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Autore: Andy Black    27/05/2015    4 recensioni
Crystal, Silver e Gold si troveranno catapultati in un avventura senza precedenti, che li costringerà a correre in aiuto della popolazione di Hoenn, sconfitta da terremoti ed altri cataclismi.
C'è lo zampino di Groudon, e di qualcun altro, che sembra attentare alla pace per l'ennesima volta.
Cercherò di portarvi nella mente dei personaggi più amati di Pokémon Adventures
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adriano, Crystal, Gold, Rocco Petri, Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Manga, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
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Previously, on Hoenn's Crysis
“Il Team Idro!” esclamò Alice, salendo velocemente su Altaria. “Attenti, ragazzi”.
Dietro di loro, una grande quantità d’acqua s’alzò all’improvviso, mostrando ciò che lo scrigno blu celava: era enorme, del colore del mare o forse più scuro.
E gli occhi erano enormi fari gialli su di uno sfondo nero. Le orbite erano ben aperte, ma più di ogni altra cosa, sul suo corpo, risaltavano linee rosse di luce pulsante, che splendevano forti.
Il volto di Alice esprimeva appieno la paura che provava.
“Kyogre” fece. “Quello è Kyogre”.




 
 


Prayers pt. 4



La grotta dei tempi era un buio antro dentro il quale si snodavano decine e decine di stradine, creando un vero e proprio labirinto. Al suo interno, ogni tre metri, vi erano accese delle torce ad olio, che stranamente producevano un fuoco dalle sfumature azzurre.
Non appena Crystal le vide rimase un tantino turbata. Erano forse dei gas a creare quella strana tonalità di colore nelle fiamme?
Lei, assieme a Fiammetta, camminava qualche passo più indietro, nell’evenienza d’incappare in Groudon in maniera inaspettata e darle il tempo di prepararsi per la cattura, lasciando Rocco ed Adriano, rispettivamente Campione e Vicecampione, ad affrontare la minaccia venuta dal centro della terra.
Fiammetta guardava con gli occhi bene aperti ogni cosa, assorbendo nella sua mente tutto ciò che si muovesse, ma oltre alla danza sinuosa delle fiammelle cerulee ed ai brevi voli dei Golbat non registrava nulla. Guardava Rocco, che camminava davanti, e che a sua volta muoveva passi sicuri mentre con le mani carezzava la Pokéball di Armaldo, che in quell’ambiente gli sarebbe stato veramente d’aiuto. Immaginava, il Campione, già studiava possibili strategie d’attacco per i suoi devastanti Pokémon. Era teso, ma non come Adriano, che avanzava con passi molto incerti.
“Che hai?” gli chiese proprio Rocco. Adriano lo guardò e gli rivolse un sorriso dolce, dopo aver abbassato la testa. “Non ho nulla, ragazzi. Ho già provato sulla mia pelle la potenza di Groudon e Kyogre. E anche dopo, quando abbiamo sventato tutto, l’ultima volta, mi sono portato dietro gli strascichi di questo disastro. Troppo da fare, troppo da sistemare, da mettere a posto. Proprio quando era riuscito a dichiararsi ad Alice. “Niente, Rocco. Sono soltanto teso”.
“Hai detto nulla...” sbuffò Fiammetta, qualche passo di troppo indietro.
“Devi rilassarti. Guarda Crystal” la indicò Rocco. “Lei è qui e nemmeno sa dove si trova. Noi già siamo stati qui, più di una volta. Tu sei già stato qui, ancor più volte di me. Cos’hai paura di trovare?”.
Voltarono l’angolo, Adriano sapeva benissimo quale fosse la camera d’incubazione di Groudon e la stava raggiungendo con velocità. Mano a mano che si avvicinavano al punto designato aumentava sempre di più il calore ed i Golbat e gli altri Pokémon che abitavano la grotta diminuivano di frequenza.
“Non so dove mi trovo” ribatté Crystal. “Ma so che c’è bisogno di me. In questo momento sarei dovuta essere al laboratorio a studiare bacche, come ho sempre fatto da tre anni a questa parte, Rocco. Sono qui, però, e farò di tutto per aiutare Hoenn e la sua gente”.
