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Autore: EmilyHoyt    05/01/2009    12 recensioni
"Ce l'abbiamo fatta!" urlò Daniel con orgoglio, guardando Betty con l'adrenalina che gli ardeva negli occhi. Lei lo guardò, con gli occhi ancora spalancati dalla delizia e dalla sorpresa. "Tu ce l'hai fatta..."
{tradotto da GinevraWeasley}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Christmas Edition
Note
Titolo originale: The Christmas Edition
Autrice: Emily Hoyt
Link alla versione originale: qui
Tradotto da GinevraWeasley (con l'ausilio di Joanne324) con il permesso dell'autrice

The Christmas Edition
Erano tutti in piedi di fronte al televisore, aspettando i risultati di settimane di duro lavoro. Mode aveva lavorato sulle idee per l'edizione natalizia per mesi e, nelle ultime settimane, gli impiegati avevano lavorato per intere giornate per perfezionare il tutto, perfino il font usato per il sommario. I lavoratori erano riuniti nella grande sala delle conferenze intorno allo schermo al plasma che avevano portato per l'occasione. Uno accanto all'altro, in piedi o seduti, tutti i lavoratori del piano erano riuniti per vedere a cosa li aveva condotti il loro duro lavoro.

Daniel si morse il labbro inferiore e guardò Betty, che appariva assolutamente terrorizzata. L'intera uscita era basata sulla più semplice delle idee, suggerita da Betty durante una sessione di brainstorming notturna. Daniel era praticamente arrivato a battere la propria testa contro la scrivania, in un ultimo tentativo per recuperare quache fantastica idea andata perduta. Alla fine, Betty aveva suggerito di basarsi su un semplice e tradizionale Natale, qualcosa di così nuovo e riscritto che l'originale poteva rivelarsi come totalmente nuovo.

Disperatamente alla ricerca di qualcosa su cui lavorare, gli occhi di lui presero a brillare al pensiero che prima gli era sfuggito dalla mente. Un grande albero di Natale decorato con ornamenti di anni passati, come venuto fuori da una vecchia scena da cartolina. Persone in abiti rossi, scena notturna e sciarponi con accessori brillanti ed allegri. Poteva funzionare davvero. Presentato a Wilhelmina, poteva essere bocciato in un istante, ma era ciò che avevano ed era davvero un'ottima idea. Per lo stesso motivo, la stessa Wilhelmina lo accettò!

Come sempre, Mode era in concorrenza con Elle, per ottenere il maggior numero di vendite al momento dell'uscita dei loro numeri natalizi, strategicamente posti sempre l'uno accanto all'altro. Elle era un qualcosa di incredibilmente luccicante, lo sfondo completamente bianco con una donna strategicamente illuminata da luci LED e la scritta "White Christmas" in rosso e verde come slogan. Perfettamente posizionate, due lampadine rosse spuntavano dal seno della modella. Mode, dal canto suo, aveva uno sfondo marrone acceso, con in un angolo un albero meravigliosamente decorato, circondato da particolari moderni, in una perfetta fusione di ieri ed oggi. "Così antico, è nuovo..."

Questo era accaduto qualche giorno prima. Il numero era stato stampato, distribuito ed era in vendita dalla mattina. Ora, Fashion TV, Mode, Elle e mezza America aspettavano i risultati, mentre il canale continuava a mostrare le due copertine nello schermo diviso. Alla fine, la schermata si illuminò, e apparve il conto alla rovescia degli ultimi trenta secondi prima che venisse rivelato il magazine che aveva venduto più copie.

Dieci secondi...

Betty unì le mani come in una silenziosa preghiera, mentre Daniel aveva un gomito poggiato sul braccio premuto contro il petto, la punta del pollice che batteva insieme ai suoi denti. Qualcun'altro, nella stanza, borbottava ansiosamente.

Sette secondi...

Gli occhi di Daniel si spostarono su Betty e la videro mordersi il labbro inferiore mentre guardava lo schermo, le mani ancora giunte mentre iniziava a dondolare sui propri piedi per l'attesa. Amanda non si disturbò nemmeno a prenderla in giro paragonandola ai terremoti a Malibù.

Quattro secondi...

Qualcuno nella stanza cominciò a scandire "Mode, Mode, Mode" tra sé, e presto tutti gli altri si unirono. "Mode! Mode! Mode!" dicevano, ripetutamente, il volume che lentamente aumentava fino a far vibrare le finestre.

