Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Alise13    26/05/2015    2 recensioni
Il Dolce Amoris non è un liceo come tutti gli altri, infatti, le classi, sono divise in due sezioni, la normal class e la pro class.
Le vicissitudini tra le due classi danno vita a lotte e dissapori tra gli alunni. Riuscirà Bells, ragazza apparentemente normale, a trovare la "formula perfetta"? Tra nuove amicizie, problemi, e scuola, Bells troverà il suo vero amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Finalmente la campanella suonó. La ricreazione, che gioia pensai. Uscita dall'aula mi diressi verso il portone, il quale, dava su un grande e verde giardino. Era settembre,l'aria era ancora calda e intrisa di dolci profumi. Feci un bel respiro e assaporai l'aroma leggero dei fiori. Era davvero il posto più bello che avessi mai visto. Il prato era curato, le piante avevano colori accesi e scintillanti. Sparse a giro, si potevano notare delle panchine di pietra grigia, sulla cui base, erano state scolpite foglie di varie forme. Vidi in lontananza un salice piangente che faceva ombra ad una delle panchine. Decisi che mi sarei diretta lì. Le persone stavano cominciando ad uscire dall'edificio e a riversarsi in quel piccolo paradiso verde, così, velocizzai il mio passo. Tirando su lo zaino con la spalla feci uno scatto in avanti. Evitai di usare il vialetto di pietre per non dare troppo nell'occhio. Era molto suggestivo, infatti, quelle pietre schiarite dal tempo si ramificavano in tutto il giardino, come fosse il suo scheletro, come i rami di un grande albero . Arrivata alla panchina tirai un sospiro, non mi ero accorta che stavo trattenendo il fiato. Così mi lascia andare buttando lo zaino ai miei piedi. Scoprì con mio grande piacere che era un buon punto di osservazione, tattico pensai. Infatti, le persone preferivano stare a chiacchierare sui gradini dell'entrata o seduti sulle panchine più vicine. Anche se più distante potevo osservare il via vai con attenzione senza essere notata. Adiacente alla scuola c'era una grande struttura bianca opaca contornata da ferro battuto, cercai di capire cosa potesse essere, finché, non scorsi un cartello con scritto "Il giardinaggio è imparare, imparate e imparare. Questo è il bello, si è sempre intenti ad imparare. Cit. Helen Mirren".
Doveva essere la serra in cui si ritrova il club di giardinaggio. Dovevo dargli atto, erano interessanti quei semina zucchine. Io, invece, ero sempre stata negata in quell'ambito. Il mio pollice non era propriamente verde, anzi, nessun mio dito era mai stato lontanamente verde, più un nero morte. Le piante a quanto pare non gradivano molto il mio tocco. Presi dallo zaino un libro di lettura. Amavo leggere e leggevo di tutto, non avevo qualche preferenza di genere, alla fine se un libro era bello, rimaneva tale indipendentemente dal tipo di argomento che trattava. A quel giro mi ero buttata nella lettura dei grandi classici inglesi, "Frankenstein". Era una lettura che ti faceva riflettere, parlava della paura umana, della paura del diverso che, in quanto tale, causava terrore. 
Forse mi colpiva nel vivo a causa delle mie disavventure, per quanto fossi sempre stata una persona estroversa, nella mia ancora breve vita, avevo incontrato persone che mi avevano chiuso molte porte in faccia a causa della mia intelligenza. Infatti le bambine o le ragazze con cui avevo sempre provato a relazionarmi scappavano quando vedevano cosa mi interessava. Non andavano bene libri , ma i trucchi, non i problemi matematici, ma quelli d'amore. Quelle più cattivelle mi etichettavano come secchiona, nerd o altri appellativi dispregiativi, però non erano i soprannomi che mi ferivano, ma il tono con cui me li cucivano addosso. La gente spesso non capisce che le parole hanno come un'anima e siamo noi che gliela diamo, tutte le volte che le facciano uscire dalla nostra bocca, ecco perché dovremmo stare attenti e non essere superficiali. Le parole cattive, quelle con un'anima nera, hanno lo scopo di ferire gli altri e una volta uscite difficilmente se ne può cancellare l'esistenza e vivono, vivono nella testa e nel cuore di chi le ha ricevute. Scossi la testa cercando di pensare a cose belle, pensai, Bells è un nuovo inizio e guarda dove sei ora, il passato è passato. Volevo gustarmi quel giardino mozzafiato, goditi questo momento mi dissi. Alla fine è vero, ero negata per il giardinaggio, ma guardare e ammirare non avrebbe ucciso nessun fiore, così mi rilassai e mi lasciai scivolare sulla dura pietra, accompagnata dall'ondeggiare delle frasche. 