Fiammetta vide gli occhi della moretta riflettere la danza del fuoco blu alle pareti. Stringeva i pugni ed aveva un’espressione contrita in volto: era parecchio concentrata.
“Dovresti rilassarti...” le suggerì la Ex Capopalestra di Cuordilava, proseguendo ed avvicinandosi a Rocco.
“Non mi posso rilassare, Fiammetta. Dobbiamo essere preparati, stavolta. E dobbiamo intercettare assolutamente chiunque si ponga tra me e Groudon...”.
“Ha ragione” tuonò Rocco. “Ti daremo tutto il supporto di cui necessiti”.
E poi risate e rumore di passi si susseguirono finché le fiammelle azzurre proiettarono sulle pareti le ombre di Andy e di Zoe.
I cappucci sulle loro teste erano abbassati per via del forte caldo. Zoe aveva legato i capelli in una coda alta, come soleva fare quando era una Combat – Girl e teneva in mano una Pokéball.
“Cielo, ancora voi?!” esclamò Fiammetta, innervositasi improvvisamente.
“Potrei dire la stessa cosa, rossa. Non dimenticarti che tu mi appartieni” tuonò Andy, seguito dall’espressione schifata della ragazza che gli stava accanto.
“E perché ti apparterrebbe?” domandò Rocco, guardando Fiammetta negli occhi per un momento.
“Perché abbiamo stabilito così prima di un incontro. Ed ha perso”.
“Le persone non sono oggetti” s’inserì Adriano. “E te lo dimostrerò. Lottiamo”.
Andy sorrise e mise mano ad una sfera. “Ottimo, aspettavo questo”.
“Vai Swampert!” urlò poi Crystal, mettendo in campo il suo Pokémon.
“Crystal, questa è la mia battaglia” le rispose Adriano.
“No. Questa non è la tua battaglia... questa è la nostra battaglia. Ed io devo mettere finalmente fuori gioco questi ceffi”.
Zoe sorrise, vedendo il suo uomo mettere in campo il suo Honchkrow. “Non c’è problema” terminò la donna, mandando in campo il suo Umbreon. “Facciamo due contro due. Che te ne pare, Adriano?”.
Gli occhi color acquamarina dell’uomo rimbalzarono sulla figura della donna e si abbassarono ai suoi piedi.
Sospirò e prese una Pokéball. “Starmie” disse, lasciando cadere la sfera dalla sua mano con eleganza.
“Diamoci da fare”.
Rocco guardò Fiammetta e fece un passo indietro, a raggiungerla. Allargò il braccio, toccandole la pancia, e continuò ad indietreggiare.
“Defilati” disse l’uomo dagli occhi d’acciaio e dal cuore freddo. Guardava la bella con la coda dell’occhio muovendosi lentamente, ballando uno strano tango con la donna, fino a che non sparirono oltre la parete naturale della grotta.
Spalle al muro e cuore che batteva, la mano del Campione era ancora sulla pancia bollente di Fiammetta.
“E ora?” chiese quella, respirando lentamente.
“E ora dobbiamo raggiungere Groudon”.
“Da soli?!” esclamò, tenendo basso il volume, mentre sentiva nella sala attigua, Crystal ed Adriano urlare ordini ai propri Pokémon.
“Certo. Siamo solo io e te, qui. E poi siamo rispettivamente il Campione di Hoenn e la Capopalestra di Cuordilava, non per niente, eh”.
Fiammetta sospirò e guardò la mano dell’uomo sostare ancora in prossimità del suo ombelico. “Puoi lasciarmi”.
“Oh!” arrossì lui. “Scusami”. Pochi secondi dopo ed il colorito della sua pelle tornò pallido, giusto in tempo per rimettersi in marcia.
“Conosci la grotta?” domandò la ragazza, vedendo Rocco muoversi con passo troppo spedito.
“Hey... Non correre...” fece lei. Rocco sorrise e senza nemmeno girarsi le tese la mano sinistra.
