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Autore: LittleDreamer90    26/05/2015    6 recensioni
Non abbiamo bisogno di giorni migliori, ma di persone che rendono migliori i nostri giorni..
Dalla storia: ".. [..] Non ti pare che i Kami siano dispettosi,a volte?... Sembra che abbiano fatto di tutto per far incrociare le nostre strade..[..]"
- Il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo- (proverbio arabo)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap 6   Incontri indesiderati, conseguenze inaspettate.

 
“Ci sono persone il cui destino è incrociarsi.
Dovunque siano, ovunque vadano, un giorno si incontreranno.”
- G. Gallay –
 
 
Kagome era talmente scombussolata che, quella notte, le risultò difficile persino addormentarsi.
Lei, la regina dei ghiri, aveva avuto problemi a dormire! Da non credere!!!
E poi.. Lo aveva baciato!!!
“Kami, che ho fatto? Uno spirito maligno deve avermi posseduto, non c’è altra spiegazione!” era il pensiero fisso nella mente di lei. “E domani lo vedrò ancora!” riflettè, con il cuore che cominciava di nuovo a batterle più forte nel petto.
La mattina seguente le poche ore di sonno si fecero subito sentire. La giovane sbadigliò mentre mangiucchiava distrattamente la propria colazione. Di questo passo avrebbe dovuto bersi un litro di caffè e lei odiava quella brodaglia amara!
In sottofondo le giungeva alle orecchie il chiacchiericcio di Sango e Jakotsu, che spettegolavano allegramente tra loro, seduti dalla parte opposta del piccolo tavolo della cucina:
- Oh, ma che peccato! E io che speravo di poter dare una sbirciatina al tuo uomo! – scherzò Jakotsu, con un finto cipiglio triste.
- Eh no, mio caro! Mi dispiace per te ma Miroku è già uscito – gli rispose Sango, ridendo – E poi lo sai bene: il mio ragazzo non si tocca! È roba mia! -.
- Che spreco di materiale!!! Quel bel fisico e quei fantastici occhi blu! – commentò teatrale l’altro.
Improvvisamente si rivolse a Kagome, ancora persa nel suo stato comatoso: - A proposito di ragazzi, tesoro! –esordì – Non indovinerai mai chi ho incrociato! -.
La ragazza alzò svogliatamente lo sguardo. Era risaputo che non bisognava disturbarla appena sveglia. Aveva la carburazione lenta!
- Chi??? Sputa il rospo! – lo incalzò invece Sango.
Jakotsu si mise comodo contro lo schienale della sedia e iniziò a raccontare.
- Allora… Giusto ieri sono passato di fronte a quella rinomata profumeria in centro e sono entrato a curiosare. La commessa era di una rigidità insopportabile, sapete? – disse, lanciando una veloce occhiata a Kagome.
- Comunque, mi stava consigliando un nuovo balsamo che, a suo dire, avrebbe reso i capelli liscissimi, quando è entrato un tizio. Io ero girato di spalle e quindi non l’ho visto subito! Così, come se niente fosse, ha cominciato a chiamare ad alta voce la commessa che mi stava servendo; urlando un “Ciao piccola”, tra l’altro! La cosa mi ha infastidito molto! Indovinate chi era che starnazzava come un’oca? -.
- Chi??? CHI??? –lo incalzò Sango, sempre più curiosa. Quando ci si mettevano, lei e Jakotsu erano peggio di due pettegole!
Dopo una pausa ad effetto, contornata da un sorriso sarcastico, il ragazzo rivelò infine: - Il tuo ex, Kagome! Quell’idiota di Naraku! -.
- Ah… - fu l’unico commento della giovane chiamata in causa.
- Ma dai??? Allora quella commessa è L’eterea ragazza, come la definì lui, che gli ha rapito il cuore? – tirò le somme Sango.
- Già! – commentò Jakotsu con un’aria di sufficienza – in realtà è tutt’altro che eterea! Una gallina, guarda! Con una voce di quelle stridule che ti fanno accapponare la pelle! E piatta come una tavola! Oltre che di carattere, era rigida anche di fisico! Neanche le avessero messo un bastone su per il… -.
- JAKOTSU!! – sbottò infastidita Kagome – Ma insomma! A parte il fatto che io starei tentando di fare colazione! Poi lo sai benissimo che di quello lì non ne voglio più sentir parlare! – “Anche perché, in questi ultimi giorni, li ho rievocati un po’ troppo spesso, lui e quegli altri deficienti!”.
- Scusa, zuccherino mio! – mormorò il giovane, mortificato.
La ragazza sospirò. Notando l’espressione dispiaciuta del suo migliore amico, si affrettò ad aggiungere, altrettanto mortificata: - Scusami tu. È che non ho riposato bene, questa notte, e sono un po’ nervosa – tentò di giustificarsi.
