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Autore: rora02L    26/05/2015    1 recensioni
Una raccolta di one shot sul mondo materno e paterno di Once Upon a Time.
Dato che secondo me, le fiabe parlano soprattutto del rapporto genitori-figli ho pensato di raccontare le esperienze di alcune madri e padri della serie tv come le ho immaginate io, cercando di non inventare proprio tutto ... ed è la prima volta che mi cimento in questo fandom, siate clementi.
1 - Regina ( Ninna nanna di tutte le mamma - Peter Pan)
2 - Biancaneve ( Bimbo mio - Dumbo)
3 - Cora ( La mia ninna nanna - Il re leone 2)
4 - Emma (Ninna nanna di Tesoro - Lilli e il Vagabondo )
5 - David ( Unica realtà - Il re leone 2)
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~Biancaneve.

Bimbo mio – Dumbo, Disney
“Figlio mio vieni qui
No, non pianger così
Ti terrò stretto al mio cuor
Con tanto amor
Con tanto amor!
Se si burlan di te

Non badarci perché
Il mio amor
Sol ti darà
Felicità
Felicità! […]”



La principessa guarda incantata quei piccoli unicorni bianchi e azzurri fatti di purissimo cristallo, mentre volano appesi sopra alla culla della sua bambina, che ancora deve nascere. Il suo pancione calcia, sente la vita crescere dentro di lei. Peccato che non potrò rimanerti accanto, bambina mia.
Suo marito le appoggia una mano sulla spalla, sa esattamente a cosa sta pensando. Biancaneve fa un sorriso triste al suo sposo, per poi sospirare rassegnata. La cosa migliore da fare, in qualità di genitori e di regnanti, è dare alla piccola Emma una opportunità migliore, l’opportunità di scampare al sortilegio e salvarli tutti.
Una bambina così piccola con un fardello così pesante. Vorrebbe poter fare qualcosa per rimanere accanto alla bambina per sempre, ma nella teca c’è posto solo per una persona. Quando Emma nasce, in tutto il suo splendore di neonata, il castello è sotto attacco e la madre ha solo il tempo di salutarla per l’ultima volta con un bacio sulla fronte tenera, guardando quegli occhioni spaesati fissarla impauriti. Le sorride, rassicurante, convinta che la figlia la ritroverà.
Ritrovami, Emma. Ritrovaci. Io credo in te, bambina mia.