Fiammetta l’afferrò ed il Campione la strattonò con forza, portandola avanti di qualche passo, costringendola a raggiungerlo.
“Non avere paura. Fidati delle tue capacità” disse Petri.
E forse Fiammetta non riuscì a nascondere le guance rosse, imbarazzata per tutto quel contatto con quell’uomo che tanto le piaceva, fin da ragazzina.
“Ragionavo” disse poi, lui. “Groudon e Kyogre non posso essere lasciati liberi. I terroristi ambientali potrebbero sfruttarli nuovamente per i propri scopi... no. Dovremmo catturarli definitivamente e non reintrodurli in natura”.
“Crystal è qui per questo”.
“Oak ne parla un gran bene...”.
Fiammetta annuì. “Già. Ha un dono. In realtà lei ha già catturato Groudon, quando mi rapirono. Ma fu Zoe, la ragazza che abbiamo visto prima, a liberarlo”.
“Che senso avrebbe liberare un Pokémon che vuoi catturare?” si domandò il Campione.
“Già... Non ha molto senso”.
Voltarono l’angolo e la prima cosa che saltò all’occhio ai ragazzi fu la luce emessa dal lago di lava. I gas sulfurei fuoriuscivano dalla sua superficie, creando dense bolle che andavano a scoppiare, rilasciando nell’aria diossido di zolfo che bruciava pochi secondi dopo.
Fiammetta sentiva il rumore che quel lago emetteva, molto simile all’acqua che bolliva. E più vi si avvicinavano più l’aria diventava calda.
Rocco sudava, la sua fronte era imperlata di gocce salate e cristalline.
Fiammetta era invece a suo agio con quel calore.
Tutta l’arcata della grotta era collassata per la pressione dei gas, e si era formato un cratere abbastanza ampio da permettere la fuoriuscita degli stessi.
E poi c’era quella donna, dai lunghi capelli rossi e dalle labbra pronunciate.
“Te lo spiego io il senso...” fece, con quel tono di voce lascivo e malizioso.
 
Adriano guardò Crystal, concentrata sulla lotta. Pochi turni e come sempre Zoe ed Andy avevano dimostrato di avere una sinergia in battaglia incredibile.
“Non preoccuparti, Crystal. Adesso facciamo vedere a queste persone come si combatte. Starmie, abbattiamo Honchkrow. Comete” fece, garbato come sempre, spostando un ciuffo di capelli dal volto.
Fu per la prima volta dopo un paio di turni, il Team Magma passava dalla fase offensiva a quella difensiva. Piccole sfere d’energia partirono dal cristallo centrale della grossa stella marina violacea, cominciando un’opera d’inseguimento verso Honchkrow.
“Atterra e fatti colpire, Honchkrow. Non riusciremo ad evitare questa mossa”.
“Saggia osservazione” annuì Adriano.
Così fece: Honchkrow si gettò in picchiata, allargò le ali, rallentando la discesa, quindi cercò di proteggersi con le ali.
Zoe scambiò un cenno con Andy e dispose la sua strategia. “Stridio!” ordinò al suo Umbreon. Il canide si abbassò sulle quattro zampe e spalancò le fauci, producendo latrati ad una frequenza altissima. Swampert e Starmie s’inibirono per un momento, abbassando la guardia.
“Honchkrow, vai con Neropulsar!” esclamò. “Su Starmie!”.
Adriano sorrise.
“Difficile che riesca a colpirmi. Starmie è particolarmente agile” disse, tra sé e sé. “Schiva!” ordinò poi, vedendo la sfera nera abbattersi sul pavimento della grotta, dopo una tremenda virata della stella marina.
“Swampee! Ci sei?!” urlava Crystal, vedendo il suo Pokémon ancora particolarmente risentito dall’attacco sonoro di Umbreon.
“Lascia stare, sarà il prossimo, attaccherà al prossimo turno” tuonò Adriano. “Starmie, usa Idropulsar” fece poi, vedendo il suo Pokémon scattare davanti e lasciar partire sollecitazioni sonore all’interno dei colpi acquatici che lanciava. Umbreon sembrò particolarmente stordito dall’attacco, mentre Honchkrow lo evitò salendo di quota.
