26/05/2015
2 recensioniThe lion cried
{when the lioness died}
Al tempo, non v’erano state lacrime da versare. E non perché il suo cuore non fosse lacerato dal dolore o perché fosse così orgoglioso, semplicemente perché abbandonarsi a quell’oblio sarebbe equivalso ad ammettere ciò che Tywin non avrebbe mai accettato, − non in quel momento, lo avrebbe fatto con il tempo, con il passare degli anni, susseguitisi in una spenta e irrequieta monotonia da quando lei se n’era andata, sparita improvvisamente come una nuvola di fumo tra colori di un’alba sbiadita quanto la sua anima compromessa dal rimorso di non averla salvata.
Con il passare delle settimane, di mesi e anni, il dolore fisico derivato dalla scomparsa si era congelato in una calma fredda e silenziosa, il ricordo dei suoi sorrisi seppellito nei meandri di memorie − attimi e istanti che li avevano resi felici, immortali sebbene le sabbie nelle clessidre scorressero inarrestabili − deleterie da condurre fuori, alla luce splendente di un sole che mai avrebbe eguagliato la sua bellezza.
Raramente, Tywin prendeva per mano i suoi ricordi con guardinga attenzione, trascinandoli per i labirintici giardini di una dimora che non sarebbe stata governata dalle abili mani di Joanna, − chiudendosi nella malinconica apatia di chi vuol farsi del male, rivedendo ancora in un continuo circolo vizioso che ha del malsano, l’unica persona che lo avesse conosciuto per quello che realmente era.
Perfino adesso, in punto di morte, − la balestra tra le mani del figlio che lei gli aveva donato − Tywin rivede il sorriso luminoso di Joanna.
Note dell’autrice.
Purtroppo, è vero che ci si accorge dell’importanza di una persona solo dopo averla persa. Credo che questo, nel bene e nel male, sia ciò che abbia provato Tywin Lannister alla morte di Joanna.
Niente, basti dire che ho amato il loro rapporto, sebbene presentato di sfuggita nei romanzi ma approfondito nell’enciclopedia di Martin, che compensa tutte quelle meravigliose storie che i libri − o le serie tv − non hanno il tempo di esplorare.
Flashfic scritta di getto in un momento particolare, complicato, ma spero davvero possa essere piaciuta tanto quanto, a me, ha dato soddisfazione scriverla.
Alla prossima,
fireslight.
Con il passare delle settimane, di mesi e anni, il dolore fisico derivato dalla scomparsa si era congelato in una calma fredda e silenziosa, il ricordo dei suoi sorrisi seppellito nei meandri di memorie − attimi e istanti che li avevano resi felici, immortali sebbene le sabbie nelle clessidre scorressero inarrestabili − deleterie da condurre fuori, alla luce splendente di un sole che mai avrebbe eguagliato la sua bellezza.
Raramente, Tywin prendeva per mano i suoi ricordi con guardinga attenzione, trascinandoli per i labirintici giardini di una dimora che non sarebbe stata governata dalle abili mani di Joanna, − chiudendosi nella malinconica apatia di chi vuol farsi del male, rivedendo ancora in un continuo circolo vizioso che ha del malsano, l’unica persona che lo avesse conosciuto per quello che realmente era.
Perfino adesso, in punto di morte, − la balestra tra le mani del figlio che lei gli aveva donato − Tywin rivede il sorriso luminoso di Joanna.
Note dell’autrice.
Purtroppo, è vero che ci si accorge dell’importanza di una persona solo dopo averla persa. Credo che questo, nel bene e nel male, sia ciò che abbia provato Tywin Lannister alla morte di Joanna.
Niente, basti dire che ho amato il loro rapporto, sebbene presentato di sfuggita nei romanzi ma approfondito nell’enciclopedia di Martin, che compensa tutte quelle meravigliose storie che i libri − o le serie tv − non hanno il tempo di esplorare.
Flashfic scritta di getto in un momento particolare, complicato, ma spero davvero possa essere piaciuta tanto quanto, a me, ha dato soddisfazione scriverla.
Alla prossima,
fireslight.