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Autore: _sesshomary    27/05/2015    5 recensioni
E se Kikyo e Kagome fossero entrambe vive? Inuyasha oltre ad affrontare il cattivo dovrà affrontare i suoi sentimenti.
Alcuni personaggi cercherò di mantenerli come nella storia reale, mentre altri vorrei provare a cambiarli anche fisicamente. Chissà se riesce bene. Spero di avervi incuriositi. Se vi va leggetela, e se non vi piace ditemi cosa non va e cercherò di migliorare.
CITAZIONE DAL CAPITOLO 17:
"Da un lato avrebbe voluto essere centinaia di anni avanti nel tempo per poter stare con Kagome dall’altro invece sentiva il peso della promessa fatta a Kikyo che lo manteneva con i piedi saldi in questa epoca."
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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-Kagome, vieni subito qui- disse Inuyasha ancora incredulo.

Kagome si alzò immediatamente e si avvicinò ad Inuyasha. Aveva lo sguardo fisso a terra e lei rivolse il suo sguardo verso lo stesso punto in cui guardava il mezzo demone, dove giaceva, nascosta tra qualche filo d’erba, una piccola sfera dal colore rosato.

-La sfera- sussurrò Kagome mentre si abbassava per prenderla tra le sue mani.

-Ecco perché mi sentivo attratta in questo luogo, era la sfera ad attirarmi- aggiunse lei ancora incredula.

-Andiamo da Sango e Miroku- disse Inuyasha facendo salire la ragazza sulle sue spalle.

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Dopo qualche secondo spuntarono fuori dai cespugli Inuyasha e Kagome. Lei era sulla schiena di lui.

Miroku e Sango subito abbandonarono la loro posizione e si avvicinarono ai due. Kagome scese dalle spalle di Inuyasha, aveva una mano stretta in un pugno.

-Abbiamo trovato la sfera- disse lei sorridente –potrò tornare a casa, finalmente- aggiunse quasi urlando dalla felicità.

Le era mancata molto la sua famiglia, la sua mamma, suo nonno e soprattutto il suo fratellino. Voleva abbracciarli e parlare con loro.  Però qualcosa la turbava, sentiva quasi il dovere di rimanere in contatto con questo mondo e soprattutto con Inuyasha, però sapeva benissimo che bisognava eliminare la sfera, ed essa era l’unico contatto tra questo mondo e il suo.
 
-Sono molto felice per te Kagome- disse Sango correndo ad abbracciarla.

-Credo sia il momento di tornare al villaggio- disse Inuyasha. Si sentiva ferito dal comportamento della ragazza, era così entusiasta di tornare a casa e non pensava a lui. Per lui lei era diventata davvero importante e non voleva perderla.

Kagome si scioglie dall’abbraccio di Sango per annuire alle parole di Inuyasha. Il momento del suo ritorno a casa si avvicinava sempre più, ma la felicità che provava era spezzata dalla tristezza.

-Ragazzi siete troppo silenziosi c’è qualcosa che non va?- disse Miroku rivolgendosi principalmente a Inuyasha e Kagome. Da quando erano partiti nessuno di loro aveva parlato, Kagome era con Sango su Kirara, Inuyasha non le aveva proposto di viaggiare sulla sua schiena e lei non ha avuto il coraggio di chiederglielo. 
Miroku invece camminava insieme ad Inuyasha.

Avevano passato tutto il tempo in silenzio, ma quelli che sembravano più pensierosi erano Kagome e Inuyasha. Entrambi provavano una sensazione di vuoto che li rendeva fin troppo silenziosi.

-Va tutto bene, io semplicemente non ho nulla da dire- rispose Inuyasha mantenendo però il suo sguardo vuoto.

Nessun’altro fiatò, rimanendo in silenzio fino a che non arrivarono al villaggio. Entrarono nella capanna di Akane e vi trovarono la piccola Kaede che stava sistemando delle erbe medicinali.

-Dov’è la venerabile Akane?- chiese Kagome senza perdere tempo in chiacchiere.

La bambina si girò lentamente verso il gruppo, mentre Akane fece la sua comparsa dalla stanza accanto.