~

 Da migliore amica a mamma, Mary Margaret stenta ancore crederci: Emma è riuscita nell’impresa ed è tornata da loro. Li ha trovati, dopo ventotto lunghi anni. Ed anche se non sono ancora a casa, si sono riuniti. La loro famiglia è finalmente al completo, dopo tanto tempo. Emma ha spezzato il sortilegio che impediva a tutti loro di ricordare chi erano e chi sono realmente.
Ma a quale prezzo ? Mi sono persa tutta l’infanzia di mia figlia…
Non riesce a perdonarselo, perché Emma si sente e si sentirà sempre un’orfana, una bambina non amata dai suoi genitori. Non potrebbe esserci niente di più diverso, perché i suoi genitori l’hanno amata e la amano infinitamente, lei è la loro preziosa bambina. Bambina.
Emma non è più una neonata da molto tempo. Ormai è una donna e come tale non riesce a vederli come genitori, ma solo come Mary Margaret e David. O al massimo come Biancaneve ed il Principe, ma non come Mamma e Papà.
E come potrebbe accettarlo ? Non può. Non ancora, almeno. Regina le ha tolto una cosa unica, che non tornerà più indietro: l’infanzia di sua figlia. Biancaneve immagina come sarebbe stata l’infanzia di Emma nel loro regno magico. L’avrebbe vestita da principessa ed educata come tale, suo marito invece le avrebbe insegnato a cavalcare e tirare di scherma. Conoscendo Emma, avrebbe di certo voluto imparare a combattere. E a dieci anni le avrebbe messo sul capo la tiara di sua madre, riconoscendola come legittima erede al trono e continuando la tradizione di famiglia.Chissà com’era Emma da bambina … 
Vorrebbe poter vedere almeno qualche foto di lei da piccola, ma ha paura a chiederlo alla figlia. Potrebbe arrabbiarsi oppure vederla infelice in una casa famiglia, con gli occhi di una orfana, potrebbe straziarle il cuore. I sensi di colpa già la stanno mangiando dall’interno. Dovevo farlo, dovevo.
Ma sa benissimo che, se non l’avesse fatto, almeno sarebbero vissuti per sempre insieme e lei avrebbe ancora la sua bambina con sé.
“Ma saremmo stati insieme.”
Emma ha ragione. Le avrebbe risparmiato una vita di dolore. Fin da bambina, Emma si era chiesta come avesse fatto sua madre ad abbandonarla. Come lei avesse potuto lasciarla sul ciglio della strada, abbandonandola ad un destino crudele e senza genitori o amore. Senza una casa né una famiglia. Mary Margaret inizia a mangiucchiarsi nervosamente il labbro inferiore, mentre rimugina davanti a due una tazze di latte caldo con cannella. Emma sta per tornare alla loro casa, insieme a suo padre ed Henry. Ma lei vorrebbe avere un momento da sola con la figlia, per parlarle e sapere qualcosa della sua infanzia. Qualcosa di quei ventotto anni in cui non ha potuto vederla crescere e starle accanto come fanno tutte le mamme. Quando la porta si apre ed entrano i tre, Mary Margaret si blocca. Non sa cosa fare, come chiederglielo ed il coraggio la abbandona.
Vorrebbe per lo meno trovare un modo per scusarsi con lei, anche se sa che ciò che ha fatto non può essere cancellato in alcun modo dal cuore della figlia. Rimane ritta, davanti alle due tazze di latte.
I tre la salutano e solo David rimane nella cucina, mentre Emma ed il ragazzo salgono di sopra. Il principe guarda la moglie con un sopracciglio alzato e le si avvicina, ha capito che trama qualcosa: “Che hai, Mary Margaret ?” Lei scuote le spalle e bofonchia: “N-niente … perché ?” Lui non le crede e dice: “Ti vedo strana, oggi … - nota le due tazze- Per chi sono ?” Biancaneve risponde in fretta: “Per me e te, amore.” Lui ridacchia e ribatte: “Non ti credo … ci sono solo tre persone in questa città a cui piace così tanto la cannella: tu, nostra figlia ed Henry. Quindi volevi per caso rimanere da sola con Emma ?”