- Oh, non devi vergognarti di ammettere davanti a noi di non aver dormito perché hai passato la notte a farti fantasie su un qualche bel fusto! – commentò malizioso l’amico – è normale! Tenendo anche conto del fatto che laggiù non si batte chiodo da molto tempo, anzi, da mai, ad esclusione di quella volta con By… -.
- JAKOTSU!!! – urlò Kagome, allibita e paonazza – Ti sembrano discorsi da fare, cavolo?? Che ti prende stamattina, eh? Vado in camera mia a vestirmi, dato che sono quasi le 9 ed io dovrò essere all’asilo di Shippo tra poco più di un’ora! Guai a te se, quando esco dalla mia stanza, ti trovo ancora qui! – lo minacciò, alzandosi dalla sedia.
Notando però Sango mordersi le labbra, aggiunse, con una punta di malizia: - E tu piantala di ridere, Sango! Altrimenti mi vedrò costretta a raccontare a Miroku di certe tue fantasie, e credo che lui disdegnerebbe affatto fare una prova in merito! -.
Detto questo, senza attendere risposta, girò i tacchi e marciò verso il piano superiore, con un sorriso trionfante stampato in viso.
 
 
La mattinata trascorse veloce, tra incitamenti, battiti di mani e baci di consolazione al piccolo Shippo.
Bisognava ammettere che il bambino si stava impegnando particolarmente per fare bella figura! La sua Rin era tra il pubblico e mai avrebbe potuto deluderla!
- Vinci anche per me! – gli aveva detto infatti la piccola.
Alle 15 Kagome si congedò dal gruppo di tifosi festanti, pregando Kaede di porgere le sue scuse al piccolo Shippo per essersene andata prima della conclusione.
- Non preoccuparti, bambina, vai pure da quel bel giovanotto! – le rispose la donna.
Kagome la guardò, sconcertata. Hai capito la nonnina!??!?! Come diamine faceva a sapere sempre tutto???
 
Prima di presentarsi all’appuntamento con Inuyasha, la ragazza pensò di fare un salto a casa per rinfrescarsi, dato che era comunque di strada. L’idea di cambiarsi l’aveva quasi sfiorata, però… prima di tutto lei non era quel tipo di ragazza eccessivamente fissata con il farsi bella. Va bene essere decorosi e non andare in giro come una stracciona ma nemmeno perdere ore e ore come faceva Shiori!
Inoltre non avrebbe nemmeno avuto senso, dovevano vedersi per un gelato, dopotutto, no?
La ragazza sospirò, osservando sconsolata il contenuto del suo armadio. Alla fine decise di tenere addosso ciò che aveva, di rimanere semplice: un paio di pantaloni e una maglietta a maniche lunghe; scarpe basse, capelli legati.
L’istinto le diceva che Inuyasha non amava troppi fronzoli.
Già… l’istinto! La stupida sciagura di tutta la sua vita. Non che fosse solita agire in modo avventato o sconsiderato, sia chiaro. Era però sempre propensa a seguire il suo sesto senso. In aggiunta a ciò, fin da piccola aveva dimostrato di possedere una spiccata dote di empatia verso gli altri e la tendenza ad essere amichevole con tutti.
Erano state queste due caratteristiche a farle trovare in Jakotsu un’anima affine, anche se lui era decisamente più esuberante rispetto a lei!
Il loro legame aveva avuto origine grazie ad una sciarpa: Kagome aveva circa cinque anni e, un pomeriggio, era andata con la mamma a fare spese al centro commerciale.
Attirata da una sciarpa viola in esposizione, una di quelle leggere primaverili, aveva fatto per prenderla, bloccandosi subito quando, il capo opposto dell’indumento, era stato afferrato nello stesso istante da un bambino.
I due si erano guardati sorpresi; poi lui le aveva sorriso, lasciando andare la sciarpa e scegliendo quella vicina, di colore verde smeraldo.
Tutto sembrava essersi concluso lì.
Tuttavia, uscendo dal grande magazzino, Kagome aveva notato un gruppetto di bambini più grandi tiranneggiare il bimbo di prima, spintonandolo e facendolo cadere. La sciarpa verde di lui finì in mezzo alla strada, irrimediabilmente “calpestata” da una macchina in corsa.
La piccola Kagome si stupì che la mamma del bambino non stesse facendo niente, anzi, non c’era nemmeno, a quanto sembrava.
Infatti il piccolo era uscito da solo, essendo la madre impegnata al lavoro.
Lui si era limitato a rialzarsi, sospirando e scuotendo i propri vestiti impolverati e un po’ sgualciti mentre i teppistelli correvano via, ridacchiando soddisfatti.