"SILENZIO!" urlarono simultaneamente Betty e Daniel, e la stanza tornò mortalmente silenziosa, anche se adesso un sorriso curvava le labbra della signora Meade, in fondo alla sala.

Un secondo...

"Il vincitore della non-competizione per il best-seller dell'edizione natalizia" disse Suzuki, prendendo la busta da una mano entrata improvvisamente nel campo della telecamera, "è..." continuò, e tirò fuori il foglio bianco prima di spalancare gli occhi "MODE!" urlò.

Betty strillò, portandosi alla bocca le mani tremanti, mentre Daniel urlava di gioia. Urla e alcol scoppiarono intorno a loro mentre fissavano lo schermo, una brillante medaglia d'oro appuntata digitalmente sulla copertina di Mode mentre il computer strappava quella di Elle e la buttava nel cestino.

"Ce l'abbiamo fatta!" urlò Daniel con orgoglio, guardando Betty con l'adrenalina che gli ardeva negli occhi. Lei lo guardò, con gli occhi ancora spalancati dalla delizia e dalla sorpresa. "Tu ce l'hai fatta..." sospirò lui con fierezza e, prima che uno di loro potesse dire una sola parola, Daniel si fece avanti, prese il volto di lei tra le proprie mani e portò le sue labbra contro quelle di lei, unendole in un profondo ed ardente bacio. 

Le mani di lei scivolarono lungo le braccia di lui, stringendolo come se da questo dipendesse la sua stessa vita, e lui approfondì il bacio, con zelo da imputarsi sicuramente all'eccitazione del momento. Le mani di Daniel piegarono leggermente la testa di lei, per inclinarla in modo da permettere alla sua lingua di scivolare tra le labbra della ragazza, e allora il bacio divenne troppo profondo per poter essere causato da un eccesso di emozione. Allora, lei iniziò a goderselo.

Una volta sicuro che lei non l'avrebbe allontanato, Daniel lasciò che le sue braccia andassero a posizionarsi sui fianchi di lei, stringendone il corpo contro il proprio, pressando ogni centimetro del corpo della ragazza, dallo sterno alle ginocchia, contro il suo. Avvicinarsi tanto portò le braccia di lei ad assumere una strana angolatura, così le lasciò scivolare fin sulle spalle dell'uomo, e continuare a salire lungo il collo, finché le sue dita non si intrecciarono tra i capelli sulla nuca di lui.

Lentamente, il bisogno di aria si affacciò nelle loro menti e, riluttanti, i due cominciarono a trasformare il bacio in un leggero sfiorarsi di labbra, allontanandosi l'uno dall'altra per essere riportati improvvisamente sulla Terra dalla calamità istantanea nella stanza. Gli impiegati di Mode urlavano nella loro direzione, alcune delle donne lanciavano sguardi assassini in direzione di Betty mentre qualche uomo guardava in direzione di Daniel domandandosi come potesse azzardarsi a baciare Betty Suarez. I due si divisero.

"Che diavolo stai facendo?" un uomo fu abbastanza coraggioso da domandare. Fece un passo in avanti mentre tutti gli altri continuavano ad urlare la loro incredulità. Si fermò, passandosi una mano tra i capelli. "Voglio dire, guardala!" disse, e tutti gli altri fissarono Daniel, il cui sguardo fece ammutolire l'intera stanza. L'uomo davanti a lui rimase congelato, le braccia di nuovo lungo i fianchi.

Betty cercò di allontanarsi da Daniel per scappare nel bagno delle donne quando sentì calde lacrime scivolarle lungo le guance. Era stata l'ondata di adrenalina a portarlo a iniziare il bacio e, nonostante lui volesse difendere l'onore della ragazza davanti all'uomo di fronte a loro, lei semplicemente sapeva che Daniel si era pentito delle proprie azioni. Tutto quello che voleva lei in quel momento era piangere in solitudine, ma la stretta di Daniel la mantenne ferma al suo fianco. Fissando l'uomo, Daniel la avvicinò ancor di più a sé, e spostò lo sguardo via dal volto dello sconosciuto per baciare di nuovo Betty, le mani a circondare il viso di lei, asciugando le lacrime dalle sue guance e stringendo le labbra di lei tra le proprie.