I capelli mossi,color mogano, si stagliavano sulla grigia panchina, così lunghi che con la brezza scivolavano giù di essa, e ancora e anora, come le onde del mare. Il sole filtrava prepotente tra i tralicci cercando di raggiungermi. Nemmeno me ne accorsi e mi ritrovai a chiudere gli occhi color giallo miele, stringendo il libro al petto. Non so quanto passó, ma mentre riprendevo coscienza mi accorsi che il brusio di prima era sparito, si sentiva solo il vento danzare tra le foglie. Mi tirai su e capii che mi ero addormentata. "O MIO ODDIO!!! Proprio il primo giorno? Accidenti a te Bells, ma come mi sarà venuto di addormtarmi? Da quando mi addormento così beata sulle panchine??! Ohh complimenti, ottimo inizio..." Una voce ruppe i miei pensieri, o meglio, il mio monologo ad alta voce. 
" Ma te parli sempre da sola o oggi hai deciso di darmi noia per partito preso?"
Mi sentii gelare il sangue, diventai pallida, e dopo aver terminato la mia trasformazione in cencio, mi girai lentamente. Avete presente i protagonisti dei film horror quando sanno di avere il mostro dietro le spalle? Ecco, ora li capivo. Strinsi il libro sempre più forte e con la coda dell'occhio intravidi un ciuffo rosso.
" Dimmi che non è lui, dimmi che non è lui.."
Parlò con voce infastidita.
" Ehi!! Non sono mica uno spiritello che puoi scacciare con dei farfugli!"
Scoppiai a ridere immaginandolo in versione chibi con le corna e la coda da diavoletto e perchè no armato anche di forcone. Non appena me ne accorsi mi portai una mano alla bocca lasciando cadere il libro a terra. Castiel era seduto alla base del salice con la schiena appoggiata ad esso. La giacca lì vicino a lui, la camicia rigorosamente fuori dai pantaloni e aperta sul davanti, la cravatta stretta nel pugno destro che teneva appoggiato sulla stessa gamba. Lo vidi alzarsi e venirmi in contro, cercai di non muovermi, non volevo attirare qualche altro gesto sgarbato, ma forse era troppo tardi. Me lo ritrovai davanti. Per un secondo lo vidi fissarmi attentamente, come se avesse visto qualcosa che non si aspettava, poi distolse veloce il suo sguardo dal mio. Si chinò a raccogliere il libro.
"Frankenstein!"
Disse con sorpresa.
"lettura interessante. Non ti facevo per certe letture."
Stizzita afferrai il libro.  
"Mai giudicare un libro dalla copertina giusto?"
Solo che lui non molló la presa e mi ritrovai molto, troppo vicina a quel tipo che, aveva sottolineato già abbastanza quanto non gradisse la mia presenza. Volevo correre via, ma qualcosa faceva in modo che le mie gambe rimanessero lì impalate.
" Hai ragione. Fose mi sono sbagliato. Forse sei più interessante di quel che pensavo."
"Allora anche quelli della pro class sbagliano. Forse non siamo così diversi come pensavi."
Feci una smorfia e lo vidi trattenere un sorriso. Riuscii a recuperare il libro che buttai di fretta dentro lo zaino e mi avviai verso la scuola. Lo sentii ridere. Puntai i piedi a terra e mi girai.
" Senti tu, ora mi hai stufato che hai tanto da ridere? Ti senti superiore a me? Bene, se ti fa sentire meglio pensalo, ma lasciami in pace."
Lo dissi così, tutto di un fiato. Il sangue mi salì tutto alla testa, le guance si accaldarono e gli occhi color miele diventarono grandi e minacciosi.
" Ehi calma tigre, non ti stavo prendendo in giro.. Che tipino che sei. Sai, c'è qualcosa di te che mi incuriosisce."
Lo disse con uno strano tono, suonava come un complimento. Con due soli passi mi aveva raggiunto. Era alto, e non so cosa successe, forse l'incrociare i suoi occhi grigi o quel buon profumo che aveva, ma sentii un tuffo al cuore. I suoi capelli rossi erano così belli che mi veniva voglia di toccarli. Lo vidi avvicinarsi. Mi prese una ciocca di capelli e dopo averla accarezzata, la baciò. Rimasi impietrita. Ma che stava facendo? E io che stavo facendo? Bells riprenditi!!!
" Hai un profumo buonissimo Bells. Penso che ci divertiremo io e te."
Senza scomporsi più di tanto si mise una mano in tasca e con l'altra si tirò la giacca dietro le spalle. Lo guardai allontanarsi.
"Comunque ridevo perché hai la testa piena di foglie."
Lo vidi sfilare la mano dalla tasca e mostrami una piccola foglia.
"Sei molto carina conciata da albero."
Mi fece una linguaccia e sparì nel giardino. Sembrava tutto così surreale e poi a che gioco stava giocando? Mi stava prendendo in giro? Ancora? E tu cuore? Che cos'era quella reazione scusa ? Decisi di rimandare a dopo quella sfilza di domande e corsi verso l'aula, sperando di riuscire a cavarmela nonostante i 30 minuti di ritardo. Prima di fare irruzione in classe e interrompere la lezione, delle parole mi risuonarono in testa.."Hai un buonissimo profumo, BELLS." Ma come diavolo faceva a sapere il mio nome????

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Alise13