Angolino di Nalu-chan.
Ok, sono proprio una grande –censura- . Ho una long in corso e pubblico queste “cose”. Perdono!!!! Giuro, è che sono bloccata e per farmi perdonare ho deciso di postare questa storiella che mi è venuta in mente così. Si svolge quando Natzu viene intrappolato nel baratro oscuro nell’avventura dell’orologio infinito. È tanto che non rivedo quella parte, quindi se non torna proprio tutto scusatemi. Chiedo scusa per eventuali errori. Ora vi lascio alla storia. Se volete commentare siete i ben venuti ;)



Buio.
Era tutto buio.
Ovunque mi girassi riuscivo a scorgere solamente nero.
< Così non va, devo trovare un modo per uscire! >
È questo l’unico pensiero che la mia mente riesce a formulare in questo momento.
< Pugno del drago di fuoco!!! >
Niente. Per quante volte io usi la magia, non faccio altro che fallire. Nemmeno le mie fiamme riescono ad illuminare quest’oscurità.
< Aspetta un secondo, . . . com’è che ci sono arrivato qui? >
Già, come? Ricordo che stavo combattendo contro una tipa tutta “rose e fiori” ( n.d.a. Ke battutona -.-“)
Era molto forte, bisogna ammetterlo, infatti in qualche modo mi ha risucchiato qui dentro. Se non sbaglio, stavo cercando di salvare qualcuno, e per farlo dovevo batterla.
Appunto, . . . ma chi è che dovevo salvare? E allora la vidi. Lunghi capelli biondi, come il sole, occhi marroni e dolci, come il cioccolato, . . . e quel sorriso.
< . . . che eufemismo . . .>
Mi scappa anche una piccola risata a pensarci.
< Quel sorriso splende più delle stelle stesse, e pensare che lei ne è la maga. Mi chiedo come ho fatto a dimenticarmela.>
Già, ora ricordo perfettamente. Ricordo il giorno in cui l’ho conosciuta ed accompagnata a Fairy Tail.
Già allora mi era sembrata una tipetta tutto pepe, e , strano a dirsi, già da allora mi attira come una calamita. Ricordo la prima missione, quanto era bella vestita da cameriera, ma ovviamente non gliel’ho detto. Ricordo persino i suoi calci mattutini per buttarmi giù dal letto.
< Già, . . . quel letto è proprio comodo. >
Purtroppo però ricordo anche quegli occhi tristi e pieni di dolore e lacrime. Questo è un ricordo straziante.
< Decisamente è più bella quando ride. Le lacrime sul suo viso stonano. >
Rividi un’ ultima volta il suo sorriso, e finalmente capii cosa dovevo fare. Lancio il più forte dei miei ruggiti, e finalmente si apre uno spiraglio che mi permette di uscire.
< La mia battaglia non è ancora finita . . .>
Non lo sarà fino a che non rivedrò quel sorriso perlomeno!
< Preparatevi, sto arrivando. “Moete Kitazo!”>