I dubbi scivolarono lentamente via; sicuramente, lui non la stava baciando di nuovo solo per provare qualcosa a qualcuno. Con un'altra persona l'avrebbe fatto, forse, ma non con lei. Sapeva che sarebbe stato troppo per lei, vero? In ogni caso, le labbra di lui cancellarono ogni pensiero e chiunque si stesse divertendo appena lei schiuse le labbra e lasciò che la lingua di lui si infiltrasse nella sua bocca. Quando la punta toccò quella della lingua di Betty, la ragazza ebbe la certezza che avesse lasciato una bruciatura, la corrente viva che scorreva tra loro ad un'intensità quasi insopportabile. Dopo quella che sembrò contemporaneamente un attimo ed un'eternità, lui allontanò lentamente le proprie labbra dalle sue e guardò nei confusi occhi di lei con i propri, accesi da un fuoco che la ragazza raramente aveva visto diretto a lei da altri uomini, figurarsi da Daniel. Poi, il fuoco si accese appena lui si voltò verso l'uomo di fronte a loro.

"Sei licenziato" disse Daniel, in un duro sussurro, abbastanza forte perché tutti lo sentissero. L'uomo guardò Daniel con incredulità per un momento, prima di abbassare le spalle ed allontanarsi. "Qualcun'altro ha qualcosa da dire?" chiese con tono duro, e tutti nella stanza furono improvvisamente affascinati dal tappeto, dalle luci o da qualunque altra cosa che non fosse il volto di Daniel Meade.

"Daniel, non puoi licenziarlo per questo" sussurrò Betty, e Daniel si voltò verso di lei, animato ed incredulo.

"Dopo ciò che ha appena detto" disse Daniel con tono meravigliato "tu lo difendi...Betty, sei fantastica!" e le prese il mento tra le proprie dita per posarle un breve bacio sulla punta del naso, facendo assumere al volto di lei sei diverse tonalità di rosso. "Tu!" abbaiò diretto all'uomo di prima, che alzò la testa spaventato.

"Ti faccio sapere che la donna che hai appena insultato ti sta salvando il culo" disse Daniel, a voce abbastanza alta perché tutti sentissero "Lei pensa che non dovrei licenziarti, per cui non lo farò...ma non voglio mai...mai...più vedere la tua faccia a questo piano. Scegli un altro piano e restaci. Il giorno in cui ti ripresenterai a Mode ti licenzierò una volta per tutte".

L'uomo scappò via come un bambino appena rimproverato e se ne andò finché la situazione era ancora buona. E, in qualche modo, ci riuscì. Comunque, Daniel si era già dimenticato di tutto e si era voltato in direzione di Betty con un sorriso, a cui lei rispose senza entusiasmo.

"Daniel..."

"Penso che dovremmo parlare" le sussurrò all'orecchio, e le circondò le spalle con un braccio, conducendola nel suo ufficio. Una volta dentro, abbassò le tende, chiuse a chiave la porta e spense il proprio cellulare. Betty si spostava nervosamente da un piede all'altro al centro della stanza, aspettando che Daniel dicesse qualcosa. Invece, lui le si avvicinò e la spinge gentilmente verso il divano, per farla sedere accanto a lui.

"Quello cos'era?" domandò velocemente lei, incapace di sopportare il silenzio anche solo per un altro istante. Un sorriso si allargò silenziosamente sul volto di lui, e lei in quel momento desiderò che la Terra la inghiottisse per intero. Daniel strinse la mano di lei nella propria, e si portò la mano libera tra i capelli, traendo un profondo sospiro.

"Qualcosa che volevo fare davvero da molto tempo, anche se io stesso non lo sapevo fino a pochi minuti fa" disse in un sol fiato. Gli occhi di Betty si spalancarono e Daniel non poté evitare la risata che gli uscì spontanea. "Vincere la non-competizione è stato il catalizzatore, Betty. Sono arrivato a baciarti in un momento di euforia e poi...semplicemente non ho potuto smettere. Ho adorato ogni singolo secondo di quel bacio e non devi mai pensare il contrario. E sono certo che hai pensato questo nello stesso momento in cui mi sono allontanato da te" aggiunse, prima che lei potesse affermare il contrario.

"Hai ragione" sussurrò lei, in una voce che poté a stento riconoscere. Normalmente, lei era cosciente e sicura di se stessa, ma non si era mai sentita così fuori luogo come in quel momento. "Daniel, davvero...come posso dirlo?" disse, spostando lo sguardo verso il soffitto come se lì potesse trovarvi la risposta. Daniel sorrise.

"Dritta al punto, come sempre" disse dolcemente, e lei riportò lo sguardo sul viso di lui.

