicurezza che stavo sfoggiando
- Mmh..in poche parole stai cercando di dire che..? - chiese leggermente confuso.
- Che mi sembra strano che ti arrenda così facilmente, non è da te - conclusi - Non ci hai neanche provato davvero -
Aggrottò la fronte e mi guardò:
- Mi stai prendendo in giro? -
Scossi il capo:
- Affatto -
Continuò a fissarmi, con la fronte aggrottata e quell'aria confusa, smarrita, non capendo.
Non potevo continuare a vederlo così e non potevo più tenere tutto. Fu così che sbottai:
- Dave, io sono innamorata di te - il fiato mi si spezzò e gli occhi tornarono lucidi. Troppe emozioni, decisamente troppe in troppo poco tempo.
E tutto il bel discorso che avevo in mente andò a puttane.
Strabuzzò gli occhi, fissandomi con aria incredula.
Dopo qualche secondo parlò:
- Cosa? M-ma.. Quel.. Tu... Tu... - sorrisi. Era così dolce! - E quello che ti piaceva fino a 5 minuti fa? - chiese finalmente.
- Ma non l'hai ancora capito? -
- Cosa? - chiese in un sussurro, spaesato. Da una parte mi veniva quasi da ridere.
- Quel ragazzo sei tu, sei stato sempre e solo tu... - mormorai incatenando i miei occhi ai suoi.
Non volevo perdere neanche una delle emozioni che sarebbe passata sul suo viso.
Fece un - Ah - muto con la bocca, continuando a fissarmi con quell'aria persa.
- Da-davvero? - chiese poi, mentre l'ombra di un sorriso si insinuava sul suo viso.
Annuii semplicemente, allungando una mano per prendere la sua. Tremavo, ma non mi importava che se ne accorgesse. Mosse qualche passo verso di me, mentre un sorriso meraviglioso prese il posto dell'espressione di prima. Da quant'era che non lo vedevo sorridere davvero? Da quant'era che non lo sentivo così vicino, non solo fisicamente?
Per un secondo però le sue labbra tornarono piatte. Lo guardai, confusa:
- Non è uno scherzo vero? - chiese quasi timoroso.
Non potei trattenere uno sbuffo.
Gli presi anche l'altra mano:
- Baciami, idiota - e mi misi ancora più sulle punte di quanto i tacchi me lo permettessero.
Avvicinò il capo lentamente e quando ormai era a mezzo centimetro dalle mie labbra, soffiò un Ti amo, nana; poi, finalmente, mi baciò.
All'inizio era un bacio lento, dolce e lo sentii sorridere.
Sorrisi a mia volta, mentre lasciava le mie mani e andava a cingermi i fianchi e io gli mettevo le braccia dietro al collo, attirandolo ancora di più a me.

 

"Può renderti migliore 
e cambiarti lentamente.
Ti dà tutto ciò che vuole 
e in cambio non ti chiede niente.
Può nascere da un gesto,
da un accenno di un sorriso,
da un saluto,
da uno sbaglio,
da un percorso condiviso.

L'amore non ha un senso,
l'amore non ha nome,
l'amore va negli occhi,
l'amore scalda il cuore,
l'amore batte i denti,
l'amore non ha ragione.

- L'Amore Esiste, F. Michielin



Buonasera! :D
Vorrei solo fare un appunto: ho sempre voluto scrivere una bella storia romantica, lunga, strappalacrime, e i mille file di word sul pc lo confermano.
Il fatto è che mi faccio una marea di viaggi mentali sui momenti clou delle storie e li metto anche giù, ma poi mi fermo lì T_T perchè non so come introdurre la storia, per la non voglia (ehggià) di scrivere i momenti "morti", per il poco tempo che l'università mi permette...
Questo era uno i quei file word che ho rispolverato da una remota cartella del pc, scritto tipo 2 anni fa. Mi è piaciuto, mi ha preso come quando lo scrivevo e ho voluto provare a condividerlo.
Non sono una cima a scrivere e forse anche la fantasia non è il massimo, lo so, ma spero che almeno un pochino sia piaciuto. E spero che magari mi sproni a riprendere e scrivere/finire davvero una storia di quelle che ho in mente io (tipo che di una ho in mente addirittura una scaletta!).
I miei viaggi mentali sono infiniti, sono solo un po' pigra :D
Bye bye

 
  
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