“Forza!” urlò Andy. “Attacco d’ala su Swampert!”.
Honchkrow piegò leggermente l’ala destra e virò in picchiata verso il Pokémon di Crystal.
“Usa Idropompa!” urlò Crystal, impreparata. La tensione che aveva in corpo era fin troppo palpabile e tutti la vedevano, quasi imbranata com’era. Sentiva il peso delle responsabilità, dei nemici che aveva di fronte. Sentiva il peso, troppo leggero, della sfera che avrebbe dovuto contenere Groudon, una volta catturato.
E poi Silver, e Gold, pensava a loro, sperando che nessuno dei due si fosse fatto male.
Fu quando vide l’imprecisione di Swampert che si rese conto di come le sue insicurezze si fossero trasmesse al suo Pokémon.
Forte. Doveva essere forte, e se lo stava ripetendo per l’ennesima volta.
“Dannazione! Swampee, proviamo questo giochetto!” urlò la ragazza. Allungò l’avambraccio destro e sospirò, fino a toccare quella pietra azzurra ed arancione incastonata nel bracciale.
Adriano spalancò gli occhi e vide Swampert mutare forma per un’ultima, ulteriore evoluzione.
“La Megaevoluzione” disse, come un soffio tra i denti.
Il corpo del Pokémon Fangopesce s’illuminò, ricoperto improvvisamente da luce ed energia, e si rivelò infine agli occhi dei quattro contendenti: enorme. Swampert era diventato molto più alto, ed aveva aumentato la sua capacità muscolare di oltre il doppio.
“Cazzo...” si stupì l’avversario, col cappuccio alto sulla testa. Guardò Honchkrow ed analizzò velocemente  la situazione.
“Andy...” lo chiamò Zoe. “Che dobbiamo fare?”.
“Swampee! So che riuscirai ad usare Idropompa, stavolta. Contro Umbreon!”.
L’enorme Pokémon piazzò i possenti arti superiori per terra, come a piantare i pugni sul suolo per trarne stabilità, quindi spalancò la bocca ed un’enorme colonna d’acqua s’abbatté velocemente contro il Pokémon di Zoe, mettendolo fuori combattimento in un colpo solo.
“Ottimo così!” esclamò sorridente Crystal, mentre la Magmatenente ed il suo uomo facevano rientrare i Pokémon nelle proprie sfere, scappando verso destra.
“Scappano!” urlò Adriano. “Inseguiamoli!”.
 
“Miriam” si bloccò Rocco, allargando nuovamente il braccio verso destra, a fermare il passo di Fiammetta. La più giovane riconobbe subito la donna e fece un passo indietro, memore delle sue capacità.
“Zoe ha liberato Groudon perché questo doveva continuare ad assorbire energia naturale. Ciò gli avrebbe permesso di reagire positivamente all’esposizione alla sfera rossa. L’Archeorisveglio ci garantirà maggiore potenza rispetto a Kyogre”.
“Che cos’è l’Archeorisveglio?!” domandò Fiammetta, con gli occhi spalancati.
Miriam s’avvicinò lentamente, lasciando sei metri tra di loro. Rocco la fissava notando il suo solito sorriso disinteressato, ravvivato dal colore rubino del suo rossetto. I suoi occhi risaltavano come fari nella notte, rossi come quelli di Fiammetta.
Aveva cambiato la propria mise, probabilmente in vista dello scontro epico che avrebbe dovuto sostenere: adesso un paio di grossi stivaloni in gomma avevano sostituito gli alti e scomodi tacchi che portava a Verdeazzupoli ed una tuta aderente nera a collo alto. I fianchi venivano abbracciati da un cinturone con sei Ultraball ed un grosso coltello militare tattico.
“Fiammetta Moore... Bella come il sole. Come quand’eri piccola, del resto...”.
“Rispondimi!” urlò la ragazza, ricevendo un’occhiataccia da Rocco, ancora con il braccio teso a mo’ di sbarra.
“Modera i toni, o ti farò fare un bagnetto nel lago qui dietro...”.
“Rispondimi” ripeté Fiammetta, con meno foga.