Lei sospira, sorridendo: “Mi hai beccata. Dimmi, è così evidente ? Temo che lo faccia a posta ad evitare di stare sola con me…sembra faccia di tutto per evitarmi. Ho paura che mi odi … e che non mi possa perdonare per averla abbandonata.” David scuote il capo e le prende una mano dolcemente: “Ma che dici, tesoro ? Probabilmente è solo un po’ confusa … insomma, ha vissuto tutta la vita credendo che noi l’avessimo abbandonata perché non la amavamo e-“
“Io sono sua madre ! – esclama lei, sull’orlo di una crisi di nervi – Non ce la faccio più. Non riesco più a far finta di nulla. Vorrei che lei si … confidasse con me, che mi parlasse … vorrei almeno ora essere la madre che le è mancata in tutti questi anni !” David annuisce, capisce perfettamente i sentimenti della mora. Le sorride e le dice: “Vado a chiamartela.” Si dirige verso le scale e Biancaneve ha appena il tempo di aprire la bocca per fermarlo, ma ormai il marito è già salito. Dopo pochi minuti, Emma scende lentamente dalle scale: “Per caso è successo qualcosa ?”
Mary Margaret spalanca la bocca, in cerca di qualcosa da dire: “Ah … no, nulla.” L’altra stringe gli occhi e risponde: “Va bene … - un altro gradino – allora … c’è qualcosa di cui volevi parlarmi ?” La principessa le indica con una mano una sedia ed Emma si accomoda, poi la mora porta sulla tavola le due tazze di latte caldo. Guarda la figlia dritta negli occhi e prende un bel respiro profondo, senza smettere di giochicchiare con la tazza blu notte che ha davanti a sé: “Volevo … parlarti di … alcune cose, ecco.- prende un altro respiro profondo e si impone di continuare, di dirlo – Io volevo c-chiederti come mi immaginavi da piccola.- Emma sgrana gli occhi e cerca di alzarsi, ma la mora continua – Qual è stata la tua prima parola ? A che età hai fatto il tuo primo passo ? Qual era il tuo gioco preferito, la tua fiaba preferita, il tuo cibo preferito ?”Il suo sguardo è quello di una madre disperata, che vuole avere anche il più minimo contatto con il passato della figlia, di quella bambina che ha perduto per sempre.
Gli occhi della principessa si gonfiano e si riempiono di lacrime di rammarico. Emma allora si ferma e si rimette seduta, sospirando: “Davvero vuoi sapere queste cose ?” Nella sua voce c’è scetticismo, probabilmente crede che siano informazioni inutili. Ma per la madre, non è così. Mary Margaret risponde decisa: “Sì. Ti prego …”
La bionda abbassa lo sguardo e lo rivolge alla tazza: “La mia prima parola è stata pappa. Il mio primo passo l’ho fatto per prendere un giocattolo che avevano messo sopra il tavolo della cucina. Era il mio preferito, un cagnolino di peluche grigio.- Biancaneve sorride, immaginandosi la figlia che allunga la manina verso il pupazzo – La mia fiaba preferita era … Biancaneve, mi piaceva la storia del bacio e dei nani … sembravano simpatici. – Le due ridono insieme – Invece il mio cibo preferito da piccola era la cheesecake, decisamente.” Le due sorridono e abbassano lo sguardo entrambe verso il latte, ormai freddo.
“Anche ad Henry piace …” dice la mora, ridacchiando. L’altra annuisce: “Già …” Ma Biancaneve non ha certo dimenticato l’unica domanda a cui la figlia non ha risposto e gliela ripone: “Come mi immaginavi ? Come immaginavi … la tua mamma ?” Sente il picchiettio nervoso delle dita della donna e poi la sua voce, quasi singhiozzante: “Ti immaginavo … bella.- si guardano- Proprio come … una principessa. E buona, credevo che un giorno mi avresti trovata. Che non mi avevi abbandonata, ma che mi avevi persa … o che eri stata costretta a farlo …- adesso anche gli occhi di Emma si riempiono di lacrime- Ma poi … ho smesso di crederci. E ho smesso di pensare a mia madre.”
Si alza di scatto, lasciando la tazza là dov’è, ancora piena. Biancaneve capisce che non l’ha ancora perdonata e che forse è troppo tardi per rimediare.