Scambiando uno sguardo di intesa con la madre, Kagome si era affrettata a raggiungere il bambino e a chiedergli se stesse bene. Lui aveva annuito solamente, osservando afflitto i resti del proprio acquisto. Aveva fatto un sobbalzo, però, nel vedersi comparire all’improvviso davanti agli occhi del tessuto viola.
Sorpreso, il piccolo Jakotsu si era voltato di nuovo verso Kagome,  la quale lo stava osservando con un bel sorriso stampato in volto, tendendo verso di lui la sciarpa viola che lei aveva preso per sé. Vedendo poi che lui non accennava a prenderla, gliela aveva avvolta intorno al collo.
Di fronte a quegli occhioni nocciola limpidi, sinceri ed amichevoli, Jakotsu non aveva potuto resistere e, riconoscente, aveva stritolato di slancio quella bambina in un abbraccio.
In quella occasione l’istinto aveva portato Kagome a fare la cosa giusta, consentendole di trovare quello che sarebbe stato l’amico di sempre.
Altre volte, invece, non era andato tutto così liscio!
Kagome e Jakotsu erano più o meno in seconda elementare.
Già allora il bambino veniva guardato con sospetto e diffidenza dai compagni, che avevano iniziato a definirlo lo strano.
Tralasciando i suoi singolari gusti in fatto di abbigliamento o che gli piacesse restare con le bambine invece di giocare a pallone con gli altri maschietti, non era vista di buon occhio la sua tendenza a rassicurare chiunque, per un motivo o per l’altro, si metteva a piangere o era triste.
Anche gli altri bambini in generale erano solidali nel tirare su il morale a chi era giù di corda, ma il problema era che Jakotsu aveva una tecnica tutta sua per farlo, semplice ed efficace: il potere di un abbraccio.
Quella sua spontaneità però, aveva portato solo ulteriori guai: - Aiuto! Scappiamo! Arriva l’orso abbraccia tutto! – urlavano infatti i compagni di classe, non appena lo vedevano arrivare.
Si sa che i bambini possono essere davvero crudeli, purtroppo!
La goccia che fece traboccare il vaso della pazienza di Kagome avvenne un giorno, durante l’ora di disegno. La maestra si era assentata un attimo ed un bambino ne approfittò per alzarsi, afferrare un barattolo di pittura e gettarlo addosso a Jakotsu, ricoprendolo di colore fucsia da capo a piedi, schernendolo: - Ehi, abbraccione! Abbraccia un po’ questo??! -.
Kagome non aveva esitato a difendere l’amico: - Lascialo stare, brutto stupido! Ora te la faccio pagare! – aveva urlato, afferrando a sua volta il contenitore del giallo e tirandoglielo in testa.
Si era scatenata così una battaglia a colpi di pennello e di pittura acrilica senza precedenti.
Ovviamente Kagome, Jakotsu e l’altro bambino si erano ritrovati a dover scontare una bella punizione.
Tornando a casa conciata peggio di Arlecchino, Kagome aveva raccontato l’accaduto alla madre: - Perché fanno così, mammina? Jakotsu non è cattivo, anzi! È sempre allegro e vuole solo che gli altri siano felici! Anche se è un maschio, a me piace quando mi abbraccia! È il suo modo di dirmi che mi vuole bene. –
La Signora Higurashi aveva sorriso: - sono orgogliosa del fatto che tu sia sempre pronta a difendere coloro a cui vuoi bene ed ad intervenire senza indugio, Kagome. Però non avresti dovuto usare a tua volta la vernice. Avresti potuto invece andare a chiamare la maestra – le aveva spiegato la donna.
Anche nonno Higurashi aveva redarguito la nipote: - è ammirevole il tuo senso dell’amicizia, bambina. Hai un animo puro, che non ama le ingiustizie. Il punto è che non tutti apprezzano l’eccessiva confidenza o riescono a cogliere la vera essenza delle altre persone, ad andare oltre le apparenze. Inoltre, Kagome, non è per niente decoroso per una signorina agire così avventatamente. Mai lasciarsi guidare dall’impeto, prima di agire rifletti bene! È giusto essere disponibili e lo è anche aiutare gli altri in caso di bisogno! Tuttavia, lo si deve fare con misura e cognizione. –
La bambina aveva annuito, pur non comprendendo a pieno certi paroloni usati dal nonno.
- TU sei sempre troppo generosa, piccola mia! – aveva concluso l’anziano – Ti apri completamente agli altri con troppa facilità. Forse pensi che anche il resto delle persone sia come te ma non sempre è così, purtroppo! Quindi stai attenta, perché, in futuro, qualcuno potrebbe approfittare del tuo buon cuore -.
