Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: LeMuseInquietanti    05/01/2009    2 recensioni
Il tuo buon senso lascialo a casa, con gli occhiali sempre appannati. Porta con te solo il rossetto, per imbrattare i tuoi finti sorrisi di sangue. E se si inceppa la macchina, se una sera volessi abbandonare in un angolo gli orpelli e giocare pulito, ti diranno che hai qualche problema. Sei giovane non puoi conoscere il dolore.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non so bene cosa siano queste pagine.
Semplicemente le scrivo quando ho bisogno di respirare.
L'asfissia è il male del secolo.
Questa è la storia di Una qualunque. Spero vi piaccia
Asfissia
1- I need Oxygen




E questa deve essere l’ultima volta.
Lo dici, mentre versi la birra fino all’ultima goccia, con gli occhi assetati che seguono la caduta della spuma, dal fondo al collo rozzo della bottiglia. L’incarto sembra corroso, spostato da un lato e le mani si appiccicano al vetro. Ripensi allo zucchero filato di quelle giornate al circo con i tuoi genitori, quando eri bambina e andava sempre tutto bene, era come trovarsi perennemente in un campo di grano d’estate a correre a piedi nudi cercando i papaveri nascosti negli angoli meno probabili.
Ma quella è una bottiglia vuota, cazzo, e potresti collegarla ai campi d’oro forse per quel color piscio, puoi vederci lo zucchero filato o quanto preferisci, ma resta il fatto che tu e solo tu te la sia scolata tra una risata generale ed occhiate imbarazzate in giro.
Deve essere l’ultima volta, ripeti, mentre avvicini il bicchiere alla bocca. Hai le labbra tumide. Sembri una sgualdrina. Ma no, sei solo una stupida che beve senza un motivo preciso. Per dimenticare la vita che non hai mai avuto il coraggio di vivere forse.
Perché non hai niente di meglio da fare, probabile.
Perché indossi dei tacchi che ti stanno lentamente deformando i piedi inacidendoti il carattere, questo è ancora più vero.
<< L’hai finita tutta. Sei una vera stronza! >> replica qualcuno vicino a te.
Già. Ha colpito in pieno. Bevi perché sei stronza.
Guardi chi ti ha rivolto il complimento. << grazie >> sussurri.
Era proprio quello che volevi sentirti dire.
Il tuo telefonino non squilla e la cosa ti urta.
Forse bevi perché nessuno ti pensa.
O forse bevi perché non ti pensa nessuno in particolare.
Aria, hai bisogno di aria.
Lo blateri forse a bassa voce, nessuno si accorge del momento in cui abbandoni il locale, pericolante sui tacchi alti che ti ostini a portare, prendendo in giro te stessa e la colonna vertebrale che già rischia ogni giorno visto il tempo passato mezza china su banchi e scrivanie di ogni sorta. Ma il sabato se non porti i tacchi, se non ti trucchi, se non sorridi, qualcosa non va bene.
Il sabato è d’obbligo travestirsi, portare legata al collo la lunga catena che lo raccorda al macigno per terra.
Il tuo buon senso lascialo a casa, con gli occhiali sempre appannati.
Porta con te solo il rossetto, per imbrattare i tuoi finti sorrisi di sangue.
E se si inceppa la macchina, se una sera vorresti abbandonare in un angolo gli orpelli e giocare pulito, ti diranno che hai qualche problema.
Sei giovane non puoi conoscere il dolore.
Sei giovane, il peggior male che puoi aver provato è vedere un ragazzo ignorarti.

Ma quando hai un’anima che pare essere appartenuta a Giacomo Leopardi è difficile resistere all’impulso di dare fuoco a chiunque dica simili cazzate.
L’illusione del benessere, che specchio per le allodole.
Tu hai quel vortice dentro, oscuro, buio, tempestoso, e solo tu puoi comprendere fino in fondo cosa significhi.
Spiegarlo a parole, o in un messaggio non farebbe altro che sminuirlo e ridicolizzarlo.
Per questo te lo tieni, bevendoci su.
Fumandoci su.
E camminando, con i tuoi passi sbilenchi su trampoli chilometrici percorri le stradine del paese abbarbicato in un mondo che la malaria appestava ancora prima che venissero le leggi divine a maledirlo e inabissarlo, passeggi canticchiando l’ennesima canzone che gli altri definiscono orrenda e che a te fa impazzire letteralmente.
Perché sputtana il mondo bastardo in cui sei relegata.
Il mondo da cui potresti sfuggire, facendola finita.
Ma a che pro, per finire in un posto maledettamente peggiore o uguale di questo?
Sei ipocrita e spaventata dalla tua ombra, ma stai bene quando senti altri interpretare il tuo malessere.
Come al solito stai asfissiando, hai bisogno di ossigeno.
E non è perché sei brilla che lo fai.
Perché hai bisogno di ossigeno, per non morire.
Schiacci i tasti sul telefono nemmeno guardi le tue dita scorrere sulla tastiera luminosa.
Attendi, portandoti all’orecchio quel dannato aggeggio meccanico.
Gli squilli sovrastano il silenzio.
Pensi che fa freddo e che presto arriverà Natale.
E ti danno fastidio le scarpe di vernice vorresti gridare.
No, vuoi urlare perché stai male, non sono le scarpe.
Non solo almeno.
Asfissia.
Dolore.
<< pronto? >>
I tuoi occhi che si velano subito di lacrime.
La voce, ne sei certa, uscirà rotta dal pianto.
Ma perché rendersi ridicola.
Stringi i denti.
Senti il cuore battere.
<< Dalia, sei tu? >>
Il tuo silenzio eloquente.
Ti tremano le mani.
Respiri piano, i polmoni non collaborano.
Le labbra sembrano appiccicarsi.
<< Pronto? >>
<< ho fatto il numero senza volerlo. Scusami >> sussurri. Non lasci trasparire quello che stai provando dentro. Un trapano che fa balzare il tuo sangue da capo a piedi. Emorragia interna. Rischi di brutto. Ma non ti interessa.
Chiudi la chiamata, non vorresti.
E resti per un tempo indefinito a boccheggiare, con il cellulare sul petto.
Il display che rimanda in eterno quella chiamata infame.
Non dovevi proprio provarci.
Stupida ragazzina idiota.
Un po’ di ossigeno per un mare di anidride carbonica.
La respiri tutta, sperando di avere pace.
Ma è stupido illudersi quando sai già di star sognando.



Continua. Credo che ne scriverò altre.
Respiro liberamente sempre meno.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: LeMuseInquietanti