-Eccomi, come mai siete già di ritorno?- disse lei vedendo i loro volti tesi.

Kagome senza pronunciare alcuna parola aprì la mano in cui teneva la sfera e la mostrò ad Akane.

-Ma è la sfera! Siete riusciti a trovarla!- disse Akane gioiosa, ma la sua gioia si fermò quando incrociò lo sguardo di Kagome.

-C’è qualcos’altro?- chiese insospettita da quello sguardo.

-Nulla, ora posso tornare a casa definitivamente!- aggiunse Kagome mostrando un finto sorriso, che non convinse per nulla Akane.

-Kagome cosa c’è che non va?- insistette l’anziana sacerdotessa, voleva tutta la verità.

-Veramente va tutto bene. Sono un po’ stanca, questa maledetta non mi ha quasi fatto dormire stanotte- disse Kagome cercando di convincere Akane.

-Capisco, allora credo dobbiate riposarvi, tra poco sarà il tramonto, quindi comunque vedremo domani cosa fare con la sfera. Sango, Miroku, non fatevi problemi, potete dormire qui-

Una voce proveniente da fuori interruppe il discorso di Akane.

-Kaede, è ora di tornare a casa- disse Kikyo entrando nella capanna di Akane, e rimanendo sorpresa quando si ritrovò davanti Inuyasha e gli altri.

-Siete tornati? Come mai?- chiese lei sorridente, sperando con tutta se stessa che avessero trovato la sfera.

-Kagome ha con se la sfera dei quattro spiriti- disse Akane.

-Oh ma sono felicissima per te, ora potrai tornare a casa, non sei contenta? Possiamo già avviarci?-

-Al momento sono tutti stanchi, la partenza la rimandiamo a domani mattina- aggiunge ancora Akane, Kagome e Inuyasha non avevano intenzione di risponderle e Sango e Miroku non volevano intromettersi.

-Ah capisco, è giusto così. Allora Inuyasha tu torni con me e Kaede?- aggiunge Kikyo raggiante e felice di poter attuare il piano di Naraku così presto.

Inuyasha annuendo si diresse verso l’esterno della capanna.

-Aspetta Inuyasha, ricorda di venire qui domattina. Dobbiamo salutare Kagome prima della partenza- si intromise Miroku.

Inuyasha però non risponse alle parole di Miroku, aspettava fuori in silenzio Kikyo e Kaede. Dopo qualche minuto erano tutti e tre diretti verso la capanna di Kikyo.

Tutti quanti videro che l’espressione di Kagome era diventata ancora più cupa dall’arrivo di Kikyo, ma non sapevano come comportarsi.

-Kagome, ora puoi dirci cosa c’è che non va?- disse Akane avvicinandosi a Kagome e prendendole le mani. La ragazza le stava simpatica e si stava affezionando molto, anche a lei dispiaceva che dovesse restare per sempre dall’altro lato senza avere modo di tornare qui qualche volta. Ma la sfera doveva essere distrutta, portava solo guai.

-Venerabile Akane…io… io…- disse la ragazza esitando, però non aveva intenzione di dire alla sacerdotessa quello che le passava per la mente, non era il caso di farla preoccupare -…sono davvero molto stanca tutto qui. Domani voglio essere in forma quando tornerò a casa, sono così felice di rivedere la mia famiglia- mentì Kagome.

-Bene allora venite con me vi indico la stanza in cui dormirete- disse Akane incamminandosi attraverso un corridoio. Alla fine del corridoio si trovavano due stanze.

-Miroku, qui dormirai tu, la stanza è piccola, ma andrà bene- disse la sacerdotessa indicando la porta sulla destra.

Miroku rimase leggermente stupito, credeva che avrebbe dormito con le ragazze. Lo avevano sempre fatto da quando le conosceva.

-Grazie- rispose Miroku, sforzandosi di non far trasparire la delusione.

-Qui invece potete stare voi due-

Le donne si guardarono negli occhi tranquille –Grazie venerabile Akane- risposero all’unisono ed entrarono subito in camera. Miroku fece lo stesso dopo di loro, entrando in camera sua.