E così era stato, soprattutto nell’ambito in cui la ragazza nutriva più speranze ed aspettative: l’amore.
Cosa poteva farci, però, se lei era così? Le veniva spontaneo donare all’altro tutta se stessa, senza riserve, così come era solita fare con le persone a lei più care: la propria famiglia, Jakotsu,Sango, Miroku, Kaede, ed i piccoli Shippo e Rin.
Crescendo, la facilità con cui legava con le persone non era mai cambiata. Bastava poco per conquistare la sua amicizia o, al contrario, la sua antipatia.
Perfino Miroku, con i suoi modi discutibili, era riuscito a farsi voler bene, così come Jakotsu, nei suoi attacchi di esuberanza ai limiti della pazzia! Erano strani, particolari, ma erano genuinamente se stessi, senza finzione.
Per quanto riguardava Shiori, invece, le era bastato vederla specchiarsi ogni cinque secondi nella prima superficie riflettente che le era capitata a tiro (nella fattispecie, la vetrina!) allo scopo di controllare che capelli e trucco fossero a posto, per provare istantanea antipatia nei suoi confronti. quanto odiava le donne superficiali!
Ora, la domanda era: dove era finito il tanto decantato sesto senso quando si era fatta irretire da Byakuya prima e da Koga poi? Chi lo sa! Forse sotto ai paraocchi!! Era ritornato un pochino con Naraku, il suo sesto senso, però, anche in quel caso, aveva finito per credere troppo nella buona fede delle persone, rimanendo fregata.
Sciocca, ingenua e masochista! Lei si era aperta con loro, aveva affidato loro sogni, speranze, amore… ricevendo in cambio solo umiliazioni.
Per questo aveva deciso di darci un taglio, con le relazioni e con gli uomini, ad eccezione di Jakotsu, Miroku ed il piccolo Shippo, gli unici esponenti del genere maschile ad essere ammessi nella sua cerchia in aggiunta a Sota e al nonno!
Era ironico, a ben vedere! Lei, che aveva sempre sognato di vivere una storia d’amore da film, era incappata solo in uomini opportunisti e bugiardi.
Beh, forse non Hojo, che sembrava essere l’incarnazione della calma, del rispetto e della posatezza. Ma gli altri…!!
Proprio come aveva temuto il nonno, era stata troppo fiduciosa ed innamorata dell’idea di innamorarsi.
Stando così le cose, pur non avendo mai smesso di aspettare e di sperare, era diventata diffidente nei confronti di certe cose e persone.
Oltretutto aveva avuto anche la brillante idea di presentare Koga alla propria famiglia! Che idiota era stata.
Quando poi lui l’aveva lasciata, Nonno Higurashi non aveva esitato a farle la predica, dopo averle lasciato il tempo di sfogare la delusione e l’amarezza: - Te lo dico fin da piccola che ti fidi sempre troppo. Devi smetterla di essere eccessivamente gentile! Mi sembri una credulona, a volte! Lo vedi che così se ne approfittano? La verità è che tu non hai ancora capito che la vita non è una fiaba! Il Principe Azzurro, il filo rosso… TUTTE BAGGIANATE! – aveva urlato l’anziano – Voi ragazze d’oggi! Ai miei tempi, le donne non le conquistavi né convincevi tanto facilmente, sai? Si facevano desiderare, corteggiare. Oggi, invece, bastano due frasette melense per farvi capitolare! -.
Infine aveva borbottato: - Comunque sia, non ti angustiare, Kagome! Un tizio del genere è stato meglio averlo perso! Voleva approfittare della mia dolce e pura nipotina, quel maledetto demone! Se mi ricapita davanti lo purifico all’istante! Che gli venga la scabbia!! -.
 
Kagome, travolta dai ricordi, si trovò a riflettere. Con gli altri era andata così; con Inuyasha, invece…
Il loro primo incontro non era stato tutto rosa e fiori, e neanche il secondo, almeno all’inizio!
Però, la cosa che la stava sconcertando maggiormente era che, con il mezzodemone, quella parte di sé che la portava a fare stupidaggini, seguendo l’istinto, si era come di colpo rianimata: gettargli le braccia al collo quando le aveva riportato l’orecchino. Raccontargli di sé e praticamente costringerlo a fare lo stesso. Trascinarlo a cena con lei e proporgli di vedersi anche il giorno seguente. Baciarlo, sulla guancia, certo! Ma lo aveva comunque baciato lei per prima!
Le sembrava di essere ritornata alle origini, a quella Kagome spensierata che non si faceva condizionare più di tanto dalle cattiverie. Senza la continua preoccupazione che gli altri la stessero solo prendendo in giro, facendosi beffe di lei e dei suoi sentimenti. Senza il una signorina per bene deve essere composta, farsi corteggiare che le ripeteva sempre il nonno.
