Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Like Shakespeare    27/05/2015    2 recensioni
"My life as Ro" è più di un semplice insieme di parole.
"My life as Ro" è un appuntamento col destino.
"My life as Ro" è il mio resoconto di vita e la mia resa dei conti con la vita.
"My life as Ro" è un "Welcome to my world" come il tappetino distrutto davanti ad una casa troppo maestosa oramai in rovina.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

There's two more lonely people in the world tonight, baby you and I.

 

My life as Ro.

 

Non è così semplice come sembra. Tutto nella mia vita era inesorabilmente cambiato.

I miei 15 anni mi sembrano lontani, troppo lontani. Non che i sedici e i diciassette avessero portato solo cose negative, ma semplicemente mi ero incosciamente impegnata molto per distruggere da me tutto ciò che di positivo mi era stato dato.

Sono stata in grado di odiare ed odiarmi, sono riuscita persino a farmi odiare; chi mi conosceva da prima è rimasto basito da quello che sono riuscita a combinare nella mia vita.

Se il giorno dei miei 15 anni mi avessero dato una fotografia dell'aurora attuale con un "Sei tu a 18 anni." Probabilmente avrei riso e sarei scappata via.

Per tutta la mia vita, fino ai 15 anni, ero sempre stata la più carina, la più carismatica, la più brava; e poi puff... non sei più tu.

Sul foglio c'è scritto due più due, so benissimo che fa quattro, ma la mia mano continua a scrivere sedici. E lo scrivi così tante volte che nella tua vita due più due comincia a fare sedici e non puoi fare a meno che estraniarti dai quattro, perché tu non sei che un sedici.

E il mio sedici in questi anni è stato un macigno troppo grande.

Insieme ai miei addominali è sparita la forza di vivere.

Insieme alla lucentezza dei capelli, la gioia delle piccole cose.

Insieme alla pelle liscia, il sapersi accontentare.

Insieme alla bellezza, tutti i miei sogni.

Ho perso tutte queste cose, eppure non mi sento per nulla leggera. Ho perso tutte queste cose eppure non riuscivo ad ammettere di non arrivare più in superficie.

Ho creduto davvero di avere il fondo sopra la testa. Sono sprofondata piano, con leggerezza, non mi sono accorta di dover lottare, non mi sono accorta che il mare si fosse agitato e quando mi sono resa conto che i miei capelli sfioravano il fondo non ho avuto la freddezza di ricominciare semplicemente a nuotare, mi sono agitata e questo mi ha ancorato ancora di più al suolo e per quanto lottassi, per quanto provassi a staccare le alghe che mi tenevano non riuscivo a riemergere.

Poi lentamente, assurdamente non ero più sul fondo, avevo il fondale proprio sopra la mia testa, come una lastra di vetro, come una lastra di ghiaccio, era troppo tardi, ero troppo stanca. Ho abbassato le braccia, fermato le gambe e alzato lo sguardo sconfitta, continuavo a guardare oltre quella lastra tutte le persone che facevano il morto a galla e nessuno si è accorto che il morto era sul fondo, ma continuava a respirare. Stavo facendo entrare acqua nei polmoni cazzo, stavo partecipando al mio assassinio.

Sono ancora seduta in quello spazio nero, sotto il fondale, e continuo a guardare chi galleggia in superficie e non capisco, non riesco a capire come possa la gente immergere la testa sotto, guardare il mio fallimento e non porgermi la mano. Alcune mani sono state allungate ma troppo incerte, troppo scivolose e un fallimento così maestoso non può essere riparato da cose incerte.

Ogni tanto papà mi tira fuori, mi fa sputare un po' d'acqua ma sono come un pesce fuori, non posso respirare e perdo conoscenza. Li sento i suoi schiaffi sul viso, li sento gli strattoni ma non posso farci nulla, non posso aprirli gli occhi, ormai sono solo sedici.

Non c'è scappatoia.

My life as Ro, non è soltanto una patetica cartella sul computer, è un appuntamento con la vita,è un promemoria per il futuro.

My life as Ro è la storia che non racconteresti a tua figlia la sera.

Non mi è mai piaciuto fare la cosa giusta subito e a prescindere, amo sbagliare ma è evidente che la questione mi sia sfuggita di mano.

Ma la cosa che più mi ferisce è il pensiero che una me quindicenne scapperebbe via nel conoscere i miei pensieri.

La Ro quindicenne scapperebbe davanti a Sedici, e sebbene mi abbiano sempre incuriosito le persone con un alone di malinconia e che incutono timore non ho mai neanche preso in considerazione l'idea di appartenere al genere, fino a quando , guardando lo specchio mi sono resa conto di essere il rappresentante di categoria.

Ed è quando ti rendi conto che una parte di te scapperebbe volentieri da te stessa che vuoi tornare ad essere semplicemente Ro, magari resterai sempre un Sedici, magari non sei mai stata un quattro, magari i conti per te non sono mai stati esatti, ma forse puoi essere il Sedici che vuoi, magari puoi essere un Sedici migliore.

Eppure rimango della ferma convinzione che i miei mostri non sono nati nel mio quindicesimo anno di vita, ho la certezza che fossero dentro da sempre, mi piace credere che comunque per la maggior parte della vita il mio essere viva dentro li abbia spaventati e li abbia costretti in un angolo della mia mente; non so dire con esattezza cosa sia cambiato, non posso dare la certezza di un avvenimento scatenante ma sono morta dentro, ogni giorno un pochino.

Ho dovuto lottare per me stessa, stringo le braccia intorno al mio corpo per non lasciare cadere i pezzi. Confinata nella mia stanza così simile al fondale.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Like Shakespeare