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Autore: PervincaViola    26/05/2015    8 recensioni
Era stata una ragazzina innocente, frivola e romantica: è questo il ricordo che Jon conservava di lei, creduta morta nelle fauci del sud, impressa nell'eterno presente felice che era stato Grande Inverno.
{Jon/Sansa ♥ What if}
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler!
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Ghost and shadow
{Happiness can be found even in the darkest of times}




 

Grande Inverno rappresentava tutto ciò che Jon si era lasciato alle spalle entrando nei Guardiani della Notte, una casa che si era imposto di dimenticare. Sapeva di calore, di risate e volti amici, di un'estate che non avrebbe mai dovuto terminare. È per questo motivo che fa ancora più male, ora, a battaglia conclusa e con il terriccio congelato impregnato di sangue, avere ancora sotto gli occhi gli stendardi con l'uomo scuoiato dei Bolton fare mostra di sé sulle rovine di quello che era stato il castello degli Stark, dei suoi fratelli, di suo padre.

Il ricordo che serbava di Sansa era invece quello di una graziosa ragazzina dai capelli color fuoco, dagli occhi innocenti e con la testa piena di sogni. Scavando nella memoria, Jon scopre di ricordare con sorprendente chiarezza anche il suo sorriso, l'innato portamento da lady e i continui bisticci con Arya, l'espressione adorante che dedicava a Robb soltanto e la freddezza che talvolta poteva scorgere nel suo sguardo alla parola ‘fratellastro’. Era stata una ragazzina innocente, frivola e romantica, ma non per questo priva della millenaria forza della neve del loro Nord: è questo il ricordo che Jon conservava di lei, dimenticata per lungo tempo, creduta morta nelle fauci del sud, impressa nell'eterno presente felice che era stato Grande Inverno. Per questo non avrebbe mai potuto abbandonarla fra le mani di un mostro, circondata dagli stessi uomini che avevano tradito Robb e la loro famiglia, non quando aveva desiderato solo stringere le gambe attorno ai fianchi di un cavallo e precipitarsi a salvare lei e Arya, molto tempo prima; per questo ha seguito Stannis nella sua lotta per liberare il Nord e la figlia di Ned Stark: perché immaginare altra via semplicemente non era possibile.
Il Nord non dimentica, così si dice della sua terra, e così hanno fatto anche i servi rimasti fedeli agli Stark, riconoscendolo come il figlio di lord Eddard e conducendolo alle antiche stanze di suo sorella, ove era stata nascosta per proteggerla dalla battaglia e, presume Jon, anche dalla spietatezza di colui che doveva divenire suo marito. Quando però è entrato nella camera malridotta, risucchiato dal passato, l'ha scrutata per lungo tempo, immobile, la bocca socchiusa e un bruciore inaspettato agli angoli degli occhi. Ora Sansa ha sedici anni, i capelli dai riflessi di ali di corvo e un bagaglio di orrori che hanno infranto tutte le sue illusioni, e Jon fatica a conciliare l'immagine della giovane donna davanti a lui con quella della bambina della sua infanzia. Non fosse per i capelli, direbbe che è identica a sua madre, ma in qualche modo differente – più triste e tormentata di quanto era stata lady Catelyn.
Sorprendentemente, è lei a parlare per prima: «Jon» è l'unica parola che fuoriesce dalla sua bocca, sulle cui labbra tremanti s'infrange una lacrima solitaria. E d'un tratto s'accorge che non ci sono né gelo né superiorità nella sua voce, e nemmeno delusione – perché a salvarla avrebbe dovuto essere Robb, il suo vero fratello, quello che amava – e che nel suo sguardo prevale la luce di una flebile speranza che si può cogliere solo negli occhi di qualcuno che non ha più nulla da perdere.
Muove un passo verso di lei Jon, ed è poi Sansa che si slancia contro di lui, circondandogli d'impeto la vita con le braccia, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo; è solo allora che lei si concede di scoppiare in un pianto silenzioso, dai respiri profondi e ravvicinati di chi è abituato a piangere la notte, senza far rumore, lacrime calde che gli scorrono sulla pelle.
«Sansa». Anche Jon la stringe, affondando il viso nella chioma di tenebra, lasciando cadere la spada che ancora gronda il sangue di Ramsay Bolton. È forse la prima volta che l'abbraccia – era Arya la sua sorellina preferita, lo era sempre stata – e nella sua testa qualcosa gli dice che dovrebbe sentirsi a disagio, poiché non sono mai stati tanto vicini, tanto complici da scambiarsi gesti di tenerezza fraterna. Eppure non è così, poiché nessuno dei due è più quello di un tempo, l'ha visto nella disperazione dello sguardo di Sansa, nell'acciaio sotto di essa, e tutto ciò che Jon riesce a provare è sollievo, perché lei – almeno lei – è tra le sue braccia, ed è viva, calda e tremante e viva. Tutto ciò che riesce a mormorare, prima che la voce gli si spezzi, è «Sei al sicuro, ora».