Osservando la sveglia, si accorse che si stava facendo tardi. Agguantò quindi la borsa ed il giacchetto e si affrettò ad uscire di casa.
 
Giunse al parco Ueno appena in tempo.
Si erano dati appuntamento all’entrata dello zoo situato all’interno dell’enorme parco.
Da lontano vide Inuyasha, seduto su una panchina, con il viso rivolto al cielo azzurro e i capelli mossi appena dalla brezza. Che visione!
Fece per chiamarlo ed attirarne l’attenzione, quando… No! Non poteva essere!!!
 
 
 
Inuyasha era arrivato con una decina di minuti di anticipo sull’orario stabilito. Per questo aveva deciso di sedersi ad aspettare.
Il giovane sbuffò, volgendo gli occhi al cielo ed osservando pigramente uno stormo di corvi gracchianti che stava passando sopra la sua testa.
Quasi in automatico si sfiorò la guancia che, la sera prima, Kagome gli aveva baciato. Lo stomaco gli si strinse al solo ricordo.
Stava anche valutando dove portarla. Aveva pensato a uno dei punti di ristoro dello zoo del parco, in particolare a quello situato davanti al lago: era un posto molto suggestivo, con tutte quelle ninfee che galleggiavano sull’acqua.
“Non sarà troppo romantico?” si chiese tra sé, sgranando gli occhi quando realizzò che, effettivamente, ERA un posto romantico!
“Cavolo! Non sono tipo da smancerie, io! Sì, ok, se Kikyo mi pregava di portarla al ristorante per una cena al lume di candela, la accontentavo! Però, fosse stato per me, sarei stato più volentieri a casa! Non faccio queste cose di mia spontanea volontà, maledizione!”
Però già si stava immaginando Kagome che osservava l’acqua del lago che luccicava sotto ai raggi del sole, con tutti quei fiori a fare da ornamento. Probabilmente avrebbe sorriso e i suoi occhi nocciola avrebbero assunto quella luce gioiosa che…
Il mezzodemone fu improvvisamente strappato dalle proprie fantasticherie da qualcuno che lo chiamò per nome: - Inuyasha! -.
Il giovane si voltò, speranzoso ma…
- KIKYO??? – sbottò, incredulo, aggrottando le sopracciglia.
- Che piacere! Quanto tempo!! Non pensavo abitassi ancora in zona! Sono sorpresa di vedere che stai così bene! – gli disse. – A proposito, lui è il mio fidanzato e quasi futuro marito – dichiarò, compiaciuta, voltandosi leggermente verso l’uomo dai capelli mossi a cui era arpionata come una pianta rampicante.
- Mi stava portando allo zoo! Caro, lui è il mio amico Inuyasha. Inuyasha, lui è… -
Il mezzodemone ebbe quasi la sensazione di essere finito in uno strano universo parallelo. Lui era lì, relativamente tranquillo, ad aspettare Kagome e a pensare a lei e, così dal nulla, era spuntata fuori la sua ex, colei che, da un giorno all’altro, aveva dichiarata terminata la loro frequentazione?? Con che coraggio, ora, arrivava tutta baldanzosa  a presentargli quel tizio!?
Oltretutto… aveva detto che quello era il suo FUTURO MARITO??? Kikyo era stata insieme ad Inuyasha per quasi quattro anni! E quanto tempo era passato da quando si erano lasciati, anzi, da quando LEI lo aveva lasciato?? Sette mesi?? Aveva fatto in fretta!
“Ma che cos’hanno i Kami contro di me?” si chiese il giovane, fissando i due, a bocca aperta. “Ditemi che è uno scherzo, vi prego!”.
Kikyo fu però interrotta nel suo ciarlare da una dolce ed allegra voce, proveniente dalle sue spalle: - Inuyasha, TESORO! Eccomi! Scusa se ti ho fatto aspettare! Però lo sai come sono fatta, se non faccio tardi non sono io! – esordì ad alta voce Kagome, avvicinandosi ed abbracciandolo, facendo restare il povero mezzodemone ancora più allibito.
“Tesoro?? Io?? Ma sono impazziti tutti, quest’oggi??”.
Dopo di che la ragazza si voltò verso gli altri due e squadrò Kikyo per un lungo istante.
Incrociò infine lo sguardo sbalordito dell’accompagnatore della donna, che, con ancora Kikyo abbarbicata al braccio, la stava fissando con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
- Ma che sorpresa! – disse Kagome – Sono felice di appurare che la tua bella commessa non sia ancora stata scaricata come è successo a me, vero… NARAKU??? -.