-Sai un po’ mi dispiace non vederti più, nonostante sono molto felice che tu possa tornare a casa tua- disse Sango quando si ritrovarono sole in camera.

-Anche a me dispiace moltissimo non potervi più vedere, e non poter restare in alcun modo in contatto con voi­, non vedevo l’ora di tornare, ma ora che il momento è arrivato mi sento spaccata in due. Purtroppo la sfera deve essere distrutta e quindi deve essere interrotto il collegamento tra questo e il mio mondo- disse Kagome sdraiandosi su uno dei futon che Akane aveva preparato. Kirara le si avvicinò dopo un po’, anche lei aveva intuito l’imminente partenza della ragazza e a suo modo cercava di salutarla.

-Credi che ad Inuyasha mancherò? Insomma non mi sembra che tenga molto a me- aggiunse poi Kagome mentre accarezzava pensierosa la piccola nekomata.

Sango alzò il suo sguardo immediatamente, non credeva alle sue orecchie, era sicura che non avrebbe mai ammesso di pensare ad Inuyasha e alle sue reazioni.

-Kagome, sono sicura che mancherai molto anche a lui. Solo che il suo carattere è orgoglioso e non vuole darlo a vedere­- disse Sango sicura di se.

Kagome però sembrava non voler credere alle parole di Sango, la guardava sempre cupa e triste.

-Credo che Miroku si sentirà solo nell’altra stanza- disse Kagome per cambiare argomento e al pronunciare quelle parole notò un leggero rossore sulle guance della ragazza.

-Ma no, starà benissimo. E poi è buono che stia solo per un po’- rispose Sango ancora un po’ imbarazzata.

-E’ ora di dormire ora, domani per te sarà una lunga giornata- aggiunse poi sdraiandosi sull’altro futon.

-Credo che Kirara voglia dormire con me, ti dispiace?- chiese Kagome.

-Assolutamente no, anche lei vuole salutarti. Buonanotte- rispose Sango.

-Buonanotte- aggiunse Kagome e chiuse gli occhi per poi addormentarsi subito dopo.

Per Sango invece la cosa non fu molto semplice, teneva gli occhi chiusi, ma non riusciva proprio ad addormentarsi. Nei suoi pensieri era ricorrente l’immagine di Miroku e non riusciva a spiegarsi il motivo. Perché non riusciva a togliersi quel maniaco dalla mente?

Dopo circa un’ora si alzò e senza pensare si diresse verso la camera di Miroku, lo trovò addormentato a pancia in su e un leggero sorriso gli abbelliva il viso. Sango gli si avvicinò e non poteva far altro che pensare che era davvero bello. Saperlo vicino la faceva sentire bene, così cercando di non fare rumore si sdraiò vicino a lui, visto che c’era abbastanza spazio, e chiuse gli occhi. Questa volta riuscì subito ad addormentarsi.

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Anche Inuyasha non riusciva a dormire, Kikyo gli aveva, per la prima volta, dato il permesso di dormire in casa sua. Era sdraiato accanto alla donna che aveva sempre desiderato avere vicino, soprattutto per proteggerla, ma la mente lo portava lontano da quella stanza, nel posto in cui aveva lasciato il suo cuore. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma Kagome era diventata importante per lui, e non poteva più negarlo, si era affezionato a quella ragazza, anche perché lo trattava come se lui fosse un semplice e normale essere umano. Nessuno lo aveva mai trattato così, Kikyo ci aveva provato, ma non ci riusciva, prima di quel giorno non lo aveva mai fatto entrare in casa, e mai lo aveva fatto avvicinare troppo a lei, tranne quella volta in cui si erano baciati. Anche se ora gli era stato concesso di dormire con lei, vedeva comunque Kikyo fin troppo distante.
Qualche minuto dopo si alzò dal futon e lasciò Kikyo dormire da sola, uscì fuori dalla capanna e fece un enorme balzo per atterrare su quel ramo dell’albero millenario che tanto gli piaceva. Kikyo, la sua capanna e quel futon non gli davano la tranquillità per poter dormire. Era finalmente libero di stare con Kikyo, ma lui non voleva più stare con lei, il suo cuore ormai era stato rapito e difficilmente sarebbe ritornato indietro.