La Barriera è un infinito muro di ghiaccio; da sopra di essa si riescono a scorgere tutte le brughiere del Nord, che si estendono per miglia e miglia. Alla sua vista, Jon aveva sentito Sansa trattenere il respiro, sulla cavalla pezzata accanto a lui, e ora è la sommità della Barriera il posto in cui è più frequente trovarla. Qui, nel luogo più gelido del mondo, il freddo morde mani, viso e tutto ciò che riesce a trovare, ma i lupi vivono nel gelo e lui sa che Sansa non dubita più della sua natura.
«È pericoloso salire fin quassù da sola, Sansa» l'ammonisce con gentilezza; lei volta appena il capo, regalandogli un debole sorriso. È ancora raro vederla sorridere e Spettro è uno dei pochi riuscito a strapparle più di un increspamento di labbra: il metalupo albino l'ha riconosciuta subito, nonostante il tempo trascorso, e Jon si accorge di come vigili istintivamente su di lei, quasi a volerla proteggere da fantasmi che nessun altro riesce a vedere – proprio come il suo padrone.
«Grazie per avermi salvata, non eri obbligato a farlo» dice lei, tornando a osservare le terre dell'Eterno Inverno. «Non sono mai stata gentile con te. Ero una stupida» aggiunge, la voce che trasuda un'amarezza difficile da associare alla Sansa che conosceva – ma ci sono ancora tante, troppe cose non dette della vita ad Approdo del Re prima, delle bugie di Petyr Baelish poi.
«Non dire sciocchezze. Sarei venuto prima, se avessi saputo» replica Jon, scegliendo di dimenticare tutto quello che li aveva divisi, prima. «Credevo fossi morta» ammette poi, avvertendo il senso di colpa premere sullo sterno, al ricordo di come aveva sperato che fosse stata Arya la ragazza Stark che Stannis Baratheon gli aveva riferito fosse tornata a Grande Inverno.
«Forse è davvero così» sorride nuovamente Sansa, questa volta con più sofferenza. Forse sono morta con nostro padre, con Robb e mia madre, Jon immagina che stia pensando questo, tuttavia le parole che escono dalla sua bocca sono diverse. «Robb me lo disse il giorno in cui partimmo per la capitale: il sud non è il posto adatto per i lupi». C'è di nuovo quel dolore, nella sua voce, lo stesso trasparito a Grande Inverno, e Jon non può fare a meno di pensare che abbia ragione, perché, di tutti i lupi andati a sud, Sansa era stata l'unica a fare ritorno, proprio lei che aveva desiderato viverci con tutta se stessa.
«Non è stata colpa tua» si sente in dovere di chiarire, perché sì, Sansa era stata convinta che Approdo del Re avrebbe realizzato tutti i suoi sogni, mentre in realtà aveva solamente decretato la loro fine, ma tutto il resto che ne era conseguito non c'entrava nulla con lei – questo doveva saperlo.
«Vorrei tanto poterlo credere, Jon. Lo vorrei tanto» ribatte lei con voce sommessa, abbassando gli occhi, e in questo momento, i capelli tornati finalmente una cascata vermiglia, gli sovviene ancora l'immagine di lady Catelyn, che inframmenta il presente nello specchio reale che è Sansa. Più giovane e triste, più bella e tormentata, ma dietro la grazia del sud ereditata da sua madre, in lei è presente anche la fiera determinazione attinta dal sangue di lord Eddard. 
«Credimi, allora, perché è questa la verità». Credimi, perché è così.

