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Autore: thugswearuggs    27/05/2015    3 recensioni
«Il cinguettio degli uccelli si fa sempre più distante e l’unica cosa che senti è Mickey. I suoi respiri misurati, i battiti profondi, il leggero suono della lingua che umetta le labbra screpolate. Chiudi gli occhi e ti abbandoni alle sensazioni, lasciandoti ancorare dalla stretta della sua mano, dita che premono senza forza sul suo polso.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fiona Gallagher, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sprazzi di luce passano attraverso le fronde dei due alberi sotto cui vi trovate, seduti l’uno accanto all’altro. Vedi la luce creare disegni particolari sulla sua pelle pallida, disegni che danzano leggiadri e sono in continuo mutamento tanto da sembrare vivi.

Guardi Mickey come se possedesse il segreto dell’universo, come conoscesse le risposte a tutte le domande. Guardi Mickey e percepisci un senso di appartenenza ed un calore che non vorresti lasciare andare mai.

Il parco è vuoto. Ci siete solo voi due, con i vostri sorrisi e il suono delicato del vento. È rilassante.
Una mano ruvida prende la tua, allacciando le dita in una presa salda, rassicurante. I tuoi polpastrelli carezzano lievemente il suo polso e percepisci il suo battito regolare, una melodia a cui sei abituato e a cui preghi di non dover mai rinunciare. Il cinguettio degli uccelli si fa sempre più distante e l’unica cosa che senti è Mickey. I suoi respiri misurati, i battiti profondi, il leggero suono della lingua che umetta le labbra screpolate. Chiudi gli occhi e ti abbandoni alle sensazioni, lasciandoti ancorare dalla stretta della sua mano, dita che premono senza forza sul suo polso.
“Ian”, ti chiama con voce soffice. Ti capita spesso di chiederti come avete fatto ad arrivare a questo punto, come avete fatto a crescere così tanto.
Apri gli occhi e lo trovi vicino, così vicino che respiri la sua stessa aria. E dovrebbe essere disgustoso respirare a pieni polmoni l’aria che un’altra persona espira, ma non lo è. Quando abbassi lo sguardo alle sue labbra ti sembra di vedere il suo respiro e ti viene quasi da ridere perché se Mickey fosse a conoscenza dei tuoi pensieri, ti darebbe certamente un pugno.
Ti lasci sfuggire un sorriso timido e alzi le sopracciglia in modo interrogativo ma lui non risponde. Si limita ad agganciare le labbra alle tue e ti ricorda della prima volta in cui ti ha baciato, dentro quel furgone bianco. Poggi la fronte sulla sua, abbassi le palpebre e riesci a sentire solo Mickey intorno a te, nella testa, sottopelle. E pensi sia una sensazione meravigliosa.

____


Quando apri gli occhi vedi completamente nero. Sbatti le palpebre, confuso, nella speranza che si tratti di uno scherzo. Hai i vestiti completamente incollati addosso a causa del sudore e ti rendi conto di una mano che ti carezza dolcemente la spalla solo in un secondo momento.
“Ian?”, è la voce di una donna. Cerchi di controllare i tremori ed il respiro affannato come ti ha insegnato la psicologa per focalizzarti su cosa sta accadendo. La voce della donna ti chiama di nuovo e la associ a Fiona che continua imperterrita a carezzarti dolcemente la schiena.
“Hai avuto un incubo?”, ha la voce pregna di preoccupazione, ma non riesci a farne un problema al momento. Scuoti la testa e lasci cadere le lacrime che premevano con insistenza contro i condotti. Non sai spiegare o forse non vuoi, ma il movimento della sua mano è rassicurante nonostante sia la mano sbagliata.
“Hai urlato il nome di Mickey. Ti ho sentito e sono corsa qui, pensavo stesse succedendo qualcosa. Va tutto bene, tesoro?”, Fiona si avvicina di più e ti abbraccia stretto e ti senti sempre più fuori posto. Cos’hai combinato? Cos’è diventata la tua vita?
“No, non va bene. Fi, devo andare”, ti trema la voce ma sei determinato come non lo eri da tempo. Hai uno scopo, una nuova missione: cancellare il dolore che hai causato all’unica persona che davvero non lo meritava. Fiona ti guarda con occhi spalancati, con una paura che riconosci. Ma non hai tempo per questo. La rassicuri con parole affrettate ed inconsistenti e voli giù per le scale. Ti infili velocemente un paio di scarpe ed esci di casa, facendoti inghiottire dalla notte estiva. Sei sudato, hai i capelli incollati alla fronte, ma quando arrivi di fronte a quella casa non ti importa più niente.
Sali i gradini e senti l’ansia fare capolino nuovamente ma la respingi e sollevi una mano tremante. Bussi una, due, tre volte prima che qualcuno apre il portone e improvvisamente ti rendi conto del danno che hai provocato. Mickey è più bianco del solito, ha occhiaie profonde e gli occhi completamente privi di vita. È tutto sbagliato ed è colpa tua. Senti le gambe che cedono e le tue ginocchia crollano sul pavimento freddo e non riesci a controllare il flusso di lacrime che scendono a ruota libera sulle tue guance. Rilasci una serie di scuse sussurrate e non sei sicuro che ti abbia sentito, non sai se basterà mai.
Ma quando un paio di mani inizia ad asciugare le tue guance, capisci che una possibilità c’è. Una possibilità in più per voi due c’è sempre perché dopo tutto quello che avete vissuto, niente è in grado di separarvi.
Neanche una stupida diagnosi.


 


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Note: mi scuso per la malinconia, e mi scuso per Ian e Mickey. Nessuno di noi vuole vederli soffrire (ancora), ma non sono riuscita a fermarmi oggi. Quando ci sentiamo da schifo, credo sia inevitabile finire per scrivere cose del genere. Optavo per una death!fic ma mi sono bloccata da sola, sarebbe stato troppo. Per lo meno, un minimo di speranza c'è. Ringrazio chiunque leggerà e vi mando un abbraccio (ne abbiamo tutti bisogno!).
   
 
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