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-Signor Sesshomaru, non dovremmo fermarci per la notte?- disse Rin sempre più stanca, mentre a fatica trascinava i piede ad ogni passo.

Sesshomaru si voltò verso di lei e la prese in braccio senza dire una parola, lei posò delicatamente la testa sul suo petto e in pochi secondi si addormentò per la stanchezza.

-Dobbiamo prima arrivare in un posto- sussurrò lui continuando a camminare e consapevole che lei non poteva sentirlo.

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I primi raggi del sole iniziavano ad entrare nella stanza arrivando subito agli occhi di Miroku. L’uomo si girò su un lato e si trovò vicino Sango, ancora addormentata con il viso rilassato. Era sorpreso di trovarla li, ma era felice di sapere che lei aveva bisogno di stargli accanto. Sul viso dell’uomo si disegna un sorriso nello stesso istante in cui gli occhi di Sango si aprono.

-Io…io… non so’ perché ma non riuscivo a dormire e sono venuta qui. Non volevo infastidirti, scusa- disse lei mettendosi di colpo seduta sul futon.

-Ma io sono felice che tu abbia dormito con me- disse lui senza smettere di sorridere.

-Non mi avrai mica toccato, sporco maniaco­?- disse lei alzando una mano per schiaffeggiare l’uomo, ma venne bloccata dal braccio di Miroku che cercava di avvicinare il suo viso a quello della donna.

-Non mi sarei mai permesso con te- disse lui prendendo le mani della donna tra le sue.

-Cosa vuoi dire con “con te”?- aggiunse lei.

-Perché tu per me sei diversa, non è come per le altre donne, da quando ti ho conosciuta sono stato rapito dal tuo viso, soprattutto dai tuoi occhi. Nonostante i miei comportamenti da maniaco, il mio cuore e la mia mente erano sempre rivolti a te. Credevo di non conoscerne il motivo, ma invece era proprio qui, impresso nel mio cuore…- disse Miroku abbassando lo sguardo e arrossendo.

Sango lo guardava incredula e non riusciva a dire una parola, lui la amava? No, non poteva essere vero, lui era un donnaiolo.

Qualche secondo dopo lei si alzò di scatto e si allontanò dal futon sul quale prima aveva dormito tranquilla.

-Io non ti credo, mi dispiace- disse lei, cercando di andarsene, ma venne fermata da Miroku che le trattenne per un braccio con forza, ma senza farle male.

-Non ti avrei mai detto una bugia. E’ tutto vero quello che ti ho detto, e non lo avrei mai detto se non mi fossi accorto che anche tu provi qualcosa per me-

-Io…io…non so che pensare, tu quando vedi una donna perdi il controllo e io…io...mi sento infastidita ogni volta che lo fai- disse lei abbassando lo sguardo, aveva praticamente ammesso che anche lei provava qualcosa per lui.

-Da quando ti conosco, ogni volta che ci provo con una donna sento il mio cuore che si ribella, non riuscivo ad accettare questa cosa prima, sai la mia indole si faceva sentire, ma adesso ho capito e so che l’unica al mondo che vorrei tra le mie braccia sei tu- disse Miroku tutto d’un fiato avvicinandosi sempre più al viso della donna. I loro visi erano molto vicini ed entrambi riuscivano a sentire il respiro dell’altro sulle labbra. Lei alzò lo sguardo e incrociò gli occhi blu del monaco, ne rimase catturata e affascinata. Quello sguardo così luminoso e limpido si avvicinava sempre più, fino a far sfiorare le loro labbra. Lei non si ritrasse e l’uomo lasciò un bacio innocente su quelle labbra, ma sembrava volere di più e quando lei schiuse leggermente le labbra non riuscì a resistere e approfondì quel dolce bacio.

-Sango, Sango dove sei?- la voce di Kagome che proveniva dal corridoio li interruppe.

Subito l’uomo si allontanò, e la donna aprì la porta della stanza.