"Quello cos'era?" domandò di nuovo e Daniel si limitò a sorridere, gli angoli delle labbra stranamente sempre in su. Le prese le mani e se le portò silenziosamente alle labbra, posando un bacio sul dorso della mano, poi sul palmo, per poi ripetere l'azione con l'altra mano. Lei trattenne il respiro mentre lo guardava portarsi la mano della ragazza sulla guancia, premendocela contro come un gatto che si aggrappa alla gamba di una persona. Fece avvolgere il proprio volto dal calore della mano di lei per un minuto o due, prima di riaprire gli occhi.

"Betty Suarez, meno di dieci minuti fa ho realizzato di essere innamorato di te da sempre" sospirò, con la voce incredula tanto quando Betty. Lei scosse la testa ed abbassò gli occhi, ma lui iniziò a ridere "Io sono...sono innamorato di te. Non posso crederci! Mio padre ti assunse per evitare che andassi a letto con le mie assistenti ed ora sei diventata l'unica donna che io abbia mai voluto così intensamente. Ti amo, Betty, con tutto il mio cuore...e so che ho fatto tante di quelle idiozie da non meritarti affatto".

Il volto di Betty si mosse verso il suo così velocemente che lui pensò che qualcosa si sarebbe spezzato, ma gli occhi di lei erano spalancati dalla sorpresa, e lui sapeva che, se lei avesse provato qualche dolore, lui se ne sarebbe accorto subito. Si allungò verso di lei, stringendola per le spalle ed avvicinandola, fino a stringerla a sé. Sentì il corpo di lei raffreddarsi contro il proprio, e lei ne sentì i muscoli del petto rilassarsi a contatto con il suo corpo.

"Stai benissimo" sospirò, e lei rabbrividì quando il braccio che le circondava le spalle scivolò un po' più in basso e le dita le accarezzarono le anche, per poi fermarsi sui fianchi e massaggiarne la pelle. Lei trattenne un gemito, ma lui ghignò. "Sei molto brava"

"Scusa?" disse lei, con voce un po' troppo sospirata per i suoi gusti. Guardò verso di lui, agitata.

"A trattenere i suoni. Ti ho vista morderti il labbro; cerchi di non fare nessun rumore"

"No, non è vero" mormorò calma, la voce bassa e patetica mentre lui le si avvicinava, le labbra a pochi millimetri da quelle di lei.

"Bugiarda..." sospirò, e continuò a far danzare le proprie labbra accanto a quelle di lei, senza mai toccarle. Le baciò il mento, poi l'angolo della bocca, e ancora la parte superiore del labbro, ma si rifiutò di incontrare le sue labbra. Ogni volta che vi si avvicinava, lei cercava di inclinare il volto all'ultimo momento, ma lui la evitava facilmente fin quando lei non grugnì con frustrazione e lui allontanò il capo. "Era esattamente quello che stavo aspettando" sospirò, e immediatamente posò le labbra su quelle di lei, facendola mormorare, accendendo delicatamente il desiderio, evidente dal modo in cui il bacio diventava più profondo ad ogni gemito lei emettesse.

Qualche minuto dopo, si allontanarono in cerca d'ossigeno e si resero conto di essere sdraiati sul divano, lui sopra di lei, con un gonfiore nei pantaloni che premeva contro il bacino di lei, appena sotto l'ombelico, che le mozzò il fiato.

"Te l'avevo detto" sospirò, fissandola nei grandi occhi castani mentre lei riprendeva i sensi e ricambiava lo sguardo, confusa.

"Mi avevi detto cosa?" chiese, il petto che si alzava ad ogni pieno d'aria nei polmoni.

"Che ti voglio" mormorò lui, sollevandosi per andarsi a sedere sul divano. La sensazione di freddo fu istantanea, e lei provò il desiderio di tornare tra le sue braccia immediatamente. Invece, si sedette e lo guardò. "Sono serio, Betty. Tu puoi anche pensare che stia tentando di essere divertente, o che ti stia prendendo in giro, ma so che questo non sarebbe divertente per me e so che certamente non lo sarebbe per me. Voglio che tu venga a casa mia stanotte, Betty. Voglio trascorrere il resto della notte provandoti quanto io ti voglia e quanto tu sia splendida e mozzafiato. Lo sei, Betty" sussurrò, e la vide arrossire "Hey"

"Cosa?"