Quello boccheggiò un – Kagome??? – mentre Kikyo inarcò un sopracciglio, lanciando al fidanzato uno sguardo interrogativo e per nulla rassicurante.
- Come vedi, la sciacquetta che avrebbe dovuto ringraziarti per il fatto che tu le avessi dedicato parte del tuo preziosissimo tempo, sta divinamente! Ed ora scusateci ma abbiamo un impegno importante, al termine del quale Inuyasha poi dovrà andare al lavoro. Sai, Naraku, lavora in ospedale, lui! Deve andare a salvare delle vite! – continuò la giovane, costringendo nel mentre uno stralunato Inuyasha ad alzarsi dalla panchina, tirandolo per un braccio.
- Lieta di averti rivisto! Buona giornata! – concluse, voltando le spalle ai due piccioncini, andandosene via insieme al mezzodemone, sotto lo sguardo incuriosito di alcuni turisti.
Solo dopo molti metri e in prossimità di una delle tante uscite del parco, Inuyasha parve uscire dal suo stato di trance: - Ehi! Frena! Aspetta un secondo! Ma tu come facevi a sapere il nome di… non me lo aveva presentato, ancora! -.
- Ben tornato tra noi! – gli rispose Kagome – Scusami per la sceneggiata! È che ero a pochi metri di distanza, quando li ho visti arrivare, e non ho potuto evitare di ascoltare la vostra conversazione. – spiegò, mortificata per poi chiedergli: - Senti, ma quella tizia, era la tua ex allora? Quella a cui mi avevi accennato? –.
- Beh, sì, era proprio Kikyo! – ammise lui, ancora un po’ confuso.
- Oh Kami! Non ci posso credere!!! – commentò Kagome.
Di fronte all’occhiata perplessa ed interrogativa del mezzodemone, si affretto allora a spiegare: - Quella Kikyo dovrebbe essere la – si interruppe, per fare il segno delle virgolette con le dita – La bellissima ed eterea donna con molta più classe per cui l’ultimo ragazzo che ho frequentato, ossia Naraku, mi ha mollata – gli rivelò.
- CHE??! – sbottò Inuyasha, sgranando gli occhi – Tu stai tentando di dirmi che… che noi siamo stati entrambi scaricati così su due piedi perché… i nostri rispettivi fidanzati si sono incontrati e messi insieme???!!! – chiese, incredulo.
Kagome riuscì solo a fargli un cenno affermativo con il capo. Ripensando alla faccia fatta da Naraku non riuscì più a trattenersi e proruppe in una sonora risata.
Superato il nuovo shock, anche il mezzodemone si lasciò andare ad una risatina: - Tsè! Stupido idiota dallo sguardo satanico! Ha lasciato te per mettersi con Kikyo??? Bell’affare ha fatto! Come scambiare un cigno con una gallina! -.
Kagome si ricompose e lo osservò. Era un altro complimento, quello??
- Beh, non pensiamoci più. Non eri tu quella che voleva offrirmi un gelato? – disse Inuyasha. Il suo piano iniziale era saltato, ma poco male! Aveva già quello di riserva.
- Oh, sì, sì certo! – rispose la ragazza.
Era orgogliosa di se stessa! Mai avrebbe pensato di affrontare così uno dei suoi ex. Vedere lo sguardo di panico negli occhi del mezzodemone le aveva fatto tirare fuori la grinta!
- Bene! Vieni con me, allora. La fidanzata di un amico gestisce una gelateria proprio nelle vicinanze, se ti va bene – propose il giovane.
Kagome annuì e lasciò che lui le facesse strada.
Una decina di minuti più tardi arrivarono di fronte ad un grazioso bar gelateria.
- Che carino! Ha anche i tavolini fuori! – esclamò la ragazza, entusiasta.
- Se ti va possiamo anche sederci qui davanti, allora -.
- Sì, va benissimo! Però forse prima è meglio ordinare – replicò lei.
Il mezzodemone assentì con il capo, per poi commentare, con tono sarcastico: - Allora io intanto mi metto comodo! Ci sono talmente tanti gusti diversi là dentro che, forse, fra un paio d’ore avrai deciso -.
- Ma smettila, razza di brontolone! – lo rimbrottò Kagome, con uno splendido sorriso sulle labbra.
Si sentiva felice. Scherzare con Inuyasha le risultava ormai facile e naturale, come respirare.
il ragazzo la osservò, deliziato. Era così dolce quando sorrideva, le si illuminavano gli occhi. E poi, quel pomeriggio era così carina! Indossava dei semplici pantaloni aderenti ed una maglia a maniche lunghe con lo scollo a barchetta, che le evidenziava la sinuosa linea delle spalle. Aveva poi raccolto i capelli in una treccia laterale, lasciando così scoperto parte del collo flessuoso.