-Kagome, sono qui, ero vanuta a svegliare Miroku- mentì.

-Oh, scusa, ho disturbato, pensavo che te ne fossi andata via senza salutarmi- disse Kagome, leggermente in imbarazzo per la situazione in cui si trovava.

-Non hai disturbato, ti ho detto che sono solo venuta a svegliarlo, tutto qui- disse Sango cercando di essere convincente.

-E’ vero, divina Kagome- cercò di aiutarla Miroku, infatti Kagome sembrò crederci.

-Ah, scusate se ho insinuato che voi..beh insomma avete capito- aggiunse Kagome.

-E’ arrivato il momento della mia partenza, Kikyo arriverà a momenti quindi volevo salutarvi…io…bhe…mi sono molto affezionata a entrambi, per me siete dei cari amici, non vi dimenticherò mai- disse Kagome avvicinandosi ai due, che la guardavano molto tristi.

-Kagome, sono molto felice di averti conosciuta, neanche io ti dimenticherò- disse Sango abbracciandola.

Non appena le donne sciolsero l’abbraccio, Miroku si avvicinò a Kagome.

-Divina Kogome, anche io non ti dimenticherò, nonostante tu non abbia voluto avere un figlio da me- disse il monaco mentre veniva fulminato con lo sguardo da Sango.

-Ora devo andare, grazie per tutto l’aiuto e il supporto che mi avete dato in questa ricerca- disse Kagome con le lacrime agli occhi mentre porgeva a Sango la piccola Kirara che teneva tra le braccia, poi percorse il corridoio per andare verso l’uscita della capanna.

Sulla porta trovò Akane con in mano un pacchetto.

-Tieni, voglio che tu prenda questo kimono, è un regalo che mi fece mia zia moltissimo tempo fa e voglio che lo prenda tu per ricordarti di noi e della tua avventura qui. Sono contenta di averti conosciuto, avrai sempre un posto nel mio cuore- disse Akane porgendo il pacchetto a Kagome.

-Io devo ringraziarla, senza il suo aiuto venerabile Akane, non sarei mai riuscita a trovare la sfera per tornare a casa. Mi sono trovata molto bene qui, e lei è stata come una nonna per me. La porterò sempre nel mio cuore anche io- disse Kagome prendendo il pacchetto e abbracciano la sacerdotessa. Il tempo passato insieme era stato poco, ma si sentiva legata a lei, a Sango e Miroku e a quel posto.

In quel momento si presentarono Kikyo, Kaede e Inuyasha nella capanna.

-Buongiorno Kagome, pronta per partire?- disse Kikyo raggiante, lo era da quando finalmente avevano trovato la sfera.

-Si sono pronta, Kaede grazie per il tuo aiuto- disse Kagome abbracciando la bambina.

Poi si rivolse ad Inuyasha, non notava in lui nessuna tristezza, probabilmente perché a lui non interessava nulla di lei.

-Inuyasha, sei stato molto d’aiuto per il ritrovamento della sfera, ti ringrazio moltissimo- disse la ragazza inchinandosi verso il mezzo demone.

-Io vi accompagno, ci saluteremo meglio quando saremo nei pressi del pozzo- disse il mezzo demone tranquillo.

I tre si avviarono verso il pozzo, e Kagome salutava con la mano Akane, Kaede, Sango, Kirara e Miroku.

Poco prima di arrivare al pozzo Inuyasha si fermò e prese per il braccio Kagome.

-Vorrei salutarti, però voglio restare da solo con te- disse lui guardando Kikyo, sperando che capisse.

-C’è qualcosa che io non posso sentire?- disse Kikyo, faceva ancora la gelosa nonostante sapeva che Kagome sarebbe tornata a casa sua per sempre.

-No, voglio solo restare da solo con lei, per salutarla definitivamente- disse Inuyasha leggermente irritato –vieni Kagome andiamo verso Goshinboku- aggiunse il mezzo demone e Kagome lo seguì.

Tra loro era calato il silenzio, i loro occhi si fissavano come per far restare l'immagine dell'altro impressa nella mente.

