Non
è difficile diventar padre; essere un padre, questo è difficile.
[Wilhelm
Busch]
Ad
Asahina Yuusuke si era stretto il cuore nel petto.
Era
una cosa più forte di lui: ogni volta che vedeva piangere la figlia, che la
sentiva singhiozzare, doveva fare qualcosa, non poteva restare indifferente a
guardare.
Senza
pronunciare una sola parola – ne avevano già spese fin troppe discutendo fra
loro – abbracciò la tredicenne, che protestò finché non si arrese, mormorando
“scusa” a denti stretti.
«Vedo
che alla fine si è addormentata…» osservò con discrezione Azusa al suo ingresso
in camera.
Stavano
entrambi sopra un divano in pelle e Yumiko si era appisolata con la testa
poggiata sulle gambe dell’uomo dai capelli rossi, che le accarezzava lentamente
e dolcemente i capelli ramati mentre fissava assorto il soffitto.
Girata
di fianco, teneva le braccia piegate ad angolo e mostrava un’espressione beata e
rilassata, come se avesse ormai rimosso il litigio del giorno ormai
passato.
Avevano
avuto un’accesa discussione, da un lato la ragazzina aveva insistito per
andarsene in discoteca con un’amica più grande, dall’altro il padre era rimasto
fermo e irremovibile nella prudente decisione di non farla uscire in piena notte
per un capriccio simile.
«Mi
domando da chi abbia preso: di sicuro non da sua madre…» disse, compiaciuto e
nostalgico allo stesso tempo. «Alla sua età Ema era diversa».
«Questo
perché ti assomiglia più di quanto sembri. Vedrai che quando sarà il momento,
capirà che l’hai fatto unicamente per il suo bene…» lo rassicurò il fratello
maggiore.
Del
resto quei due erano tsundere, dotati a modo loro di una personalità
testarda, ribelle, vivace e poco incline a svelare i propri sentimenti agli
altri.
Sorgevano
spesso dei contrasti istintivi tra Yuusuke e la nipote.
Sia
padre che figlia puntavano ad avere ragione l’uno sull’altra e finivano
inevitabilmente nell’intricato labirinto del confronto generazionale, tanto che
andare d’accordo risultava sempre più difficile.
«Sai,
Azu… Ci sono momenti in cui vorrei ammazzarla, ma ammazzerei chiunque per
difenderla*», dichiarò, perché nel profondo l’irrequieta e capricciosa Yumiko
rimaneva pur sempre la sua bambina da educare, il suo tesoro da custodire, la
sua principessa da proteggere.
Ricordava
bene quella piccola peste che non stava un attimo ferma e che combinava disastri
con i suoi cugini, facendo scherzi e dispetti a destra e a sinistra.
La
stessa Yumiko che, dopo una marachella, lo sorprendeva gridando “ti
voglio tanto bene, papà!”, perché sapeva come farsi perdonare.
La
stessa che si rifiutava di fare qualcosa se non c’era da divertirsi e che a
scuola si impegnava poco.
Quella
stessa Yumiko che stava crescendo grande e bella, che un giorno avrebbe dovuto
lasciare andare, mettendo da parte l’autorità paterna di vietarle le uscite che
non lo convincevano e lo preoccupavano.
«Yumi-chan…
Ti chiedo scusa anch’io…» sussurrò sotto l’approvazione silenziosa di Azusa,
accompagnando la frase con un bacino sulla fronte della figlia.
Nessuna
lite li avrebbe separati, al massimo si allontanavano per qualche ora, però poi
finivano per riconciliarsi. Sempre.
Perché,
per quanto simili, avevano bisogno l’uno dell’altra.
«Ah,
Azusa? Puoi farmi il favore di non dire quello che hai visto a
Tsubaki?»
«Non
dirmi cosa, Yuucchan?»
_________
*citazione
obbligatoria, tratta dal film Una
scatenata dozzina.
Disclaimer:
I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di
lucro.
Per
quanto riguarda Yumiko Asahina, mi serviva un’amabile rompiscatole
in modo da rispettare appieno il tema del quarto turno e ho dovuto inventarmela
xD però è stato piacevole!
Note: Flashfic ambientata
nel futuro, questa è una scenetta che ho immaginato io, niente spoiler!
XD
Non
guardo l’anime da un bel pezzo, quindi spero di non aver fatto male con la
caratterizzazione, Yuusuke comunque è giustificato dal fatto che sono trascorsi
più di dieci anni e quindi penso sia normale che come uomo sia maturato
^^
È
vero che è uno tsundere, ma ha anche un lato protettivo ben nascosto che secondo
me viene fuori quando si tratta di Ema (e in questo caso anche della figlia
*-* spero non vi dispiaccia l’accennino implicito alla coppia!)
Ho
voluto concludere in un certo modo il momento padre-figlia per metterci un
pizzico di comicità che non guasta mai xD spero di averli resi bene, anche se in
505 parole non è stato facile descriverli a tutto tondo, sicuramente qualcosa mi
è sfuggito ^^’
Grazie
per aver letto! =)
Rinalamisteriosa
Ps:
Rimane soltanto un turno e poi potrò esultare meglio per aver vinto la mia sfida
personale (scrivere su cinque fandom diversi per ogni turno del contest). Yattaaaa! ^O^