"Mi credi, vero?" poi, il volto di lui si impietrì. "Tu non mi ami, non è così?" le chiese con dolcezza, e vide i suoi occhi spalancarsi. "Tu non...mi sono reso ridicolo per niente" grugnì, e si alzò, cominciando a camminare di fronte al divano. Cominciò ad inveire. "Così stupido! Tu mi avevi anche detto che non mi vedevi sotto quel punto di vista. Come ho potuto fare qualcosa di così dannatamente stupido?" continuò, e si girò ancora una volta, per imbattersi in un bacio di Betty, che continuò fin quasi a scoppiare per qualche secondo.

Le braccia di Daniel si chiusero intorno alle sue e le sfilarono la blusa che indossava dalla gonna. Le mani di Betty lottarono con i bottoni della camicia di lui per un minuto prima che lui le bloccasse, e fermasse i loro movimenti.

"Oh mio Dio" sussurrò lei, e ricadde sul divano "Noi...ci stavamo lasciando trascinare...vero?" domandò, con un misto di paura ed eccitazione che le scorreva nelle vene. "Chiunque avrebbe potuto...oh mio Dio" mormorò, appena si rese conto della situazione. Alzò lo sguardo verso di lui e si sentì tremendamente timida. "Daniel..." sospirò, mordendosi il labbro inferiore ed alzandosi. Con la forza dell'abitudine, incrociò le braccia al petto, facendo spostare l'attenzione ad esso mentre si alzavano ed abbassavano insieme al suo seno.

"Che c'è?" sussurrò lui, rendendo la frase più breve possibile.

"Pensi di poter aspettare la fine della giornata?" domandò lei dolcemente, con gli occhi abbassati mentre le guance le si imporporavano di nuovo. Lui avrebbe riso della sua timidezza, se lei gli avesse risposto, ma il suo silenzio in merito lo rendeva ancora troppo nervoso.

"Betty...mi puoi rispondere?" chiese, con gli occhi che la imploravano di toglierlo da quella situazione di miseria in un modo o nell'altro.

"Cosa? Voglio dire...certo! Certo, certo che ti amo! Gesù, Daniel, abbiamo quasi fatto sesso nel tuo ufficio perché io sono talmente innamorata di te da aver paura di svegliarmi da un momento all'altro, oppure che tu possa in qualsiasi momento tornare sui tuoi passi e rimangiarti tutto!" disse, la voce che lentamente diventava un singhiozzo fin quando le lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance. "Ti amo" sussurrò di nuovo, ed un sorriso diverso da qualunque altro lei avesse mai visto si allargò a dismisura sul volto di lui.

"Bene" disse, baciandola di nuovo "e no" sussurrò quando si allontanarono per respirare, facendole aggrottare un sopracciglio per un secondo "non posso aspettare così tanto. Cos'hai in mente?" chiese, con la voce roca ed incrinata dal desiderio. Betty si morse il labbro inferiore prima di correre verso la porta, guardando attraverso le aperture circolari per vedere se il passaggio era libero. Vedendo che fuori non c'era nessuno, aprì la porta ed uscì di corsa verso l'ascensore trascinando Daniel con sé fin quando non furono al sicuro dietro le porte chiuse. Quando si fermarono dopo qualche piano, sorrise ed indicò la strada.

"C'è una stanza. E' nascosta nel Guardaroba" mormorò, ed entrò insieme a lui. Gli occhi di lui girarono per la stanza per un secondo, per poi tornare su Betty, nervosamente in piedi al centro della stanza. Daniel ghignò e camminò verso di lei, stringendola tra le braccia e trascinandola con sé fin quando non cadde sul letto.

"Grazie a Dio è venerdì" Daniel mormorò, e i due sentirono a malapena il rumore della porta che si chiudeva.



*****
Ok, chiedo umilmente perdono. Speravo di riuscire a postare questa one-shot il tre ed inserire la terza Detty story oggi, ma non ci sono riuscita, causa studio et influenza. Mi dispiace da morire, anche perché temo di non riuscire a postare l'altra in tempo per domani...probabilmente sforerò, mi perdonate? Almeno vi permetterò di godervi lo spirito del Natale qualche giorno in più del dovuto, no?
Chiedo ancora scusa, spero però che la storia vi sia piaciuta, io la adoro letteralmente.
Purtroppo, anche qui ho dovuto fare qualche cambiamento e mi dispiace molto, vi chiedo perdono anche per questo, e come sempre sono aperta ad ogni suggerimento!
Anche qui, per chi recensisce un bel bacio da Daniel ;)
Buon Anno, anche se con qualche giorno di ritardo.
GinevraWeasley


  
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