Già! In confronto a Kikyo sembrava davvero un cigno!
- Ehi! Ti sei incantato di nuovo? – gli chiese Kagome.
- N-no! Ci sono! Entriamo? – rispose Inuyasha, arrossendo un po’.
Una decina di minuti dopo, salutata la proprietaria, una giovane e graziosa demone dai capelli rossi, i due giovani erano entrambi seduti ad uno dei tavolini all’esterno, a gustarsi ognuno il proprio gelato.
- Bah! Come diavolo fa a piacere quella roba alla gente non lo capirò mai! Non sembra di mangiare il dentifricio? – commentò scettico il mezzodemone, guardando Kagome mangiare con gusto il gelato da lei scelto: menta con pezzetti di cioccolato.
- Affatto! È un gusto rinfrescante, invece! Niente a che vedere con il tuo, Mr. sono-abitudinario-e-noioso! – gli rispose la ragazza.
- Il gelato al fiordilatte non è noioso! È classico! – si giustificò Inuyasha.
- Sì, certo… nemmeno i bambini lo mangiano più! -.
- è comunque meglio del dentifricio! – insistette lui.
Kagome rise ma rimase interdetta quando, improvvisamente, lo vide sporgersi verso di lei.
- Aspetta! Ti sei sporcata la punta del naso, razza di imbranata! – le disse, raccogliendo lo sbaffo di gelato dal suo naso con un dito, portandoselo poi alle labbra.
Kagome arrossì e sentì uno strano brivido caldo attraversarle la schiena.
- Bah! Dentifricio! – borbottò il giovane, facendo una smorfia.
Passarono così la successiva mezz’ora, tra risate di lei e punzecchiamenti di lui.
Infine Kagome si alzò: - Bene! Vado a pagare. – annunciò – Eh no, caro mio! – aggiunse, notando che Inuyasha stava già per protestare – I patti erano chiari. Tu hai scelto dove andare e il conto spettava a me, questa volta! Faccio in un attimo. Tu aspettami pure qui -.
Inuyasha acconsentì con un sospiro e la osservò entrare nel bar. Si stava stiracchiando, quando al suo sensibile udito arrivarono le avvisaglie di una discussione all’interno del locale.
Preoccupato per la ragazza, che ancora non era tornata, decise di entrare a sua volta per vedere cosa stesse succedendo.
Ciò che vide lo lasciò un attimo confuso: Kagome se ne stava ferma, quasi immobile di fianco alla cassa, dalla quale la proprietaria della gelateria la osservava ad occhi sgranati e con espressione sconcertata.
Accanto alla demone, sempre dietro al bancone, impettito e con sguardo rabbioso e di sfida, stava il famoso demone amico di Inuyasha, nonché fidanzato della titolare.
Lui e Kagome si stavano guardando in cagnesco, sembravano due pitbull pronti ad azzannarsi. Che diavolo stava succedendo?
Avvicinandosi, Inuyasha sentì il demone esclamare: - Guarda un po’ chi si vede! A quanto pare hai smesso di piangerti continuamente addosso, eh, miss incontro solo uomini cattivi??? -.
Kagome indurì ulteriormente lo sguardo, tentando di dimostrarsi forte: - Non ti permetto di insultarmi, razza di smidollato! – gli rispose alterata. Dentro però stava tremando!
Prima che la discussione degenerasse, il mezzodemone decise di intervenire. Affiancandosi a Kagome le mise una mano sulla spalla; lei sobbalzò e si girò verso di lui. Dai suoi occhi castani traspariva chiaramente il panico misto a frustrazione.
Stava quasi per mettersi a piangere ma, sotto il tocco di Inuyasha, la tensione del suo corpo parve allentarsi.
Il ragazzo lanciò quindi un’occhiata confusa al demone che li stava fronteggiando e chiese: - Si può sapere che cosa sta succedendo? Ci sono problemi… Koga??? -.
Percependo le spalle di Kagome tornare ad irrigidirsi, come se fosse sorpresa, Inuyasha tornò a rivolgere la propria attenzione alla giovane.
Lei lo guardò, sgomentata ma, prima che potesse anche solo aprire la bocca, la voce del demone lupo tornò a farsi sentire: - Ah, vi conoscete? Ma pensa! Come è piccolo il mondo, vero, tesoro? – disse, retorico, rivolto ad Ayame, che ancora osservava alternativamente gli altri tre, muta e preoccupata.
Inuyasha rivolse all’amico uno sguardo confuso. Che cavolo..???!!!
Koga però continuò, rivolgendosi di nuovo a Kagome: - Dimmi un po’… allora è solo con me che facevi la frigida riottosa! A quanto vedo ora hai anche cambiato hobby: non più collezionare ex ma accalappiare i miei amici, eh, finta verginella? -.