-Mi mancherai Inuyasha, mi sei stato di grande aiuto, senza di te probabilmente sarei andata a finire nello stomaco di un demone dopo poche ore dall’inizio della mia ricerca- fu Kagome a rompre il silenzio, poi si inchinòi verso Inuyasha che si avvicinò a lei e l’abbracciò con fare amorevole.

-Mi mancherai anche tu- disse lui senza fermare l’abbraccio.

-Posso toccare ancora una volta le tue orecchie?- disse lei vedendo quelle tenere orecchie muoversi in modo frenetico.

-Si- rispose lui e lei con fare dolce prese ad accarezzare quelle dolci orecchie che tanto amava toccare. Qualche secondo dopo Kagome si allontanò dal mezzo demone e nello stesso istante un fiore cadde dall'albero posandosi sulla testa di Kagome. Inuyasha si avvicinò nuovamente a lei e con delicatezza prese quel fiore.

-Tieni, porta questo fiore con te, anche Goshinboku ha trovato un modo per salutarti- disse lui porgendole il fiore che lei afferrò subito.

-E’ ora di andare, altrimenti Kikyo potrebbe preoccuparsi. Non ti dimenticherò mai Inuyasha- disse lei incamminandosi verso il pozzo. Inuyasha senza fiatare la seguiva a qualche passo di distanza. Pochi secondi dopo si trovarono Kikyo davanti che si incamminò insieme a loro verso il pozzo.

-E’ il momento di andare, addio Inuyasha- disse Kagome prendendo per mano Kikyo che sorridente si lanciò insieme a lei nel pozzo.

Dopo un lampo di luce azzurra si trovarono con i piedi per terra.

-Mamma, nonno, Sota, siete lì?- urlò Kagome con la speranza di ricevere la giusta risposta.

-Sorellona sei tu?- disse Sota sporgendosi dal pozzo e incontrando lo sguardo della sorella.

-Si Sota, sono io, aiutami a salire- urlò ancora Kagome.

-Kikyo, tieni, credo che tu possa andare grazie- sussurrò a Kikyo porgendole la sfera.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e afferrò la sfera e quando Kagome uscì dal pozzo lei fece un balzo e la luce azzurra la riaccompagnò nella sua epoca.

-Inuyasha, aiutami a risalire- urlò la donna e subito si trovò a fianco Inuyasha che la prese in braccio e la portò fuori dal pozzo.

-Grazie Inuyasha, io vado a portare la sfera all’anziana sacerdotessa che deve distruggerla, ci vediamo tra un po’- disse Kikyo mentre si incamminava verso il bosco.

Pochi minuti dopo si trovò davanti alla zona dove c’era la barriera che nascondeva il castello di Naraku, e si trovò davanti Naraku.

-Che ci fai qui? Hai la sfera?­- disse lui avvicinandosi a lei.

-Si, e tu come mai sei fuori dalla tua barriera?- disse lei guardandolo negli occhi.

-Stavo facendo una passeggiata e poi ho sentito il tuo odore e mi sono fermato ad aspettarti- rispose lui.

-Ecco la sfera- disse Kikyo allungando il braccio verso di lui e aprendo la mano.

-Che bel gioiello, sono molto soddisfatta del tuo operato- disse Naraku prendendo la sfera e con l’altra mano avvicinando la donna a se.

Senza aspettare oltre Naraku le diede un bacio sulle labbra inizialmente casto, ma poi sempre più passionale, incurante che poco distante da lì, grazie alla loro potente vista, due occhi color oro stavano osservando in silenzio tutta la scena.



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Angola dell'autrice:
Eccomi qui, dopo un bel po' di tempo. Vi ho fatto aspettare tanto, ma finalmente Kagome ha trovato la sfera, che ne pensate?
Ok è tardissimo e credo che per me sia arrivato il momento di andare a dormire. Spero che vi piaccia il capitolo.
Vorrei ringraziare Claudia_Chan 99 per avermi aiutato nell'ispirazione per la fine del capitolo.
E poi ringrazio coloro che recensiscono seguono e hanno tra i preferiti la mia storia, spero di non deludervi.
A presto, spero! Un abbraccio...
   
 
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