“L’Archeorisveglio è il processo di regressione fisica e potenziale che trasforma Groudon in ciò che era milioni di anni fa. Sarà molto più grande, e più potente. In più... Beh, però, perché rovinarvi la sorpresa?” sorrideva Miriam, sempre calma.
“Dannazione! Sparisci da Hoenn prima che io...”.
“Prima che tu... cosa?” domandò Miriam, curiosa ed improvvisamente seria. “La piccola del villaggio...” sorrise poi. “Mi ricordo perfettamente di te. Abbiamo sette anni di differenza, del resto, e quando nascesti tuo nonno proclamò festa cittadina. Incredibile... Tu, per un giorno, hai bloccato Cuordilava. Sei diventata una donna, alla fine”.
“Capita anche alle migliori...” bofonchiò l’altra.
“Già. Beh, ricordo benissimo anche quando diventasti definitivamente un’adolescente. Avevi gli occhi di tutti puntati addosso, con quel fisico che ti ritrovavi e quegli occhi da cerbiatta”.
Fiammetta non riuscì a trattenere un sorriso di scherno. “Sei patetica”.
“Oh, forse lo sono. Rocco stravedeva per te già quando eri piccola ed io ero gelosa” sorrise ancora. “Gelosa di una ragazzina... Beh, ma ora stai con lui, no? Alla fine ti ha presa”.
“Non sto con lei” tuonò Rocco, e la sua voce fredda rimbombò tra le pareti dell’antro.
“Ah, no? Beh, poco importa. Ciò che importa è che il piano di mio padre verrà portato a termine”.
“Tuo padre era un folle” disse lui, vedendo gli occhi di Miriam spalancarsi increduli. Rocco fece un passo avanti, staccando Fiammetta ed abbassando finalmente il braccio destro.
“Mio... mio padre era un eroe! E tu non l’hai mai capito!”. La voce di Miriam s’espanse così forte nella grotta da risuonare per parecchi secondi. Sul suo volto cominciarono a scendere due rivoli di lacrime.
Rocco chiuse le palpebre e prese la forza per parlare, combattendo contro il suo istinto: avrebbe sicuramente perso il controllo, altrimenti.
“Tuo padre ha distrutto le mie città e ucciso la mia gente. Tuo padre ha ucciso anche me, e tu lo sai. E adesso tu vuoi fare come lui”.
“Io devo distruggere il Team Idro, Rocco! Quelli ci sommergeranno!” urlava lei, accorata.
“Il mare ci serve, Miriam. Non possiamo prescindere dal nostro fragile equilibrio”.
“Ma non capisci?! Mio padre aveva già visto tutto...” si calmò lei, voltandosi e tornando nei pressi dell’incandescente pozza di lava. “Aveva capito che per il bene degli umani e dei Pokémon, dovremmo allargare i nostri orizzonti. Vi rendete conto che gli esseri umani continuano ad aumentare, sul nostro pianeta? E secondo te, queste persone dove andranno a vivere?! In acqua?! Nel tuo prezioso mare?! No, Rocco caro, loro distruggeranno foreste, abbatteranno montagne e devasteranno gli habitat naturali di centinaia di specie Pokémon. In questo modo si estingueranno, e tutto il sistema sul quale la nostra società è sviluppata andrà lentamente a rotoli. Tu sarai il Campione di una Lega che non vedrà più sfidanti, lei la Capopalestra di una città sovraffollata che avrà distrutto ettari di bosco e che si allargherà nel deserto per ovviare la mancanza di spazio. Tutto andrà a rotoli”.
Lo sguardo forte di Miriam si abbatté su quello di Fiammetta, leggermente meno determinato.
“Fiammetta, tu dovresti capirlo. Mantenere l’orgoglio di Cuordilava, le tue origini” fece.
La ragazza sbatté gli occhi un paio di volte, poi schifata calò lo sguardo.
“Non ucciderei mai delle povere persone innocenti”.
Miriam rise. “Ingenuotta che sei... Chiamala pure... selezione naturale”.