~

“No.” Emma è categorica, ma la madre è più testarda di lei: deve essere una cosa ereditaria. Mary Margaret sorride e continua a tenere il passo con lei, camminando più veloce sul marciapiede della cittadella.
“Invece sì, mia cara !” esclama la mora con fermezza. L’altra sbuffa, capendo che non può fare nulla per togliersela dalle scatole. Ma non capisce perché ci tenga così tanto ad accompagnarla a fare shopping. Insomma, deve solo prendere qualche vestito nuovo ed un paio di stivali, dato che i suoi si sono rotti, a forza di andare su e giù per la foresta ed inseguire cattivi che la vogliono ammazzare per poi distruggere la città. Biancaneve è raggiante oggi, sembra che accompagnare la figlia la faccia sentire al settimo cielo e la bionda non ne capisce il perché, dato ciò che le aveva detto tempo fa su cosa pensava di lei prima di ritrovarla. Ma conosce bene il modo in cui la donna vede il mondo: cerca sempre il lato positivo o il modo per fra sì che le cose vadano a posto. E forse sta tentando di “mettere a posto” il loro rapporto, facendo una cosa tipicamente madre-figlia, come cercare vestiti e scarpe. Sono  dirette all’unico negozio di Storybrooke che possiede vestiti non d’epoca o d’antiquariato, gestito dal sarto di corte di Biancaneve. Prima di entrare, Emma avverte la sua accompagnatrice festante: “Niente vestiti con fronzoli né gonne ampie da principessina. Sto cercando qualcosa di comodo e moderno …ok ?” Le lancia una occhiata di avvertimento, mentre la principessa annuisce: “Certo, capito.” Non ci penso nemmeno, Emma. Tu sei una principessa, per diritto di nascita. E sono stufa di vederti con quei soliti vestiti da maschiaccio … cercheremo qualcosa di più femminile.
La mora si butta a capofitto nella ricerca, discutendo animatamente con il sarto e impedendo alla figlia di opporsi alle sue scelte. Riescono a trovare un vestito che è l’esatto opposto di quello che Emma cercava: è un abito dalla gonna ampia in tulle, bianco, con dei brillanti e delle spalline vaporose.
Gli occhi di Mary Margaret brillano di entusiasmo, mentre la sprona: “Avanti, provalo ! Sono certa che ti starà d’incanto !” La bionda non resiste a lungo a quegli occhioni supplicanti ed alla fine cede, accontentando di provarlo: “Lo provo e basta, sia chiaro. Non ho intenzione di comprarlo, non me ne faccio nulla di un vestito così.” Biancaneve sorride sorniona ed annuisce: “Certo, lo provi e basta.” Appena Emma entra nel camerino, estrae il cellulare e chiama il marito, dicendogli di venire immediatamente al negozio. Emma esce dopo alcuni minuti, con addosso l’abito candido. Quanto è bella … è esattamente così che l’avrei vestita, se fossimo vissuti tutti insieme nel nostro regno.
Emma si muove come un ippopotamo in un vestito da ballerina di danza classica, temendo di rovinare l’abito ad ogni movimento. Vede le lacrime di commozione sugli occhi della mora e le chiede, con un sorriso tirato: “Come sto … ?” La principessa le sorride raggiante ed esclama: “Sei bellissima, Emma … - la prende per mano e la porta davanti allo specchio a muro, restando dietro di lei a sistemarle i capelli biondi – Se fossi cresciuta con noi nel nostro regno, saresti abituata a vestiti del genere.”
“Ed anche a scarpe con il tacco dodici ed altri vestitini pieni di fronzoli e luccichii … ma non è andata così.” ribatte lei, guardandosi scettica allo specchio, con il suo solito tono duro. In quel momento, David entra nel negozio col fiatone. Emma sgrana gli occhi, mentre l’uomo spalanca la bocca e le si avvicina emozionato: “Wow, Emma ! … Sei stupenda, tesoro.” Lei sorride e abbassa lo sguardo imbarazzata: “Grazie … Mary Margaret mi ha praticamente costretta a provarlo.”
Spunta allora anche Henry, che esclama ammirato: “Mamma, sembri una principessa !” La bionda sorride al ragazzo, ringraziando anche lui. Si guarda un ultima volta allo specchio e, per un momento, pensa ad un suo ipotetico futuro nella Foresta Incantata, con suo figlio e la sua nuova famiglia allargata e decisamente singolare. Scuote la testa, dicendosi che è impossibile. Non avverrà mai.
Si sente il campanello del negozio ed Emma si volta irritata, chiedendosi chi sia il nuovo intruso che la vedrà con un vestito così pomposo ed esagerato. Capitan Uncino alza un sopracciglio, visibilmente sorpreso, e commenta sarcastico: “Swan, non sapevo che andassi ad un matrimonio … eppure dovrei saperlo, dato che l’unico possessore del tuo tenero cuoricino sono io, dolcezza.” La bionda fa un sorriso storto e replica: “Tranquillo, Uncino … non ho intenzione di sposarmi. Ho solo … provato un abito che piaceva a Mary Margaret, tutto qua.” Tutti in quella sala sanno che Biancaneve non ha scelto quel vestito a caso. Voleva fingere, anche solo per un attimo, di essere a casa e voleva sentire l’emozione di vedere sua figlia agghindata come una principessa, come lo era stata lei da giovane. Ed Emma l’ha accontentata, perché sa che ciò che la mora vuole di più al mondo è sentirsi chiamare “mamma” da lei. Ma non riesce ancora a farlo, non ce la fa.
Aspetterò, Emma. Ti ho sempre aspettata, non smetterò adesso. 

