Fanfic su artisti musicali > Big Bang
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Autore: alessandraseungri    27/05/2015    0 recensioni
Questa storia è ispirata ad un sogno. Non sono molto brava a scrivere testi lunghi. Chiedo scusa per eventuali errori.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi dissero ai Big Bang che forse sarebbe stato meglio sapere prima se volevamo vederli, ma Top col suo modo “gentile” gli disse che li avrebbe licenziati se non avrebbero fatto ciò che loro avevano chiesto. Ma i nostri cari angeli dissero a Top che non avevano paura delle loro minacce e che non avrebbero abbassato la testa. I Big Bang rimasero di sasso perché nessuno gli aveva mai detto di no; così chiesero loro spiegazioni e i ragazzi risposero :- Pensiamo che loro abbiano già sofferto abbastanza, per fargli ancora del male. Ma Top si arrabbiò ancora di più e diede un pugno a Mark, lui si alzò da terra e ricambiò il gesto dicendo a loro che erano degli stupidi e che non avevano capito niente di noi. Quando i Big Bang abbassarono la testa Mark e Nicolas diedero loro il nostro indirizzo e spiegarono loro come fare ad arrivare direttamente a casa nostra senza che noi lo sapessimo. Il giorno dopo i ragazzi presero i borsoni che avevano preparato il giorno prima e partirono alla volta dell’Italia… Nel frattempo in Italia erano le 9 di mattina e io e le ragazze ci preparammo per andare a lavorare, perché a differenza di quando eravamo a Seoul in Italia per poterci permettere lo stesso stipendio dovevamo fare 3 lavori. Alle 9.30 eravamo al bar del centro commerciale per iniziare a lavorare, dato che il bar aveva festeggiato 1 anno di attività aveva preparato un buffet per la gente e quella fu la mattinata più brutta della nostra vita. Nel pomeriggio io Nina e Alice andammo a lavorare a Porto Davide ( un bar che si trovava su una pedana costruita in mare) mentre Mary e Anto andarono a fare le baby sitter. La sera avevamo in comune il lavoro che in Italia a differenza di Seoul era il più brutto del mondo: le barman …. In un posto dove la sicurezza era scarsissima sia per chi ci veniva sia per noi che ci lavoravamo. Finimmo alle 6 di mattina e appena tornammo a casa …… Sorpresa …. Li trovammo tutti e 5 seduti in cucina mentre sorseggiavano un caffè e cercando di farsi capire dai miei genitori con quel poco di italiano che conoscevano. Rimanemmo di sasso, senza parole, non sapevamo cosa fare; in parte eravamo felici che loro fossero venuti e in parte li avremmo picchiati perché se loro ci avessero ascoltato noi non saremmo mai tornate in Italia a fare quella vita di merda. Appena si accorsero di noi scattarono in piedi e rimasero pietrificati quando per la rabbia gli andammo vicino e gli demmo uno schiaffo memorabile. Appena ci rendemmo conto di quello che avevamo fatto, una lacrima di felicità iniziò a scendere sul nostro volto, ma prima di illuderci chiedemmo loro cosa ci facessero in casa mia, cosa ci facessero a Napoli. Loro con un sorriso a trentasei denti e con la faccia rossa per lo schiaffo, ci abbracciarono e ci dissero che erano venuti a prenderci … a quel punto non c’è la facemmo più le lacrime uscirono senza fine dai nostri occhi … eravamo felicissime di vederli e non vedevamo l’ora di tornare in Corea. Dopo una quindicina di giorni partimmo e loro durante il viaggio ci comunicarono che la nostra vecchia casa era stata comprata, ma che potevamo viverci dentro tranquillamente, quando gli chiedemmo spiegazioni loro ci dissero che erano stati loro stessi a comprarla, come regalo di bentornato.
   
 
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