«Lord Stannis vuole che tu ti trasferisca alla Torre delle Ombre insieme a sua figlia Shireen» cambia argomento Jon, prendendole una mano e guardandola in pieno viso.
«Lo so, lady Melisandre è venuta a parlarmi l'altra sera» gli confida lei quietamente, l'azzurro delle sue iridi che assume riflessi argentati. Strano, riflette Jon udendo il nome della rossa consigliera di Stannis, come un colore possa risultare così profondamente diverso: entrambe baciate dal fuoco, lei e Sansa, ma mentre la Donna Rossa è misteriosa, bellissima e terribile, Sansa è bellissima e rotta, eppure in lei Jon riesce ancora a scorgere i residui di una dolce innocenza. E se in Melisandre di Asshai c'è un incendio che brucia tutto quello che trova sul suo cammino e Ygritte era stata una di quelle fiamme che divampano calde e si consumano troppo in fretta e troppo presto, Sansa è il lume di una candela, luminosa e delicata e capace di resistere sino alla prima luce del mattino.
«E tu cosa hai deciso?» chiede, ben sapendo che allontanarla sarebbe la cosa più giusta da fare, perché al Castello Nero gli uomini sono tutto meno che lord – ci sarebbe Spettro a proteggerla, ribatte dentro di sé – e il pericolo di attacchi provenienti da oltre la Barriera c'è, ed è reale; eppure una paura irrazionale gli attanaglia il cuore all'idea che possano separarsi ancora una volta. Gli risulta inconcepibile il pensiero che possa recarsi in un luogo tanto remoto, lontano da lui, dove non potrebbe proteggerla, né controllare che la notte sia calda ed al sicuro, quando lì, invece, nel letto che condividono poiché non vi sono altre stanze libere nel forte, gli è sufficiente allungare una mano per sfiorarle gote, labbra o fianchi, e trattenere il respiro per ascoltare quello di Sansa. Di tutto questo Jon è fin troppo consapevole, tuttavia freme, in attesa della risposta di lei, che tarda ad arrivare.
«Le ho detto che tu sei tutto quello che mi rimane» rivela infine, e questa volta il suo sorriso che le solca le labbra è sincero, arriva sino agli occhi chiari che per un istante fulmineo gli mostrano uno scorcio inatteso della Sansa bambina che conosceva. «Le ho detto che rimarrò con te».
Il cuore di Jon perde un battito, una sensazione che pensava non avrebbe provato mai più, non dopo la morte di suo padre e Robb, non dopo Ygritte; d'impeto la tira a sé, immerge le dita fra i suoi serici capelli rossi e preme le labbra contro la sua fronte fresca, nascondendovi un sorriso, e pensa che per tenerla al sicuro, se necessario, lascerà che Spettro sia la sua ombra.





 
Angolino della Vì:
Fingete che la 5x06 non sia mai esistita: avevo scritto questa Fic prima di vedere la suddetta puntata, e questo è dunque un What if perché Jon ha deciso di recarsi dai bruti, mentre è solo Stannis che sta scendendo verso Grande Inverno. Ho scoperto un amore improvviso per questa coppia e penso che anche la quinta stagione abbia avuto parte in questo ♥ Sarà che entrambi sono tra i miei personaggi preferiti, sarà che Sandor è uscito di scena (sigh) ma è anche loro due mi ricordano tantissimo Ned e Catelyn ** E poi dopo aver visto anche la 5x07, ieri, mi sono detta che qualcuno doveva pur salvare questa fanciulla prima che un matrimonio terribile la distruggesse completamente, no?

Spero che i personaggi siano IC e che la storia vi sia piaciuta :3
Grazie a chi è arrivato fin qui e tanti biscotti a chi recensirà ♥



 
   
 
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