“Non ti permetterò di creare quell’abominio che stai progettando. Hoenn ha bisogno del mare!” Fiammetta s’era arrabbiata, ed anche parecchio. Ideologia, diverbi, scontri inutili. Alla fine vinceva chi alzava di più la voce e non chi avesse più ragioni dalla propria parte. Anche perché, di ragioni, ognuno ha le proprie.
Rocco si voltò verso la ex Capopalestra e la prese per le spalle, fissandola dritta negli occhi.
“Devi stare calma. Bisogna trattare Miriam alla stregua di un militare con grandi capacità”.
“Ma che diamine dici?! È soltanto una Jessica Rabbit senza le rotelle!”.
“Quella donna mi ha dato un calcio in bocca dopo un semplice salto. Fidati se ti dico che so di ciò che parlo: Miriam è pericolosa”.
“Allora?!” esclamò lei, impaziente, mani al fianco. “Avete finito di scambiarvi le ultime dichiarazioni?”.
“Dichiarazioni di cosa, precisamente?” domandò Fiammetta, snobbando totalmente ciò che aveva detto Rocco.
“D’amore, no? Insomma, si vede. Tu stravedi per il mio piccolo Rocco” sorrise Miriam. “Oh, che bei momenti che abbiamo passato assieme. Ma, va da sé, tutto cambia”.
“Tu sei cambiata. Io sono sempre rimasto lo stesso” s’intromise il Campione, dopo un sospiro.  “Ma puoi ancora dimostrare di non essere la terrorista che vuoi sembrare. Finisci questa farsa, combattiamo il Team Idro e torna a casa con me”.
Miriam e Fiammetta alzarono entrambe un sopracciglio. “Quelle cose fanno parte del passato. Ora è mio padre, l’unico uomo che possa avere influenza su di me”.
“Tuo padre era un folle!” urlò Rocco, spazientito. Fiammetta si sorprese, non l’aveva mai visto in quel modo.
“Non ti consentirò più di parlare in questo modo di mio padre” tuonò lei, decise.
“Apri gli occhi! Sei diventata ciò che sei solo con le tue forze! Dov’è finita la ragazzina che lottava per qualche spicciolo, nella piazza di Cuordilava?! Dov’è finita quella giovane donna che si prendeva cura della donna che l’ha allevata, forgiata in un bagno d’umiltà?! Dove sei andata a finire, Miriam?!”.
Gli occhi della donna si abbassarono mentre il calore cominciava a diventare insopportabile, per Rocco. “Quella ragazza è sparita quando ha scoperto di non essere più sola, al mondo...”.
“Sei sola lo stesso! Renditi conto di tutto ciò! Cosa dovrebbe essere cambiato?! Ora sei più sola di quanto tu non creda!”.
“Perché?! Perché mai dici questo?!” strillò lei, con le lacrime agli occhi.
“Perché prima avevi me! Ed io ero disposto a tenerti al mio fianco, per sempre!”.
“Per fare cosa, Rocco?! Per seguire i tuoi stupidi sogni?! Per diventare la donna del Campione di Hoenn?! A me cosa interessava dei tuoi sogni?! Eri un estraneo, come tutti del resto! Ma papà no! Lui aveva un sogno ben preciso! Lui voleva che le persone ed i Pokémon vivessero in simbiosi ed il suo desiderio è cresciuto in me, nonostante la sua morte! Perché sono sua figlia!”.
Ormai era diventato un fiume in piena, Miriam, piangendo ed urlando, perdendo il controllo. “Tu non sai cosa significhi vivere da soli la propria esistenza!” continuò. “Non hai idea di cosa significhi passare la notte con la fame a tormentarti ed il desiderio continuo e costante di conoscere chi ti abbia messa al mondo! Tu hai sempre avuto tuo padre dietro le spalle, l’hai sempre seguito nei tuoi viaggi! Nei tuoi inutilissimi viaggi!” urlò lei.
A Fiammetta batteva il cuore. Non si aspettava tanto trasporto.
“Ma ora basta! Adesso vedrete cosa voleva fare mio padre!” urlò infine, stringendo gli occhi ed i pugni, rabbiosa col mondo.
 
 

   
 
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