~

Legge tutta attenta un libro sulla maternità, preoccupandosi sempre di più ad ogni pagina che sfoglia. Abbassa il capo e vede il suo pancione coperto da un vestitino giallo canarino. Si chiede sempre più spesso se sarà davvero una buona madre, per una volta. Chissà come la prenderà Emma, quando il suo fratellino o sorellina nascerà.
Si accarezza la pancia, il luogo dove una magia potentissima è in esecuzione: la magia della vita. Lei ne è partecipe per la seconda volta, ma in un mondo che non è propriamente il suo. La cosa non ha molta importanza, vuole solo che il piccolo ( o la piccola) stia bene ed in salute. Questo è un nuovo inizio ed una nuova opportunità per creare la famiglia che avremmo dovuto essere. Sarà ugualmente strano, lo sa bene. Ma confida che Emma la capisca, li capisca, e lasci che siano felici, accettando il nascituro come suo famigliare stretto.  Biancaneve spera che almeno lui venga chiamato da Emma col suo nome, “fratello” o “sorella”. Sa bene che a lei questo privilegio è stato dato solo quando erano in punto di morte.O almeno, così credevano.
Non riesce ancora a perdonarsi e teme di commettere errori madornali con il piccolo nuovo, allontanando anche lui o lei da sé. Prende un respiro profondo, ricordando a sé stessa che non è sola. Ci sono suo marito, i nani e tutti i suoi amici di Storybrooke, persino Regina potrebbe aiutarla. Conosce bene il debole del sindaco per i bambini, specie i maschi. Forse io e Regina ora abbiamo più cose in comune.
Anche la regina cattiva ha perso il figlio per sempre, nonostante Henry sia ora fisicamente dove si trova lei, a pochi metri di distanza. Ma non si ricorda di lei e dei momenti passati insieme, come se quel tempo non fosse mai esistito. Anche lei ha perso i momenti passati con suo figlio … ma almeno lei li ha avuti davvero. Però è anche vero che io ho David accanto a me. Lui mi sosterrà sempre.
Sa che anche suo marito è preoccupato, ma è troppo orgoglioso per ammetterlo. Ma lei lo sa, conosce il suo cuore meglio di chiunque altro al mondo. Ruby le chiede se va tutto bene e lei annuisce sorridente ed indica il libro: “Qua ci sono un mucchio di … malattie ed altre cose pericolosissime, sembra che occuparsi di un bambino sia molto più difficile di quanto credessi.” L’amica le sorride, rassicurandola: “Andiamo, hai affrontato mostri peggiori e addomesticato la regina cattiva …- le fa l’occhiolino- tu e David supererete anche questo.” Biancaneve sorride, anche se non ne è del tutto convinta. Sospira, non ha senso preoccuparsi per qualcosa che nemmeno è avvenuto. Il futuro è imprevedibile, la sua stessa vita ne è una dimostrazione lampante.

~

“Ancora una spinta !” il dottore la sprona a far nascere suo figlio. Il dolore la lacera, ma ciò che più di ogni altra cosa la preoccupa è il fatto che il suo bambino è in pericolo, la strega perfida lo vuole rapire per i suoi loschi piani. Per un momento, vorrebbe che questo piccolo angelo non nascesse più, pur di non farlo soffrire e finire nelle perfide mani di Zelina. Farebbe qualsiasi cosa per proteggerlo. Continua a dire al marito che non vuole perdere anche lui, non vuole perdere l’infanzia del suo secondo genito. Vuole vederlo crescere tra le sue braccia, sentirlo mentre la chiama “mamma” e guidarlo nei suoi primi passi nell’infinito e meraviglioso mondo.
Non può accadere di nuovo, non possono portarmi via di nuovo mio figlio !
Il pensiero la sta straziando e a nulla servono le parole di conforto di David, che le stringe la mano e tiene nell’altra l’elsa della spada, nel caso la strega riuscisse a superare la barriera. Finalmente sente il bambino fuori da sé ed il dottore le porge il pargoletto, esclamando felice: “Un maschietto !” Lo avvolge in una copertina chiara e lo porge a Biancaneve, che lo guarda con la bocca spalancata da tanta bellezza e meraviglia. Anche David ammira il figlio, felice. Finché la porta della camera dell’ospedale non si spalanca. La strega dalla pelle verde immobilizza il principe, che aveva cercato di difendere la moglie ed il neonato con la spada, inutilmente. La principessa guarda la donna, supplicandola di lasciarle il figlio. Non può sopportare di perdere anche lui, come è successo con Emma tanti anni fa. Stringe il piccolo tra le braccia ed in un attimo scompare, lo rivede in braccio a Zelina. Ha appena il tempo di aprire la bocca, quando la strega immobilizza anche lei.
Non appena la magia che la teneva bloccata scompare, le uniche parole che Mary Margaret riesce a pronunciare davanti al marito, seppur a basa voce, sono: “Il passato si ripete …” Poi si lascia andare ad un pianto disperato, mentre David corre a recuperare il figlio perduto.