A quello parole Kagome quasi smise di respirare.
Come poteva dire quelle cose? Koga sapeva! Sapeva cosa fosse successo con Byakuya. Ed ora… ora con che coscienza le stava rinfacciando proprio… quello?? Lui se ne era andato, non contento di come stessero andando le cose tra loro! Lei non aveva mai obbligato nessuno a stare con lei, tantomeno aveva mai cacciato di sua iniziativa qualcuno dalla sua vita!
Inuyasha notò chiaramente il lampo di dolore che passò negli occhi di lei. In un flash, nella mente del mezzodemone riaffiorò un particolare ed il giovane ebbe un’epifania: quella sera di due giorni prima, quando lei si era sbucciata le ginocchia e lui l’aveva trasportata fino a casa; tra i vari discorsi, Kagome aveva menzionato tra i suoi ex… UN DEMONE LUPO!!!
No! Impossibile! Conosceva Koga da almeno quattro anni e se lei fosse stata… se loro fossero stati… insomma! Come minimo Koga gliela avrebbe almeno presentata, no?!?
 Incredulo, fece correre lo sguardo da Kagome a Koga e da Koga a Kagome. Infine mormorò: - M-ma… voi due… vi conoscevate già? Come… ? -.
Il demone lupo sogghignò: - Già! Ti ricordi, circa un paio di anni fa, di quella tizia ossessiva ed insopportabile che mi teneva al laccio? Eccola qui, in tutto il suo splendore! – disse, pieno di sarcasmo, indicando Kagome con un gesto della mano.
- Spero che almeno tu sia riuscito a godertela un po’, prima che iniziasse a dare segni di follia! Oppure non l’ha data neanche a te? – continuò.
Kagome, umiliata, serrò le palpebre con forza, come colpita da un pugno. Ora Inuyasha l’avrebbe disprezzata e presa per una donnaccia!
Non era vero! Non era vero niente! Tenere al laccio??? Quando mai!! Lei non era come Koga la stava dipingendo, non lo era mai stata! Perché? Perché stava dicendo quelle cose spregevoli???
E poi… Un momento!! Lui ed Inuyasha erano… AMICI??! Allora… allora era stato tutto un piano? Si erano messi d’accordo?
Kagome sentì il cuore sbriciolarsi, di fronte a quel sospetto.
Inuyasha era a dir poco sconvolto. A causa della situazione sempre più surreale, certo, ma soprattutto per le parole che quella testa bacata di un lupo aveva osato pronunciare!
Razza di deficiente decerebrato e senza spina dorsale! Parlava come se Inuyasha stesso non sapesse perfettamente la realtà dei fatti!
Kagome non era certo come l’aveva descritta e inoltre, in quel periodo di due anni prima, lo stesso Koga aveva finito per ammettere candidamente di aver provato a tenere un piede in due scarpe!
Essendosi poi pentito della sua scelta, era ritornato, strisciando, da Ayame, chiedendole perdono.
La rabbia per le calunnie che il demone aveva rivolto a Kagome, la furia che assalì Inuyasha fu talmente grande da far mutare in rossi gli occhi solitamente dorati.
Stava per avventarsi su quell’ essere, su quell’omuncolo e pestarlo per bene.
I suoi sensi lo avvisarono però che qualcosa non andava.
Ayame si era allontanata dalla cassa, imbarazzata ed arrabbiata. Chissà le panzane che Koga le aveva raccontato! Sicuramente che era stata colpa di Kagome, che lo aveva sedotto lei! Che lui era stato uno scemo a non restare con la rossa, invece di farsi accalappiare! Tutte stronzate!
Inuyasha notò però che nemmeno Kagome era più accanto a lui. Allarmato, si guardò freneticamente attorno, scorgendola, infine.
Si era mossa silenziosamente ed ora se ne stava ferma,  rigida, davanti all’entrata del bar.
Senza dire una parola e senza più guardare nessun altro, Kagome lanciò ad Inuyasha un ultimo sguardo ferito.
Nel leggere chiaramente il dolore ed il dispiacere presente in quei bellissimi occhi marroni, il cuore del mezzodemone perse un battito.
Infine la ragazza si voltò e sparì all’esterno, lasciando dietro di sé solo un vago odore di lacrime.
 
 
 
 
 
 
Saaalve! ^^ Come va? Ecco… io ci ho provato e questo è il massimo di “visione dei sentimenti interiori” che sono riuscita a tirar fuori. -.- Piaciuti i colpi di scena??? XD muhahahaha! Non disperate però! Chi mi conosce sa che sono una romanticona, quindi…. U_U Beh, se vi va fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima! ^^
   
 
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