~

Forse per loro c’è finalmente la possibilità di essere una famiglia, riunita. Biancaneve spera ardentemente che la figlia rimanga con lei, con il padre e suo fratello. Noi siamo la sua famiglia, la sua casa … non voglio che se ne vada ancora una volta, anche se la capisco. Dopotutto, l’abbiamo abbandonata. E non importa cosa faremo per cercare di rimediare, questa cosa non cambierà. Lei penserà a noi sempre e comunque come i genitori che l’hanno lasciata sul ciglio della strada. E a me come alla madre che l’ha rifiutata, negandole il suo affetto.
Sono tutti da Granny, a festeggiare suo figlio, il secondo genito. Ancora non hanno scelto che nome dargli, dato che il nome di suo padre a David non piace per nulla. E quello del padre di lui è meglio non darglielo. Mary Margaret rimugina ancora, incerta. I suoi pensieri cadono in su Emma, la sua bellissima figlia ormai donna. Ha sofferto molto, soprattutto in questo periodo, dopo aver perso Neal. Il suo primo vero amore. Biancaneve non ha avuto occasione di conoscerlo molto, ma sa che voleva molto bene alla figlia. Anzi, la amava di certo. Si è sacrificato per salvarli, Emma e suo figlio Henry. Non per altri motivi. Ha compiuto un gesto di eroismo e va per questo ricordato. Un omaggio glielo devo, ha fatto così tanto per mia figlia e la mia famiglia … 
Guarda allora il piccino tra le sue braccia, che si mette a piangere per un attimo, spaventato dal vociare intenso. La mora allora lo coccola un po’, calmandolo. Chiama allora il marito, chiedendogli schietta: “Che ne dici di Neal ?” David rimane un attimo sorpreso: “Pensavo avresti ancora insistito per dargli il nome di tuo padre … questo nome mi piace molto di più – bacia la moglie – e ad Emma farà molto piacere. Hai ragione, lo chiameremo così. Ed è anche un bel nome, amore.”
Quanto è bello il nostro piccolo … vorrei non vederlo piangere mai. Ma sta tranquillo, Neal. Io ci sarò, questa volta ci sarò. Ogni volta che avrai bisogno, ogni volta che la vita ti metterà in difficoltà, la tua mamma sarà con te e ti darò tutto l’amore che ho per farti felice. Neal.

~

Emma rivive ancora una volta nella sua mente il momento in cui ha visto la madre ardere nel fuoco di Regina, il momento in cui l’ha persa e lei è morta. Non le era mai mancata così tanto come allora. Adesso che lei le è davanti, in carne ed ossa, viva e salva, non può fare a meno di abbracciarla con slancio ed una parola, un nome, sono sulla punta delle sue labbra. Anche se non la può pronunciare, ma ogni fibra del suo corpo e della sua anima la sta urlando alla principessa, in quel abbraccio caloroso e colmo di affetto e di amore.
Si ripromette che, una volta tornati tutti a Storybrooke, glielo dirà. Dirà alla Mary Margaret  del suo tempo quella parola magica, più potente di ogni altro incantesimo.   

“Mamma !”




https://www.youtube.com/watch?v=xe5o4xcWE0c
Angolo autrice:
Eccomi al secondo capitolo, spero abbia un po' più successo del primo ... ma in ogi caso mi sto divertendo a scrivere questa FF. Dunque, il mio lavoro andrà avanti, sperando di ottenere più consensi. A presto !
La vostra Rora-chan ! <3


 
  
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